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“NON SONO FASCISTA, SONO UN LIBERO PENSATORE” - IL VINCITORE DI “X FACTOR”, ANASTASIO, SI DIFENDE PER IL LIKE A CASA POUND: “LA SINISTRA HA ADOTTATO POLITICHE LIBERISTE DI DESTRA, LA DESTRA DIFENDE I LAVORATORI. PER ME POSSONO DIRE COSE GIUSTE SIA SALVINI CHE RENZI: NON GUARDO ALLA PERSONA. ALLE ULTIME ELEZIONI HO VOTATO…” - "LA VERITA'" GODE: "IL RAPPER E' SOVRANISTA E LA SINISTRA IMPAZZISCE..."

1 - ATTACCATO PERCHÉ ANTICOMUNISTA. ANASTASIO, VINCITORE DI «X FACTOR»

Alice Penzavalli per “Libero quotidiano”

 

Con i suoi 21 anni e una carica di energia mista a rabbia, Marco Anastasio di Meta di Sorrento ha vinto X Factor 12. Vincitore annunciato, il rapper che non ama le etichette ha avuto la meglio, ma la sbornia della vittoria ha già lasciato spazio alle polemiche per alcuni like sui social a CasaPound, Matteo Salvini e Trump. Tanto è bastato per guadagnare l' appellativo di fascista.

 

Vuole chiarire la sua posizione?

anastasio

«Mi fa sorridere. Sono un libero pensatore, le mie posizioni non sono per nulla addebitabili al termine fascismo, termine terribile. Io non lo sono. Siamo ancora a parlare di comunismo e fascismo? Sulla base dei like? Mi tengo solo informato».

 

Si rispecchia nella politica attuale?

«No, è un caos. Destra e sinistra si sono ribaltate. La sinistra ha adottato politiche liberiste di destra, la destra difende i lavoratori. Per me possono dire cose giuste sia Salvini che Renzi: non guardo alla persona. Alle ultime elezioni ho votato scheda bianca».

 

Sposa il contenuto e non la casacca?

«Sì. Una volta i partiti avevano un nome: c'era il partito comunista, c' erano i liberal. Tu sapevi chi erano queste persone e cosa facevano. Oggi, invece, i partiti hanno nomi che sono degli slogan. Al contrario della destra, la sinistra si è buttata su temi sociali e non è scesa a parlare con le persone, ecco perché non è stata efficace alle ultime elezioni».

 

anastasio

Nel brano Un adolescente scrive: «Nel cesso ho disegnato un' altra svastica». Sui social è scoppiata la polemica.

«È un'interpretazione sbagliata. Il protagonista lo fa, ma non perché è nazista. La canzone parla del proibito, bisogna contestualizzare».

 

Era il vincitore annunciato. Come l'ha vissuta?

«Avevo questa sensazione, ma non mi è mai pesata. Non vado sotto pressione facilmente. Quando sei davanti a 8mila persone o la prendi con paura o ti carichi. Ho scelto la seconda ed è stato bello».

 

L'inedito è già disco d' oro.

«Sono soddisfattissimo, ma è un piccolo passo. Dobbiamo farne ancora altri».

 

Il rapporto con Mara?

anastasio

«Ci siamo capiti e ci vogliamo bene. Mi ha quasi dato carta bianca. Aveva molto a cuore la mia causa».

 

Si sente cambiato?

«No, sto ancora vivendo lo shock di chi mi chiede le foto».

 

A chi dedica la vittoria?

«I meriti sono miei. Devo ringraziare le persone che mi hanno reso più facile il cammino a X Factor, questo sì».

 

Andrà a Sanremo?

«Non vorrei affrontare un' altra competizione subito, ma non so nulla sul futuro».

 

Il rap può veicolare messaggi forti?

«Il rap è il linguaggio di oggi. Voglio comunicare e sono contento di farlo con il linguaggio più efficace».

 

Si definisce rapper o cantautore?

anastasio

«Non servono queste etichette. Quando il pubblico canta l'inedito sono soddisfazioni che ti riempiono il cuore».

 

Ha una passione per Maradona.

«È un personaggio iconico, genio e sregolatezza. Era al di sopra, era Dio. Per me è un simbolo».

 

Il tatuaggio che lo ritrae, però, è finto.

«Non mi voglio tatuare, devo fare il ribelle (ride, ndr)».

 

Ribelle dal cuore tenero?

«È una presa per il culo. Se mi faccio il tatuaggio iniziano a chiamarmi rapper. Evitiamo».

 

2 - IL RAPPER È SOVRANISTA, LA SINISTRA IMPAZZISCE

Adriano Scianca per “la Verità”

 

Chissà se Gino Castaldo di Repubblica ha compiuto un lapsus inconsapevole quando ieri, sulle colonne del quotidiano diretto da Mario Calabresi, ha elogiato in modo entusiastico Anastasio, il rapper che ha vinto l' ultima edizione di X Factor.

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Già, perché il giornalista e critico musicale non solo ha dichiarato in modo netto che «per una volta ha vinto il migliore, e su questo ci sarà poco da discutere», ma ha anche insistito su un altro aspetto che, col senno del poi, appare involontariamente ironico. Castaldo ha infatti scritto che con Anastasio «ha vinto il rap, ha vinto una visione rabbiosa e apocalittica di un giudizio universale che si sgretola in coriandoli e cade sulla folla danzante.

 

Ha vinto per una volta la voglia di qualcosa che perlomeno possa "sembrare" più autentico, qualcosa da toccare, da vivere sulla pelle, qualcosa da sentire come un pezzo di realtà». Ancora: «Ha vinto la rappresentazione del vero», quella che ha evitato il rischio tipico dei talent show, ovvero «uscire dal tempo, staccarsi troppo dalla realtà».

 

anastasio

E chissà, appunto, se Castaldo era già a conoscenza, quando scriveva queste righe, delle simpatie politiche social dell' artista che andavano emergendo, alla luce delle quali quella «autenticità» e quella «realtà» riconosciute nel rapper assomigliano proprio a quella concretezza e a quella vicinanza ai problemi della gente che determinano il successo politico di certi «populisti» e lo scacco di certa sinistra, rappresentata proprio da Repubblica.

 

La quale, quindi, ha (senza accorgersene?) in buona sostanza elogiato Anastasio proprio per il fatto di non essere un radical chic come quelli di Repubblica. Ma facciamo un passo indietro. Poche ore prima della finale del talent poi vinto dal rapper, infatti, in rete era partito il tam tam: Anastasio ha un profilo Facebook privato in cui pubblica contenuti «populisti». Il sito Noisey riassumeva così: «Il profilo attribuito a Marco Anastasio ha like a Salvini, Trump e Casa Pound, sembra essere garantista per Weinstein» (si noti il garantismo come capo d' accusa).

 

anastasio

E poi chiosava: «Non è un crimine ma è sicuramente una variabile da prendere in considerazione prima di decidere se ascoltare la sua musica e supportarlo nella sua carriera artistica».

 

Il messaggio, vagamente minaccioso, era chiaro: sembra che sia di destra, boicottiamolo. La campagna si è tuttavia rivelata un boomerang. In una fase in cui il leader della Lega mantiene comunque un altissimo consenso fra gli italiani, in effetti, l' idea di rendere qualcuno impopolare accostandolo a Matteo Salvini non sembra esattamente brillante. La chiamata alle armi è tuttavia restata timida fino a che non si è compreso se il profilo social in questione appartenesse effettivamente ad Anastasio (nome per esteso: Marco Anastasio, originario di Meta, nella penisola sorrentina, nato nel 1997).

 

La speranza, si sa, è l' ultima a morire. Metti un' omonimia, un mitomane, un fake. Metti che spunta una tessera del Pd a salvare il buon nome delle istituzioni, una giovanile frequentazione di qualche centro sociale, uno zio sindacalista, un nonno partigiano. E invece, seconda piacevole sorpresa «sovranista», Anastasio, a domanda diretta, ha confermato che il profilo è il suo.

 

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E, pur senza sbilanciarsi, ha anche tenuto il punto: «Sono un libero pensatore», ha detto, «non credo che siano opinioni additabili come fascismo. I like li ho messi perché sono articoli che ho letto, mi piace tenermi informato», ha spiegato nel corso della conferenza stampa all' indomani della vittoria.

 

E ha continuato: «C' è un caos politico completo, basta parlare ancora di comunismo e fascismo. Ormai la destra fa la sinistra e viceversa. La destra oggi difende i lavoratori, la sinistra è diventata liberista, è un casino. Ho opinioni su fatti di cronaca a volte da una parte e a volte dall' altra, non mi sento di etichettarmi. Se uno dice una cosa giusta la condivido, che sia Salvini o Renzi. Guardo cosa si dice, non chi lo dice». E il like a Donald Trump? «È il presidente degli Stati Uniti, mi sembra interessante sapere cosa pensa. Nelle scorse elezioni ho visto un afflato della destra e mi sono interessato. Ma se vuole saperlo ho votato scheda bianca».

anastasio

 

A chi gli contesta che in una delle sue canzoni, Un adolescente, un verso recita «Nel cesso ho disegnato un' altra svastica», lui ribatte: «Parlo di un adolescente che fa ragazzate, non è una cosa mia, parlo di me ma come di tanti altri adolescenti casinisti. Quel testo parla della goliardata di un adolescente che disegna una svastica e non sa cosa sta facendo, non lo fa perché è nazista. Ma scusi, le svastiche nei cessi delle scuole le fanno i nazisti? Quello è un brano che parla del proibito, cui è stata data una interpretazione sbagliata».

anastasio sarri

 

Non un passo indietro, quindi. Certo, c' è la (giusta) volontà di scrollarsi di dosso etichette impegnative e fuorvianti, come quella di «fascista», c' è la voglia di rifiutare le «strumentalizzazioni», anche da destra, come chiaruito ieri, ma non la voglia di compiacere le idee «giuste» o di arruffianarsi la critica benpensante. «Qualcosa da sentire come un pezzo di realtà», diceva Repubblica. Anastasio li ha accontentati subito, dicendo che la sinistra è liberista e la destra difende i lavoratori. Più reale di così.

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