OPERAZIONE MONDAZZOLI – UMBERTO ECO NON STA SERENO: “IL NUOVO COLOSSO AVREBBE TROPPO POTERE CONTRATTUALE CON GLI AUTORI” – “NULLA ESCLUDE CHE SI POSSA FORMARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI, ANCHE STRANIERI” PER RILEVARE RCS LIBRI

Umberto Eco per “la Repubblica

 

Umberto Eco Umberto Eco

IN Italia, la settimana scorsa circa 50 autori della casa editrice Bompiani (e di altre case editrici) hanno pubblicamente protestato per il ventilato acquisto da parte della Mondadori del gruppo Rcs. Cerchiamo di chiarirci le idee. Mondadori è certamente il più grande gruppo editoriale italiano (comprende per esempio anche case prestigiose come la Einaudi) e appartiene alla famiglia Berlusconi. La Rcs, ovvero Rizzoli-Corriere della Sera, è il secondo gruppo italiano e riunisce un grande quotidiano, varie altre pubblicazioni e soprattutto una serie di case editrici come Bompiani, Adelphi, Fabbri, Rizzoli, Archinto, Bur, Lizard, Marsilio, Sonzogno.

 

È questo pacchetto di case editrici che il consiglio di amministrazione della Rcs, per far fronte a un forte indebitamento, intenderebbe vendere a Mondadori. All’inizio si era parlato della nascita di un nuovo gruppo, nato dalla fusione del settore libri della Mondadori con quello della Rcs, ma ormai il progetto ha preso un’altra strada: si tratta di un acquisto di Rcs da parte di Mondadori.

UMBERTO ECO INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO UMBERTO ECO INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO

 

Ora cerchiamo di dimenticare per un momento che la Mondadori è della famiglia Berlusconi — il che certamente aggiunge un tocco inquietante all’intera faccenda, poiché la famiglia Berlusconi verrebbe a dominare non solo il settore delle televisioni ma anche quello dell’editoria. Il problema resterebbe immutato, anche se il proprietario di Mondadori fosse anche un signor Bianchi qualsiasi. Bianchi o Berlusconi, Mondadori più Rcs verrebbe a costituire un colosso editoriale che dominerebbe il 40 per cento del mercato italiano (e che non ha pari nel panorama europeo). Perché gli autori dell’appello di cui si diceva all’inizio si sono dichiarati preoccupati?

 

È chiaro il potere che questa concentrazione assumerebbe in Italia. Visto che si troverebbe di fronte altri due gruppi di medie dimensioni, e una pletora di piccole case editrici (che talora sono indispensabili per la scoperta di nuovi autori), il nuovo colosso assumerebbe un preoccupante potere contrattuale nei confronti degli autori. Potrebbe dire «o vieni con noi, alle condizioni che noi proponiamo, o vai a finire nelle mani di un editore minore». Ma un gruppo potente al 40 per cento avrebbe una influenza determinante sulle librerie e sarebbe capace di penalizzare gli editori minori. Quindi l’autore che non cede alle offerte del gruppo avrebbe minori possibilità di diffusione.

 

Palazzo_MondadoriPalazzo_Mondadori

Inoltre si è osservato che la fusione renderebbe ridicoli i premi letterari. Il massimo premio letterario italiano (lo Strega) conta centinaia di elettori ma, ipocrisie a parte, tutti sanno che le case editrici possono controllare consistenti “pacchetti” di voti. Un gruppo monstre come quello di cui si parla potrebbe decidere ogni anno a chi vada lo Strega. E allora tanto varrebbe eliminare i premi letterari che varrebbero, agli occhi dei lettori non ingenui, come la pubblicità per far ricrescere i capelli.

 

Si deve ammettere che il gruppo Mondadori, pur appartenendo a Berlusconi, si è mostrato abbastanza liberale nei confronti delle case editrici che controlla, consentendo per esempio alla Einaudi di seguire le propria vocazione editoriale. Ma anche se Berlusconi fosse il più virtuoso dei padroni, niente esclude che un giorno possa vendere a un padrone meno virtuoso di lui (se l’idea non suona inverosimile) e il gruppo monstre potrebbe sviluppare una forte vocazione censoria.

 

MARINA BERLUSCONI IN ROSAMARINA BERLUSCONI IN ROSA

Insomma un gruppo talmente potente è una minaccia per la libertà di espressione. In termini di libero mercato è vero che spesso le concentrazioni sono economicamente inevitabili, ma il sistema rimane sano quando si attua ancora una concorrenza tra concentrazioni diverse. Ma quando esiste un gruppo più potente di tutti è la libera concorrenza che entra in crisi. E, sempre in termini di libero mercato, ridurre la concorrenza rischia sempre di ridurre la qualità.

 

Insomma gli autori (che messi tutti insieme sono le galline dalle uova d’oro delle case editrici) non sono contenti di quanto si sta minacciando. Naturalmente i giornali di destra hanno subito parlato di complotto “comunista” e di tentativo di mandare la Rcs al fallimento. È vero che la fusione con Mondadori appare oggi come la più facile da realizzare, ma nulla esclude che si possa formare una cordata di imprenditori, anche stranieri, capace di rilevare la cassaforte intellettuale della Rcs, costituendo così un gruppo autonomo.

 

L’avvenire è nel grembo di Allah, o di Dio, o del bosone di Higgs, ma certamente gli autori che hanno firmato l’appello (tra cui anche stranieri come Tahar Ben Jelloun, Hanif Kureishi e Thomas Piketty, e un grande editor americano come Drenka Willen) non sono tranquilli e chiedono ai loro lettori di non sentirsi tranquilli.

 

(Questo articolo di Umberto Eco sarà pubblicato su Le Monde )

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…