1. GUBITOSI VUOLE LE DIMISSIONI DEI CONSIGLIERI RAI CHE HANNO VOTATO CONTRO IL GOVERNO, MA TOBAGI E COLOMBO NON SCHIODANO: “RAPPRESENTIAMO LA SOCIETÀ CIVILE, NON I POLITICI” 2. LA TOBAGINA VA GIÙ PESANTE: “CI SIAMO SCHIERATI CON VERRO CONTRO IL TAGLIO DA 150 MILIONI PER LA PAVIDITÀ DELLA PRESIDENTE TARANTOLA, CHE RIMANDAVA IL CONFRONTO” 3. NOMINATI DAL PD BERSANIANO, NELLA BIZZARRA “QUOTA SOCIETÀ CIVILE”, I DUE CONSIGLIERI SI AGGRAPPANO AL CODICE CIVILE: “DOBBIAMO TUTELARE LA SOCIETÀ, NON L’AZIONISTA” 4. SE TUTTI TIRANO LA CINGHIA, PERCHÉ VIALE MAZZINI NON PUÒ RIDURRE UN PO’ IL BUDGET? “ABBIAMO CHIESTO AI GIURISTI. IL PRELIEVO POTREBBE ESSERE INCOSTITUZIONALE” 5. GUBITOSI, CHE AVEVA STREPITATO CONTRO LA DECISIONE RENZIANA, SI È ALLINEATO AL GOVERNO IN VISTA DELLA SCADENZA DEL SUO MANDATO AD APRILE. MA CHISSÀ SE AD APRILE MATTEUCCIO SARÀ ANCORA IN GRADO DI PIAZZARLO IN QUALCHE COMODA POLTRONA PUBBLICA

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1. GUBITOSI: VADO AVANTI, CAMBIO LA RAI

Aldo Fontanarosa per “la Repubblica

 

IL NUOVO CDA RAI TARANTOLA GUBITOSI IL NUOVO CDA RAI TARANTOLA GUBITOSI

«Mi chiede se butto la penna sul tavolo, stanco, provato? Tranquillo. La tengo ben salda in mano, vede?». Il giorno dopo l’improvviso tsunami che ha quasi sommerso Viale Mazzini, Luigi Gubitosi si dice sereno. Integro, asciutto. Lo schiaffone di 6 consiglieri della Rai su 9 – pronti a ricorrere contro il trasferimento all’Economia di 150 milioni del canone 2014 - non sarebbe un atto di sfiducia al direttore generale, che pure era contrario a mordere la mano del ministero azionista.

 

«Lavoro con slancio e lo farò fino all’ultimo giorno quasi non ci fosse termine al mio incarico», in scadenza invece ad aprile. «Lo potrei dire con la colonna sonora della nostra fiction Braccialetti Rossi che si chiama “Io non ho finito” – insiste Gubitosi - o magari con Seneca: “Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo, ma pianifica pensando alla eternità”.

 

GUBITOSI E TARANTOLA jpeg GUBITOSI E TARANTOLA jpeg

Ecco: finché ci sarà qualcosa da fare, io lo farò guardando al futuro anche lontano di questa azienda. D’altra parte sono un uomo libero di agire perché, a differenza di tanti miei predecessori, ho un contratto a termine e non farò nulla per chiedere il rinnovo. Nulla. Almeno non finirò come qualche ex direttore generale che si aggira ancora qui, a Viale Mazzini, a fare soltanto danni».

 

Gubitosi ha chiare le tre cose da completare tra ora ed aprile anche a dispetto dei semafori rossi che la politica accende, anche se ora il consiglio Rai scalcia come un cavallo imbizzarrito.

 

Primo: avviare il trasloco dalla storica sede di Viale Mazzini (in parte infestata dall’amianto). Quindi riformare lo sport (che potrà ridurre i canali da due a uno). E soprattutto approvare in via definitiva l’accorpamento di Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, e di Tg3, Rai News24 e TgR in due “fabbriche delle notizie”, in due sole newsroom integrate.

Benedetta Tobagi Benedetta Tobagi

I semafori rossi si moltiplicano, accecanti.

 

Deputati e senatori della Vigilanza Rai – prima di andare in torpedone a Saxa Rubra per un incontro con i giornalisti del servizio pubblico, il 18 – hanno diffidato il vertice di Viale Mazzini. La riforma della informazione va fermata – scrivono – in attesa che la Vigilanza voti un «atto di indirizzo sul tema».

 

E il sottosegretario Giacomelli (Pd), in una intervista al mensile Prima Comunicazione, ha invitato Gubitosi ad alzare il piede dall’acceleratore, visto che mancano così pochi mesi alla fine del suo mandato. Ma Gubitosi non frena, tutt’altro. Il suo gruppo di lavoro, capitanato da Carlo Nardello, continua a riunirsi ogni lunedì, alle 9. Il progetto di riforma viene approfondito e limato in ogni dettaglio, nelle lunghe riunioni. E per il Consiglio del 18 dicembre sarà pronta la delibera che formalizzerà la riforma.

 

TOBAGI COLOMBO TOBAGI COLOMBO

Il problema è se il Consiglio, deflagrato in mille schegge questo mercoledì sulla bega del canone, garantirà a Gubitosi la maggioranza necessaria a varare l’operazione news. Da mercoledì peraltro il Consiglio perde la dimissionaria Luisa Todini, che raramente ha fatto mancare il suo appoggio al dg.

 

La Todini, intanto, non sarà sostituita perché (l’assai imperfetta) legge Gasparri sulla tv dimenticò di prevedere questa eventualità: nessuna norma spiega, cioè, come nominare il successore di un consigliere fuoriuscito. Chiedere a Nino Rizzo Nervo che lasciò il Consiglio il 31 gennaio 2012 e non fu rimpiazzato fino alla scadenza del Cda (a luglio).

 

GHERARDO COLOMBO BENEDETTA TOBAGI GHERARDO COLOMBO BENEDETTA TOBAGI

Morale. L’attuale vertice resterà a 8 fino ad aprile. E l’assetto attribuirà un inedito, forte potere al presidente Anna Maria Tarantola. Ad ogni votazione paritaria – 4 contro 4 – il voto del presidente varrà doppio così da determinare sempre una maggioranza. Da oggi, prende corpo così una diarchia Gubitosi-Tarantola, il cui peso si pareggerà in più in qualche caso.

 

I rapporti tra i due restano discreti, buoni, però. E mai come in questo momento la tv di Stato ha bisogno di preservare una sua unità. Da «prefetti fantozziani» (la definizione è di un ex direttore generale), i sei consiglieri della Rai hanno dato uno schiaffone al governo proprio mentre Renzi sta decidendo la riforma del canone che, nelle intenzioni del premier, dovrà azzerare l’evasione del 27% degli italiani.

Luigi Gubitosi Luigi Gubitosi

 

Palazzo Chigi, in queste ore, stabilirà se mettere l’importo del canone nella bolletta elettrica; se farlo pagare a rate (ogni due mesi) oppure in una soluzione unica; e ancora come disciplinare il canone speciale (per bar, hotel, aziende). Se infine abbandonare l’idea dell’elettricità e puntare invece su un bollettino da allegare alla dichiarazione dei redditi, a giugno. Viale Mazzini tenta in queste ore di capirci qualcosa in più. E meno male, che in tanta incertezza, sia andata a buon fine la storica quotazione di RaiWay, la società delle antenne.

 

 

2. TOBAGI CONTRATTACCA: DAL PD UN DIKTAT MA IO NON MI PIEGO: TARANTOLA PAVIDA

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica

 

Tira fuori un documento dopo l’altro, Benedetta Tobagi. Il lancio di agenzia attraverso cui il Pd di Bersani le prometteva totale autonomia. La lettera a Napolitano dell’Unione europea delle radiotelevisioni in cui si protestava per il prelievo forzoso di parte del canone. L’articolo del codice civile secondo cui gli amministratori sono responsabili verso la società, «non verso i soci », aggiunge lei.

IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI

 

I tweet in cui la attaccano, le proposte di dialogo che aveva fatto al Pd «senza ottenere risposta». Critica il direttore generale Luigi Gubitosi, «ha dato un chiaro segnale di fedeltà a questo governo», e la presidente Anna Maria Tarantola: «La sua pavidità ha permesso al centrodestra di cavalcare questa vicenda ».

 

Lei e Gherardo Colombo avete avallato un’operazione contro il governo organizzata dal centrodestra.

«Non è così».

 

Ma avete appoggiato i berlusconiani. Questo non è in contraddizione con il suo ruolo nel cda Rai, e con la sua nomina?

«Veramente Verro ha riproposto un tema in discussione da maggio. Il consiglio aveva già deciso informalmente di approfondire la modalità del prelievo per verificarne la costituzionalità. Per massimo rigore abbiamo chiesto il parere di 4 giuristi.

 

VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI BERSANI ABUSI SUI MINORI VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI BERSANI ABUSI SUI MINORI

Poi, con grande dispiacere, abbiamo notato una forte inerzia da parte della persona che fissa l’ordine del giorno, la presidente Tarantola. A furia di rimandare alle calende greche, un consigliere, com’è nel suo diritto, ha posto la cosa all’ordine del giorno. È stata la pavidità, non la prudenza, di Anna Maria Tarantola, a consentire ad Antonio Verro di mettere il cappello su questa vicenda».

 

Il Pd ha chiesto le vostre dimissioni. Come risponde?

«Con la dichiarazione di Bersani del 18 giugno 2012, in cui il segretario Pd diceva di essere orgoglioso di sostenerci e prometteva di rispettare la nostra indipendenza. I tempi cambiano, adesso dalla responsabile cultura del partito ci arriva una richiesta di obbedienza. È chiaro che chi è al potere vuole una Rai assoggettata al governo, ma il mio dovere non è verso l’esecutivo, è verso il servizio pubblico».

 

Anche secondo Luigi Gubitosi chi vota contro l’azionista ha il dovere di dimettersi. Lo farà?

«No, ma spiego perché. Questo dg ha mostrato grandi capacità manageriali per come ha gestito la privatizzazione di Rai Way, e per farlo ha dovuto rispettare tutti gli adempimenti previsti per garantirne l’indipendenza, tra cui la nomina di “consiglieri indipendenti”.

 

ANTONIO VERRO ANTONIO VERRO

Ora, però, si fa paladino di una concezione padronale (il padrùn) secondo cui il consigliere deve obbedire all’azionista. È molto grave, così si torna alla Rai com’era prima della riforma del ’75, controllata dall’esecutivo, dalla Dc, da Ettore Bernabei. Gubitosi è in scadenza, come il consiglio: ha voluto dare un segnale di fedeltà a Renzi».

 

La richiesta di risparmi da parte dell’azionista non è illegittima, in un momento in cui tutti sono costretti a tagliare, non crede?

«Sono stata una partita Iva, ho visto cose che voi umani...non c’è un mio atto che vada contro i risparmi dell’azienda. Cosa sarebbe successo se al governo ci fosse stato Berlusconi?

 

luisa todini luisa todini

Non stiamo vivendo i tempi dell’editto bulgaro, per fortuna. Proprio per questo però rimane da tutelare il principio cardine della certezza delle risorse della Rai, che deriva dal canone, e che le consente una fondamentale indipendenza dall’esecutivo.

 

In tutta Europa, nei Paesi più avanzati, funziona così. Vogliamo andare verso il modello di autonomia del trust Bbc, o tornare indietro? Non bisogna approfittare di un momento di grande malessere del Paese per far passare l’idea che bisogna solo obbedire all’azionista».

 

Quindi cosa risponde a chi dice che non volete tagliare gli sprechi?

«Chiarisco una cosa: i soldi sono già stati sottratti, il governo ha dato gli 80 euro agli italiani, e noi abbiamo preso tutte le misure necessarie per non mandare l’azienda in rosso. Abbiamo considerato prioritaria l’assunzione di responsabilità verso il Paese, varando la riforma delle news che porterà notevoli risparmi - e la privatizzazione di Rai Way. Restava un nodo che non si scioglieva, il modo con cui il prelievo è stato fatto: modificando una tassa di scopo in corso di esercizio, ledendo l’autonomia della Rai dal governo ».

 

 

3. COLOMBO: RAPPRESENTO LA SOCIETÀ CIVILE,  NON IL PD - HO IL DOVERE DI TUTELARE L’AZIENDA

Paolo Conti per il “Corriere della Sera

 

Luisa Todini Luisa Todini

Gherardo Colombo, consigliere Rai. Dopo il voto a favore del ricorso contro il prelievo di 150 milioni dal bilancio Rai deciso dal governo, il Pd ha chiesto le dimissioni sue e del consigliere Benedetta Tobagi. Si dimetterà? 
«Siamo stati eletti su indicazione della società civile dopo che l’allora segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, aveva dichiarato di non voler indicare i membri del Cda Rai che sarebbero stati “di spettanza” del Pd proprio per evitare interferenze politiche nella gestione dell’azienda. Stiamo svolgendo il compito che ci è stato assegnato, appunto, dalla società civile. Non da altri». 
 

Quindi niente dimissioni. Ma la contrapposizione tra il Consiglio Rai e l’azionista, cioè il ministero dell’Economia, non è una contraddizione insopportabile? 
«La Rai è una società per azioni. La disciplina prevista dal Codice civile — articoli 2392, 2380 bis e 2377 — parla chiaro. La gestione della società spetta esclusivamente agli amministratori i quali intraprendono le azioni che giudicano necessarie.

 

Al punto che possono impugnare le deliberazioni dell’assemblea dei soci: perché sono responsabili verso la società, e non verso i soci, dei possibili danni che derivano dall’inosservanza dei doveri. Per spiegarmi: il rapporto tra amministratori, noi, e soci, l’azionista, secondo il Codice civile è assai diverso da quello che è stato prospettato in questi giorni». 
 

luisa-todini luisa-todini

Dunque ritiene che il prelievo di 150 milioni deciso dal governo Rai nella spending review sia un danno per la Rai? Il Pd parla di atto politico e ostile al governo. 
«Non è certo un atto politico né tantomeno contro il governo. Il problema è che dall’inizio si è aperto un dibattito sulla legittimità costituzionale di quell’intervento. Abbiamo consultato costituzionalisti del livello di Enzo Cheli, Alessandro Pace, Massimo Luciani e un amministrativista come Aristide Police.

 

Se i pareri confortano l’ipotesi per cui la questione dell’incostituzionalità non appare né infondata né irrilevante, noi amministratori abbiamo il dovere di tutelare l’azienda proprio perché non siamo dei politici. Mi stupisce il fatto che, proprio mentre si immagina di cambiare la governance della Rai per sottrarla all’influenza dei partiti, quando si prendono decisioni indipendenti succede il finimondo…». 
 

colombo todini pinto pilati verro rositani tarantola colombo todini pinto pilati verro rositani tarantola

Secondo il direttore generale Luigi Gubitosi, un consigliere Rai che vota contro il governo deve dimettersi. 
«Mi sembra di aver già risposto prima. Gubitosi, che comunque non fa parte del Consiglio di amministrazione, è un eccellente direttore generale, davvero nulla da dire sulle scelte sotto il profilo economico, finanziario e gestionale. Ma forse non ha ben chiaro il rapporto che ho appena descritto tra amministratori, società e soci secondo il dettato del Codice civile». 
 

Cosa accadrà dopo una simile frattura tra Cda e Gubitosi? 
«Non lo so… spero che questa situazione si possa superare». 
 

guglielmo Rositani guglielmo Rositani

Non è in difficoltà, vista la sua storia personale, a votare accanto al consigliere berlusconiano Antonio Verro? 
«Ho una prospettiva diversa. Non sono abituato a ragionare in termini di schieramenti ma di contenuti. Questo Consiglio ha spesso adottato decisioni all’unanimità e nessuno si è scandalizzato. Da maggio abbiamo lavorato sul tema del prelievo dei 150 milioni. L’ordine del giorno porta la firma di Verro ma è il frutto di un confronto collettivo approfondito e serio». 
 

Quindi voi due consiglieri della Società Civile, con Benedetta Tobagi, andrete avanti per la vostra strada… 
«Io parlo ovviamente per me ma credo che tutti proseguiremo. Poiché ritengo che la decisione sia assolutamente in linea con gli autentici interessi della Rai, sarebbe davvero un controsenso se non proseguissi serenamente col mio lavoro». 

 

 

 

 

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