il manifesto giulio regeni

LA MORTE DI GIULIO REGENI FA ESPLODERE IL PARADOSSO DEL 'MANIFESTO': DIFENDE I DIRITTI DEI LAVORATORI EGIZIANI E LI NEGA AI PROPRI COLLABORATORI: ''PAGHIAMO POCO, TARDI, E A VOLTE NULLA''. NONOSTANTE I 2 MILIONI DI EURO DI CONTRIBUTI PUBBLICI L'ANNO (30 MLN IN 12 ANNI) - I GIORNALISTI AL QUOTIDIANO COMUNISTA: ''VERGOGNATEVI''. LA DIFESA DI UN REDATTORE: ''FIRMAVA CON PSEUDONIMO, AMAVA IL GIORNALE''

1.LA MADRE DI REGENI: GIULIO VOLEVA COLLABORARE, IL MANIFESTO DISSE NO

Andrea Pasqualetto per www.corriere.it

 

«Giulio non collaborava con Il Manifesto, avrebbe voluto ma non lo hanno considerato...». Lo scrive testualmente Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni, in una mail inviata a un amico di famiglia, Fabio Luongo, al quale ha chiesto di diffondere la dichiarazione, dopo aver letto sui giornali italiani della collaborazione di suo figlio con il Manifesto.

 

Il New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l EgittoIl New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l Egitto

«Il quotidiano ha oggi pubblicato un articolo di Regeni usando il suo nome e cognome nonostante lui, nel proporre il servizio di carattere sindacale dal Cairo avesse espressamente chiesto che fosse usato lo pseudonimo per problemi di sicurezza», ha aggiunto l’avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini.

 

Al Manifesto hanno spiegato che l’articolo in questione era in attesa di pubblicazione. Nel frattempo però Regeni aveva proposto lo stesso servizio, critico nei confronti del governo di Al-Sisi, al sito Nena-news.it, agenzia di stampa del Vicino oriente. E il sito l’aveva pubblicato, con lo pseudonimo di Antonio Drius.

 

 

2.IL MANIFESTO SU FACEBOOK, ''I COLLABORATORI LI PAGHIAMO POCO, TARDI, E SPESSO NULLA''

 

Il manifesto: ''Paghiamo poco e tardi, spesso nulla. Ti sorprenderà, ma esiste perfino gente che scrive, vive, osserva e racconta per piacere.

 

 

3.LA GIORNALISTA ARIANNA GIUNTI: ''VERGOGNATEVI''

Arianna Giunti su Facebook

https://www.facebook.com/arianna.giunti

·

Ecco il quotidiano comunista "Il Manifesto" che, dopo aver rifiutato gli articoli di Giulio Regeni da vivo, li ha pubblicati da morto. Che si vanta di non pagare i suoi collaboratori che - a sentir loro - scrivono per la gloria. (O per la disperazione?)

 

FIACCOLATA PER GIULIO REGENIFIACCOLATA PER GIULIO REGENI

Vergognatevi, gente. E chiedete scusa alla famiglia di quel ragazzo, per non aver tenuto conto della loro volontà di non pubblicare il pezzo post mortem dopo non averlo considerato da vivo.

 

(E già che ci siete, chiedete scusa anche a tutti i ragazzi che - dopo esservi fatti belli "lottando per i diritti dei lavoratori" nei salotti borghesi - avete fatto lavorare gratis "per piacere")

 

 

4.E' PARADOSSALE CHE VOI DIFENDIATE GIULIO DAL GIORNALE CHE AMAVA E CONSIDERAVA IL SUO RIFERIMENTO IDEALE

Replica di Antonio Sciotto, giornalista de ''il manifesto'' sulla bacheca di Arianna Giunti

 

regeni regeni

Calma con gli insulti e le illazioni non documentate, ed è quasi paradossale che voi difendiate Giulio dal giornale che lui amava e che aveva come riferimento ideale. Come se adesso il problema fosse il manifesto, e non il fatto che sia stata uccisa in maniera barbara una persona che amava il manifesto e che collaborava con quella testata con grande passione. Bisognerebbe sempre sciacquarsi la bocca prima di parlare di Giulio Regeni, della sua nobiltà d'animo e della sua levatura intellettuale. Andiamo con ordine:

 

1) il manifesto non prende dallo Stato 5 milioni l'anno, né 3, ma in quanto impresa cooperativa e senza alcun euro di lucro per singoli privati (e non come giornale "di partito" o addirittura "di Stato"!), riceve 1,9 milioni (dati relativi al 2014) che a stento bastano per pagare regolarmente secondo contratto nazionale i suoi redattori e mandare avanti un sito che sceglie di non ospitare pubblicità. I finanziamenti sono definiti su parametri obiettivi come tiratura e vendite in edicola, tutti debitamente certificati, nella massima trasparenza. La legge per il sostegno all'editoria è stata votata e approvata in Parlamento: che dirvi, la prossima volta votate Grillo con maggiore convinzione, e vedrete che verrà soppressa.

REGENI REGENI

 

2) Prima di fare illazioni, leggete quanto scrive il manifesto sul rapporto che aveva con Giulio Regeni, rispettando le scelte di Giulio e la sua figura di intellettuale e studioso appassionato, che già più volte aveva trovato modo di pubblicare le sue analisi in Italia (quando mai i suoi articoli sono stati rifiutati? dell'ultimo era solo stata rinviata la pubblicazione): "Regeni ci aveva scritto una mail lo scorso 9 gennaio con l’espressa richiesta di pubblicarlo in quanto il manifesto era, parole sue, il suo «giornale di riferimento in Italia, ed è naturalmente sensibile» alle mobilitazioni dei lavoratori in Egitto. Del resto, non sono molti i quotidiani del nostro paese a interessarsi con regolarità delle vere condizioni sindacali e di lavoro in Tunisia, Egitto, India, Pakistan, solo per citare alcuni paesi di cui ci occupiamo frequentemente".

 

3) E' ovvio e più che comprensibile che prima di questi tragici avvenimenti Giulio per paura avesse chiesto di firmare con pseudonimo, e la sua volontà è stata sempre rispettata, ma sarebbe da idioti assoluti e senza speranza firmare con pseudonimo un articolo di una persona che è appena morta e che è al centro di una tragedia internazionale. Fatemi capire: il Paese era in lutto per Giulio, tutti i giornali parlavano di lui, e il manifesto avrebbe dovuto firmare il suo ultimo articolo Tizio Caio o Pinco Pallo?

 

GIULIO REGENIGIULIO REGENI

Forse per far ridere i polli? Ovvio che quell'articolo doveva uscire con il suo nome: lo dovevi a lui, alle persone di cui parla l'articolo, all'opinione pubblica. E la famiglia può chiedere di non pubblicarlo, certamente, e il suo dolore è da rispettare, ma non può porre il veto: se quell'articolo lui lo ha inviato alla redazione e ha chiesto di pubblicarlo, la redazione è autorizzata a pubblicarlo. Giulio era un cittadino italiano maggiorenne, non un minorenne sotto tutela familiare.

 

4) Il lavoro va sempre retribuito, è una regola sacrosanta e che nessuno può contestare, ma non fate di tutto una fuffa indistinta: Giulio, come nota giustamente Matteo Servillo, non era un giornalista freelance che portava avanti rivendicazioni salariali e sindacali (sempre giuste e condivisibili quando qualcuno ha gli elementi per farle), ma un ricercatore con una borsa di Cambridge che poi occasionalmente pubblicava cronache e analisi sul manifesto.

 

Giulio RegeniGiulio Regeni

Questo vuol dire che anche quegli articoli, pur occasionali, non debbano essere retribuiti? Certamente no, ma semplificare tutto e appiattire Giulio sulla figura del freelance sfruttato è evidentemente limitante oltre che sbagliato (con tutto il rispetto, ripeto, per le rivendicazioni dei freelance sfruttati). Né qualcuno, dall'Italia, lo aveva "inviato" a fine gennaio a seguire gli eventi che poi qualche giorno fa hanno avuto il tristissimo epilogo che tutti conosciamo.

 

 6) Si chiede quindi a chi commenta questo post senza conoscere elementi e cifre ufficiali uno sforzo intellettuale minimo (coraggio!) per capire che la complessità delle situazioni e delle persone non si può sempre livellare fino a farla coincidere con la propria esperienza personale e le proprie rivendicazioni politiche, economiche, sindacali. Il mondo è bello perché è vario, sappiatevene fare una ragione.

 

7) Infine, in una Repubblica democratica quale è l'Italia un giornale non può mai essere CHIUSO d'autorità, al massimo si può disporre di non finanziarlo più. PS: Non sono amico di Arianna Giunti, ma mi permetto di intervenire sulla sua bacheca a titolo puramente personale avendo visto questo suo post condiviso da un mio contatto.

TSIPRAS LEGGE IL MANIFESTOTSIPRAS LEGGE IL MANIFESTO

 

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…