loredana berte

1. ‘’MIA MADRE ERA UNA STRAFIGA. QUANDO USCIVA A TARDA SERA, POTEVI ESSER SICURA CHE SAREBBE RIENTRATA LA MATTINA DOPO. NON SI LASCIAVA SCAPPARE UN CAZZO CHE FOSSE UNO’’ 2. ‘’EDOARDO AGNELLI ERA CONTINUAMENTE FATTO. AVEVA VISSUTO SEMPRE DI ECCESSI E LI AVEVA VISTI ANCHE A CASA SUA. CI ERO STATA AI TEMPI DEL FLIRT CON LUCA DI MONTEZEMOLO’’ 3. "LA DIPENDENZA DI BORG DALLA COCAINA ERA MOSTRUOSA. AVEVA LASCIATO VINCERE MCENROE A WIMBLEDON NEL 1981: "DAI CHE VOGLIO FARMI UNA STRISCIA E ANDARE A TROIE"

loredana berte'8loredana berte'8

Tratto dal libro di Loredana Bertè “Traslocando – E’ andata così”, Rcs Libri  - scritto con Malcom Pagani

 

1. La madre

LOREDANA BERTE TRASLOCANDO BIOGRAFIALOREDANA BERTE TRASLOCANDO BIOGRAFIA

Era una statua bruna. Una donna bellissima con i capelli sempre in ordine, i tacchi e le gonne strette con lo spacco. Una strafiga. I professori della sua scuola con me erano molto gentili e io non capivo il perché. Finché un giorno intuii che usare le buone maniere con la figlia, per un maschio dell’epoca, rappresentava la più facile delle scorciatoie per scoparsi la madre. Lei comunque non si faceva pregare. Quando usciva a tarda sera, potevi esser sicura che sarebbe rientrata la mattina dopo. Non si lasciava scappare un cazzo che fosse uno. Gli uomini erano prede che abbrancava senza reale desiderio, conquiste effimere, momenti di noia da mettere in fila. I suoi fidanzati in media duravano due mesi (…)

 

 

2. Paul Getty ed Edoardo Agnelli

BJORN BORG LOREDANA BERTEBJORN BORG LOREDANA BERTE

(…) Paul è morto giovane ed era un figo della madonna. Lo conobbi che era minorenne. Si muoveva con la sicurezza di chi sa che in certi ambienti l’età è l’ultimo dei requisiti richiesti. Con la faccia da bambino e il destino crudelmente adulto, Paul conduceva una vita dissennata e avventurosa, occupando da artista maledetto il cielo stellato che brillava su Campo De’ Fiori, piazza Navona e i vicoli di Trastevere. Faceva sculture utilizzando le vecchie pompe di benzina in disuso.

 

Disegnava stelle e strisce sui distributori e poi li vendeva. Paul era anche uno straordinario graffitaro, uno alla Basquiat. Si manteneva da solo e nonostante la famiglia di origine aveva tasche vuote, vizi intensi e debiti sparsi: «Devo soldi a mezza città» diceva nel suo italiano yankee e, tra una notte in bianco e una festa, ospitava spesso il suo amico Edoardo Agnelli, il reietto della famiglia, figlio di Gianni. Si strafacevano. Edoardo svuotava i posacenere fino a ripulirli interamente e Paul lo accompagnava fumando canne tutto il giorno.

BJORN BORG  LOREDANA BERTEBJORN BORG LOREDANA BERTE

 

Quando andavamo in giro, Edoardo scherzava: «Se ci fermano polizia o carabinieri, dico che sono il figlio dell’avvocato Agnelli». E noi: «Col cazzo! Se ci fermano tu nondici proprio niente». Ogni tanto di essere controllati capitava davvero e, prima che potesse aprire bocca e abbassare il finestrino, lo minacciavamo: «Devi stare zitto, altrimenti ci mettono dentro».

 

Edoardo non fece in tempo a partecipare a tutte le nostre scorribande. L’eco delle sue imprese arrivò a Torino e insieme all’eco, puntuale, giunse anche la convocazione della casa madre. Lo richiamarono in Piemonte e buttarono la chiave. Come è finita per Edoardo, purtroppo, lo sanno tutti. Era continuamente fatto. Aveva vissuto sempre di eccessi e li aveva visti fin da piccolo, anche a casa sua. Ci ero stata ai tempi del mio breve flirt con Luca di Montezemolo. Nella reggia dell’avvocato c’era un clima gelido, presi Luca da parte: «Io me ne voglio anna’, domani torno a Roma».

loredana berte'5loredana berte'5

 

3. Borg e i film porno

 

(…)  La sua dipendenza dalla cocaina era mostruosa e aumentò con il passare dei mesi. Quando gli partiva il desiderio di farsi, non si frenava. Sembrava una macchina. Pippava e, se si metteva in testa che fossi io a nascondergli la droga andava fuori di testa. Mi prendeva le vestaglie. Le riduceva a brandelli alla ricerca di nascondigli segreti. Voleva la coca. La coca e basta.

 

loredana berte loredana berte

Per la cocaina aveva lasciato vincere McEnroe a Wimbledon nel 1981, con grande scorno della madre, che aveva preparato nella madia lo spazio per la sesta coppettina del cazzo. Gli si era avvicinato in una pausa, dopo aver perso il tie-break del terzo set: «Dai che voglio farmi una striscia e andare a troie, sbrighiamoci». John lo aveva guardato con commiserazione e poi aveva fatto in fretta, chiudendo rapidamente la partita.

edoardo agnelliedoardo agnelli

 

Con il passare del tempo, quella di Björn si trasformava in una serie di sconfitte. La polvere gli aveva cambiato il carattere. All’inizio scopavamo come trottole. Poi a un tratto – e non solo per ragioni agonistiche – smise di interessarsi a me e si dedicò alle seghe. Si masturbava per ore davanti ai film porno e qualunque tentativo di resurrezione si rivelava inutile. Sembrava impotente. Svogliato. Senza desideri che non fossero virtuali. Durante i rari viaggi, al momento del saldo, in albergo, la sua nuova passione per il sesso televisivo dava il la a siparietti imbarazzanti: «Signor Borg, ma lei ha visto questo film 24 volte, è possibile?». Gli inservienti del Beverly Hills Hotel mi guardavano in modo strano, indecisi se considerarmi moglie legittima o legittima zoccola. Mi vergognavo come una ladra.

loredana berte'4loredana berte'4BJORN  BORG  LOREDANA  BERTEBJORN BORG LOREDANA BERTE

(…)

 

 

4. Bin Laden, Bush e le ‘ragazze’ del circolo.

(…) Venimmo invitati anche alla Casa Bianca dal presidente George Bush. Il vero capo della Cia. Mi sembrò un guerrafondaio, un bugiardo e un mascalzone. Appena entrati, mi accorsi che mi volevano mettere un po’ da parte. Blandivano Borg, che doveva fare quattro scambi con Bush figlio, e guardavano con preoccupato sospetto sua moglie. Mancavano di umorismo, erano ossessivi e io decisi di farli impazzire.

 

Mi invitarono a visitare lo Studio Ovale e vidi appeso un grande quadro in cui Toro Seduto faceva bella mostra di sé: «Bello questo ritratto del primo presidente americano, complimenti» dissi. E quelli, che gli indiani li avevano sterminati a tempo debito, capirono l’antifona e sbiancarono. Avevo fatto una battuta, ma pretendere che la capissero era chiedere troppo. Mi mostrarono poi un enorme mappamondo di legno.

 

PANATTA BERTE MARTINIPANATTA BERTE MARTINI

Sopra c’erano appoggiate alcune calamite e quella più appariscente, rossa come l’inferno, cingeva la città di Mosca. Mi avvicinai e mi ci sdraiai sopra: «Ma allora è vero che li osservate, i russi?». Mi affacciai fuori per vedere Borg e Bush giocare, ma iniziò a piovere e dopo pochi scambi la partita fu interrotta, con grande scorno di Bush figlio. La babbiona, la moglie di Bush Sr, mi guardava male. Avevo una borsa a forma di orsacchiotto, in tutto e per tutto simile a un peluche che Ilona Staller sfoggiava in Parlamento.

 

loredana berteloredana berte

Con me i Bush erano un po’ a disagio. Mi sentivo osservata e a mia volta osservavo incredula uomini della Cia e dell’Fbi intenti ad asciugare con il phon un campo da tennis. L’operazione era vana, perciò il piccolo Bush suggerì a Borg di continuare la gara in un circolo privato: «Così mi fai vincere» disse a bassa voce a Björn, «e io rimorchio un paio di ragazze del club».

 

Andarono, Borg lo fece vincere e ci rivedemmo a cena alla Casa Bianca. Ospiti d’onore erano i Bin Laden, padre e figlio. Si muovevano come amici di famiglia. Avevano affari solidi con i Bush e non facevano niente per nasconderlo. C’erano ambiti fuori controllo. Onnipotenti che potevano giocare con i destini del pianeta. I Bin Laden e i Bush erano in cima alla lista.

 

loredana berte  loredana berte

Avevano affari petroliferi in comune e, come se non bastasse, l’America aveva anche un debito di riconoscenza con la famiglia che aveva contribuito a mandar via i russi dall’Afghanistan. Quando ci congedammo, Bush mi donò un blocchetto di biglietti da visita. C’era scritto solo «The President», senza intestazioni personali. Gli diedi una gomitata: «Geniale, così quando vi capita di ammazzarne uno non dovete neanche allertare le tipografie».

 

 

 

 

VALERIA MARINI CON LOREDANA BERTE NEL BACKSTAGE FOTO ANDREA ARRIGA VALERIA MARINI CON LOREDANA BERTE NEL BACKSTAGE FOTO ANDREA ARRIGA osama bushosama bush

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIASI SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE...