nicoletta machiavelli

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – ADDIO A NICOLETTA MACHIAVELLI, LA NOBILE FIORENTINA CHE SI FECE REGINETTA DEGLI SPAGHETTI WESTERN – COLTA, AFFASCINANTE, BELLISSIMA, DE LAURENTIS TENTÒ DI FARNE UNA STEFANIA SANDRELLI, MA ESPLOSE COME INDIANA AL FIANCO DI BURT REYNOLDS

Marco Giusti per Dagospia

 

NICOLETTA MACHIAVELLINICOLETTA MACHIAVELLI

Nicoletta Machiavelli era una delle donne più belle del mondo. Nobile, colta, intelligente, spiritosa, metà fiorentina e metà americana, anche se era nata a Stuffione, in Emilia Romagna, nel 1944 e dall’Italia e da Firenze in particolare è sempre voluta scappare. Al punto che è andata a vivere in ogni parte del mondo, in India, in Brasile, a Los Angeles, e alla fine è morta a Seattle, lontano da tutto, ma vicina a suo figlio e alla sua nipotina, pochi giorni fa.

 

Nicoletta era talmente bella che Piero Gherardi la propose giovanissima a Dino De Laurentiis per fare Eva ne La Bibbia di John Huston. Il regista le preferì però una svedese bionda, ma a Nicoletta venne fatto un contratto di sette anni e così entrò per sempre nel cinema. Anche se De Laurentiis la trattò come una sua proprietà e dopo pochi film di serie A dove si cercò di farne una specie di Stefania Sandrelli,

 

NICOLETTA MACHIAVELLINICOLETTA MACHIAVELLI

Una questione d’onore di Luigi Zampa dove esordì da protagonista con Ugo Tognazzi, Thrilling, nell’episodio di Carlo Lizzani, dove fu a fianco di Alberto Sordi, I nostri mariti, nell’episodio di Luigi Filippo D’Amico, dove ha il curioso ruolo di una donna che diventa uomo, venne spedita nel mondo degli 007, con Matchless di Alberto Lattuada e nel curioso Se tutte le donne del mondo di Henry Levin e, soprattutto, in quello degli spaghetti western.

NICOLETTA MACHIAVELLINICOLETTA MACHIAVELLI

 

E proprio nel mondo del western all’italiana, che al tempo non amava particolarmente, troppe ore di trucco, troppa polvere, personaggi assurdi, si ritagliò una spazio importante, grazie soprattutto al suo ruolo di indiana a fianco di Burt Reynolds in un western clamoroso, Navajo Joe di Sergio Corbucci, presto seguito da Un fiume di dollari di Carlo Lizzani, Giarrettiera Colt, Un minuto per pregare, un istante per morire di Franco Giraldi, Una lunga fila di croci di Sergio Garrone.

 

NICOLETTA MACHIAVELLINICOLETTA MACHIAVELLI

De Laurentiis la umiliò cedendola a piccole produzioni di spaghetti western, lei che era una specie di divinità fiorentina con un nome così importante, oltre a essere una delle rare attrici italiane bilingui. Eppure proprio grazie a questi western venne amata e ricordata in tutto il mondo, al punto che Quentin Tarantino in Kill Bill 1 le rende pubblico omaggio dando al personaggio di Uma Thurman il suo nome nella sequenza del massacro nella chiesa.

 

E’ grazie a questi western che venne invitata a festival e rassegne, rincorsa per interviste su internet. Il caso volle che tanti anni dopo Navajo Joe diventasse amica davvero di molti veri indiani Navajo e portasse i turisti a visitare le loro terre come fosse una di loro. Lei, che era una Machiavelli, lei che era di nobiltà così antica. E, sempre grazie ai suoi buffi western, venne da subito esaltata da un regista importante e coltissimo come Hans Jurgen Syberberg nel 1969 con Scarabea, dove lei mette in scena proprio se stessa nella Sardegna dove girò Giarrettiera Colt.

 

NIC0LETTA MACHIAVELLINIC0LETTA MACHIAVELLI

Come altre bellissime ragazze del tempo, penso a Marilù Tolo, che era stata sua amica e assieme alla quale appare nel folle Candy di Christian Marquand prodotto da Roberto Haggiag, non si sentì mai davvero un’attrice, e precipitò nel cinema come precipitò nei pazzi anni ’60 con molta ingenuità. La troviamo in buffe produzioni internazionali, come Quei temerari nelle loro pazze, scatenate, scalcinate carriole, che neanche ricordava bene, a Los Angeles in Femmine insaziabili di Alberto de Martino, diretta da Paolo Cavara nell’interessante La cattura, a fianco di David McCallum, dove è una cecchina.

 

NICOLETTA MACHIAVELLINICOLETTA MACHIAVELLI

Poi scivola negli anni ’70 dove diventa proprio un’altra persona, la cronaca la massacra come una presunta terrorista, ha dei seri problemi con la legge. E gira film anche molto buoni, come Mordi e fuggi di Dino Risi, dove è una brigatista dai capelli corti a fianco di Oliver Reed, capo di un grupposcolo che ha rapito Marcello Mastroianni e Carole André, un film assolutamente profetico e importante sugli anni di piombo.

 

 O l’incredibile Storie scellerate di Sergio Citti, che adorava, dove si esibisce in un nudo da paura in tutta la sua bellezza. Per non parlare dei suoi noir, di in una serie di polizieschi italo-francesi, dove incontra colossi come Alain Delon e Jean Gabin. Ma la troviamo anche in ruoli importanti nel grande film di Andrej Zulawski L’importante è amare, in Le castagne sono buone di Pietro Germi, in Al di là del bene e del male di Liliana Cavani.

 

NICOLETTA MACHIAVELLINICOLETTA MACHIAVELLI

Non ricordava granché di questi suoi ultimi film. Ormai la sua testa era altrove. Osho, i viaggi in India, il desiderio di scappare era sempre più grande. Ogni tanto tornava in Italia, in Francia, faceva un film, e ripartiva. Il suo ultimo film è stato La fuite en avant, 1983, di Christian Zerbib con Bernard Blier. Anche la sua fuga in avanti sembrava non finir mai.

 

L’avevo ritrovata, con molta fatica, in questi ultimi anni per una serie di interviste e ero diventato molto amico di Nicoletta. Si era pacificata con se stessa, con un passato pesante personale, e con un passato ancora più antico che detestava. Aveva accettato con divertimento il riconoscimento di reginetta del west che le avevamo dato, di nobile navajo più che di nobile fiorentina.

 

Sempre allegra, sempre sorridente, viveva con poco a Seattle, dove si era rifugiata col figlio, che aveva cresciuto in giro per il mondo nei suoi viaggi assurdi. Insegnava italiano agli americani e portava piccoli gruppi in Italia ogni settembre a studiare la nostra cucina.

 

NICOLETTA MACHIAVELLINICOLETTA MACHIAVELLI

Le ho voluto molto bene, un po’ perché la adoravo da ragazzino quando la vedevo al cinema, un po’ perché era una persona assolutamente speciale. Al di là del cinema. Anche se mi sarebbe piaciuto che qualche grande regista di oggi le offrisse la possibilità di ritornare al cinema. In Spagna, in Almeria, le avevano offerto un ruolo in uno di quei film che non si riescono mai a chiudere. Ma credo che abbia comunque sentito molto affetto da parte di una comunità internazionale che ancora la considerava una regina.

 

 

E’ morta senza avvertire nessuno della sua malattia, era scomparsa da un anno e sappiamo della sua morte solo grazie alla sua amica di sempre, Emanuela, su Oshonews. Certo, la vogliamo ricordare come era, bellissima, e sogniamo che le abbiano fatto un vero funerale indiano. Se lo meritava.   

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....