GRANDE IL CANARO - LA7 NON SI VENDE, SERVE A BERNABÈ (LA PROTEZIONE TV È SEMPRE UTILE QUALSIASI SIA IL GOVERNO) - CERCHIAMO ALLEATI. DE BENEDETTI? “NON SO... NON MI RISULTA” - SANTORO? “LA TELEVISIONE NON È SUA E DECIDO IO: NON AVREI MAI SOPPORTATO UN MONOLOGO DI CATTIVO GUSTO COME QUELLO DI LUTTAZZI A RAIPERUNANOTTE” - “ADESSO STIAMO TRATTANDO CON BARICCO, SE FA UNA COSA INTERESSANTE, BENE, SE VUOLE LEGGERE GUERRA E PACE, NON MI INTERESSA”…

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Carlo Tecce per "il Fatto Quotidiano"

Conosce la cura: "Signorina, per favore, una camomilla". E poi urla, sbraita, s'infervora. Giovanni Stella s'incazza con un filo di voce: "Perché io sono sincero e disponibile, attenzione però: sono pur sempre il Canaro". Cioè l'amministratore delegato di La7. Premessa: "Non capisco nulla di televisione, mi faccio consigliare". Stella è un fidato dirigente di Franco Bernabè, capo di Telecom: passata la sbornia di Marco Tronchetti Provera, l'azionista ordina di ripulire La7.

GIOVANNI STELLAGIOVANNI STELLA

Ecco un compito a misura di Canaro, spietato tagliatore di commesse e appalti: "Quando sono arrivato tre anni fa, Piero Chiambretti e compagni dissero che avrei distrutto La7. Una rete che soffriva sotto il 3 per cento di share, ora abbiamo quasi raddoppiato". E i soldi, maledetti soldi: "Ho preso un cavallo in corsa che sbandava, anche perché Tronchetti Provera non era propriamente focalizzato sulla gestione televisiva: si consigliava soprattutto con la sua Signora (Afef). Ogni anno aveva bisogno di circa 130 milioni di euro di cassa. Ho messo a dieta il cavallo e siamo arrivati a 26, ma non mi darò pace fin quando non saranno zero. Poi ci vorrà biada per aumentare la velocità. Nuovi soci con denaro fresco, non nuovi padroni".

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Manca poco, forse un anno. L'uomo che parla per metafore, celebre il banano-Rai con i macachi-conduttori , rassicura i soci di Telecom: niente investimenti, cerchiamo alleati. Il gruppo Espresso di Carlo De Benedetti? "Non so... non mi risulta". Se non l'ingegnere, quando? "Ci sono colloqui con diversi imprenditori, ma siamo ancora in fase di conoscenza: quando ti siedi al tavolo e mostri il tuo prodotto, poi devi discutere sui tempi, che possono essere anche non brevi. A giugno dissi fine anno, ma il mercato condiziona".

DEBENEDETTI E LERNERDEBENEDETTI E LERNER santoro-mentanasantoro-mentana

La televisione è un investimento a perdere, perché Telecom insiste con La7? Stella è diplomatico. Fa intuire: "L'azionista Telecom ha capito che La7 è importante a prescindere da chi sia l'inquilino di Palazzo Chigi. Qualcuno pensa che il valore reale sia di un miliardo di euro. Può sfasciare il duopolio Rai-Mediaset: lavorano in simbiosi, si distruggono a vicenda". Il governo di B. ha i giorni contati, ma la protezione televisiva è sempre utile. Anche se Stella annusa guadagni e successi.

Dici un nome, e tace un attimo: Michele Santoro. Inspira, espira: "Siamo rimasti in buoni rapporti, altrimenti avrei chiesto a Enrico Mentana di non fare un marchettone al suo programma ospitandolo al telegiornale. Lui è venuto da me per conoscermi, voleva guidare la mia auto a modo suo!", e qui le vene sul viso si gonfiano.

Prende fiato: "Ma la televisione non è sua e decido io: per esempio, non avrei mai sopportato un monologo di cattivo gusto come quello di Daniele Luttazzi a Raiperunanotte". Si fossero sposati, Stella e Santoro avrebbero divorziato subito. Non c'è Annozero su La7, ma Piazza Pulita di Corrado Formigli:

Giovanni StellaGiovanni Stella

"Anche lui è venuto da me, io non chiedo, ma valuto chi si mette in fila. Se avessi voluto trasmettere Comizi d'amore, avrei spostato Piazza Pulita il mercoledì. Siccome non voglio, il problema non c'è". Nel socialismo irreale di Stella esistono contratti a rendimento: più mi fai incassare, più ti stacco assegni.

baricco don gallobaricco don gallo

Persino a Enrico Mentana è toccato il tagliando: "Non mi faccio condizionare da belle ragazze e trans che bazzicano la televisione, a me interessa chi mi garantisce un euro in più di introiti pubblicitari di quel che il programma mi costa. E lo stesso discorso varrà per Serena Dandini. Adesso stiamo trattando con Alessandro Baricco, se fa una cosa interessante, bene, se vuole leggere Guerra e Pace, non mi interessa". Aveva detto di peggio. Con slancio Canaro.

 

 

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