francesco bruno roberta bruzzone

QUALE MIGLIOR GIALLO DI UNA FAIDA TRA CRIMINOLOGI - ROBERTA BRUZZONE: “LA STORIA DI FRANCESCO BRUNO SI INCROCIA CON LA MIA. LUI È FISSO A “PORTA A PORTA” PER UNA DECINA DI ANNI. POI COMMETTE UN ERRORE: NON DICE DI AVERE ACCETTATO UNA CONSULENZA IN UN CASO TRATTATO IN TRASMISSIONE. LO ALLONTANANO E CHIAMANO ME. È IL 2007. ENTRO E NON NE ESCO PIÙ. FRANCESCO BRUNO LA PRENDE MALE. E INIZIA A DIRE IN GIRO COSE SGRADEVOLI SUL MIO CONTO. COSE PESANTI. HO ANCHE LE REGISTRAZIONI…”

Claudia Arletti per “il Venerdì - la Repubblica”

 

roberta bruzzoni sexy su facebook

Prendete un qualsiasi tranquillo pomeriggio televisivo in una tranquilla casa italiana, e dentro ci troverete il sangue, lo strazio e un esperto. Ovvio che l' esperto più esperto di tutti, la creatura più conturbante di questo horror show che apre ogni giorno alle 16 e tira giù il sipario alle 18.30 circa (ora in cui comincia l' altro strazio dei telequiz), è il "criminologo". Figura ambigua per molte ragioni. La prima delle quali è che per il nostro quadro normativo non esiste: niente leggi, nessun albo.

 

Con una laurea in Psicologia, in Medicina o in Legge, più un master ben piazzato o alcuni corsi scelti con lungimiranza, chiunque alla fine può proclamarsi senza tema di smentita "criminologo".

«Eh sì, un bel problema» ammette soavemente la regina della categoria, la grintosissima Roberta Bruzzone, «girano frotte di incompetenti».

 

virginia raffaele imita la bruzzone 1 632x330

Ma va? Invitata di qua e di là, sempre pronta a scattare da una trasmissione all'altra, principalmente Rai1, non c'è atrocità su cui non abbia detto la sua, spesso in versione doubleface: opinionista e consulente. Ieri il pigiama di Cogne, oggi l'ultima pista sul caso Orlandi. Gli zii perfidi di Avetrana e l' assassino di Pamela. Nel tempo, è diventata un "personaggio".

 

roberta bruzzone 2

Virginia Raffaele ne ha fatto un'imitazione sanguinolenta e irresistibile, e portiamo ancora i segni di una trasmissione tutta costruita su di lei, foto di famiglia incluse.

«Promettevo bene» disse a Vieni da me, «mia nonna mi trovò che provavo ad affogare i miei fratellini nella vasca da bagno», e giù risate con la Caterina (Balivo).

Sarà tutto crime quello che luccica? Eccoci nel suo ufficio romano, quartiere Prati, giusto prima di correre alla Vita in diretta (ma viale Mazzini è a un passo, che fortuna).

Tutti criminologi, nessun criminologo. Neanche lei.

 

«Eh no, momento. In un mondo di incompetenti io le competenze le ho. Laurea in Psicologia, 110 e lode a Torino. Ho studiato in America. Dieci anni di carriera forense alle spalle. Se c'è qualcuno che in Italia può definirsi criminologo, sono io».

FRANCESCO BRUNO

 

Però più che altro sembra stare in tv.

«Non oltre il 5 per cento del mio tempo. Ho le consulenze, i corsi. I miei libri. Per Chi è l'assassino ho fatto 83 presentazioni in un anno. Per Io non ci sto più sono già a venti. Inoltre mi sono data una regola: alla larga dai reality. Quella, sì, macelleria. Mi hanno offerto parecchi soldi, sa?».

 

Quanto guadagna con le trasmissioni?

«Le spiace lasciare perdere le cifre? C'è già troppa invidia nell'aria».

 

Da parte dei colleghi? Parliamone.

MASSIMO PICOZZI

«No».

 

Massimo Picozzi? Francesco Bruno?

«La storia di Bruno si incrocia con la mia. Lui è fisso a Porta a porta per una decina di anni. Poi commette un errore: non dice di avere accettato una consulenza in un caso trattato in trasmissione. Sia chiaro che è normale per un criminologo fare il consulente, però lo devi dichiarare. Lo allontanano e sorge il problema di trovare qualcun altro».

 

Pescando lei, fanno il colpaccio.

«È il 2007. Io entro a Porta a porta, caso di Simonetta Cesaroni, e non ne esco più.

Bruno la prende male. E inizia a dire in giro cose sgradevoli sul mio conto».

 

FRANCESCO BRUNO

No! Roba di sesso?

«Cose pesanti. Ho anche le registrazioni. Mai usate. Chi ti denigra ti teme».

 

Tra lei e Bruno, come resa televisiva non c'è partita. Chirurgia estetica?

«Ma le sembro rifatta? Solo vitamine e collagene. In più, porto sempre i pantaloni e non giro con le tette di fuori. Ho una vita regolare. Un marito. Una casa con il giardino. Sì, pure gattara... Ma le uniche curve di cui mi vanto sono quelle del cervello».

 

Però ha la querela facile.

«Parla di Virginia Raffaele? La parodie sono simpatiche se non diventano sessiste. E se la scenografia gronda sangue, non ci sto. Ma poi Bruno mi ha convinto a ritirare la querela, amen».

 

Bruno inteso come Francesco, sempre lui?

BRUNO VESPA E IL KALASHNIKOV

«Ma no, Vespa! Gli devo moltissimo».

 

Di qui la frase: «Se mi chiedesse di seppellire un cadavere, lo aiuterei».

«Appena faccio una battuta, finisco sui giornali. Non avete di meglio da fare?».

 

Be', lei è un personaggio. Con tanti fan.

«Ho un buon riscontro. Ma attiro anche parecchi squilibrati, ho l' album dei casi umani. Ho appena denunciato due donne».

 

Ancora querele.

roberta bruzzone e massimo marino

«Per contenimento, non per fare male».

 

Perché la gente ama tanto il crimine?

«Non è molto diverso da due secoli fa, quando i londinesi bramavano di conoscere le novità su Jack lo Squartatore».

 

Sempre molto sicura di sé.

«Ho fatto un solo sbaglio. Una relazione con un uomo incapace di accettare la mia carriera e le mie capacità. Anzi, se lo cita stia attenta, perché poi non le dà pace, si apre uno scenario anche per lei».

 

Non sia mai. Ci dica invece qualcosa che ha imparato da tutto questo apparire.

«Che arrivare in tv è facile. Difficile è restarci».

 

bruzzone 1.aspxBRUNO VESPA

 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”