sorrentino - moretti  - garrone

QUEI POVERI ESORDIENTI - MORETTI, GARRONE E SORRENTINO SONO FAMOSI E HANNO RICCHE CASE DI PRODUZIONE. EPPURE HANNO RICEVUTO CONTRIBUTI PUBBLICI PER I LORO COSTOSI FILM - "YOUTH" FINANZIATO PURE DALLE REGIONI, ANCHE SE È GIRATO E AMBIENTATO IN SVIZZERA

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

SORRENTINO GARRONESORRENTINO GARRONE

Ormai sono più che affermati in patria, riconosciuti a livello internazionale, pluripremiati e in alcuni casi anche animatori di case di produzione. Eppure all’“aiutino pubblico” non rinunciano mai. Del resto la legge lo consente, mettendo a disposizione vari canali. Per i quali, però, passano svariati milioni di euro di soldi pubblici che finiscono per supportare imprenditori privati. Ministero dei beni culturali, Regione Lazio, Regione Veneto, Rai Cinema.

 

sorrentino keitelsorrentino keitel

A tutte queste mammelle dello Stato, con qualche distinguo, si sono aggrappati i produttori di Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e Nanni Moretti, il tridente d’attacco del cinema italiano, in questi giorni la nostra avanguardia al festival di Cannes. Tra i vari canali di finanziamento, va precisato che i fondi erogati dal ministero dei beni culturali in teoria non sono a fondo perduto.

 

Ma la loro restituzione dipende dal livello degli incassi del film e sconta tempi piuttosto lunghi, più di tre anni, che dipendono dalla cosiddetta “vita economica” del film (comprensiva anche degli incassi dall’home video). Sta di fatto che l’altro ieri c’è stata la proiezione a Cannes di “Youth-La giovinezza”. Il film di Sorrentino, prodotto dalla Indigo di Nicola Giuliano e dalla berlusconiana Medusa, ha avuto un costo di 10,5 milioni di euro. E ha preso soldi pubblici.

youth sorrentino castyouth sorrentino cast

 

LO SCHEMA

Il 15 ottobre del 2014, per esempio, il Ministero per i beni culturali ha deliberato un contributo alla produzione del film di 900 mila euro. Una delibera della sottocommissione cinema, all’interno dell’omonima direzione generale guidata da Nicola Borrelli, ha fissato lo stanziamento per “La giovinezza” in quanto film di interesse culturale.

 

Sia chiaro, qui non si vuole mettere in discussione il valore dei film del regista napoletano. Semmai è interessante constatare la varietà dei meccanismi di finanziamento pubblico. Perché lo stesso lungometraggio ha ricevuto soldi dai fondi per il cinema di due Regioni, Veneto e Lazio. Una delibera del dicembre 2014, assunta dalla giunta guidata da Luca Zaia, ha dato un contributo di 26.257 euro.

matteo garrone il racconto dei racconti a cannes  2matteo garrone il racconto dei racconti a cannes 2

 

Più complicato stabilire quanto abbia versato la giunta di Nicola Zingaretti. Il fondo cinema del Lazio, che conta su un plafond di 15 milioni di euro l’anno, prevede uno stanziamento massimo per  una singola opera di 500 mila euro. Ma i contributi pubblici per “La giovinezza”, girato in Svizzera, non finiscono qui, se solo si considera che l’opera è stata sostenuta anche dal “Bundesamt fur kultur” (in pratica l’ufficio federale svizzero per la cultura).

 

33128644 uscir il 14 maggio tale of tales il racconto dei racconti il primo film in lingua inglese di matteo 133128644 uscir il 14 maggio tale of tales il racconto dei racconti il primo film in lingua inglese di matteo 1

Del resto la Indigo e Sorrentino, come molti altri, vantano una solida esperienza nella percezione di fondi di Stato. “La grande bellezza”, il film premio Oscar costato 8,2 milioni di euro, aveva ottenuto dal solo ministero un contributo alla produzione di 1,1 milioni. Che poi, a dirla tutta, i contributi pubblici tornano anche a valle agli autori e alle case di produzione in proporzione agli incassi.

 

Nel 2013, per esempio, sia Sorrentino che Garrone, per loro precedenti opere, hanno incassato 30 mila euro a testa. Mentre nel 2014, come emerge dalle schede del ministero dei beni culturali, la morettiana Sacher Film ha incassato un contributo di 1 milione e 68 mila euro in percentuale agli incassi di “Habemus Papam”.

il racconto dei racconti tale of tales  6il racconto dei racconti tale of tales 6

 

GLI ALTRI

A proposito di Moretti, anche il film “Mia madre”, 7 milioni di euro di budget, si è inserito nei canali statali. L’opera, infatti, è stata prodotta  non solo dalla Sacher e dalla Fandango di Domenico Procacci, ma anche da Rai Cinema, controllata dalla pubblica mamma Rai. Ed è distribuita dalla 01 Distribution, che è una divisione sempre di Rai Cinema. Senza contare che pure “Mia madre” ha ottenuto il contributo del ministero e del fondo della Regione Lazio. E Garrone? Idem.

mia madre nanni morettimia madre nanni moretti

 

Il suo “Racconto dei racconti”, costo complessivo di 12 milioni di euro, ha ricevuto dal Ministero dei beni culturali un contributo alla produzione di 1 milione di euro e un altro gettone dal fondo della Regione Lazio. E anche in questo caso, accanto ad Archimede e a Le Pacte, nella produzione c’è Rai Cinema e nella distribuzione 01 Distribution.

mia madre nanni moretti mia madremia madre nanni moretti mia madre

 

Tutto lecito, ripetiamo, e anche meritorio considerando il valore dei tre registi. Semmai ci si può chiedere se, in un momento di vacche drammaticamente magre per le casse dello Stato, sia il caso che tre colossi del cinema italiano, con produttori ormai in grado di raccogliere altrove fondi importanti, si facciano finanziare i film da Stato ed enti locali.

 

SORRENTINO MORETTI GARRONESORRENTINO MORETTI GARRONE

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - DIMENTICATE SCAZZI E VAFFA, DOMANI A ROMA TRA MACRON E MELONI SOLO BACI E ABBRACCI – SE L’EUROPA A TRAZIONE “VOLENTEROSI” HA BISOGNO DELL’ITALIA, DALL’ALTRA LA DUCETTA HA CAPITO DI ESSERE FINITA NEL VICOLO DELL’IRRILEVANZA - ACCANTONATI I SOGNI DI DIVENTARE LA REGINA DELLA DESTRA EUROPEA, MERZ E MATTARELLA LA SPINGONO VERSO IL PPE, USCENDO DAL GRUPPO DESTRORSO DI ECR - MACRON E MELONI SONO AMBEDUE ALLE PRESE CON L’ULTRA DESTRA DI MARINE LE PEN E DI MATTEO SALVINI (MA IL SECONDO SIEDE A PALAZZO CHIGI) - IL RENDEZ-VOUS DI DOMANI DOVRÀ RASSICURARE LA SORA GIORGIA CHE NON SARÀ PIÙ ESCLUSA DAI TAVOLI DEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA, COME È SUCCESSO A TIRANA - SECONDO: ASSICURARSI L’INSOSTITUIBILE PRESENZA DELL’UNICO ALLEATO EUROPEO DOTATO DI POTENZA NUCLEARE ALLA CONFERENZA DEL 7 LUGLIO A ROMA SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA. SENZA MACRON, SAREBBE NON SOLO UN FALLIMENTO TOTALE, MA INUTILE - IL PRAGMATICO MERZ SI STAGLIA SEMPRE PIÙ COME IL LEADER PER ECCELLENZA DELL’UNIONE EUROPEA: MERCOLEDÌ È ATTESO A WASHINGTON. DI SICURO NON SI RIPETERÀ IL PESTAGGIO SUBITO DA ZELENSKY: A FAR COMPAGNIA A MUSK CON UN OCCHIO NERO QUESTA VOLTA SAREBBE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO - VIDEO

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...