claas relotius spiegel

HAI CAPITO 'STI CRUCCHI – UN GIORNALISTA DELLO “SPIEGEL”, SETTIMANALE TEDESCO NOTO PER I SUOI ATTACCHI ALL’ITALIA, SI INVENTAVA LE NOTIZIE – CLAAS RELOTIUS HA 33 ANNI, ERA STATO NOMINATO GIORNALISTA DELL’ANNO NEL 2014 E ORA SI È DIMESSO: “SENTIVO LA PRESSIONE DI NON POTER FALLIRE” – LO “SPIEGEL” HA CHIESTO SCUSA E L’HA SBUGIARDATO PUBBLICAMENTE: “NON È UN GIORNALISTA, MA SOLO UNO CHE…”

Da www.ilpost.it

 

claas relotius 2

La rivista tedesca Spiegel, uno dei più importanti settimanali al mondo, ha raccontato in un lungo articolo (e in uno più breve in inglese) di avere scoperto che uno dei suoi giornalisti più famosi si era inventato cose per anni. Il giornalista si chiama Claas Relotius, ha 33 anni e si occupava di inchieste giornalistiche, per le quali lo Spiegel è molto noto e apprezzato. Dopo l’inchiesta su di lui del suo stesso giornale, Relotius si è dimesso. Lo Spiegel ha scritto che la scoperta rappresenta «uno dei punti più bassi nei 70 di storia della rivista», e ha aggiunto:

LA COPERTINA DELLO SPIEGEL CONTRO LA MANOVRA ITALIANA

 

Lasciatevi dire che Claas Relotius, uno dei giornalisti più in vista, uno dei più stimati autori [della rivista], un idolo per la sua generazione, non è un giornalista. Ma solo uno che inventava spesso favole.

 

Ai lettori italiani può apparire inusuale questo genere di comunicazioni e anche questa durezza, ma nella stampa straniera i casi di plagi e imbrogli giornalistici vengono resi pubblici dai giornali interessati e trattati con grande severità. Lo Spiegel ha chiesto scusa ai lettori e a tutte le persone falsamente citate o in qualche modo toccate da false notizie o informazioni, e ha ricordato che il motto della rivista è «Sagen, was ist», traducibile con “dì ciò che è”.

 

claas relotius spiegel

L’articolo spiega che gran parte del merito per aver scoperto gli inganni e le bugie di Relotius è di Juan Moreno, un altro giornalista che lavora per la rivista dal 2007. Moreno e Relotius si erano trovati a lavorare insieme a un’inchiesta e Moreno era stato il primo ad accorgersi di molte cose che non tornavano nell’approccio al lavoro di Relotius, e del fatto che molte sue fonti o informazioni lasciavano grandi dubbi. Moreno si è messo quindi a indagare, anche vincendo le iniziali resistenze dei colleghi che non volevano credere che Relotius avesse mentito.

DEL SPIEGEL - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO AMORE

 

 L’articolo spiega che per diversi giorni Relotius aveva provato a negare le accuse, ma che ha infine ammesso tutto il 13 dicembre. Nell’ammettere le sue colpe ha detto: «Più avevo successo e più sentivo la pressione di non poter fallire».

 

Nei suoi anni allo Spiegel, Relotius ha scritto circa 60 diversi articoli, tre dei quali sono stati anche tradotti sulla versione in inglese del sito. Nei suoi dieci anni da giornalista ha però collaborato anche con altri giornali, tra i quali la versione tedesca del Financial Times, Die Welt, il sito di TIME e il Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung. Sembra anche che Relotius abbia detto di aver collaborato con il Guardian, anche se non risultano suoi articoli su quella testata.

 

der spiegel

Uno dei suoi articoli più noti, pubblicato nel 2016, raccontò la storia di  uno yemenita ingiustamente imprigionato a Guantanamo. Negli anni Relotius si occupato anche di altre questioni: di condannati a morte negli Stati Uniti, di Siria, di ISIS e di presunti abusi in una scuola dell’Arizona, tra le altre cose. Aveva anche vinto molti premi: compresi il premio di CNN per il giornalista dell’anno, nel 2014, e un premio tedesco per il miglior reportage dell’anno, pochi mesi fa.

 

claas relotius 3

L’articolo dello Spiegel cita alcuni degli articoli più noti di Relotius, spiegandone le cose che si sono rivelate inventate o falsificate. In almeno 14 articoli Relotius ha mentito in diversi modi: si è inventato interviste e dichiarazioni di persone che non aveva mai incontrato, ha detto di aver visto cose su cui non ci sono prove e si è addirittura inventato delle persone che non esistono e le cui storie erano inventate o frutto dell’unione delle storie di diverse persone. Si pensa anche che abbia scritto di aver visitato posti in cui non sembra essere mai stato.

claas relotius 1

 

Lo Spiegel ha spiegato che si porrà la questione di come sia stato possibile che, anche sfruttando la fama del giornale, Relotius abbia potuto farla franca per anni. Si parla anche di «domande da porsi sull’organizzazione interna della rivista», di questioni interne che vanno affrontate immediatamente e di una commissione, composta anche da membri esterni al giornale, che si occuperà della cosa. Il settimanale ha ricordato che c’è un’attenta verifica di ciò che viene scritto dai suoi giornalisti, ma che non tutto può essere verificato.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”