piero chiambretti fabio fazio cossiga piersilvio berlusconi

“CHI LASCIA LA RAI NON VA MICA SULLE MONTAGNE IN SARDEGNA, SI SPOSTA DOVE HA MERCATO” - CHIAMBRETTI TIRA CALCI A FAZIO E FAZISTI VARI E AVARIATI CHE DENUNCIANO TELE-MELONI: “NON SENTO VENTICELLI AUTORITARI. NESSUNO È STATO CACCIATO. NESSUNO È RIMASTO DISOCCUPATO" - "VEDO CHE IN GIRO CI SONO AGENTI MOLTO EFFICIENTI CHE RIESCONO A GARANTIRE SPAZI CONFORTEVOLI AI PROPRI ASSISTITI. IO, QUANDO FUI FATTO FUORI DALLA RAI, RIMASI FERMO DUE ANNI. NESSUNO SI INDIGNÒ O SCESE IN PIAZZA, MA NON È CHE MI SENTISSI UN MARTIRE - ELLY SCHLEIN DOVEVA SÌ ATTACCARE LA DESTRA, MA ANCHE TENERE UNITE LE DUE ALI DEL SUO PARTITO. IN QUESTO MOMENTO MI PARE INVECE CHE SIA LA MIGLIOR COMPAGNA DI LOTTA DI GIORGIA MELONI'' – VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Andrea Malaguti per “La Stampa”

 

piero chiambretti

«Alla mia età mi sento come la Vanoni». Una donna? «No, una persona serena e in pace col mondo, che riesce a guardare le cose con distacco e può dire liberamente quello che gli passa per la testa».

 

Anche quando si parla di Rai, Mediaset, pensiero unico e lottizzazione? «Soprattutto». Chissà se Ornella Vanoni è davvero pacificata, ma Piero Chiambretti, il bambino più adulto della tv italiana, sembra a due passi dal Nirvana. Invidiabile.

 

«Oggi mi sento proprio a posto. Ho ricevuto un sacco di messaggi pieni di affetto. Vuole dire che ho seminato bene». Ha firmato un nuovo contratto? «No, è il mio compleanno. Sono 67. Il WhatsApp di mia figlia Margherita mi ha spappolato il cuore».

 

[…]

 

Piero Chiambretti, con una tessera in tasca si lavora meglio in tv?

«Bella domanda. Soprattutto perché ha tante risposte».

 

fabio fazio 1

La prima che le viene in mente?

«La prima che mi viene in mente sono due. Se ce l'hai fatichi meno a lavorare, direi. Ma direi anche che se non ce l'hai, se sei un cane sciolto, hai il vantaggio che magari lavori anche quando cambiano i governi».

 

Diciamo che nella tv pubblica è meglio essere amici degli amici?

«Diciamo che la tv e la politica vanno a braccetto da sempre e che non c'è nulla di nuovo sul fronte occidentale, anche se oggi molti scappano dando l'impressione di farne una questione di principio».

 

E invece?

«Non vanno sulle montagne in Sardegna, si spostano più semplicemente dove hanno mercato per continuare a fare il proprio lavoro».

 

È un pizzino per Fazio?

mezz ora in piu 2

«Ma figuriamoci. La tv è da sempre una specie di Grand Hotel pieno di gente che va e gente che viene».

 

Salvini ha salutato quelli che sono andati via da Rai3 con un velenoso Belli Ciao.

«Bah, un tempo la televisione spostava i voti. Nel 1994 successe con Berlusconi, che passò rapidamente da imprenditore a primo ministro. Poi questa forza di persuasione si è affievolita. D'altra parte se la tv fosse tutta di sinistra la destra non avrebbe vinto le elezioni».

 

roberto saviano fabio fazio ultima puntata che tempo che fa

Vero, ma Salvini e Belli Ciao?

«È di cattivo gusto usare Bella Ciao in questo modo. Rende omaggio a quei partigiani che morivano davvero per la nostra libertà. Mi pare una mancanza di rispetto nei loro confronti usarla così superficialmente».

 

Lo sente il venticello autoritario di cui tanto si discute?

«No. Io faccio tv da decenni e anche negli anni d'oro di Rai3, di cui sono stato fondatore (e me ne vanto), la lottizzazione era codificata. Rai1 alla Dc, Rai2 ai socialisti, Rai3 alla sinistra. Sono giusto cambiati i colori».

 

La Rai si sta impoverendo?

PIERO CHIAMBRETTI PIER SILVIO BERLUSCONI

«Tutto può essere. Ma, da quello che leggo, chi se n'è andato lo ha fatto per scelta. Non è stato cacciato nessuno. E nessuno è rimasto disoccupato. Mi sembra difficile parlare di censure».

 

Di che cosa parlerebbe?

«Vedo che in giro ci sono agenti molto efficienti che riescono a garantire spazi confortevoli ai propri assistiti. Io, quando fui fatto fuori dalla Rai, rimasi fermo due anni. Nessuno si indignò o scese in piazza, ma non è che mi sentissi un martire. Piuttosto noto con dispiacere che in Italia gli ideali sono meno importanti degli interessi».

 

Chi fu a cacciare lei?

«Non ricordo l'esecutore».

 

Il mandante?

PIERO CHIAMBRETTI FRANCESCO COSSIGA

«Si disse Berlusconi. Che poi però mi ha chiamato a Mediaset, dove sono in piena sintonia con Piersilvio. Lavoro lì da dodici anni, dopo averne fatti quindici in Rai».

 

Ci resta a Mediaset?

«Spero di sì. Abbiamo dei progetti».

 

Ha mai votato per il Cavaliere?

«Mai. E neanche fatto una festa dell'Unità».

 

È vero che il suo primo provino in Rai, nel 1982, lo fece in mutande?

«Sì, avevo capito come sarebbe finita».

 

Mi pare che sia andata di lusso.

«Oggi sono una persona serena, senza conti in sospeso. A 67 anni sono un uomo libero, un privilegio a cui tanti si sottraggono. Ma la libertà di pensiero esiste. Poi, certo, bisogna trovare il pensiero».

 

Bello. Ma tornerei brevemente alle mutande. Che cosa le saltò in testa?

piero chiambretti la tv dei 100 e uno 5

«Volevo rompere gli schemi e suscitare una reazione. Mi trovai in una stanza con sette funzionari di altissimo profilo e dissi: scusate, non ho sentito la sveglia e sono dovuto uscire di casa in fretta, avevo anche il pianoforte ma è rimasto incastrato nell'ascensore».

 

Reazione?

«Nessuna. Un silenzio tombale. Ma nella loro testa evidentemente restò qualcosa. Tipo: ma tu guarda questo demente».

 

Come andò la storia del bavaglio a Cossiga?

«Era il 1992. Facevo il Portalettere. Era tutto improvvisato. Il Quirinale mi disse: se vuole incontrare il presidente si trovi alla Casina Valadier alle 15. Andai convinto che fosse uno scherzo e mi portai il bavaglio da dargli. Capii che era tutto vero solo quando vidi muoversi i cespugli».

 

Scoiattoli di Villa Borghese?

«Agenti dei servizi. Poi arrivarono anche gli elicotteri».

 

Oggi lo porterebbe un bavaglio a Mattarella?

«Mattarella è un santo, è l'unto del Signore. Dunque va trattato di conseguenza».

piero chiambretti la tv dei 100 e uno 1

 

Ovvero?

«Si è sacrificato per la collettività accettando un altro settennato. Forse meriterebbe in regalo due biglietti per Miami».

 

E un bavaglino a Ignazio La Russa?

«Ma no. La Russa fa parte di un mondo nostalgico che ancora accompagna la politica e, nel bene e nel male, accende dibattiti. Per la tv è utilissimo».

 

Fuori dalla tv è altrettanto utile?

«Bisognerebbe fare questa domanda a Meloni: La Russa è un uomo di Stato o è meglio sapere in che stato è? Personalmente mi fa molto ridere».

 

[…]

 

De Filippi o Fiorello?

«Due superprofessionisti che fanno cose molto diverse. Impossibile scegliere».

 

Crozza o Frassica?

chiambretti

«Scelgo Frassica, perché con lui ho un rapporto quasi fraterno. Ma anche qui siamo di fronte a due stili molto diversi. Uno politico ed estremo, l'altro più surreale».

 

Schlein o Meloni?

«Schlein devo ancora capirla. Ma il suo arrivo a sorpresa non mi pare abbia dato la scossa attesa. Avrebbe dovuto affidarsi al fattore attak».

 

Qualunque cosa voglia dire.

«Vuole dire che doveva sì attaccare la destra, ma anche tenere unite le due ali del suo partito. In questo momento mi pare invece che sia la miglior compagna di lotta di Meloni».

 

La quale?

«Ha le carte in regola per tenere a bada la sua cordata».

 

arisa

Occhio, per avere difeso la premier Arisa è stata riempita di contumelie.

«Altro segno della confusione che regna sotto il cielo. Come si fanno ad attaccare i fascisti se poi ci si comporta come loro?».

 

A Discovery andrebbe?

«Sono un professionista. Sono stato in tutte le reti. Non vedo perché no».

 

In 45 anni di televisione chi è il più bravo che ha visto?

«Risposta difficile. A istinto dico gli artisti ospiti del teatro cabaret di Torino. Da Troisi a Teocoli. Allora non c'erano follower, per avere successo dovevi portare qualcuno in sala. Erano pazzeschi. E sono rimasti inarrivabili».

 

La sua battuta più bella?

«Il mio sogno nel cassetto? Stare nel cassetto».

 

Chiambretti, le manca la Rai?

«L'ho sempre detto che vorrei finire la mia carriera in Rai. Da bastian contrario, nel momento in cui tutti scappano io potrei tornare».

pino insegno

 

Ci sta dando una notizia?

«Era solo una battuta».

 

Sa imitare Pino Insegno?

«Perché?».

 

Magari aiuta.

piersilvio berlusconi chiambrettipiero chiambretti a ibizapiero chiambretti con francesca ciprianipiersilvio berlusconi chiambretti

«In effetti no».

grand hotel chiambretti

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”