1. GIULIVA INNOCENZI È DOVUTA ANDARE IN IRAN PER SCOPRIRE CHE L'ISLAM UMILIA LE DONNE
2. ''LIBERO'' GODE: ''SU FACEBOOK SCRIVEVA: 'L'ISLAMOFOBIA' RENDERÀ I MUSULMANI COME GLI EBREI AI TEMPI DEL NAZISMO'. ECCO, ORA FORSE CAPIRÀ CHE L'ISLAMOFOBIA È UNA MENZOGNA CHE SERVE A ZITTIRE CHI CRITICA IL MONDO MUSULMANO, COME HA FATTO LEI IN QUESTI GIORNI''
3. IL VERDETTO SULLA SITUAZIONE IRANIANA, EMESSO DOPO QUALCHE GIORNO DI FERIE, NON È ANDATO GIÙ A MOLTI INTERNAUTI, CHE L'HANNO SOMMERSA DI CRITICHE (E INSULTI)
4. LEI: ''INTERNET È DIVENTATO UN POSTO VIOLENTO E MASCHILISTA, DENUNCERÒ CHI NE ABUSA''
5. POI LE SCAPPA LA FRIZIONE FINTO-PARTIGIANA: ''IN AUTO CON DUE RAGAZZI IRANIANI, NOI ABBIAMO CANTATO 'BELLA CIAO', LORO MELODIE BELLISSIME. IN IRAN C'È OTTIMISMO''. SIPARIO

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LA SANTORINA SCOPRE CHE L' ISLAM UMILIA LE DONNE

Francesco Borgonovo per "Libero Quotidiano"

 

E dire che le sarebbe bastato leggere un libro di Ayaan Hirsi Ali, tanto per restare in un ambito politicamente corretto e non scomodare Oriana Fallaci. Ma per rendersi conto che nel mondo islamico le donne non hanno proprio vita facile, Giulia Innocenzi è dovuta andare fino in Iran. Un viaggio all' altro capo del mondo per scoprire l' acqua calda, anzi bollente, scaldata al sole di Teheran.

giulia innocenzi in iran 5 giulia innocenzi in iran 5

 

Dove la graziosa discepola di Michele Santoro si è recata in vacanza, trovandovi un nugolo di maschi arrapati pronti ad allungare le mani (per tacere del resto). Una circostanza incresciosa che - orrore - non era nemmeno segnalata sulla guida Lonely Planet, «stranamente molto carente su questo punto» e nemmeno sul web a lei tanto caro. Certo, avrebbe potuto leggere qualche articolo di giornale, o qualche saggio divulgativo in cui venisse illustrata la legislazione iraniana in materia di violenza sessuale (la donna è praticamente sempre colpevole).

 

Ma Giulia ha preferito constatare di persona, assieme all' amica Maddalena Oliva, con cui ha firmato un accurato resoconto della gita sul suo sito. «Non ci siamo sentite sicure per tutto il viaggio», spiegano. In effetti, un po' c' è da capirle. Ne hanno subìte di ogni tipo, e le palpate erano solo l' antipasto. «I bazar sono molto affollati», scrivono le due. «Diventano quindi il paradiso per chi ama palpare il fondoschiena (...). Un uomo comincia a seguirti e a un certo punto ti tocca il sedere, per poi disperdersi nella folla.

 

giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 5 giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 5

Per la prima settimana ci è successo tutte le volte che abbiamo visitato un bazar. Non può essere quindi un caso».

In un' altra occasione le turiste si sono imbattute in un tizio in metropolitana che prima, a gesti, ha proposto a loro di avere rapporti sessuali.

 

Poi le ha seguite finché non hanno chiamato la sicurezza.

Un giorno sono andate in visita alla moschea di Isfahan. L' inserviente le ha accolte con grande cortesia.

 

Poi, con altrettanta gentilezza, finita la visita si è avvicinato alle due ragazze «tirando fuori il pene dai pantaloni e passeggiando davanti a noi affinché possiamo vederlo». A Kashan, invece, Giulia e la sua compagna di viaggio sono state seguite da un ragazzo in motorino, il quale a un certo punto si è fermato davanti a loro «bloccando la via d' uscita» e iniziando «a masturbarsi». L' impressione che le donne fossero considerate quasi esclusivamente come oggetti sessuali è stata confermata anche da una guida, che ha raccontato all' Innocenzi di essere scampata per miracolo a uno stupro quand' era al liceo. Poi dalla permanenza nella casa di una famiglia apparentemente «aperta di mente».

 

giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 4 giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 4

I signori che ospitavano le due occidentali, infatti, prima si sono premurati di metterle a loro agio: «Se siete lesbiche non preoccupatevi, potere anche unire i letti».

 

Poi le hanno invitate a togliersi il velo. Nel frattempo, però, costringevano la figlia (ovviamente velata) a cenare in disparte perché al tavolo erano seduti anche maschi.

 

La faccenda del velo ha colpito particolarmente Giulia e la sua amica. «Non si tratta solo di essere costrette a coprire il capo», scrivono. «Piuttosto di una sensazione costante di valere meno e di essere vulnerabili a istinti primordiali. Tutto questo diventa soffocante. Soprattutto è la consapevolezza che tu sei stata lì solo per due settimane, in vacanza, mentre ci sono donne costrette a vivere così la loro intera esistenza». Già, due settimane di vacanza. Ci sono voluti quei quindici giorni per scoperchiare un calderone che l' Innocenzi finora aveva tenuto chiuso e forse non aveva mai considerato.

 

Chissà, magari sarà l' occasione per rivedere alcune delle sue posizioni. Per esempio in materia di immigrazione. Anni fa chiedeva a gran voce il diritto di voto per i giovani stranieri. Senza considerare che, dando il diritto di voto a persone di cultura islamica, si rischia che poi queste vogliano imporre la loro visione dell' universo femminile (non sempre piacevole, almeno agli occhi occidentali).

 

giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 3 giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 3

Facendo tesoro di quanto appreso in Iran, l' Innocenzi potrebbe inoltre riflettere su ciò che scriveva mesi fa sulla diffusione dell' islamofobia in Europa: «Ho paura per quello che ci aspetta. Ho paura che i musulmani diventino i nuovi ebrei dei tempi del nazismo», diceva su Facebook. Ecco, ora forse capirà che l' islamofobia è una menzogna che serve a zittire chi critica il mondo musulmano, come ha fatto lei in questi giorni.

 

Forse l' esperienza di Giulia sarà di lezione anche a qualche bell' anima di sinistra. Immaginiamo che se a tuonare contro il velo fosse stato un esponente della Lega o una Santanchè, dagli amici progressisti sarebbero piovute accuse di razzismo a non finire. Invece, nel caso della santorina, sono arrivati solo un po' di improperi via internet.

Sommati a qualche critica non sempre peregrina. Per esempio, il selfie scattato dentro una moschea, e pubblicato dall' Innocenzi sul suo sito, potrebbe sembrare irrispettoso.

 

Così come suona un filo superficiale l' analisi della situazione iraniana, anche perché formulata dopo pochi giorni di ferie. Ma a quanto pare, alla giovane conduttrice è bastato un viaggio per rivendicare di «aver bucato il velo di omertà» sulla condizione delle donne in Iran. Bene, meglio così. Se i suoi ex sodali accuseranno Giulia di islamofobia, non mancheremo di difenderla.

 

 

2. GIULIA INNOCENZI: “RETE VIOLENTA E MASCHILISTA CHI MI INSULTA SARÀ DENUNCIATO”

Elisabetta Reguitti per ''il Fatto Quotidiano

 

giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 2 giulia innocenzi e maddalena oliva in iran 2

Neppure una conferenza stampa per il lancio di nuovo programma avrebbe generato una tale attenzione. Titoli a raffica per Giulia Innocenzi tra cui: "Asfaltata dalla rete", "Le vacanze iraniane di Giulia: molestie, palpate e uomini che mostrano il pene". La vicenda ha inizio con il racconto apparso sul blog della giornalista sul suo viaggio in Iran di questa estate intrapreso con la collega Maddalena Oliva. Un soggiorno scandito da pesanti molestie sessuali da parte di uomini iraniani. Lei ha raccontato tutto sul suo blog. Apriti cielo. Da parte degli utenti si è scatenata la corsa all' insulto contro le due giovani donne tacciate di aver provocato o essere serve di un non ben identificato sistema.

Giulia Innocenzi, cosa pensa di questi insulti che ha ricevuto?
Oltre a sottolineare che avrei fatto volentieri a meno di questa popolarità, nessuno ha detto che ci sono stati anche 7 mila like e che in privato continuo a ricevere messaggi di solidarietà da altre donne. Inoltre ci si potrebbe interrogare sul fatto che gli insulti ricevuti provengano tutti da uomini: messaggi di un maschilismo imperante e di una grave misoginia. C' è un limite a tutto.

Anche nella fantomatica rete?
Io sono nata suoi social network. Da attivista li ho utilizzati come veicolo di trasmissione di campagne, costruzione di contatti e scambio di informazioni, ma ora il processo sembra fuori controllo.

Ci può essere margine di evoluzione o l' involuzione ci seppellirà tutti?
Io non mi faccio zittire. Oltre a pubblicare i testi degli improperi e i relativi mittenti, intendo rivolgermi alla polizia postale.

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Le palpate al fondoschiena sono purtroppo frequenti anche sulla metro di Roma. Le aggressioni pure a Milano e Palermo, ma tutto il mondo è paese quando si tratta della figura femminile. E se qualcuna si difende, magari viene accusata di femminismo...
Se non mollare sul rispetto del corpo e della persona significa essere femministe, sono orgogliosa di esserlo. I messaggi privati che ricevo da molte altre donne raccontano di una realtà piuttosto pesante anche in Italia fatta di continui soprusi quotidiani. I media poi giocano con la violenza della rete: come se la minoranza che rappresenta il peggio avesse la priorità sull' accaduto stesso. Se poi aggiungiamo che un collega del principale canale della radio pubblica si è divertito a darci delle "sgallettate", chiedo quale sia il livello generale.

Tornando al viaggio in Iran, ha cambiato qualcosa nel suo rapporto con il mondo islamico?
Maddalena, la mia compagna di viaggio, in medioriente è di casa e mi ha confessato che non le era mai capitato di subire così tante e reiterate molestie. Io però non ne farei tanto una questione di religione islamica quanto piuttosto di regime della repubblica iraniana che di fatto ha sancito la separazione tra uomo e donna, introducendo un sistema di norme di autentica repressione sessuale. I problemi li abbiamo avuti con ragazzi giovani, non uomini adulti che in passato hanno vissuto in un Iran diverso. È evidente dunque che reprimere produce perversioni.

Il post del vostro viaggio evidenzia più gli aspetti negativi. Un' immagine bella?
Il viaggio di rientro verso l' aeroporto. Eravamo in auto con due ragazzi iraniani che lavorano in Europa che, ascoltando i nostri racconti, hanno provato mortificazione e vergogna. Noi abbiamo cantato Bella ciao, loro melodie bellissime, molto allegre.
In Iran, nonostante tutto, non vige il pessimismo come da noi.

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e.reguitti@ilfattoquotidiano.it.

 

 

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