LA LETTERA DI SEBASTIANO CAPUTO DE “L’INTELLETTUALE DISSIDENTE”: “HO INIZIATO SENZA UNA LIRA, IN UN GARAGE DEI PARIOLI PRESTATOMI DA UN PARENTE - NON HO FIRMATO UN CONTRATTO IN RAI E NON HO TESSERE DI PARTITO - SONO RIMASTO SORPRESO QUANDO MARCELLO FOA È STATO NOMINATO PRESIDENTE DELLA RAI, ANCOR DI PIÙ QUANDO…”

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Riceviamo e pubblichiamo:

sebastiano caputo e marcello foa sebastiano caputo e marcello foa

 

Caro Dago, da anni sognavo di uscire sul tuo portale col quale mi sono formato giornalisticamente e finalmente penso di averne l’occasione dato che vengo chiamato in causa. Un presunto “lettore informato” ha tracciato un profilo del sottoscritto pieno di imprecisioni e mi piacerebbe rispondere punto su punto per riportare la realtà al centro della conversazione.

 

Esattamente come lui, io stesso sono rimasto sorpreso quando Marcello Foa è stato nominato presidente della Rai, ancor di più quando in conferenza stampa Carlo Freccero ha citato la rivista periodica online “L’Intellettuale Dissidente” (www.lintellettualedissidente.it) che ho fondato e oggi dirigo con diversi colleghi coetanei diventati col tempo amici e compagni di avventura. Non lo saprai ma siamo nati dal nulla, senza una lira, con un garage ai Parioli prestatomi da un parente.

 

sebastiano caputo 9 sebastiano caputo 9

Ah si, dimenticavo, mio padre - che è una persona come tante altre che sa fare il suo lavoro, il quale nulla ha a che vedere con la politica, l’editoria e il giornalismo - mi regalò non più di 500 euro inizialmente per allacciare la corrente elettrica. Poi siamo andati avanti da soli, anche perché, come saprai, per gestire un giornale digitale non c’è bisogno di un luogo fisico, tanto che ad un certo punto abbiamo deciso di lavorare da casa, perché l’inverno faceva freddo e mancava il bagno.

 

Col passare degli anni, grazie alla costanza del nostro lavoro, e ai tanti sacrifici, ripeto da soli, ci siamo allargati come utenze e redattori fino a diventare una consolidata realtà nel panorama giornalistico emergente (co-organizziamo anche “Libropolis”, un festival dell’editoria e del giornalismo a Pietrasanta). Sconfitta dopo sconfitta si arriva alla vittoria (ma poi, quale vittoria?). Non avendo fatto l’università, e avendo sempre voluto fare giornalismo, in particolare quello di frontiera, appena ho avuto la prima occasione di andare in Siria durante la guerra, l’ho fatto, e ci sono tornato in varie occasioni.

marcello foa e sebastiano caputo marcello foa e sebastiano caputo

 

Mi sono innamorato del Vicino e Medio Oriente e di questa professione in via d’estinzione. Così a 23 anni ho iniziato ad andare alla scoperta di questa regione del mondo Paese dopo Paese. Non avevo grandi produzioni alle spalle, raccoglievo soldi online, oppure semplicemente me li facevo prestare dagli amici, promettendogli un giorno di rimborsarli. Chiamala ingenuità, passione, entusiasmo o paraculaggine.

 

Così ho iniziato. Più avanti, crescendo professionalmente, ho anche collaborato da freelance con giornalisti locali, testate nazionali o con associazioni umanitarie. E intanto, oltre alla Siria, mi sono girato Marocco, Egitto, Libano, Iraq, Iran, Pakistan, Afghanistan, Tunisia (per andare in ambasciata, oltre ad essere un mio diritto in quanto cittadino italiano, è sufficiente scrivere una mail, è tutto online).

sebastiano caputo 11 sebastiano caputo 11

 

Da qui sono nati due grandi interessi: l’Islam (ho scritto un libro dal titolo “Mezzaluna Sciita” edito da GOG che parte dal pellegrinaggio che ho fatto con milioni di sciiti tra Najaf e Karbala, ma pare io sia un “islamofobo”) e il cristianesimo orientale (sono diventato rappresentante in Italia di un’associazione umanitaria francese che aiuta queste comunità a non emigrare ma a vivere nella loro terra). In sintesi, il tema della convivialità di questi due mondi, in fondo, non così diversi. Probabilmente questo “lettore informato” non è riuscito a leggere fra le righe,  e ha preferito appiccicarmi l’etichetta del leghista (anti-leghista) dell’ultima ora.

 

Si sbaglia, ancora una volta. Non ho tessere di partito, provo a fare il giornalista, se posso in Paesi di frontiera, quando sono in Italia giro per conferenze e presentazioni di libri (eh si, mi piace leggere), aiuto chi lavora nel campo umanitario e non ho firmato nessun contratto in Rai. Per ora non mi faccio tante domande sul mio futuro, non so cosa voglio fare da grande, come è giusto che sia quando si è gggiovani. Sono una contraddizione. Da oggi sarei anche un’eminenza grigia, poco più che ventenne. Mi piace, spero di esserlo il più a lungo possibile.

sebastiano caputo contro salvini sebastiano caputo contro salvini

Sebastiano Caputo

 

CHI E’, CHI NON E’ E CHI SI CREDE DI ESSERE SEBASTIANO CAPUTO, IL BLOGGER DE “L’INTELLETTUALE DISSIDENTE” CHE SBARCA IN RAI PER IL PROGRAMMA “L’OTTAVO BLOG” VOLUTO DA FRECCERO - COME FA, POCO PIU’ CHE VENTENNE, A GIRARE SIRIA, MEDIORIENTE, AMBASCIATE E VATICANO? - LE SIMPATIE PER PUTIN, IL RAPPORTO CON FOA E QUEGLI ATTACCHI A SALVINI PER LA FOTO DESNUDA SU “OGGI”…

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/chi-rsquo-chi-non-rsquo-chi-si-crede-essere-sebastiano-caputo-192762.htm

sebastiano caputo 3 sebastiano caputo 3

 

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