morgan marco castoldi

“NON HO MAI SMESSO DI AMARE ASIA ARGENTO. MI HA LASCIATO LEI” – MORGAN SI CONFESSA A CAZZULLO: “CON SGARBI HO FATTO PACE. LITIGARE PER LUI È FISIOLOGICO, SE NON LO FA NON GODE. LO INVITERÒ ALLA MIA NUOVA TRASMISSIONE. AD APRILE, SULLA RAI, SI CHIAMERÀ ‘STRAMORGAN’” – IL SUICIDIO DEL PADRE QUANDO AVEVA 15 ANNI, IL PIANO BAR, IL “FURTO” DEL NOME BLUVERTIGO E IL RAPPORTO CON GIORGIA MELONI: “CI SIAMO PIACIUTI. NE È NATO UN DIALOGO, CHE CONTINUA” – “BUGO? SONO STATO USATO, BULLIZZATO, MOBBIZZATO” – L’INCONTRO CON BOWIE: “RENZO ROSSO GLI DISSE ‘THIS IS MORGAN’, E LUI DISSE…”

 

Estratto dell’articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”

morgan 10

 

Morgan, qual è il suo primo ricordo?

«Il grembo di mia madre. Forse è un’illusione, ma mi pare davvero di ricordare una sensazione di dolcezza, e nello stesso tempo il fremito di quel che stava per accadere. La ricerco sempre, quella posizione fetale, quell’appagamento dei sensi; e lo ritrovo nei bei rapporti, nel bel gusto, nelle opere d’arte. È un percorso che alla fine dell’esistenza ci riporterà alla pace».

 

[…] Il primo episodio che ricorda?

«Mio papà che ride felice nei vecchi filmini Super 8. Nella vita vera, mio papà non lo vedevo ridere mai. Era sempre molto serio, buio. Così chiedevo a mia madre il motivo. […]

Oggi la chiamerebbero crisi depressiva e ci sarebbero gli strumenti medici per curarla. Era un uomo intelligente, sensibile, a suo modo raffinato, colto. Mi trasmise la passione per la musica. […]».

 

morgan giuseppe cruciani vittorio sgarbi

[…] Che mestiere faceva?

«Il falegname. Il mio Geppetto. Era incapace di calcolo, di furbizia. Non sapeva gestire gli affari. Si indebitò. Ma non ebbe il coraggio di rivelarci la sua difficoltà, di dirci: ragazzi, io non ce la faccio. Così si è tolto la vita. […] Lui aveva 46 anni, io 15, mia sorella Roberta 16. […] Quella mattina papà si avvicinò alla finestra e ci fece ciao con la mano. Non era sua abitudine, e la cosa mi colpì. Lo trovarono nel parco di Monza. In tasca aveva il biglietto di un negozio di strumenti musicali: era andato a informarsi sul costo di una batteria Korg per me».

 

[…] Come reagiste?

morgan 1

«È una storia che mi ha molto segnato. Ma dovevamo fare i conti con la vita che continuava. Servivano soldi per pagare il mutuo della casa. Nostra madre era una maestra baby-pensionata; tirò fuori la sua forza, ricominciò a lavorare, vendeva vestiti in giro per l’Italia. Mia sorella andò a fare la cameriera, e ha preso tre lauree. Io andai a suonare nei pianobar, e sono diventato quello che conoscete».

 

Quando ha cominciato a suonare?

FRANCO BATTIATO CON MORGAN

«Appena nato, quando sentivo musica, smettevo di piangere. A sei anni mi mandarono a lezione di chitarra, e non ho imparato niente. Sono mancino. Un giorno provai a impugnare la chitarra dall’altra parte, e a suonarla al contrario, invertendo la destra con la sinistra e l’alto con il basso: come stare a testa in giù davanti allo specchio. Saranno in dieci al mondo a suonarla in questo modo».

 

[…] Suonavo fino alle 4 di notte; poi il mattino al liceo mi addormentavo sul banco. Fui bocciato. Però guadagnavo 4 milioni di lire al mese, 4 mila euro di oggi. Tra me, mia madre e mia sorella ci pagammo la casa».

 

 

Primo disco?

morgan bluvertigo

«A sedici anni. La prima band la feci nel 1985, al tempo della grande nevicata: non si poteva andare a scuola, e trasformai in musicisti i miei amici del palazzo: tu suoni la batteria, tu il sax… Loro dissero: ma noi non sappiamo suonare. E io: benissimo; imparate. Poi fondai i Lizard Mixture: la mistura di lucertola. Con il mio amico Andrea Fumagalli facemmo gli Smoking Cocks, che era appunto la traduzione di Fumagalli. La Polygram ci fece notare che in inglese vuol dire pure cazzi fumanti. Cambiammo nome, diventammo Golden Age, e incidemmo per una multinazionale».

 

morgan

E lei diventò Morgan, come il pirata.

«Lo rubai al terzo componente della band, Fabiano Villa, che l’aveva scelto per sé. Anche Bluvertigo, se è per questo, è un nome rubato».

 

A chi?

«Al chitarrista Giovanni Volpe, ovviamente detto John Fox, che cercava un altro nome d’arte. Bluvertigo è un’idea sua. Ma lui cincischiava, e divenne nostra».

 

È vero che andava a sentire i concerti da solo?

«Sempre. I Duran Duran in mezzo a 85 mila persone, George Michael all’Arena di Milano, e poi David Bowie. Mi intrufolai per conoscerlo, grazie a Renzo Rosso, quello dei jeans Diesel. Prima arrivò una sosia di Bowie: era la sua assistente. Poi arrivò lui, saltellante, con una giacca a vento. Saltellava pure sul posto. Rosso disse “this is Morgan”, Bowie disse “ciao”, e se ne andò».

 

 

MORGAN VITTORIO SGARBI

Con Battiato invece avete lavorato insieme.

«[…] Il primo maggio del 1995 suonavamo al concertone, Battiato entrò nel camerino e mi fece: “Sei tu l’autore delle canzoni dei Bluvertigo? Mi piacciono molto”. Mi scrisse anche un pezzo per Sanremo, che però non piacque a me. Così se l’è tenuto Franco».

 

[…] Nel frattempo arrivò X Factor.

«Ho vinto cinque edizioni su sette, sono nel Guinness dei Primati. Sono stato anche il mentore di Noemi, che però non vinse».

 

Vinse Matteo Becucci. E, l’anno dopo, Marco Mengoni. Come lo trovò?

«Bella voce, ragazzo fragile, esile. Il coraggio lo trovava solo sul palco. Bisognava tirargli fuori una personalità nascosta. Così gli feci cantare Talking Heads, AC/DC, Nina Simone, Paolo Conte, David Bowie. Su Bowie crollò».

 

morgan x factor 3

[…] Lei ha mai pensato al suicidio?

«Certo che sì. […]».

 

Cos’è successo con Bugo a Sanremo 2020?

«Sono stato usato, bullizzato, mobbizzato. Avrei dovuto cantare e dirigere l’orchestra; ho finito per diventare l’ospite di Bugo, che cantò pure la mia parte della canzone. Così nella serata finale gli ho reso la pariglia».

 

Come ha conosciuto Asia Argento?

«Me la fece incontrare Enrico Ghezzi al Bellaria Film Festival. Siamo stati insieme sette anni, abbiamo una figlia meravigliosa».

 

meme su bugo e morgan 2

 

[…] Perché è finita […]?

«Perché lei mi ha lasciato. Io non ho mai smesso di amarla, perché quando un uomo ama è per sempre. Sono le donne a lasciarci».

 

Lei la ama ancora?

«Ho dovuto accettare il terribile dolore della separazione, un inferno che assomiglia molto alla morte. Poi l’istinto di sopravvivenza prevale. Ma non dirò mai “ti odio”, dopo aver detto “ti amo”. Anche se Asia mi ha sfrattato da casa: un colpo sotto la cintura».

 

morgan asia argento

[…] Con chi sta ora?

«Con la mamma di Maria Eco, Alessandra. È la mia Dori Ghezzi, la mia Claudia Mori: la mia forza. Ho bisogno di avere a fianco una persona calma, equilibrata, pratica: mi completa».

 

Con Sgarbi avete fatto pace?

«Certo. Litigare per lui è fisiologico: se non litiga non sente di vivere, non gode. Lo inviterò alla mia nuova trasmissione».

 

Morgan torna in tv?

«Sulla Rai. Quattro serate dedicate alla musica. Ad aprile, con Pino Strabioli».

 

Titolo?

morgan alessandra cataldo

«StraMorgan. E sarà vero servizio pubblico. Avremo musicisti giovani e grandi ospiti. Mostreremo che la musica leggera non evapora; è una cosa che fa volare».

 

Com’è nato il suo rapporto con Giorgia Meloni?

«Ci trovammo a Porta a Porta. Io dovevo emendarmi dalle mie dichiarazioni sugli stupefacenti, lei in quanto ministra della Gioventù era lì per darmi addosso. Ma non lo fece. Ci siamo piaciuti. Qualche tempo fa, siccome non mi garbava il governo Draghi, feci un sondaggio tra i miei 300 mila follower su Instagram: chi fa opposizione? Risposero: Giorgia Meloni. Così le ho scritto».

 

 

morgan asia argento

Che cosa?

«Se era disposta a fare qualcosa per la cultura, per la musica. Ne è nato un dialogo, che continua. Con tutto quel che ha da fare, trova il tempo per rispondermi. Non si è montata la testa, è rimasta lei: la madre di sua figlia, l’amica dei suoi amici. Una stakanovista. “Certo che ci tieni” le ho scritto. E lei: tengo all’Italia più che a me stessa».

 

L’ha pure votata?

«Io sono anarchico, come potrei votare? […] Quando Giorgia stava facendo la lista dei ministri le ho ricordato quanto sarebbe stato bello avere Sgarbi alla Cultura. Mi ha risposto che aveva altri progetti, ma che Vittorio avrebbe avuto un ruolo perché è importante per il nostro Paese».

 

Non teme rigurgiti fascisti in Italia?

MORGAN MELONI

«No. Se ci fossero i fascisti, dall’altra parte pretenderei che ci fossero i comunisti; ma non li vedo. L’ultimo grande è stato Bertinotti. Mi piaceva anche Prodi. Poi, il nulla».

 

A proposito di stupefacenti, li usa ancora? «

[…] «La mia droga è il palco. Ho sbagliato tante cose, ma mai un concerto. Anche quando avevo solo tre spettatori, li ho sempre mandati via contenti. Pure io tengo alla musica più che a me stesso».

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