boldi de sica

“ANDIAMO VIA, È UN ROMPIMENTO DI COG*IONI. LO SANNO TUTTI COM' È 'LA TRAVIATA': LEI MUORE DI TISI ED È FINITA LÌ”: ECCO IL CINEPANETTONE, SIGNORI! "LA VERITA’" STRONCA 'NATALE A 5 STELLE' (“SPARA SUL GOVERNO E SI GUADAGNA GLI ELOGI DI REPUBBLICA MA E’ NOIOSO”) E ESALTA QUELLO DI BOLDI E DE SICA: "È AL LIVELLO DELLE COLONNE PORTANTI DEL GENERE, FORSE PERSINO SUPERIORE” - ECCO PERCHE’ - VIDEO

 

Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

natale a 5 stelle

Può darsi che davvero la politica italiana e soprattutto il suo racconto siano di una noia mortale. Ma può darsi pure che ci sia di mezzo una specie di «maledizione di Repubblica», una stravagante forma di macumba che getta un alone trombonesco su tutti i film celebrati dai custodi dell' ortodossia progressista. Per decenni, nel tempio del giornalismo perbene i cinepanettoni sono stati considerati la manifestazione più retriva dell' italianità.

 

I loro incassi stratosferici erano considerati un sintomo della presenza di una «egemonia sottoculturale» (così la definì il politologo liberal Massimiliano Panarari) creata dal berlusconismo. Eppure - guarda come cambiano i tempi - qualche settimana fa sulla copertina del Venerdì di Repubblica è piombato un cinepanettone: Natale a 5 stelle, diretto da Marco Risi ma scritto e benedetto da Enrico Vanzina (che lo ha dedicato al compianto fratello Carlo).

natale a 5 stelle

 

Incredibile a dirsi: la sinistra italiana d' alto bordo che nobilita i registi considerati fino all' altro ieri paladini del trash. Come è potuto succedere? Beh, è stato necessario infighettare un po' il pacchetto.

Natale a 5 stelle è il primo film «festivo» prodotto da Netflix, e già questo stende una bella patina cool sulla pellicola. Per altro, gli autori spiegano che il film non è esattamente un cinepanettone, ma una commedia che esce sotto Natale. Infine, c' è l' argomento: la politica.

 

natale a 5 stelle

Il protagonista è Massimo Ghini - già sostenitore del Sì al referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi - nei panni di una caricatura del premier Giuseppe Conte. Metà del tempo lo passa a districarsi fra le liti imbastite dai suoi alleati di governo (che si chiamano Luigi e Matteo). L' altra metà la spende a concupire Martina Stella, procace deputata di area Pd (ogni riferimento a Maria Elena Boschi è puramente casuale...) che per buona parte del film si esibisce in intimo.

 

natale a 5 stelle

Tutto si spiega: se la comicità prende di mira gli attuali governanti, può piacere anche a Repubblica, che pure ci ha tenuto a specificare con non poca supponenza: «I cinepanettoni sono i film che l' Italia si merita». Proprio qui sta il problema: tutta quest' ansia di prendere le distanze dai commercialissimi film di Natale ha giocato brutti scherzi. La pellicola è servita a regalare una bella copertina al Venerdì, correlata di intervista a Enrico Vanzina che stigmatizzava la «mancanza di competenza» degli «uomini del rinnovamento». Ma, quanto a risate, delude un bel po'.

Ci sono le donne mezze nude, ci sono i comici da tormentone e ci sono un bel po' di ambizioni. Ma la confezione «intellettuale» non aiuta, anzi.

AMICI COME PRIMA

 

Natale a 5 stelle risulta noioso, un cinepanettone senza canditi né gocce di cioccolato. Una pellicola con il freno tirato e il nasino un poco arricciato, che tenta di non sbracare e si snatura.

La potenza dei film di Natale era, in fondo, tutta lì: nella capacità di raccontare un popolo. Anche un popolino, se volete, ma portarlo sullo schermo non è mica facile: per misurarsi con la commedia dell' arte bisogna essere bravi, e i Vanzina a lungo lo sono stati. Infatti gli illustri progressisti li schifavano. E ora, ecco il contrappasso: il cinepanettone ripulito non funziona.

Funziona alla grande, invece, il suo diretto concorrente: Amici come prima (regia di Christian De Sica in collaborazione con il figlio Brando). Per 13 anni Christian De Sica e Massimo Boldi non hanno condiviso la scena, ma a quanto pare la lontananza ha giovato. Il loro nuovo film di Natale è al livello delle colonne portanti del genere, forse persino superiore. Non è solo il fatto che i due attori sono in ottima forma. No, questa pellicola ha un approccio totalmente differente rispetto a Natale a 5 stelle. Se Vanzina, stavolta, sembra guardare l' Italia dall' alto, Boldi e De Sica la prendono dall' interno, dalle viscere, dalla famigerata «pancia», senza per altro dimenticarsi del cervello.

AMICI COME PRIMA

 

Amici come prima sembra un concentrato di nemesi del progressismo. A parte i due protagonisti - non certo noti per l' impegno politico - c' è la distribuzione bisciona di Medusa. E c' è, ai testi, il talentuoso Fausto Brizzi, uscito intero dal massacro mediatico in stile Me too dei mesi passati. Soprattutto, questo film riesce a essere politicamente scorretto nel vero senso del termine.

Non è volgare, ma tocca nervi scoperti.

 

Boldi è il ricco imprenditore Colombo, padrone di un «impero» fatto di alberghi, banche eccetera. Nel lampo di una battuta, fa a pezzi un' intera categoria: «Sono un self made man», dichiara a un certo punto. «Mi sono fatto da solo, ho fatto mille lavori. Poi è morto il nonno». Già: è diventato ricco grazie all' eredità. Ora, però, la figlia rampante lo considera «un rincoglionito» e vuole farlo fuori, cedendo quote del suo grand hotel a un gruppo cinese. Qui entra in scena De Sica nei panni di Cesare, direttore del Relais Colombo. Uno con la puzzetta al naso, raffinato e spendaccione. «Sono sempre stato per la globalizzazione», dice quando gli comunicano la vendita ai cinesi. Solo che poi l' amata globalizzazione gli fa perdere il posto.

AMICI COME PRIMA

 

A quel punto, per sbarcare il lunario, De Sica si traveste da donna e si fa assumere come badante dal ricco Boldi. È più Mrs Doubtfire che Tootsie, e si fa anche politica e con grandissima classe. Si scherza sul sessismo e sui «froci» e intanto, con estrema eleganza, si gioca sul travestitismo. Bastano poche scene popolate di trans per inquadrare perfettamente un fenomeno, pur senza la consueta retorica sui «diritti». Si racconta di un Paese che s' impoverisce senza fare la morale ai populisti di governo. Si sbertuccia l' élite con gran gusto, si fa cultura popolare vera, con aggiunta di perle preziose. Come la scena in cui, a teatro, Boldi saluta tutti i notabili presenti e poi gira sui tacchi: «Andiamo via, è un rompimento di coglioni. Lo sanno tutti com' è La traviata: lei muore di tisi ed è finita lì». Il cinepanettone, signori.

AMICI COME PRIMA - SCENA DEL FILMDE SICA BOLDI 1boldi de sicade sica boldienrico vanzina natale a 5 stellenatale a 5 stelle ENRICO VANZINA E MARCO RISI CON IL CAST DI NATALE A 5 STELLEAMICI COME PRIMA - SCENA DEL FILM .jpgAMICI COME PRIMA

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...