PICCOLI EDITORI STREGATI - SVOLTA DEMOCRATICA AL PREMIO STREGA: I PICCOLI IN FINALE PER DIRITTO - DE MAURO: ''LA FERRANTE (CIOÉ, ANITA RAJA)? “NON ABBIAMO MODIFICATO IL REGOLAMENTO PER LEI. NON L’ABBIAMO CAMBIATO NEANCHE PER PASOLINI"

Se nella cinquina non vi sarà almeno un piccolo e medio editore, verrà ripescato il libro escluso che ha ottenuto il maggior numero di voti - De Mauro: "La Ferrante? Secondo me è un Amico della domenica" - Antonio Pennacchi: “La Ferrante? La invidio, come invidio Salinger. Anch’io avrei voluto scrivere libri senza metterci la faccia”...

Condividi questo articolo


elena ferrante libri 5 elena ferrante libri 5

Raffaello De Santis per “la Repubblica”

 

Il premio Strega è sotto i riflettori. Ieri è stata una giornata cruciale. Su Repubblica lo ha tirato in ballo Umberto Eco per denunciare il pericolo che muoia sotto i colpi della fusione Mondadori-Rizzoli, a causa di mancanza di competizione: «Il massimo premio letterario italiano (lo Strega) conta centinaia di elettori ma, ipocrisie a parte, tutti sanno che le case editrici possono controllare consistenti pacchetti di voti».

 

Nello stesso giorno Elena Ferrante, rispondendo su questo giornale alla proposta di candidatura di Roberto Saviano, ha pesantemente bistrattato la competizione definendola un “tavolo tarlato”, ma accettando comunque di prenderne parte: «Il libro è stato pubblicato apposta perché chiunque ne faccia l’uso e l’abuso che vuole».

 

Nella sua lettera, l’autrice di Storia della bambina perduta , pubblicato da E/O, dice di mettersi in gioco per «sparigliare le carte», per «irrompere nel rito di una gara sempre più finta».

il mistero di Elena Ferrante il mistero di Elena Ferrante

 

Forse allora la sfida quest’anno sarà più aperta. Non solo perché ci sarà Elena Ferrante, ma perché da oggi le regole cambiano. Dopo una lunga riunione, il comitato direttivo del premio, presieduto da Tullio De Mauro, ha infatti approvato un nuovo regolamento che facilita la vita ai piccoli e medi editori, finora fagocitati dalle strategie dei grandi gruppi editoriali (Mondadori, Rcs, Gems, Giunti, Feltrinelli e De Agostini). Tra le norme più significative in questa direzione ve ne sono due: una dice che la giuria dei 460 Amici della Domenica dovrà esprimere nella prima votazione (la semifinale a casa Bellonci) la preferenza per tre dei dodici libri in concorso, non più per uno solo.

 

elena ferrante libri 1 elena ferrante libri 1

L’altra, istituisce una “clausola di salvaguardia” per favorire la presenza nella cinquina dei semifinalisti dei piccoli e medi editori (un segmento di mercato pari a circa il 40%). In sostanza se nella cinquina non vi sarà almeno un piccolo e medio editore, verrà ripescato il libro escluso che ha ottenuto il maggior numero di voti. E al Ninfeo si arriverà a disputare una finale a sei.

 

Non si potrà più verificare quindi una situazione come quella dello scorso anno con una cinquina dominata dai colossi editoriali, nella quale non c’è spazio per gli altri: Elisa Ruotolo, autrice Nottetempo, sembrava avere fino alla fine buone possibilità di farcela ma poi era stata sconfitta per tre voti da Antonella Cilento, autrice Mondadori. Quest’anno la Ruotolo rientrerebbe in gara. Così come nel 2013 l’avrebbe sfangata minimum fax con il libro di Paolo Cognetti.

 

Tullio De Mauro Tullio De Mauro

Inoltre il comitato direttivo ha scelto di aprire la strada ai tanti autori stranieri che pubblicano in italiano, come ora Jhumpa Lahiri. Se fino ad oggi si poteva candidare solo la “narrativa in prosa di un autore italiano” da adesso in poi lo Strega si apre agli “autori di narrativa che abbiano scritto in italiano”, non importa che abbiano scritto un romanzo o una graphic novel.

 

Ma cosa significano questi cambiamenti? Tullio De Mauro spiega: «Supponendo che gli Amici della Domenica, tra i quali immagino ci sia anche colui o colei che si firma Elena Ferrante, debbano dare un voto all’editore cattivo che glielo chiede, grazie a queste nuove regole potranno assegnare gli altri due voti seguendo il loro gusto e non le supposte direttive editoriali ».

 

Perché dice che Ferrante è tra gli Amici? Pensa sia un giurato? «Mi pare che conosca molto bene il tavolo tarlato che è nel salotto di casa Bellonci – sorride – dove in genere si svolgono le votazioni. Ne deduco che sia una persona molto attenta, che frequenta abitualmente la Fondazione.

 

Tullio De Mauro Tullio De Mauro

Dubiterei però che si tratti di un maschio. In genere noi maschi siamo poco sensibili ai dettagli: la tavola tarlata non l’avremmo notata». De Mauro racconta che il comitato lavorava a questa piccola rivoluzione da molto tempo, sottolineando che non si tratta di una risposta all’affaire Ferrante: «La riunione che si è tenuta l’altro ieri era in calendario da un po’. Lo Strega ne ha viste di tutti i colori. Non è cambiato il regolamento per Pier Paolo Pasolini, si figuri se lo modifichiamo per Ferrante…».

 

ANITA RAJA ANITA RAJA

Però le accuse che nella sua lettera Elena Ferrante ha rivolto al premio sono molto pesanti, che ne pensa? «Sono le consuete accuse di ogni anno. In genere venivano fatte dopo aver partecipato, ora è grazioso che vengano fatte prima. Non credo nelle oscure mene. È un atteggiamento molto italiano quello di pensare che la società sia fatta di ladri e mascalzoni ». È anche vero che quest’anno lo Strega rischiava la faccia più di sempre. Qualora la fusione Mondadori-Rizzoli andasse in porto, si chiedeva Eco, che fine farebbero i premi letterari? «I rischi di cui parla Eco nel suo articolo sono reali. I premi ne risentirebbero, perché diminuirebbe ulteriormente la possibilità di scelta».

 

Se i piccoli potranno quindi iniziare a pensare perlomeno di rientrare in cinquina, i grandi come reagiscono alla notizia dei cambiamenti? Ad Elisabetta Sgarbi, travolta in questi giorni in qualità di direttore editoriale dalla vicenda di acquisto Rcs, sorge qualche dubbio: «A volte si confonde picco- lo e medio editore con editore indipendente. E, peraltro, si può essere medio editore, di grande blasone, anche all’interno di un gruppo editoriale indipendente. In linea di principio, certo che si è favorevoli ai piccoli editori e alla visibilità delle loro proposte. Ma avrei esteso la gara anche a scrittori italiani di lingua non italiana.

Hasta la victoria Pennacchi Hasta la victoria Pennacchi

 

Ad esempio Pahor, triestino di lingua slovena». Ottimista Gianluca Foglia, direttore editoriale Feltrinelli, che non pare impaurito: «Mi pare che queste regole vadano nella giusta direzione. Ben vengano se servono a rendere il premio più libero e meno prevedibile. Le valuteremo ovviamente alla prova dei fatti».

 

È chiaro che le regole garantiranno a Elena Ferrante di competere in un contesto meno asfittico rispetto al passato. Mauro Covacich, in gara per Bompiani con La sposa , appare un po’ spaesato: «Non è piacevole incarnare il Sistema corrotto dei grandi gruppi. La competizione con Elena Ferrante sarà trasparente, sui libri. Ma se lei è invisibile, vuol dire che anch’io potrò scegliere se partecipare o meno di persona».

 

Antonio Pennacchi fuma Antonio Pennacchi fuma

Antonio Pennacchi, vincitore nel 2010 con Canale Mussolini edito da Mondadori, non vede male la candidatura della Ferrante: «Ognuno è padrone di candidare chi gli pare, anche se invisibile. La invidio, come invidio Salinger. Anch’io avrei voluto scrivere libri senza metterci la faccia. Sullo Strega però la penso diversamente: ne parlano male solo quelli che non sono riusciti a vincerlo ». Covacich chiosa ironicamente: «Curioso, una campagna all’insegna dello smascheramento guidata da una scrittrice mascherata ».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…