PICCOLI EDITORI STREGATI - SVOLTA DEMOCRATICA AL PREMIO STREGA: I PICCOLI IN FINALE PER DIRITTO - DE MAURO: ''LA FERRANTE (CIOÉ, ANITA RAJA)? “NON ABBIAMO MODIFICATO IL REGOLAMENTO PER LEI. NON L’ABBIAMO CAMBIATO NEANCHE PER PASOLINI"

elena ferrante libri 5elena ferrante libri 5

Raffaello De Santis per “la Repubblica”

 

Il premio Strega è sotto i riflettori. Ieri è stata una giornata cruciale. Su Repubblica lo ha tirato in ballo Umberto Eco per denunciare il pericolo che muoia sotto i colpi della fusione Mondadori-Rizzoli, a causa di mancanza di competizione: «Il massimo premio letterario italiano (lo Strega) conta centinaia di elettori ma, ipocrisie a parte, tutti sanno che le case editrici possono controllare consistenti pacchetti di voti».

 

Nello stesso giorno Elena Ferrante, rispondendo su questo giornale alla proposta di candidatura di Roberto Saviano, ha pesantemente bistrattato la competizione definendola un “tavolo tarlato”, ma accettando comunque di prenderne parte: «Il libro è stato pubblicato apposta perché chiunque ne faccia l’uso e l’abuso che vuole».

 

Nella sua lettera, l’autrice di Storia della bambina perduta , pubblicato da E/O, dice di mettersi in gioco per «sparigliare le carte», per «irrompere nel rito di una gara sempre più finta».

il mistero di Elena Ferranteil mistero di Elena Ferrante

 

Forse allora la sfida quest’anno sarà più aperta. Non solo perché ci sarà Elena Ferrante, ma perché da oggi le regole cambiano. Dopo una lunga riunione, il comitato direttivo del premio, presieduto da Tullio De Mauro, ha infatti approvato un nuovo regolamento che facilita la vita ai piccoli e medi editori, finora fagocitati dalle strategie dei grandi gruppi editoriali (Mondadori, Rcs, Gems, Giunti, Feltrinelli e De Agostini). Tra le norme più significative in questa direzione ve ne sono due: una dice che la giuria dei 460 Amici della Domenica dovrà esprimere nella prima votazione (la semifinale a casa Bellonci) la preferenza per tre dei dodici libri in concorso, non più per uno solo.

 

elena ferrante libri 1elena ferrante libri 1

L’altra, istituisce una “clausola di salvaguardia” per favorire la presenza nella cinquina dei semifinalisti dei piccoli e medi editori (un segmento di mercato pari a circa il 40%). In sostanza se nella cinquina non vi sarà almeno un piccolo e medio editore, verrà ripescato il libro escluso che ha ottenuto il maggior numero di voti. E al Ninfeo si arriverà a disputare una finale a sei.

 

Non si potrà più verificare quindi una situazione come quella dello scorso anno con una cinquina dominata dai colossi editoriali, nella quale non c’è spazio per gli altri: Elisa Ruotolo, autrice Nottetempo, sembrava avere fino alla fine buone possibilità di farcela ma poi era stata sconfitta per tre voti da Antonella Cilento, autrice Mondadori. Quest’anno la Ruotolo rientrerebbe in gara. Così come nel 2013 l’avrebbe sfangata minimum fax con il libro di Paolo Cognetti.

 

Tullio De Mauro Tullio De Mauro

Inoltre il comitato direttivo ha scelto di aprire la strada ai tanti autori stranieri che pubblicano in italiano, come ora Jhumpa Lahiri. Se fino ad oggi si poteva candidare solo la “narrativa in prosa di un autore italiano” da adesso in poi lo Strega si apre agli “autori di narrativa che abbiano scritto in italiano”, non importa che abbiano scritto un romanzo o una graphic novel.

 

Ma cosa significano questi cambiamenti? Tullio De Mauro spiega: «Supponendo che gli Amici della Domenica, tra i quali immagino ci sia anche colui o colei che si firma Elena Ferrante, debbano dare un voto all’editore cattivo che glielo chiede, grazie a queste nuove regole potranno assegnare gli altri due voti seguendo il loro gusto e non le supposte direttive editoriali ».

 

Perché dice che Ferrante è tra gli Amici? Pensa sia un giurato? «Mi pare che conosca molto bene il tavolo tarlato che è nel salotto di casa Bellonci – sorride – dove in genere si svolgono le votazioni. Ne deduco che sia una persona molto attenta, che frequenta abitualmente la Fondazione.

 

Tullio De Mauro Tullio De Mauro

Dubiterei però che si tratti di un maschio. In genere noi maschi siamo poco sensibili ai dettagli: la tavola tarlata non l’avremmo notata». De Mauro racconta che il comitato lavorava a questa piccola rivoluzione da molto tempo, sottolineando che non si tratta di una risposta all’affaire Ferrante: «La riunione che si è tenuta l’altro ieri era in calendario da un po’. Lo Strega ne ha viste di tutti i colori. Non è cambiato il regolamento per Pier Paolo Pasolini, si figuri se lo modifichiamo per Ferrante…».

 

ANITA RAJAANITA RAJA

Però le accuse che nella sua lettera Elena Ferrante ha rivolto al premio sono molto pesanti, che ne pensa? «Sono le consuete accuse di ogni anno. In genere venivano fatte dopo aver partecipato, ora è grazioso che vengano fatte prima. Non credo nelle oscure mene. È un atteggiamento molto italiano quello di pensare che la società sia fatta di ladri e mascalzoni ». È anche vero che quest’anno lo Strega rischiava la faccia più di sempre. Qualora la fusione Mondadori-Rizzoli andasse in porto, si chiedeva Eco, che fine farebbero i premi letterari? «I rischi di cui parla Eco nel suo articolo sono reali. I premi ne risentirebbero, perché diminuirebbe ulteriormente la possibilità di scelta».

 

Se i piccoli potranno quindi iniziare a pensare perlomeno di rientrare in cinquina, i grandi come reagiscono alla notizia dei cambiamenti? Ad Elisabetta Sgarbi, travolta in questi giorni in qualità di direttore editoriale dalla vicenda di acquisto Rcs, sorge qualche dubbio: «A volte si confonde picco- lo e medio editore con editore indipendente. E, peraltro, si può essere medio editore, di grande blasone, anche all’interno di un gruppo editoriale indipendente. In linea di principio, certo che si è favorevoli ai piccoli editori e alla visibilità delle loro proposte. Ma avrei esteso la gara anche a scrittori italiani di lingua non italiana.

Hasta la victoria Pennacchi Hasta la victoria Pennacchi

 

Ad esempio Pahor, triestino di lingua slovena». Ottimista Gianluca Foglia, direttore editoriale Feltrinelli, che non pare impaurito: «Mi pare che queste regole vadano nella giusta direzione. Ben vengano se servono a rendere il premio più libero e meno prevedibile. Le valuteremo ovviamente alla prova dei fatti».

 

È chiaro che le regole garantiranno a Elena Ferrante di competere in un contesto meno asfittico rispetto al passato. Mauro Covacich, in gara per Bompiani con La sposa , appare un po’ spaesato: «Non è piacevole incarnare il Sistema corrotto dei grandi gruppi. La competizione con Elena Ferrante sarà trasparente, sui libri. Ma se lei è invisibile, vuol dire che anch’io potrò scegliere se partecipare o meno di persona».

 

Antonio Pennacchi fuma Antonio Pennacchi fuma

Antonio Pennacchi, vincitore nel 2010 con Canale Mussolini edito da Mondadori, non vede male la candidatura della Ferrante: «Ognuno è padrone di candidare chi gli pare, anche se invisibile. La invidio, come invidio Salinger. Anch’io avrei voluto scrivere libri senza metterci la faccia. Sullo Strega però la penso diversamente: ne parlano male solo quelli che non sono riusciti a vincerlo ». Covacich chiosa ironicamente: «Curioso, una campagna all’insegna dello smascheramento guidata da una scrittrice mascherata ».

 

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…