IMPALLINATE IL SOLDATO EASTWOOD – ALCUNI GIURATI DEGLI OSCAR VOGLIONO PUNIRE “AMERICAN SNIPER” PER LA GAG ANTI-OBAMA DEL SUO REGISTA CON LA FAMOSA SEDIA VUOTA – DIFFICILE PERÒ CHE NON CI SCAPPI UNA NOMINATION PER IL PROTAGONISTA BRADLEY COOPER

il nuovo film di Clint Eastwood American Sniper 1412485210-cecchinoil nuovo film di Clint Eastwood American Sniper 1412485210-cecchino

Carlo Bizio per “il Giornale”

 

L'attore comico di 2 single a nozze - Wedding Crashers e della serie Una notte da leoni, l'adorabile nevrotico di Il lato positivo e American Hustle, si è trasformato in Navy SEAL con 10 chili di muscoli in più e la faccia da soldato tutto d'un pezzo, ma non privo di tormento. Bradley Cooper mostra un altro lato con American Sniper di Clint Eastwood.

 

La storia vera di Chris Kyle, il tiratore scelto più letale della guerra in Iraq (si dice abbia ucciso oltre 250 persone), e le sue vicende al suo ritorno in patria, la sua impossibilità d'essere marito (la moglie nel film è Sienna Miller) e padre di famiglia, il suo bisogno di aiutare i veterani afflitti da trauma post-conflitto, e per assurdo colpito a morte da uno dei suoi assistiti, psicotico, in un poligono di tiro. Il film è tratto dalle memorie di Kyle, scritte poco prima della sua imprevedibile e assurda morte, praticamente dietro casa (nel febbraio del 2013).

SPECIALE LUGLIO I PERSONAGGI PI RAPPRESENTATIVI DEGLI USA CLINT EASTWOOD SPECIALE LUGLIO I PERSONAGGI PI RAPPRESENTATIVI DEGLI USA CLINT EASTWOOD

 

American Sniper è uscito il 25 dicembre negli Usa, ultimo giorno utile per l'idoneità alla candidatura agli Oscar. Poche sale, grandi incassi. Un atteggiamento prudente in attesa di conoscere, a metà gennaio, il primo responso dell'Academy: almeno per Cooper sembra sicura la candidatura all'Oscar. Il film tocca un nervo scoperto nella coscienza collettiva: la guerra, il suo costo umano, la convinzione individuale.

 

Kyle non è un pacifista: ha una concezione manichea del bene e del male, di cosa sia giusto o sbagliato, è un irriducibile interventista. Eastwood nel film non esprime opinioni, lascia che la storia si narri da sé e che il personaggio centrale si sveli al pubblico. American Sniper fa da complemento ai precedenti Flag of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima, terzo lato di una trilogia bellica.

APP LIFTING CLINT EASTWOOD APP LIFTING CLINT EASTWOOD

 

Il regista ha detto di vedere qualcosa di sé in Bradley Cooper, per questo lo ha voluto. «È un bel complimento», dice Cooper, 39 anni. «Eastwood è un maestro del cinema, con lui è facile lavorare. Ha un modo speciale, quasi magico, di mettere gli attori a proprio agio. Lo amo profondamente. Anche a me piace il jazz, come a lui, che suona bene il piano e compone spesso le musiche dei suoi film. Alla fine delle riprese, una volta sviluppatasi una certa familiarità tra di noi, ho iniziato a chiamarlo “papà”. Ho visto nei suoi occhi del compiacimento».

 

C'è chi dice però che molti membri dell'Academy of Motion Picture, coloro che votano per gli Oscar, non hanno ancora perdonato a Eastwood il suo notorio discorso della «sedia vuota» al congresso del partito repubblicano di oltre due anni fa (Obama rappresentava la sedia vuota). Un membro votante dell'Academy ci ha detto: «Non perdonerò mai Eastwood per quella patetica perfomance e non voterò mai più per un suo film, fosse pure Quarto potere!».

STEVEN SPIELBERG FOTO DI CHUCK CLOSE PER VANITY FAIR STEVEN SPIELBERG FOTO DI CHUCK CLOSE PER VANITY FAIR

 

Un altro membro dell'Academy invece afferma: «Non bisogna mai sottovalutare né liquidare Eastwood così facilmente. È uno dei nostri padri fondatori. Non c'è persona a Hollywood che non lo tratti col dovuto rispetto e attenzione». Il film avrebbe dovuto dirigerlo Steven Spielberg. Racconta Cooper: «Spielberg ha poi deciso di non farlo, ma da gentleman qual è mi ha chiamato e mi ha detto che avrebbe fatto di tutto per realizzare il film con me e un altro regista. È stato lui a invitare Eastwood alla regia. Del resto ha prodotto Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima, e con Clint sono amici da decenni. Insomma, mi sono ritrovato in mezzo a queste due grandi figure. Non ho dovuto far altro che fidarmi dei loro consigli».

 

«Nel 2012 chiamai Kyle per parlare delle sue esperienze e del film che avremmo realizzato su di lui», racconta Cooper. «Era un tipo difficile, schivo, ombroso. Ma intenso e profondo. Aveva appena pubblicato il suo libro, subito diventato un best seller, ma si capiva che non aveva scritto tutto, che c'erano zone d'ombra nella sua storia. Il suo combattimento più difficile era cercare di fare la cosa giusta con la sua famiglia e la moglie Taya, perché Kyle non voleva essere come il 90% dei SEAL che divorziano e finiscono soli. Lui aspirava a qualcosa di più, di meglio».

Chris 
Kyle 
Chris Kyle

 

Ma come considera Cooper la sua tragica e in parte eroica figura? «Io lo vedo e l'ho interpretato come un carismatico texano dotato di una calma soprannaturale che ispirava calore e sicurezza in chi lo circondava».

 

Continua Cooper: «Il film è più uno studio caratteriale che un film di guerra. Mi sono immerso nella parte di Chris Kyle come non avevo mai fatto prima. Ho cercato di capire come vedeva le cose, come parlava, come pensava. La sua famiglia è stata generosa con me, a partire dalla vedova Taya. Ho visto ore e ore di filmati e interviste con Kyle. Aveva un accento texano molto particolare, che cambiava a seconda di ciò di cui parlava. È stato uno studio molto speciale per me.

 

Chris 
Kyle 
Chris Kyle

Certamente mi ha cambiato, se non la vita, la prospettiva su tante cose. Ad esempio sul fatto che giudichiamo con troppa disinvoltura i nostri soldati, i militari e ogni persona che rischia la vita per il proprio Paese. Il patriottismo non è solo fanatismo. La disciplina non è solo sottomissione. La convinzione di un'azione militare non è solo lavaggio del cervello. Noi attori dovremo essere più umili ed evitare di sparare sentenze quando veniamo chiamati a interpretare persone realmente esistite. Kyle mi ha ridimensionato. Per il meglio».

Chris 
Kyle 
Chris Kyle

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."