luke perry

DALLE PISCHELLE MAI CRESCIUTE ANNI '90 AGLI ETERNI ADOLESCENTI: TUTTI IN ANSIA PER "DYLAN" - "ICTUS DEVASTANTE", LUKE PERRY, IL DYLAN DI "BEVERLY HILLS" SEDATO IN OSPEDALE - IL MESSAGGIO DI BRENDA-SHANNEN DOHERTY, CHE NELLA SERIE TV ERA PROTAGONISTA DEL TORMENTATO AMORE CON LATTORE. E QUELLO DI IAN ZERING, CHE INTERPRETAVA STEVE – BEVERLY HILLS E I PROBLEMI REALI DEGLI ADOLESCENTI ANNI '90: "OH, CERTO, SI'. DYLAN SPARIVA PERCHÉ ERA INSEGUITO DALLA MAFIA..” – VIDEO

 

Estratto dal libro “Notti Magiche” di Errico Buonanno e Luca Mastrantonio

 

LUKE PERRY

(...) Beverly Hills fu un colpo di genio. Come si usa ripetere: il primo “teen drama” della storia, la prima serie in cui i teenager, gli adolescenti, guadagnavano il primo piano, con tutte le loro problematiche: la droga, il sesso, i disturbi alimentari, i tentennamenti amorosi, le difficoltà economiche. Con Brenda e Brandon, Dylan, Steve, David, Donna, Kelly e Andrea, l’adolescenza si svelava anche sul piccolo schermo, e apriva le porte ad altre serie di successo come Dawson’s Creek, O.C., e persino a Buggy l’ammazzavampiri, che era girata nella stessa identica scuola. Una rivoluzione…A noi di questo progetto di rispecchiamento, di questa ambizione del “portiamo gli adolescenti reali” in tv cene fregava relativamente poco. O meglio: non ce ne accorgevamo, zero. E ti credo! Beverly Hills (ché il 90210 non se lo ricordava nessuno) tutto poteva essere tranne qualcosa in cui riconoscersi davvero. Cioè, c’era Steve che andava a scuola praticamente in Ferrari – noi arrancavamo col Ciao, al freddo becco.

BEVERLY HILLS 90210

 

C’era David che metteva i suoi dischi nella radio della scuola in filodiffusione – a scuola nostra si facevano al massimo assemblee per la macchinetta del caffè. E le ragazze: Kelly splendida, Donna insomma, però con certe messe in piega perfette, certi vestiti…Ma anche i ragazzi: i jeans di Dylan, la brillantina di Brandon, le camicie di Steve (“Hi, I’m Ian Zering”) mentre noi giravamo con i maglioncini peones del mercatino di via Sannio, in lana di capra peruviana. Altro che California! Oh, certo, sì, i problemi reali dell’adolescenza: Dylan spariva perché era inseguito dalla mafia: Brandon passava diretto dal giornalino scolastico al “Washington Post”. Steve era indeciso tra i suoi mille progetti imprenditoriali. Lo stesso che capitava a noi, proprio, guarda, uguale uguale. Gli adolescenti in tv. No, ecco aspetta, gli adolescenti davanti alla tv. Noi che, tra il 1990 e il 2000, giusti giusti, guardavano questi coatti straricchi, così simili e così diversi da noi, un po’ forse li invidiavamo, ma comunque ci chiedevamo: “Donna, Brenda, compagni, ma voi cosa avete da lamentarvi? Ma cosa?”

 

DYLAN

Annalisa Grandi per corriere.it

SHANNON DOHERTY E LUKE PERRY

Dici Dylan e pensi Brenda. Parli di Luke Perrye pensi all’amore tormentato con Shannen Doherty. Ed è proprio lei, Brenda, a postare su Instagram un messaggio di incoraggiamento dopo la notizia del malore dello storico attore di «Beverly Hills 90210». Un’immagine che riporta immediatamente alla memoria gli anni del telefilm, un abbraccio che arriva nel momento più difficile per il divo, e che arriva da una che ha raccontato sui social la sua battaglia contro il tumore. Intanto, Luke resta sedato in ospedale dopo l'ictus che l'ha colpito e che i medici hanno definito «devastante».

 

La foto di Brenda

«Amico mio. Ti stringo e ti trasmetto la mia forza» scrive Brenda a commento della foto che li ritrae abbracciati, proprio ai tempi di«Beverly Hills 902010». Oltre 120mila i «mi piace» in poche ore, tantissimi i commenti, in molti tornano con la memoria ai tempi in cui la love story fra i due aveva tenuto tutti incollati agli schermi.

Il post

IAN ZERING LUKE PERRY

Un messaggio ancora più commovente perché arriva da Shannen Doherty che ha passato gli ultimi anni a combattere contro un tumore, raccontando il dramma, la malattia e le cure, su Instagram. Intorno a lei si erano stretti tutti i membri del cast di «Beverly Hills». E ora è lei a mandare il suo incoraggiamento a quello che in tv è stato il suo grande amore. Ma non è l’unica fra gli storici interpreti di della serie a dedicare un pensiero a Luke, lo fa anche Ian Zering, che interpretava Steve: anche lui posta una foto di parecchi anni fa e aggiunge «Nessuna parola può esprimere quello che prova il mio cuore».

Come sta Dylan

Luke Perry , 52 anni, resta ricoverato in ospedale dopo l’ictus, il suo portavoce ha smentito la notizia che sia in coma. L’attore è «sedato»: quando l’ambulanza è arrivata a casa sua era cosciente e vigile, le sue condizioni sono peggiorate durante il trasporto in ospedale.

 

 

3. FORZA DYLAN

Tommaso Labate per corriere.it

DYLAN E BRENDA IN BEVERLY HILLS 90210

 

E adesso, a nome della silenziosissima maggioranza di maschi-alfa-adolescenti-degli-anni-Novanta che fingevano di preferire l’ennesima replica fuori età del cartone animato Holly e Benji all’imperdibile prima tv di un episodio di Beverly Hills (non lo dicevamo ma preferivamo la seconda, da guardare di nascosto), ci verrebbe voglia di venire fino a Los Angeles per urlartelo fortissimo, questo «Forza Dylan» che ci sgorga dal cuore. Perché sì, la notizia di Luke Perry che versa in condizioni critiche a causa di un ictus – il giovane Dylan alle prese con l’infortunio di un anziano – è quasi il canto del cigno di una giovinezza durata molto, troppo tempo. Ci si sente quarantenni più o meno splendidi e diversi dai nostri padri perché privati delle loro certezze, dei loro contratti a tempo indeterminato, delle loro pensioni sicure, delle loro famiglie che ai loro quarant’anni erano già belle che formate, mentre le nostre faticano a trovare la luce.

 

Ci si sente impantanati in quella perenne spirale della post-adolescenza in cui lui, Dylan, per noi è ancora fermo lì, ai suoi diciassette anni che possono essere al massimo venticinque, con la sua Porsche coupé del 1964, il papà che muore perché gli mettono una bomba, Dylan che oggi sta con Kelly e domani con Brenda, Dylan che è leale, sempre e comunque, Dylan che è bello, bellissimo, di quella bellezza oggettiva che tutti vorrebbero essere Dylan, anche quelli che fingono di voler essere Brandon. Al pari dei ragazzi della Federazione giovanile comunista che nella formula resa celebre da Nanni Moretti passavano il loro tempo a guardare Happy days, i loro figli – anche quelli politicizzati – si sarebbero abbeverati di nascosto alla fonte di Beverly Hills 90210. Quello che per i primi era stato Fonzie, per i secondi sarebbe stato Dylan. Guai a confessarlo, però; guai ad ammetterla di fronte a terzi, quella spasmodica e irresistibile forza scaricata dal pollice della mano destra del telecomando in corrispondenza del tasto 6 di Italia Uno tutte le volte che Dylan faceva un volo dal Peach Pit al dodici pollici della nostra cameretta.

BEVERLY HILLS - ANNI 90

 

Perché è stato il nostro mito più inconfessato e inconfessabile, Dylan. Nascosto come polvere sotto un tappeto in cui mettevamo in mostra gli Oasis e i Blur, i poster di Roberto Baggio o di Franco Baresi o di Dennis Bergkamp o di Maradona o del principe Giannini della Roma, c’era quella parte di Dylan che volevamo essere noi. O quella parte di noi che voleva essere come Dylan. Ecco, ora che sta in ospedale a combattere contro un ictus, si può e si deve vuotare il sacco. Urlarlo con forza e senza vergogna, Forza Dylan. Non ti guardava solo il genere femminile, no. Dietro quello schermo c’eravamo anche noi. Non può né deve finire con una beffa – come quelle che hanno ridotto il geniale Tenente Colombo a soffrire di demenza senile o costretto Superman su una sedia a rotelle. No, con un ictus no. Non a questa età. Non adesso, che ha ancora tra i diciassette e i venticinque anni. Che, in fondo, è anche l’età che abbiamo ancora noi. In fondo.

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