LA LUCE DOPO IL BUY - L’ATTRICE FINALMENTE INTERPRETA IL RUOLO DI UNA LESBICA IN “IO E LEI” MA IL CUORE RESTA ETERO: “IO E NANNI MORETTI SIAMO DISCRETI, C'È TRA NOI UN AFFETTO DI FONDO CEMENTATOSI NEGLI ANNI, LO SENTO COME UNA PERSONA VICINA…”

“A Nanni posso chiedere dei pareri che poi si rivelano sempre importanti. È una delle poche persone corrette in questo mondo, è sano da un punto di vista etico, estremamente intelligente, serio, ma non serioso, ironico, e fa molto ridere, non tutti lo sanno. conoscerlo credo possa essere considerato un grande privilegio”…

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Fabrizio Corallo per “il Fatto Quotidiano”

 

Da quasi 30 anni musa multiforme del cinema italiano di qualità e di registi molto diversi tra loro, costantemente apprezzata dalla critica e da un pubblico fedele sia per i film d' autore che per le commedie, Margherita Buy vive un anno particolarmente intenso e ricco di impegni.

 

Liberatasi nel tempo dal fardello della impagabile ansiosa e ipocondriaca Camilla interpretata con Carlo Verdone nel 1992 in "Maledetto il giorno che t' ho incontrato" l'attrice romana affronta un personaggio diverso dietro l' altro con invidiabile continuità: reduce dai consensi unanimi per "Mia madre" di Moretti ha ultimato le riprese di "Io e lei" di Maria Sole Tognazzi accanto a Sabrina Ferilli e di "Nemiche per la pelle" di Luca Lucini con Claudia Gerini e dopo una breve partecipazione in "Questi giorni" di Giuseppe Piccioni reciterà con Valeria Golino in "La vita possibile" di Ivano De Matteo e con Sergio Castellitto in "Piccoli crimini coniugali", trasposizione di Alex Infascelli dell' omonima piece teatrale del belga Eric Emmanuel Schmitt.

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Come vive questo momento e che cosa si propone di raccontare dell'Italia di oggi?

Mi considero ovviamente fortunata, ma a questo punto della mia carriera non mi offrono film che si allontanano troppo da quelli che ho già girato, si è stabilita una certa linea, poi ci sono storie che mi interessano di più e altre meno, e registi che stimo e riconosco affini più di altri. Mi fa piacere raccontare certe vicende che le donne della mia generazione stanno vivendo in questa fase storica, le delusioni e le speranze di cambiamento, e poter rappresentare certe problematiche, ad esempio i rapporti con i figli che crescono in un momento storico non semplice come l' attuale.

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Ha sentito congeniale anche il personaggio interpretato per Maria Sole Tognazzi?

"Io e lei" è una commedia sentimentale prodotta da Indigo Film in uscita a ottobre che racconta la storia d' amore tra due donne adulte. Io interpreto Federica, un architetto reduce da un matrimonio e con un figlio, piuttosto schiva e timida che si innamora per la prima volta di un' altra donna con tutti gli impacci del caso, mentre Sabrina Ferilli è Marina, un' ex attrice che gestisce un' enoteca, orgogliosamente lesbica da sempre, di estrazione popolare, verace e schietta.

 

Quella che rappresentiamo non è una storia omosessuale, ma quella di due donne che si innamorano una dell' altra con le stesse dinamiche di un rapporto maschio -femmina: è una storia d' amore normale anche se capita di viverla ad un personaggio come il mio che fino ad allora non ha mai amato un' altra donna, con i disagi di una scelta che da una parte è d' amore e dall' altra le crea problemi con se stessa e con il mondo: intorno alla coppia tutti sono molto più tranquilli di quanto non lo sia Federica.

 

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E' una vicenda lontana da altre analoghe più passionali, racconta qualcosa che è socialmente accettato, a differenza di quanto non avvenga oggi per molte persone che non considerano con tranquillità una coppia femminile omosessuale: le donne si nascondono di più rispetto agli uomini, si sentono più criticate, forse è un loro naturale modo di essere meno esibizioniste rispetto alla propria vita privata.

 

Come si è trovata sul set?

Eravamo tre donne molto motivate e determinate, consapevoli di realizzare un film importante a proposito anche dei temi sociali affrontati, tra donne ci si confronta con maggiore verità sugli obiettivi da raggiungere, entrare nel personaggio è più semplice. È stato bello lavorare di nuovo con Maria Sole dopo "Io viaggio sola", mi sono affidata alla storia e alla sua direzione autorevole e morbida mentre Sabrina ha rappresentato una vera scoperta.

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Non c' eravamo mai incontrate su un set ed è stato piacevole e interessante lavorare con lei che forse ha vissuto un' esperienza ancora più forte essendo sempre stata un simbolo di femminilità prorompente: si è rivelata coraggiosa, simpatica, piacevole e un' ottima attrice.

 

Come ha affrontato invece "Nemiche per la pelle?

" Lo spunto nasce da un mio soggetto che Doriana Leondeff e Francesca Manieri hanno tradotto in una sceneggiatura portata sullo schermo da Luca Lucini per la Bianca Film. E' una commedia brillante esplicita, mi piaceva l'idea di tornare afa re qualcosa di molto divertente che avesse un tema non banale e offrisse qualcosa su cui riflettere, una piccola denuncia attraverso due donne molto buffe che si disprezzano profondamente e si comportano come un marito ed una moglie separati mascherando male le loro fragilità.

 

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Io sono una psicologa degli animali, algida, severa, attenta al "politicamente corretto" ma dotata di scarso senso pratico; Claudia Gerini invece è Fabiola, un' arricchita vistosa e arrogante, tipica del nostro tempo, che pensa solo ai soldi. Le due donne sono agli antipodi tra loro ma hanno in comune un ex marito che quando muore lascia loro "in eredità" un figlio segreto cinese di 6 anni da accudire che loro finiranno col gestire in modo egoistico senza pensare mai ai suoi veri bisogni. E' stata anche la mia prima esperienza con Claudia Gerini e l' ho sentita molto vicina, ho scoperto una bella persona e una grande lavoratrice, siamo state benissimo insieme, alla nostra età nasce spontaneo un senso di solidarietà e di collaborazione diverso rispetto al passato.

 

Il 2015 è stato per lei un anno importante grazie a "Mia madre" di Moretti per cui è stata acclamata da critica e pubblico ed ha vinto i premi più prestigiosi...

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E' stata l' esperienza più importante della mia vita, sono orgogliosa di aver lavorato per la terza volta con Nanni che mi ha dato una splendida opportunità in un film che ha coinvolto tutti noi in maniera speciale.

 

Sono però un po' arrabbiata con quella parte del pubblico che ha evitato a priori di vederlo, rimuovendo l' argomento della morte: non accettare che si racconti qualcosa che appartiene a tutti è un sintomo di una società che non va, vuol dire non vivere più quello che ci appartiene in modo reale, non si può volere sentirsi dire solo cose divertenti perché così si evita di pensare. Credo che il film meritasse un' attenzione diversa, soprattutto da chi ha amato Nanni che ha sempre affrontato tanti argomenti politici e sociali con uno sguardo intelligente ma spesso si era nascosto dietro tutto questo, anche parlando di se stesso: questa volta invece ha fatto un passo importante verso chi lo ha sempre seguito, si è esposto, ha aperto il suo cuore in un atto di grande generosità.

 

Che rapporto è nato nel tempo tra lei e Moretti?

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Siamo entrambi piuttosto discreti, ma c' è tra noi un affetto di fondo cementatosi negli anni, lo sento come una persona vicina a cui posso chiedere dei pareri che poi si rivelano sempre importanti. E' una delle poche persone corrette in questo mondo, è sano da un punto divista etico, estremamente intelligente, serio, ma non serioso, ironico, e fa molto ridere, non tutti lo sanno. Conoscerlo credo possa essere considerato un grande privilegio.

 

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