friends salotto

NETFLIX HA UN PROBLEMA: I CONTENUTI DEI CONCORRENTI HANNO PIÙ ASCOLTI DI QUELLI CHE SI PRODUCE DA SOLA. HA DOVUTO SGANCIARE 100 MILIONI PER UN ANNO DI ''FRIENDS'', UNA SERIE FINITA 14 ANNI FA MA ANCORA MACINA-VISIONI - DALL'ANNO PROSSIMO LE PIATTAFORME DI NBC, DISNEY ECC INIZIERANNO A TOGLIERE LE LORO PERLE DA NETFLIX. CHE PRIMA DI ALLORA DOVRÀ ESSERE ACQUISTATA, O NON POTRÀ CONTINUARE A INVESTIRE QUANTO ORA…

 

1. NETFLIX HA UN PROBLEMA: I CONTENUTI DEI CONCORRENTI HANNO PIÙ ASCOLTI DI QUELLI AUTOPRODOTTI

https://www.brand-news.it/

 

Netflix ha un problema: i contenuti dei concorrenti hanno più ascolti di quelli autoprodotti Un’analisi realizzata da Ampere Analysis evidenzia che solo il 20% della visione va ai tanto acclamati prodotti originali da ‘House of Cards’ a ‘Stranger Things’, stando alle statistiche di 7Park Data Il più temuto è Disney + che vedrà la luce a fine 2019, ma anche AT&T Time Warner, che controlla Warner Bros ed HBO, non è da meno, soprattutto se sommato con la potenza di Comcast che non solo possiede Hulu in USA, ma ha appena messo le mani su Sky e NBC Universal e ci sono movimenti in corso anche tra i broadcaster nazionali che si stanno alleando per lanciare le loro piattaforme, come TF1 con M6 con Salto, e che hanno deciso di riprendersi il controllo sulle proprie serie TV.

reed hastings 2

 

Una produzione che a prima vista può sembrare risibile: solo il 20% (in termini di ore complessive) dei contenuti presenti su Netflix appartiene a gruppi concorrenti e broadcaster che si apprestano a lanciare già a partire dai prossimi mesi un’offerta di servizi video on demand in abbonamento. Anche per questo gli investimenti di Netflix in produzioni originali sono cresciuti fino a quota 8 miliardi di euro nel 2018 per realizzare più di 700 serie e c’è chi dice sfioreranno i 12 nel 2019.

 

Il problema grosso per la piattaforma è che quel 20% vale quasi l’80% in termini di tempo speso nella visione da parte degli spettatori, secondo un’analisi realizzata da Ampere Analysis, mentre solo il 20% va ai tanto acclamati originali da ‘House of Cards’ a ‘Stranger Things’, stando alle statistiche di 7Park Data.

 

E se per i media tradizionali le licenze internazionali dei programmi di successo erano solo un’altra forma di profitto, ora – sottolinea un’analisi di Business Insider – il modello di business degli abbonamenti sta facendo ripensare anche consolidati accordi di distribuzione, soprattutto per quanto riguarda certi titoli. E infatti Netflix ha appena sbordato 100 milioni di dollari per continuare a diffondere ‘Friends’ nel 2019, mentre Disney ha già annunciato che le sue produzioni Marvel, Lucasfilm e Pixar a breve scompariranno dal catalogo Netflix.

 

 

2. NETFLIX SPENDE 100 MILIONI PER AVERE FRIENDS (NON IN ESCLUSIVA): LA FORZA DEL PASSATO

reed hastings 1

Riccardo Cristilli per www.tvblog.it

 

 

Tutti i siti d'informazione, blog, pagine social di tutto il mondo hanno prima pubblicato la notizia che dal 1° gennaio 2019 Friends non sarebbe stato più disponibile su Netflix e nel giro di qualche ora anche la sua smentita: Friends almeno per un altro anno sarà su Netflix.

 

Peccato che soprattutto a noi italiani tutto questo interessasse ben poco perchè la notizia riguardava gli Stati Uniti considerando che per questi diritti di seconda, terza, quarta ma anche decima visione ci sono spesso accordi relativi ai singoli cataloghi di ogni singola nazione delle diverse piattaforme di streaming. Negli Stati Uniti Friends è parte di una lotta in atto tra Netflix e i suoi concorrenti, sempre più aggressivi e sempre più desiderosi di avere una propria piattaforma di streaming. Ormai a quelle latitudini la visione in streaming dei contenuti ha superato quella tradizionale, è più facile che un cittadino americano decida di spendere soldi per abbonarsi a una piattaforma di streaming piuttosto che per pagare un abbonamento cable o (più raro) satellitare.

 

FRIENDS

Gli abbonati a Netflix aumentano costantemente ma sarà sempre così o l'avvento delle altre piattaforme di streaming rischia di metterla in pericolo?

 

Proprio per questo il prossimo sarà l'anno dell'esplosione dei servizi di streaming: Apple lancerà la sua piattaforma, arriverà Disney+ e anche Warner Media proporrà la sua piattaforma in cui ritrovare i prodotti HBO, AT&T e Warner Bros in generale. Tra questi prodotti c'è Friends finito nelle ultime ore nell'occhio del ciclone.

 

Tra le tante voci di queste ultime ore ne arriva una clamorosa: Netflix avrebbe pagato 100 milioni per poter aver Friends all'interno del proprio catalogo fino al 2019. Non solo ma in futuro Friends potrebbe essere non solo nel catalogo Netflix ma anche in quello Warner Media come ha spiegato Randall Stephenson di AT&T. Ted Sarandos di Netflix poche ore dopo ha parlato solo di "rumors", probabilmente per mantenere l'interesse vivo su Friends nel catalogo Netflix.

friends

 

Nessuno però ha confermato la spesa di 100 milioni riportata per primo dal The New York Times ma confermata anche a deadline da alcune fonti interne. Stephenson ha definito "win-win" la soluzione trovata sul caso Friends, ovviamente visto che non solo Warner Media avrà anche lei Friends ma incassano anche 100 milioni di dollari.

 

Tutto questo in Italia ha dei riflessi molto più sfumati, considerando che di questa lotta delle piattaforme di streaming ancora non è chiaro quante e come arriveranno anche nel nostro paese. Warner Media dovrebbe prima esordire nei soli Stati Uniti e quindi poi espandersi, almeno questi sembrano i piani iniziali, anche Disney+ dovrebbe arrivare con più calma rispetto agli USA. E su tutti incombe la proposta di espansione internazionale di Hulu.

 

Una "guerra" per i diritti sembra all'orizzonte, anche se l'impressione, almeno vista la situazione del nostro paese, è che potrebbe crearsi una sorta di "pax", una tregua armata, almeno per i primi anni, in cui le piattaforme di streaming potrebbe convivere con l'attuale scenario, raddoppiando inizialmente le possibilità per gli spettatori. Piuttosto che togliere da una piattaforma un distributore come Disney o Warner potrebbe mantenere il proprio prodotto sui canali tradizionali e farlo viaggiare in parallelo sullo streaming. Almeno fino a una diffusione capillare di quest'ultimo.

 

house of cards 6

Resta un pizzico di amaro in bocca al pensiero di quello che si è scatenato nelle ultime ore sul caso Friends e sui 100 milioni (presunti) spesi. Possibile che, per quanto centrale nella storia della tv mondiale, una comedy chiusa 14 anni fa sia così fondamentale per una piattaforma di streaming al punto di spenderci più che per realizzare una nuova serie tv?

 

Il passato vince sempre. L'usato sicuro batte il nuovo perchè più riconoscibile, più facile da proporre, più semplice da trovare per lo spettatore. Perso tra i vari cataloghi, l'utente finisce magari per far vedere il vecchio show all'amico/a che non l'ha mai visto, al figlio ormai cresciuto, alla fidanzata o al fidanzato. Nonostante questo si continuano a produrre sempre più serie tv che per imporsi devono trovare nuove strade: qualità, grande cast o rimandi al passato.

house of cards 8

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…