UN MASCHIO PICCOLO PICCOLO – "LA VERITÀ" CONTRO L’ULTIMO LIBRO DEL PREMIO STREGA. È UN CONCENTRATO DI STEREOTIPI SUGLI UOMINI: IL MASCHIO RAGIONA CON IL PENE, È VIOLENTO E SEMBRA UN NARCISISTA SEMPRE INTENTO A IMPORSI SU DONNE LIBERE, PIÙ SERIE, MIGLIORI – UNO SFAVILLANTE ESEMPIO DI COLLABORAZIONISMO CON IL METOO CELEBRATO, SUPER RECENSITO E QUINDI DESTINATO AL SUCCESSO

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Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

francesco piccolo (2) francesco piccolo (2)

Peggio del Me too ci sono solo i collaborazionisti del Me too. Le vestali infervorate in lotta contro il maschio oppressore, in fondo, sono comprensibili: stanno combattendo (in modo scorretto, ma in guerra vale tutto) per il potere. Usano ogni mezzo necessario per abbattere i maschi al vertice e sostituirsi a loro. Niente di nuovo sotto il sole.

 

A essere insopportabile e insensato, invece, è il maschio che regge il gioco, quello che si batte il pugno sul petto e ammette le proprie colpe, spesso invitando gli altri maschi a fare lo stesso. Ecco, questo è un atteggiamento offensivo e, soprattutto, ipocrita. È un tentativo bieco di compiacere il nuovo dominatore (anzi: dominatrice) mascherato da esame di coscienza. Un triste autodafé utile a ottenere visibilità e apprezzamento. Il problema è che ciò va a discapito dell' intero genere maschile, il quale di tutto ha bisogno tranne che di «fuoco amico».

FRANCESCO PICCOLO L'ANIMALE CHE MI PORTO DENTRO FRANCESCO PICCOLO L'ANIMALE CHE MI PORTO DENTRO

 

Uno sfavillante esempio di collaborazionismo è il nuovo romanzo di Francesco Piccolo, appena pubblicato da Einaudi e destinato al successo, anche perché celebrato dai grandi giornali e dalle riviste patinate. S' intitola L' animale che mi porto dentro, ed è piuttosto noioso. Merita di essere discusso, tuttavia, per la tesi che esprime.

 

L' autore l' ha condensata in un' intervista a Vanity Fair: «In qualsiasi maschio, per quanto evoluto e colto sia, rimane una specie di grumo dormiente che si sveglia ogni tanto che è il nucleo culturale dentro il quale è cresciuto insieme alla comunità dei maschi. E quanto più il maschio si evolve, tanto più è infido, perché ha delle caratteristiche - la cultura, la sensibilità - di cui le donne si fidano: ma dentro l' animale c' è lo stesso».

 

Già, secondo Piccolo dentro ogni maschio esiste un «animale», un concentrato di irrazionalità e violenza brutale. Un vero mister Hyde piccolo, brutto e ossessionato dal sesso. Il maschio descritto dal vincitore del premio Strega (ottenuto nel 2014 per Il desiderio di essere come tutti) è dominato dall' impulso sessuale e dalla volontà di dominio.

#metoo #metoo

 

«Dentro di me», scrive Piccolo, «sempre, sia che io lo voglia sia che non lo voglia, sempre, lavora un pensiero che sta sotto tutti questi: me la scoperei, come sarà nuda, però che culo, però che tette, sembra desiderosa, sembra rigida, chissà se le piaccio [...]. Dentro di me, che lo voglia o no, che lo sopporti o no, si muove una realtà parallela in cui tutte le donne hanno voglia di scopare, sono ossessionate dal sesso e non riescono a controllarsi».

 

francesco piccolo francesco piccolo

Eccolo qui l' animale, la «parte bestiale» del maschio. A parere di Piccolo, il «compito culturale che abbiamo» è quello di tenerla sotto controllo. Essa però è sempre presente, latente. E quando il raziocinio viene a mancare, si scatena. Uno dei momenti più strazianti del libro, infatti, è quello in cui il narratore parla del suo anziano padre.

È malato, ha perso la lucidità, non riconosce più nessuno, «ma riconosce tutte le donne in modo generico, le riconosce in quanto donne» e cerca di toccarle, palparle, possederle. In qualche modo, questo vecchio malato sarebbe il maschio animale allo stato brado.

elena stancanelli francesco piccolo elena stancanelli francesco piccolo

 

In buona sostanza, il libro di Piccolo è un concentrato dei peggiori stereotipi che circolano sul conto degli uomini, e che pagliacciate come il Me too (altra cosa è la lotta sacrosanta contro le molestie) hanno contribuito ad alimentare.

 

Il maschio ragiona con il pene, il maschio è violento, il maschio è una sorta di narcisista sempre intento a imporsi. Le donne, invece, spiega Piccolo a Vanity Fair, «sono persone più libere, più serie, migliori, meno schiave dell' idea di potenza». Purtroppo, queste idee stanno godendo di grande pubblicità. Martedì il Corriere della Sera ha dedicato due pagine a L' animale che mi porto dentro, e Pierluigi Battista si è sentito in dovere di dar ragione a Piccolo: «Nonostante tutto», ha scritto, «emerge in noi il rigurgito di un fondo di brutalità che la cultura non ha saputo prosciugare completamente».

CAMPAGNA DI DENUNCIA DELLE MOLESTIE METOO CAMPAGNA DI DENUNCIA DELLE MOLESTIE METOO

 

Il fatto è che questi illustri signori dipingono una caricatura del maschio, lo identificano con i personaggi dei giornaletti porno degli anni Settanta. Lo fanno per convenienza, ovviamente, perché oggi va di moda sostenere che ogni uomo sia un violentatore in potenza, una belva che solo l' educazione (o la rieducazione) può contenere. In verità, i maschi occidentali non sono mai stati così deboli e impauriti come lo sono oggi. Il discorso è un po' diverso per gli uomini provenienti da altri Paesi.

francesco piccolo e mario calabresi francesco piccolo e mario calabresi

 

Ma ovviamente Piccolo e soci si guardano bene dal sostenere che dentro ogni maschio migrante che approda sulle nostre coste ci sia un «animale» o un violento.

 

Così come fingono di ignorare l' esistenza della violenza femminile. Essa - come mostra, tra gli altri, un bel libro di Anna De Biasio intitolato Le implacabili - non è sempre «reattiva», cioè una risposta alla sopraffazione maschile: ha una sua specificità ed è pure in preoccupante aumento.

 

CAMPAGNA DI DENUNCIA DELLE MOLESTIE METOO CAMPAGNA DI DENUNCIA DELLE MOLESTIE METOO

La potenza maschile è anzitutto la capacità di generare (capacità che va perdendosi) ed è molto diversa dalla prepotenza. Sovrapporre potenza e violenza è un errore fatale. Non serve ad altro che ad alimentare una guerra fra i sessi, a precipitarci in una dimensione sadica dell' esistenza, in cui il maschio è, appunto, il «fottitore» di Sade e la femmina è il suo giocattolo.

 

michele serra e francesco piccolo michele serra e francesco piccolo

Sade è un prodotto della cultura, non della natura. In natura, maschi e femmine collaborano per sopravvivere. Ora, invece, sono in lotta tra loro e infatti, dalle nostre parti, si avviano verso l' estinzione.

francesco piccolo (2) francesco piccolo (2) francesco piccolo francesco piccolo francesco piccolo francesco piccolo francesco piccolo francesco piccolo

 

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