renzi woodcock dalema

1. NON SOLO D'ALEMA! ‘’IL FATTO’’ SVELA CHE È STATA INTERCETTATA ANCHE UNA TELEFONATA DEL PREMIER MATTEO RENZI AL GENERALE DELLA FINANZA MICHELE ADINOLFI. QUESTA CONVERSAZIONE, INSIEME A QUELLE DI LUCA LOTTI CON LO STESSO ADINOLFI, SONO STATE

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

massimo dalema parle de son vin avec la sommelie??re ludivina wehmassimo dalema parle de son vin avec la sommelie??re ludivina weh

1. L’ASSIST PERFETTO E IL PREMIER INTERCETTATO A STRASCICO

Par di vederli, in sala registrazioni, i carabinieri che ascoltano le telefonate degli uomini della Cpl Concordia. Ssst, parlano di D’Alema! “Bisogna investire negli Italianieuropei dove D’Alema sta per diventare commissario europeo…D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi e ci ha dato delle cose”. Grande, avvisare subito “il dottore”, che al secolo è il pm acchiappavip Henry John Woodcock. S’immagina che vi saranno state indagini e verifiche sulle “cose” che D’Alema avrebbe dato alla cooperativa, visto che alla Fondazione la Concordia ha dato 60mila euro e poi ha comprato vino e libri di D’Alema. Ma non dev’essere saltato fuori nulla, perchè il leader Maximo non è indagato.

 

henry john woodcockhenry john woodcock

Ecco, appunto, non è indagato. Ma da ieri quella telefonata sulla “merda” impazza su Internet e sui telegiornali, e oggi è su tutti i quotidiani. D’Alema protesta per lo “sputtanamento” e fa notare che lui non è ministro e non distribuisce appalti, a marcare una differenza con il caso Lupi. Ma una vera differenza non c’è. Entrambi non sono indagati nelle rispettive inchieste ed entrambi sono stati colpiti da intercettazioni inserite nelle ordinanze d’arresto di altre persone. Le telefonate che li riguardano possono avere rilevanza politica, ma non hanno rilevanza penale.

 

RENZI 
LOTTI
RENZI LOTTI

Ecco, la nuova inchiesta di Woodcock sembra arrivare al momento giusto per spingere la maggioranza ad approvare una legge-bavaglio sulla pubblicazione delle intercettazioni. Un assist perfetto. Non solo, ma il Fatto Quotidiano svela che è stata intercettata anche una telefonata di Matteo Renzi al generale della Finanza Michele Adinolfi. Questa conversazione, insieme a quelle di Luca Lotti con lo stesso Adinolfi, sono state mandate alla Procura di Roma in un fascicolo senza ipotesi di reato. E il Fatto sottolinea come il telefonino usato da Renzi non sia quello della Presidenza del Consiglio, ma sia intestato alla fondazione di Marco Carrai. Mentre il Foglio ha, come dire, un’intuizione, e scrive: “Il metodo Woodcock funziona così. Oggi tocca a D’Alema. Domani potrebbe toccare a chiunque altro. Anche più in alto. Anche qualcuno che conosce bene Palazzo Chigi” (p. 1).

cena di finanziamento del pd a roma  luca lotticena di finanziamento del pd a roma luca lotti

 

Ora, a parte il fatto che nei panni di Lotti non dormiremmo sonni tranquilli, visto che gli hanno ascoltato i telefoni, succede che il premier è stato intercettato a strascico, altra pratica da tempo criticata. A-morale della favola, questa volta il governo potrebbe muoversi davvero sulle intercettazioni e si dovrà ringraziare l’ineffabile Woodcock.  

 

 

2. PIOVE SEMPRE SULLE COOP ROSSE

NARDELLA RENZI CARRAINARDELLA RENZI CARRAI

Dunque, altro affare di coop, tra l’Emilia e Ischia. Corriere: “Ischia le mazzette del sindaco  pd. Secondo i pm ha intascato 330 mila euro dalla coop rossa Cpl Concordia. Nove arresti, le tangenti sugli appalti per portare il metano nell’isola. La ccoperativa avrebbe anche acquistato una serie di volumi dell’ex ministro Tremonti” (p. 2). Nelle intercettazioni, “Compriamo libri e vino di D’Alema’, poi frase sullo sporcarsi le mani” (p. 3). Cetriolo Quotidiano: “La megacoop, Ischia e i casalesi. ‘Le mani in mezzo alla merda’. Metano e tangenti, 11 arresti: i capi del gigante rosso Cpl Concordia e il sindaco dell’isola campana, i rapporti con i clan nel casertano. Le intercettazioni: “Se parliamo finiamo tutti al gabbio” (p. 2). Poi uno zoom sulla cooperativa: “Coop rosse e affari. La rete di Casari, da Tremonti a Poletti. Per 39 anni al vertice della Cpl Concordia, arrestato ieri, l’ex presidente della cooperativa è sempre stato abile nell’allargare le amicizie politiche” (p. 4). La prende poco sul serio Il Giornale, che titola a tutta prima: “Arrestato il vino di D’Alema”. E poi comunque si dedica alle care coop rosse: “Cooperazione a delinquere: ormai è pioggia di inchieste. Dall’ultimo caso di Ischia fino alle tre coop coinvolte nel ‘sistema Incalza’ per realizzare le grandi opere. Quei soldi all’ex ministro Kyenge, Zingaretti e Sposetti” (p. 2).

michele adinolfimichele adinolfiorfeo gen adinolfi foto mezzelani gmt orfeo gen adinolfi foto mezzelani gmt

 

Massimo D’Alema si fa intervistare da Repubblica e si sfoga: “Non ho mai ricevuto favori, scandaloso finire negli atti. Così viene ferita la mia onorabilità, ora valuto denunce. La giustizia deve scoprire reati, non sputtanare persone. La vicenda di Lupi non c’entra. Io non sono un ministro, che ha vincoli di comportamento derivanti dalla carica. Sono un cittadino qualsiasi senza incarichi istituzionali di alcun genere. Un ministro che riceve un regalo può essere qualcosa di sgradevole. Io sono un normale cittadino e lancio un allarme. Io non assegno appalti” (p. 8).

 

MATTEO RENZI CON MOGLIE E BAMBINI SULLO SFONDO LUCA LOTTI MATTEO RENZI CON MOGLIE E BAMBINI SULLO SFONDO LUCA LOTTI

Libero attacca sulla casa vinicola dei D’Alema: “Amici, soci e prestanomi dietro la cantina di Baffino. Uno dei partner dell’azienda La Madeleine in barca con il faccendiere Tarantini. Il figlio di Massimo acquisì il 40% da un uomo di fiducia di un fiscalista discusso. Il ‘salto’ all’Ismea dell’ex dipendente” (p. 3). Da segnalare che invece per il Giornale D’Alema è sottoposto a “gogna mediatica” (p. 3), mentre Woodcock è “un persecutore di vip che fa solo flop” (p. 4).

 

 

3. UN UOMO SOLO AL COMANDO

luca lotti e matteo renzi al pittiluca lotti e matteo renzi al pitti

Anche ieri in direzione Renzi ha tirato dritto per la sua strada. “Italicum, il Pd si spacca. Renzi: ‘Basta con i ricatti, niente modifiche alla riforma’. La minoranza: ‘Non votiamo’. Scontro in direzione. Il premier: ‘Non lascio il monopolio della parola sinistra a voi’. Cuperlo: ci vediamo in aula”. “L’opposizione evoca la scissione: ‘La ditta non c’è più” (Repubblica, p. 2).

 

Sul Corriere, “Ultima (disperata) mediazione o Bersani dirà no alla Camera. La minoranza al premier: cambiamo, poi al Senato voto a favore” (p. 9). Per il Cetriolo Quotidiano, “Renzi tramortisce la minoranza e pensa già a far fuori Landini” (p. 7).

 

MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE

 

4. ULTIME DA FARSA ITALIA

“Gelo leghista su Berlusconi e l’ipotesi Milano. Il segretario: chiunque amministrerebbe meglio di Pisapia. Il sindaco scherza: con lui in campo torno anch’io” (Corriere, p. 11). Intanto il Banana è sempre alle prese con un partito allo sbando: “Berlusconi avvia il repulisti. Romani sotto processo. ‘Il gruppo non lo vuole più’. ‘E ora vediamo se lui o Verdini aiuteranno il governo’. Regionali, vicina l’intesa con Salvini. Ultimatum di Alfano” (Repubblica, p. 12). Libero: “Silvio chiede il 2 per 1000 ai deputati. Il partito annega nei debiti: il Cav a caccia di fondi. E per tornare a vincere ora si guarda a Sarkozy” (p. 9).

IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI

 

Poi passa il Giornale e rimette a posto le cose: “Berlusconi stanco dei bisticci scalpita per tornare in campo. Il leader di Forza Italia infastidito dalle continue liti dentro il partito vuole passare all’attacco: ‘Gli italiani devono capire che cosa ho subito” (p. 7).

 

 

ronzulli ridipinge  ronzulli ridipinge

5. MA FACCE RIDE!

Licia Ronzulli: “Berlusconi è il leader internazionale che ha messo fine alla guerra fredda, è l’unico uomo al mondo che ha presieduto tre volte il G8” (Corriere, p. 11).

ronzulli ridipinge ronzulli ridipinge

 

 

6. FA SOSTA LA SUPPOSTA?

Altri segnali positivi sul fronte della ripresa economica. “Fiducia imprese ai massimi, il governo studia la proroga degli incentivi alle assunzioni. Aziende e consumatori ottimisti sulla crescita. Poletti: un milione di contratti a tempo indeterminato” (Repubblica, p. 14). Quella del milione di posti di lavoro l’abbiamo già sentita: era di Berlusconi. Stampa: “Alimentari, elettrodomestici e auto, la spinta alla ripresa dei consumi. Crescono grande distribuzione e informatica, riparte anche il Sud” (p. 3).

 

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN

7. EDITORIA IN AGONIA

L’Accordo dei principali azionisti sul prossimo direttore del Corriere, o meglio, sui criteri per sceglierlo, rischia di diventare un clamoroso autogol. Repubblica: “Rcs, rischio Opa per la scelta del direttore. Bazoli rende esplicito l’accordo di fatto dei grandi soci sui criteri di nomina al Corsera” (p. 24). La Stampa mette il proprio direttore in un titolo: “Rcs, pronta la lista dei fondi. Bazoli: nuovo piano industriale. Calabresi si chiama fuori: rimango a La Stampa. Si aspettano le mosse di Cairo” (p. 21). Per il Fatto: “Calabresi si arrende: ‘Niente Corriere’. Giornalisti in rivolta: l’uomo dell’operazione Recoletos in cda? Ha causato perdite che ancora paghiamo” (p. 9). Il Giornale sottolinea: “Bazoli: ‘A Rcs serve un nuovo piano’. Fontana in pole per la direzione del ‘Corriere’, Calabresi resta alla Stampa. I Rotelli scendono al 2,7%” (p. 17).

 

 

Ultimi Dagoreport

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?

arianna meloni luciano fontana formigli corrado fiorenza sarzanini urbano cairo la7 corriere della sera

DAGOREPORT - E' RIPARTITA LA “BATTAGLIA DI VIA SOLFERINO”! IL PRIMO MAGGIO SCORSO, LUCIANO FONTANA HA SUPERATO LA BARRIERA DEI DIECI ANNI ALLA DIREZIONE DEL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO. E SI INFITTISCONO I SUSSURRI E LE GRIDA DI UN CAMBIO DI GUARDIA DAL PRIMO GENNAIO 2026. NEL VISPO CERVELLO DI CAIRO FRULLA IL NOME DELLA VICEDIRETTRICE, FIORENZA SARZANINI. LE VOCI DI UNA PRIMA DONNA SULLA PRIMA POLTRONA HANNO SCATENATO MAL DI PANCIA TRA I TANTI ASPIRANTI ALLA SUCCESSIONE - MA URBANETTO È ALLE PRESE CON UN’ALTRA BRUTTA ROGNA. MALGRADO LA POLITICA DEI “DUE FORNI” (SE IL ‘’CORRIERE’’ E' FILO-MELONIANO, LA7 E' SCHIERATISSIMA CONTRO), ARIANNA MELONI HA SPORTO UNA CAUSA CIVILE DIRETTA A LA7 CHIEDENDO UN RISARCIMENTO DANNI DI 100MILA EURO PERCHÉ ‘’PIAZZA PULITA’’ BY FORMIGLI AVREBBE ORCHESTRATO UNA CAMPAGNA DENIGRATORIA CONTRO LA MOGLIE SEPARATA DI LOLLOBRIGIDA…

matteo zuppi giuseppe conte

DAGOREPORT – IL CARDINALE ZUPPI SI ACCORGE SOLO ORA CHE LA CHIESA ITALIANA HA UN PROBLEMA CON L’8 PER MILLE E ACCUSA IL GOVERNO DI AVERE “MODIFICATO IN MODO UNILATERALE LE FINALITÀ DI ATTRIBUZIONE DEI FONDI” – IN REALTA’ I GUAI ECONOMICI PER LA MASTODONTICA STRUTTURA DELL’EPISCOPATO ITALIANO SONO NATI CON IL PRIMO GOVERNO CONTE, CHE HA MODIFICATO PER PRIMO IL MODELLO PER L’ASSEGNAZIONE DELL’8 PER MILLE – EPPURE, QUANDO PEPPINIELLO, PRESSOCHÉ SCONOSCIUTO, DIVENNE PREMIER, LA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIA ESULTÒ. NIPOTE DI UN FRATE CAPPUCCINO, DEVOTO DI PADRE PIO, SEMBRAVA QUASI UN DONO DELLA DIVINA PROVVIDENZA. INVECE CONTE E LE TRUPPE LAICISTE DEL’M5S HANNO PRODOTTO LE LEGGI PIÙ DANNOSE DEGLI ULTIMI 50 ANNI PER LE CONFESSIONI RELIGIOSE…

giorgia meloni matteo salvini elly schlein giuseppe conte bonelli fratoianni

DAGOREPORT - L’ESITO DEL REFERENDUM, LANCIATO DALLA SETE DI POTERE DI LANDINI IN CUI SONO CADUTI GLI INETTI SCHLEIN E CONTE, HA SPINTO UNA BEFFARDA MELONI A CANTARE VITTORIA DETTANDO AI SUOI GAZZETTIERI CHE IL RISULTATO “RISCHIA DI INCHIODARMI A PALAZZO CHIGI PER DIECI ANNI”. COME SE IL 70% CHE SE N'È FREGATO DI ANDARE A VOTARE, SIA TUTTO A FAVORE DELLA DESTRA. UNA FURBATA DA VENDITORE DI TAPPETI PERCHÉ IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI NON E' PER NIENTE DIPINTO DI ROSA. A PARTE LA DISCRIMINANTE GEOPOLITICA, CHE VEDE IL TURBO-SOVRANISMO ANTI-UE DI SALVINI COZZARE CON IL RIPOSIZIONAMENTO EURO-PPE DELLA CAMALEONTICA DUCETTA, IL PASSAGGIO PIÙ DIFFICILE ARRIVERÀ CON LE REGIONALI DEL PROSSIMO AUTUNNO, DOVE RISCHIA SERIAMENTE DI PERDERE LE MARCHE MENTRE IL VENETO È APPESO ALLE MOSSE DI ZAIA. I TIMORI DELLA MELONI SI SONO APPALESATI QUANDO È SBUCATO IL NASO AD APRISCATOLE DI DONZELLI ANNUNCIANDO UN’APERTURA SUL TERZO MANDATO CON LO SCOPO DI LANCIARE UN SALVAGENTE A SALVINI E NELLO STESSO TEMPO MANDARE ALL’ARIA IL CAMPOLARGO IN CAMPANIA - DALL'ESITO DELLE REGIONALI LA SGARBATA PREMIER DELLA GARBATELLA CAPIRA' SE HA I NUMERI PER ANDARE AL VOTO ANTICIPATO SENZA SALVINI TRA I PIEDI…