LA PRECISAZIONE DI “PROMUOVI ITALIA” - ELIO LANNUTTI: “E’ MORALE CHE IL GOVERNATORE VISCO, MENTRE ACCUSA IL MONDO ESTERNO DI PRIVILEGI, GUADAGNI 41.333 EURO AL MESE?”


Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Gentile Direttore di Dagospia.com,
leggo quanto riportato su Dagospia e che, in quanto Presidente di Promuovi Italia spa, mi coinvolge.

Desidero fornirLe alcune informazioni e precisazioni.
I sei dirigenti nell'organico della Società al mio arrivo (un po' troppi per una azienda di 50 persone) sono stati interessati dalle seguenti vicende:

- il Dr. Francesco Montera, già Direttore Generale (costo annuo azienda di circa 361 mila euro), è stato licenziato per "giusta causa" in ragione di comportamenti gravissimi, accertati applicando tutte le procedure previste dalle vigenti disposizioni di legge.
- il Vice Direttore Generale, perito elettrotecnico Olindo Ceccarelli (costo annuo azienda di circa 273 mila euro), ha cessato il suo rapporto con la Società il 31 dicembre scorso , per effetto della legge 125/2013 che prevede che i dirigenti di società pubbliche "in perdita" se sono già titolari di pensione (e il Sig. Ceccarelli è titolare dal 2005 di trattamento pensionistico di significativa entità, che si aggiungeva ai circa 13700 euro di retribuzione lorda per 14 mensilità) non possono cumularla con lo stipendio e quindi doveva andar via obbligatoriamente entro fine anno, applicando la norma di legge. E questo è stato fatto.

- il Rag. Stefano Orsini, altro Vice Direttore Generale (costo annuo azienda di circa 286 mila euro), e il Dr. Antonello Rossetti (circa 170 mila euro), sono stati licenziati per "giustificato motivo oggettivo" a seguito della necessaria ristrutturazione aziendale avviata dall'ottobre scorso. Ciò in quanto la precedente gestione prevedeva un organico dirigenziale - tra cui un DG e due VDG - che da solo costava oltre 1,5 milioni di euro.
La nostra "colpa" è appunto questa: aver semplificato e fatto dimagrire il costosissimo organigramma precedente, prevedendo un solo dirigente di tipo apicale. In tal senso lo skill professionale del Dr. Claudio Carpineti (costo annuo azienda di circa 189 mila euro, rimasto inalterato anche dopo la sua nomina a Direttore Generale) è il più rispondente alle esigenze aziendali, come verificabile agevolmente dal confronto del suo curriculum con quello degli altri due dirigenti.

Mentre il Sig. Antonino Bussandri (già dirigente con un costo annuo azienda di circa 192 mila euro), a fronte della notifica di licenziamento per giustificato motivo oggettivo ed a differenza dei suoi ex colleghi, ha accettato il passaggio a "quadro" ed una riduzione del suo stipendio, che significa per la società oltre il 30 % in meno sul costo aziendale del dipendente.

Pertanto, con la riorganizzazione aziendale - effettuata nel pieno rispetto delle norme di legge - la sola area dirigenti è passata da un costo annuo di circa 1,5 milioni di euro a circa 190.000 mila euro.
Non mi sembra "pulizia etnica"!

Vorrei, anzi, dire che le resistenze che abbiamo incontrato (e purtroppo ancora incontriamo...) sono perfettamente comprensibili.
Una notazione oggettivamente marginale, ma significativa rispetto alle inesatte informazioni che sono state fornite, forse strumentalmente, alla Sua redazione.

È vero che abbiamo cercato di stipulare, nell'ambito della nostra mission aziendale ed informando doverosamente il Ministro, un accordo con la Ecole d'Hotellerie de Lausanne, che è oggi la più prestigiosa istituzione mondiale per la formazione di operatori del Turismo. Purtroppo, non siamo riusciti a sottoscrivere alcun protocollo di collaborazione per effetto di un quadro normativo datato che rende particolarmente complicate le intese in materia di formazione professionale con Istituzioni al di fuori della U.E. Non risponde a verità che il Collegio Sindacale della Società abbia avuto ruolo nella vicenda.

Sulle altre questioni non ritengo opportuno intervenire, considerate le indagini della magistratura in corso per gravissimi e conclamati fatti. Quindi è opportuno evitare, in questa fase, qualunque commento o valutazione.

Mi preme solo precisarLe che, per quanto riguarda l'ipotesi di gravissimi reati compiuti in materia di intrusione informatica e distruzione di documenti aziendali, questa scaturisce non da un'autonoma iniziativa del CdA ma da una preciso input dell'Organo di Vigilanza per la prevenzione dei reati. Come Lei sa, l'Organo di Vigilanza - previsto dalla legge 231/2001 - opera in assoluta autonomia e indipendenza rispetto al CdA. È inutile dirLe che tutte le procedure sono state rigorosamente rispettate.

Per il resto, sono certo che l'azione di trasparenza e regolarizzazione - per usare un eufemismo - dei processi operativi, avviata dal CdA da me presieduto, quando potrà essere resa nota (anche all'opinione pubblica) troverà nel Suo autorevole e molto apprezzato sito, migliore stampa di quella che oggi ci è stata riservata.

Nel restare a Sua disposizione e della Sua redazione per ogni eventuale ulteriore delucidazione e pregandola, anche ai sensi delle norme di legge in materia, di voler pubblicare questa mia, colgo l'occasione per salutarLa cordialmente.
Costanzo Jannotti Pecci
Presidente Promuovi Italia SpA

Lettera 2
Caro Dago,
desta molta impressione l'analisi, condivisibile se non fosse inquinata da una elevata dose di piaggeria verso il Governo Renzi, del governatore di Banca d'Italia, Ignazio Visco, che accusa le "Rigidità legislative, burocratiche, corporative, imprenditoriali, sindacali", come l'elemento che costituisce "sempre la remora principale allo sviluppo del nostro Paese", conseguenze dell'immobilismo della politica e della società italiana. Nell'Italia post-crisi (dice Visco): "Siamo scivolati indietro, abbiamo accumulato ritardi nel cogliere le opportunità offerte dai grandi cambiamenti: la globalizzazione degli scambi e la rivoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione".

Il fatto è che in questo tempo perso "la nostra economia ha subito un ferita: né l'impulso della spesa pubblica, pur se orientata nelle direzioni più congrue, né l'espansione creditizia, pur se attuata con coraggio, varranno, da soli, a restituirle vigore". Potrei anche condividere l'analisi, a patto che i cattivi maestri come Ignazio Visco e tutti i Governatori di Bankitalia che lo hanno preceduto, nella foga delle analisi inserissero una piccola, minimale dose di autocritica, quell'umiltà che fa sempre difetto ai tecnocrati ed ai mandarini di Palazzo Koch, rinchiusi nel fortino di astrusi privilegi e guarentigie medievali che dovrebbero essere tutte smantellate, per rendere credibile la Banca d'Italia.

E' morale che il Governatore Ignazio Visco, mentre accusa il mondo esterno di rigidità e privilegi, dettando sermoni di austerità e tagli a stipendi e pensioni miserabili, guadagni 41.333 euro al mese, 496.000 euro l'anno, ben 121.000 euro in più del presidente Bce Mario Draghi, che ne riceve 375.000 euro, 346.000 euro in più di Janet Yellen, la nuova presidente della Federal Reserve USA, che si ferma a 150 mila euro.

E' concepibile che il direttore generale Salvatore Rossi, possa guadagnare 37.500 euro al mese, 450.000 euro l'anno, ed i tre vicedirettori generali Fabio Panetta, Luigi Federico Signorini e Valeria Sannucci 26.250 euro/mese, 315.000 euro l'anno, mentre un funzionario generale si porta a casa 130.000 euro l'anno, 10.833 euro al mese, che equivale allo stipendio annuo di milioni di giovani precari, costretti a sputare sangue per vedersi rinnovare i contratti trimestrali?

Bankitalia passata dalla funzione monetaria alla funzione bibliotecaria per propagandare (come si legge sul sito ufficiale) collezioni d'arte, mostre e claque organizzata per gli alti papaveri che vanno in visita per le 58 Filiali, ha 606 dirigenti, 1.449 funzionari; 1.317 coadiutori, 3.697 altri dipendenti con un vero e proprio esercito di oltre 7.000 dipendenti che spesso si ‘gratta la panza', non avendo nulla da fare.

Il monte stipendi, più oneri vari, per il personale in servizio dei mandarini di Palazzo Koch è ammontato nel 2012 a 747 milioni di euro, mentre pensioni ed indennità di fine rapporto, nel 2012 sono costati 323 milioni di euro. In media ognuno dei 7.069 dipendenti di Palazzo Koch sito in Roma a via Nazionale 91 e delle 58 filiali sparse per l'Italia, è costato alla collettività 105.672 euro l'anno.

Adusbef e milioni di cittadini taglieggiati ed usurati dalle banche con la complicità diretta dei distratti controllori, non sopportano più le parole vuote di Visco e degli altri tecnocrati, se non seguite dai fatti, di una Banca d'Italia che continua a difendere assurdi privilegi di casta, che dopo aver perso la funzione monetaria in cambio della funzione bibliotecaria con stipendi 10 volte maggiori dei lavoratori delle biblioteche, funge da zerbino agli interessi delle banche e dei banchieri, senza mai prevenire i crack bancari come quello del MPS costato alla fiscalità 4,1 miliardi di euro, o della Deiulemar 800 milioni di euro addossati a 13.000 obbligazionisti di Torre del Greco.
Elio Lannutti (presidente Adusbef)

Lettera 3
A Robè, chiudiamo la baracca Italia. Se è vero che a quel poveraccio di Ravenna lo buttano fuori perchè la banca ha trattenuto 3 euro di commissione #cheversovogliamocambiare? E se è una bufala è pure peggio: Ansa e Corriere che abboccano alla grande.
Tiziano Longhi

Lettera 4
Caro Dago, a proposito di provincialismo. Non ti sembra che i media italiani abbiano sopravalutato l'importanza della visita di Obama in Italia? In fin dei conti il grande ingrigito non è nè Kennedy, nè Reagan e neppure Clinton. E gli USA di oggi non sono più quelli di soli dieci anni fa.
Fabio

Lettera 5
Caro DAGO, Obama non apprezza i tagli alle spese militari. Ma il taglio del paltò indossato ieri al Colosseo ? Ci stavo pure io dentro. Avrebbe fatto bene a fare un salto a l'outlet di Valmontone e cercare un cappotto-ricordo con le giuste misure.
Saluti, Labond

Lettera 6
Caro Dago,
la cultura di Obama non gli permette di vedere nel Colosseo altro che uno stadio di football, mentre Renzi dice che con la burocrazia di oggi il Colosseo non l'avrebbero costruito. Forse si candida a diventare un novello Nerone.
Andrea Del Giudice

Lettera 7
Caro DAGO, andiamoci giu' piatti: siamo pronti a mandare i bersaglieri, la Legione, gli scozzesi e i marines in Crimea? No vero? e allora Obama smettila di dir cazzate. C'e' qualche leader europeo che ha i coglioni per dire quello che tutti, tutti noi europei pensiamo?no? e allora cambiamo leaders.
Saluti BLUE NOTE

Lettera 8
Caro Dago,
fa presto Obama a dire che si fida di Renzi: lui intanto se ne è già tornato a casa, mentre noi invece dobbiamo restare qui...
Recondite Armonie

Lettera 9
Mitico Dago,
a vedere la nostra situazione politica, pare di assistere ad una mano di poker dove il giocatore Renzi ha fatto un rilancio all-in.
Nessuno sa che gioco abbia in mano, se una scala reale od una scala buca, anche se la seconda è molto probabile. Toccherà alla troika decidere se rilanciare e "vedere" il probabile bluff, o abbozzare e lasciargli questo piatto, tanto da questo tavolo non ci si alza fino a quando la troika non ha messo tutti sul lastrico.
Stefano55

Lettera 10
Ciò che è fuor di dubbio è che gli F-35 costano uno sproposito. Per il resto, difficile capirci qualcosa. Dicono che c'è un nero che gira per Roma a fare il vucumprà (ci avrà provato anche con Francesco?). Dicono che i suoi aerei sono delle patacche. Dicono che solo i gonzi li comprerebbero. Ma, domanda: se sono delle patacche, perchè mai gli stessi Stati Uniti ne prenderebbero 2400 ? E' verosimile che vogliano affidare la loro sicurezza a 2400 patacche?
Vittorio Obamavucumprà Vividoppio ExInFeltrito

Lettera 11
Caro Dago,
ti devo far ricredere sul Sindaho...deve migliorare ancora un po' la dialettica, a volte punta troppo sul discorso epocale, emozionante che poi non gli riesce mai...ma per il resto è un grandissimo e abile manovratore, e soprattutto è velocissimo, sta facendo impazzire tutto il centro (che è hai tempi lentissimi della DC) Schifani, Mauro, Cicchitto etc. , e forse inizia ad accusare i primi colpi anche Napolitano, sul quale il Sindaho a differenza di tutti gli altri ha deciso un'altra strategia...se lo cucina a fuoco lento...
Alessandro

Lettera 12
Egregio Direttore,
Nella lingua latina esiste l'accusativo singolare e quello plurale. Per esempio, nel caso Berlusconi, si diceva legge "ad personam", quando l'ex premier dava il sospetto di usare il governo a suo vantaggio. Oggi, secondo l'intento della Presidente della Camera, si potrebbe dire che, per agevolare il gruppo Tsipras alle elezioni europee, la signora vuole modificare la legge? Non si dovrebbe fare a "bocce ferme"? E come vogliamo chiamarla se non legge "ad personas"? Devo sospettare che ciò si voglia fare perché il gruppo Tsipras fa riferimento all'estrema sinistra? Interessa la signora? No, non ci credo, siamo in democrazia e...nemmeno a pensarlo! Ed io sono sempre...Babbo Natale!
Leopoldo Chiappini G.
Roseto D. A. Teramo

Lettera13
Caro Dago,
il Santo Padre dopo la messa per i politici fatta, intenzionalmente, alle 7 del mattino per far capire che chi ha responsabilità deve alzarsi presto per fare il proprio dovere, ha ritenuto, nonostante la presenza dei Presidenti di Senato e Camera, non salutare nessuno ed andato via. Dimostra l'alto disprezzo verso quei politici corrotti, che hanno avuto la faccia da culo, di presentarsi al suo cospetto. Le sue parole: "x il peccatore c'è l'assolvimento, per i corrotti no". Sono dei macigni che avrebbero dovuto far sprofondare molti presenti.
Cordiali saluti.
Annibale Antonelli

Lettera 14
Caro Dago Ho letto l'articolo, da te riportato, del "Fatto" dove si tenta di sputtanare un procuratore della Repubblica perchè ha sostenuto, nel processo Dolce - Gabbana, una tesi non in linea con quella del giornale, per la quale si è sempre e comunque colpevoli se non la si pensa come il giornale stesso. Sin qui nulla di male, ognuno la pensa come vuole, ma utilizzare per tale sputtanamento una telefonata che detto magistrato ha avuto con una persona indagata (condannata? Non so ma non credo) per altre ragioni e che nulla ha a che fare con il processo in questione, lo trovo ignobile.

Non solo, lo stesso giornalista ha dovuto ammettere che il p.m. nulla aveva avuto a che fare con quella indagine. Quindi si pubblicano telefonate di una persona (il p.m. del processo Dolce - Gabbana) su un caso dove non è assolutamente coinvolto e che nulla ha a che fare con il processo di cui si sta occupando. Una telefonata privata su argomenti privati e non sottoposti a indagine.

Tu ti definisci libertario, ma mi sembra che in questo caso, anche oer la vhiosa da te fatta, il tuo è un concetto di libertà almeno strano. Tu non hai mai telefonato a qualcuno che dopo è risultato indagato? E se la tua telefonata, che nulla aveva a che fare con un'indagine, fosse stata pubblicata nel tentativo di metterti in cattiva luce perchè non avevi manifestato un'opinione coerente a quella del giornale che l'ha pubblicata? Con la stima di sempre Escamillo

Lettera 15
Caro Dago,
il tuo lettore Luciano, quello che da' i consigli a Papa Francesco, quello che scrive lettere chilometriche con continuo riferimento agli ebrei banchieri, a Israele e ai culattoni (???), ai sinistrorsi e a chiunque sia anti-fondamentalista cattolico, dovrebbe capire che Papa Francesco e' una rockstar perché' e' un moderato e un pensatore che unisce, e non un cripto-fascista che divide. Dovrebbe essere fiero il Sig. Luciano di un Papa che riavvicina tutti alla Chiesa Cattolica, e lasciasse in pace i culattoni e quei nasoni degli ebrei, che godono tra l'altro del massimo rispetto da parte di Francesco.
Giulia

Lettera 16
Signori di Dagospia, probabilmente, forse sicuramente, è tutto fiato sprecato quello utilizzato per dire qualcosa controcorrente, perchè tanto l'onda che i media italioti spingono su questo o su quello chiude tutti i varchi. La gente viene guidata, presa per mano e pochi guardano dentro la notizia, non ne hanno tempo, capacità e voglia.

Per questo la deontologia del giornalista dovrebbe essere al primo posto, la funzione della stampa al servizio della verità e basta, l'unica vera stella polare su cui - oltre naturalmente alla capacità di scrivere - dovrebbe essere formato un giornalista.

Da noi, in Italia, è esattamente il contrario, succede che la stampa scrive quello che le viene indicato, senza se e senza ma, a parte l'eccezione tutta italiana per cui i giornali di destra scrivono peste e corna della sinistra, dicendo la verità, e quelli di sinistra altrettanto sulla destra.

Certo, ci sono per fortuna lo solite eccezioni, che valgono a confermare la regola. Tutto questo per dire che proprio ieri e oggi si è consumata una vera e propria vaccata tutta italiana, nel senso che si è sublimata la figura di uno come Obama, i cui limiti politici sono evidenti a chi segue le cose e anche i limiti personali lo sono: in effetti l'uomo in sè è una contraddizione vivente.

Qualcuno ha detto che - come Gorbaciov per l'URSS - è lui quello che condurrà gli USA al tramonto come potenza egemone. Può essere, anche se gli USA rimangono oggi il cane da guardia degli interessi delle multinazionali che fanno e disfano - massacrando ogni cosa se del caso - pur di arrivare a massimizzare il profitto.

Nessuno della stampa italiota che abbia scandagliato un aspetto determinante: chi sono i componenti dello staff di Obama? Solo questo farebbe capire chi guida veramente gli USA e perchè si muovono sempre e comunque pro Israele e pro Arabia Saudita (dove mi pare che i tanto conclamati diritti umani siano strame e dove i cristiani non possono nemmeni farsi vedere in giro - a parte il cristiano sbarackato che viene accolto con tutti gli onori dai sauditi- chissà perchè?).

Dunque di male in peggio, quanto ad approndire la realtà. Qui da noi interessa riempire la pancia - all'insegna del famoso Franza o Spagna purchè se magna - ossia le pagine, e scrivere devotamente ciò che il principe di turno chiede, direttamente o indirettamente, come diceva il grande Indro. Così, si è assistito ad una mitragliata di trasmissioni tv (vero D'Agostino?) dove i discorsi erano puntati sul raffronto tra Renzie e Obama. Insomma quanto di più stronzamente gossiparo, sciocco e inutile si possa fare.

I problemi ci sono eccome, ma la tv e la stampa mostrano minchiate, puttanate: e la gente le beve. E' incredibile come uno giovanetto toscano in poche settimane abbia potuto influenzare l'opinione pubblica italiota, figlia di quella che decenni fa faceva lo stesso con Mussolini. Cambiano gli anni, ma gli italiani sono sempre quelli: evadono dai problemi trovando in tizio (Mussolini, Berlusconi, Renzie), la via di fuga dalle responsabilità individuali e collettive.

Così va, e tra gli esempi più luminosi di questo tran tran ineliminabile si staglia il cicciobello berlingueriano (è genero dell'ex-segretario PCI) Telese, il quale è veramente geniale in questo tipo di disinformazione. Ha creato ieri sera dal nulla una trasmissione impostata sul rapporto tra le due first lady: la negretta moglie di Obama (che tutti i sinistrorsi, femministe, gay e affini, chissà perchè, portano in palmo di mano) e la timida, per ora, lady Renzie.

Il massimo della trasmissione sono stati gli interventi delle due politiche - una berlusconiana, l'altra vendoliana - che come i cavoli a merenda hanno incentrato i loro interventi femministi sul fatto che ci sono troppi ometti in giro e poche donnette - e sulla domanda del Telese al sindaco barese Emiliano, al quale è stato richiesto come si comporta con la sua first lady: pare non l'abbia. Vi risparmio il commento finale: sarebbe telesemente riprovevole.
Luciano.

 

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