NAPOLI, UNA CITTA’ SENZA - CHIUDE ANCHE LA STORICA LIBRERIA GUIDA: IL TRISTE SPETTACOLO DI CENTINAIA DI PERSONE IN FILA PER I LIBRI VENDUTI SCONTATI - LA CAPRIA: “ENTRARE QUI ERA COME GIOCARE A UNA LOTTERIA E TROVARE DAVVERO IL LIBRO SOGNATO”

1. IL NEGOZIO DI NAPOLI DOVE SI FA LA CODA è UNA LIBRERIA FALLITA

Fulvio Bufi per “il Corriere della Sera

 

LIBRERIA GUIDA CODELIBRERIA GUIDA CODE

Le due guardie private che alle tre del pomeriggio si affacciano dalla porta ancora mezza chiusa della libreria Guida di via Port’Alba, leggono su un foglietto i nomi scritti a penna e li scandiscono ad alta voce: «Cassina. Attanasio. Pandice. Oliviero». Quando arrivano a «Esposito», dalla folla di almeno duecento persone e duecento ombrelli che intasano la stradina tra piazza Dante e piazza Bellini, rispondono in sei o sette, pure se quello che oltre un’ora prima ha messo il nome sul foglio, chiaramente è uno soltanto. 
 

Si scherza e quasi si fa comunità tra i tantissimi ragazzi e i tanti adulti e pure qualche anziano in attesa di avere accesso all’unico negozio di Napoli dove da due giorni per entrare bisogna mettersi in fila e mettere pure in conto che forse non si entrerà affatto, perché la fila è lunghissima. Guida Port’Alba sta svendendo le sue immense giacenze di volumi. La gran parte al trenta per cento del prezzo di copertina, qualcuno al cinquanta, quelli più antichi e preziosi (ce ne sono che valgono anche tremila euro) con uno sconto da stabilire caso per caso. 
 

È l’ultimo respiro di uno dei più antichi e prestigiosi salotti culturali di Napoli. Due piani di banchi, scaffali, boiseries , corridoi e sale dove sono passati Kerouac e Ginsberg, Ungaretti e Moravia. Nella Saletta rossa per decenni si è dibattuto di tutto, dalla politica alla poesia alla storia alla musica. E di letteratura, ovviamente. Poi, marzo 2013, il fallimento, la chiusura. Per fare l’inventario dei settecentomila volumi custoditi in questi locali, più le stampe, i gadget, gli arredi e i circa trecentomila libri conservati in un deposito in periferia, c’è voluto un anno e mezzo. E ora è arrivato il momento di smaltire tutto, con l’autorizzazione e sotto il controllo del tribunale fallimentare. 
 

San Biagio Librai 
San Biagio Librai

I napoletani colgono l’occasione con ordine, mettendosi in fila con almeno un’ora di anticipo e inserendo il proprio nome in una lista autogestita (come succede in certi ambulatori ospedalieri o all’Inps), in attesa che cominci la distribuzione dei numeri e l’accesso a gruppi di cinquanta per volta. Tutto in un’altalena di sensazioni tra l’entusiasmo e la malinconia.

 

L’entusiasmo dei più giovani, soprattutto universitari che stavolta spenderanno meno a comprare libri che a fare fotocopie, e la malinconia di chi, con qualche anno in più addosso, un ricordo legato a Guida Port'Alba è inevitabile che ce l’abbia: di testi scolastici comprati o venduti, di libri regalati o scelti per sé, di pomeriggi passatia girare tra banchi e scaffali. Di un tempo in cui non esistevano i megastore, non per i libri, almeno.

 

Invece adesso a Napoli è una strage: prima lo sfratto di Treves, poi la chiusura di Guida Vomero e, solo pochi mesi fa, quella di Loffredo, sempre al Vomero. Tutti luoghi con una storia cancellata da affitti insostenibili e dalla prospettiva di vederci un giorno nemmeno tanto lontano l’ennesimo patatinificio, perché ora è questo che va: dopo i bar e le (ormai quasi estinte) sigarette elettroniche, le patatine fritte. 
 

Un destino che però per Guida Port’Alba dovrebbe essere scongiurato dal vincolo che impone l’utilizzo dei locali, anche quando saranno venduti, solo per iniziative culturali. Così magari non sembrerà una beffa quella targa di marmo affissa al muro sotto un’insegna ora impacchettata in grandi fogli di carta e cellophane.

Kerouac Carr GinsbergKerouac Carr Ginsberg

 

C’è inciso: «La libreria internazionale Alfredo Guida per l’attività libraria ed editoriale svolta è stata dichiarata bene culturale dello Stato». Ma sugli scontrini rilasciati a chi ora esce da quei locali con le borse piene di libri ci sono invece stampate due righe che raccontano dove è finito il bene culturale dello Stato: «Fallimento 77/2013. Lettura srl via Port’Alba 19». 

 

2. TRA RILEGATURE BELLISSIME QUI SI CERCAVA L’INTROVABILE

Raffaele La Capria per “il Corriere della Sera

 

Chi non è stato a Napoli non potrà mai immaginare una strada come San Biagio dei Librai, perché costituisce io credo un caso a sé. È una strada che costeggia piazza Dante, una delle grandi piazze di Napoli con al centro la statua del poeta, e di là dal grande spazio della piazza, curva e stretta e leggermente in salita, c’è una stradina non dico misera, ma dimessa, dove si affaccia una serie di piccole e a volte piccolissime librerie, alcune quasi un buco, altre quasi spelonche, allineate una accanto all’altra come i vagoni di un treno, con i libri esposti fuori.

GIUSEPPE UNGARETTI GIUSEPPE UNGARETTI

 

E uno si domanda con quale criterio, con quale logica commerciale sono così tutte ammassate e allineate in un punto della città, perché logica vorrebbe che poiché offrono lo stesso oggetto, un libro, ci fosse una certa distanza e magari un diverso quartiere per ognuna.

 

CARMEN LLERA CON MORAVIA CARMEN LLERA CON MORAVIA

Ma quando mi è capitato di passare per questa stradina ho avuto l’impressione che non fossero veramente tutte uguali le librerie, che ognuna custodisse in segreto un libro introvabile, un’edizione preziosa, e mi veniva voglia di entrare in questa o in quella, nei loro meandri, per giocare a una specie di lotteria e trovare davvero il libro sognato.

 

Infatti qui non si trovano soprattutto i libri appena usciti, quelli sono roba da megalibrerie moderne, ma scartabellando qua e là per gli scaffali, possono venir fuori rilegature di cartapecora, copertine con bellissime illustrazioni, vecchie o vecchissime edizioni che sono come i resti di una cultura estinta, ma grande e curiosa di tutto, la cultura di Napoli Nobilissima che sembra moribonda e che per fortuna non muore mai del tutto.

Giorgio  Napolitano Giorgio Napolitano

 

Queste piccole librerie in fila come sentinelle a volte mi hanno fatto pensare a frammenti e testimonianze di un mondo scomparso, come che so, i resti di Pompei o del Foro Romano. Forse esagero, ma passando San Biagio dei Librai ho provato una speciale commozione e pensavo che queste enclaves in cui il mondo di una volta ancora resiste sono il vero fascino di una città come Napoli che di sorprese di questo tipo ne offre molte. 

Raffaele La Capria Raffaele La Capria


 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?