PAX TV – SKY SMENTISCE UNO SBARCO MASSICCIO SULLA TV GENERALISTA MA MEDIASET CEDE IL 4% IN BORSA – PERÒ POTREBBE METTERE IN CHIARO LE SUE “ALL NEWS” E UNO SHOW DI SUCCESSO COME “X FACTOR”

Dopo le rivelazioni di ieri di “Repubblica”, la tv dello Squalo Murdoch smentisce l’invasione di campo, ma intanto il titolo Mediaset ha perso il 4,2% in Borsa. Il Biscione sempre al centro di voci che lo vogliono presto alleato di Telecom, grazie all’arrivo dei francesi di Vivendi…

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1.”SKY: "NO ALLA TV IN CHIARO" MA MEDIASET CEDE IL 4%”

Maddalena Camera per "il Giornale"

 

RUPERT MURDOCH RUPERT MURDOCH

La pax tra Sky e Mediaset potrebbe saltare con conseguenti invasioni di campo. E se Mediaset è già passata alla tv a pagamento sul digitale terrestre con i suoi canali Premium, Sky potrebbe passare alla tv generalista: ieri il titolo Mediaset ha perso il 4,2% dopo che Repubblica ha rilanciato un'indiscrezione non nuova. E per di più Sky ha smentito qualunque interesse.

 

Nei mesi scorsi l'agenzia Bloomberg ha riportato che Sky fosse pronta a sbarcare sul digitale, affittando da Ti Media Broadcasting la banda necessaria per i cinque canali. In realtà, l'ipotesi di accordo con l'operatore di rete è del giugno scorso, quando Sky sperava di poter raccogliere dalla Lega calcio l'assegnazione dei diritti per le partite del campionato di Serie A sia per il satellite, sia per il digitale terrestre. Invece le cose sono andate diversamente, anche per garantire la concorrenza e le 8 squadre più importanti del campionato italiano hanno ceduto, nuovamente, i diritti a Mediaset per il digitale terrestre.

 

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Non c'è dubbio comunque che, sia Sky, sia Mediaset, stiano pensando a nuovi piani per il futuro.

 

Sky dovrebbe essere pronta entro i primi mesi del 2015, grazie a un nuovo decoder integrato, a vendere i suoi programmi tramite i collegamenti in fibra ottica di Telecom Italia. Mediaset, a sua volta, è sempre al centro di indiscrezioni su una possibile integrazione con l'ex-monopolista delle tlc. Ipotesi questa che potrebbe essere sostenuta dall'arrivo del socio francese nell'azionariato di Telecom. Ossia Vivendi, che è anche proprietario di Canal Plus, da mesi indicato come prossimo socio di Mediaset Premium, la tv a pagamento del Biscione dove Telefonica ha acquisito una partecipazione da 100 milioni.

 

Insomma il quadro generale è incerto, complicato anche dalla situazione di crisi del mercato pubblicitario che assottiglia i bilanci e non aiuta gli investimenti.

Secondo voci pare però verosimile che Sky, per tamponare il calo di abbonati (meno 200mila nell'ultima stagione), potrebbe mettere in chiaro le sue «All News» e show di successo come «X Factor». Così raccoglierebbe un po' di pubblicità per tamponare il bilancio, l'ultimo chiuso con 8 milioni di rosso. Ma niente di più.

mediaset mediaset

 

Quello della tv in chiaro è un mercato già molto affollato e con margini ristretti. Inoltre il numero di canali in Italia è quasi tre volte quello della Francia e il 30% in più della Gran Bretagna. In Francia infatti i canali, nazionali, in chiaro sono 28, in Spagna 32, nel Regno Unito 63 mentre in Italia sono 83. Sky, nella sua nota ha ribadito, di voler restare presente nel digitale terrestre solo con il canale Cielo che in settembre ha toccato l'1,35% di share.

 

 

2.”Le notizie di Sky in chiaro sul digitale “Ma non riduciamo l’offerta a pagamento”

( e. l.) per "La Repubblica"

 

silvio mediaset berlusconi silvio mediaset berlusconi

Sky si prepara a portare dalla pay-tv al digitale terrestre in chiaro i suoi canali di informazione. Il network italiano di Rupert Murdoch ha però ribadito ieri che la sua strategia «è focalizzata sul core business» del satellite, ragion per cui non è previsto (Sky-News24 a parte) «il lancio di un pacchetto di canali gratuiti in chiaro». Mossa che romperebbe la fragile pax televisiva raggiunta negli ultimi anni tra Mediaset e la controllata di News Corp.

 

Qualcosa, a dire il vero, si muove, visto che lo stesso ad di Sky Italia Andrea Zappia ammette «la possibilità del trasloco alla televisione gratuita» (tempi e modi sarebbero ancora da definire) dei canali di notizie del gruppo. Santa Giulia però getta acqua sul fuoco: «La presenza di Sky sulla televisione free continuerà a essere garantita da Cielo — scrive in una nota — il canale in chiaro che nel mese di settembre ha toccato l’1,35% di share medio e che nel corso del 2014 è il canale nativo digitale cresciuto maggiormente rispetto allo stesso periodo del 2013: +74%».

 

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Nessuno di stupisce, comunque delle fibrillazioni del settore tv in Italia. La crisi economica e quella degli spot hanno messo in seria difficoltà i conti dei due grandi player del settore e della Rai. I tagli ai costi sono ormai stati fatti quasi tutti. E in attesa che ripartano pil e spot, il Biscione e le reti satellitari di Murdoch si stanno preparando da tempo ad affrontare la competizione di Netflix & C. («Netflix non ci preoccupa» è però il mantra di Zappia) che dopo aver sbancato l’etere americano si stanno preparando alla conquista dell’Europa.

 

Sky e Mediaset, non a caso, hanno già iniziato a diversificare i loro business. Anche a costo di cannibalizzare un po’ di audience e di ricavi delle loro attività principali. Cologno ha lanciato Infiniti, un supercatalogo di 5mila film da acquistare online più ricco di quello di Netflix. E per un attimo — quando con Al Jazeera sperava di mettere le mani sia sui diritti della Serie A che su quelli della Champions — aveva accarezzato l’idea di sbarcare sul satellite. Sky, come già fa BSkyB a Londra, ha un listino che oltre a un po’ di digitale terrestre gratuito (mai spinto davvero commercialmente proprio per non fare le scarpe al satellite) prevede già la vendita online di trasmissioni e film.

 

SKY ITALIA SKY ITALIA

La velocità dei cambiamenti tecnologici e la convergenza tra media e tlc sta rimescolando le carte del mondo delle tv in una partita dove le armi a disposizione sono due (il controllo dei diritti sui grandi eventi e la banda per distribuirli) e l’obiettivo finale è il cliente cui vendere il prodotto. Una situazione fluida in cui tutti stanno imparando obtorto collo a fare di tutto. In vista, dicono in molti, di un’offerta finale unica in cui si acquisteranno telefonia, tv e banda per navigare su internet. British Telecom ha sfidato Murdoch comprando i diritti del calcio inglese.

 

Telefonica (forse anche per salvare Prisa causa moral suasion del Governo di Madrid) ha comprato a peso d’oro Digital + e una quota di Mediaset Premium. Sky ha stretto un accordo commerciale con Telecom Italia — «è la nostra scommessa per il futuro assieme a Sky online» per Zappia — mentre il Biscione continua a sognare un accordo con l’azienda guidata da Marco Patuano, magari sempre su Premium, per ammortizzare i soldi (1,1 miliardi) pagati per vincere l’asta Champions del triennio 2015-2018 e “salvare” i diritti della Serie A. Un salasso importante in un momento difficile per la pubblicità tv in Italia, specie per il Biscione che ha già fatti quasi tutti i tagli ai costi fattibili.

 

Il futuro dell’etere (in campo ci sono pure Amazon, Apple e Google) è ancora tutto da scrivere. Ma nel timore di perdere il treno giusto tutti, dal satellite al digitale, dallo streaming alla pay, stanno imparando a fare tutto. 

 

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