"L'IRAN È QUI?", LO SPOT CHOC DI BAR REFAELI - LA MODELLA ISRAELIANA SI È MOSTRATA CON IL BURQA PER PUBBLICIZZARE LA SUA CASA D'ABBIGLIAMENTO. MA IL PARAGONE NON È PIACIUTO A MOLTI UTENTI: “SE FOSSIMO COME L' IRAN, NON SARESTI IN GRADO DI FARTI FOTOGRAFARE MEZZA NUDA” - LA SUPERMODELLA RIMUOVE DA INSTAGRAM LA SUA CONTESTATISSIMA PUBBLICITA’

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COSTANZA CAVALLI per Libero Quotidiano

 

Quando è nuda è troppo nuda, e la censurano. Quando è coperta è troppo coperta, e fa scandalo. Bar Refaeli, supermodella israeliana classe 1985, domenica era sulla prima pagina del quotidiano israeliano Haaretz. O meglio, c' erano i suoi occhi, azzurrissimi e senza trucco, e le sopracciglia.

 

Il resto, impacchettato in un burqa. Sotto, la domanda: «Iran ze kan?», l' Iran è qui? L' inserzione non si è limitata al giornale, ma per tutta la giornata e in tutto il Paese sono comparsi cartelloni con la stessa immagine. In serata, la pubblicità è arrivata anche sugli schermi televisivi e sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook della modella.

La voce recita: «Ho una domanda per te», con la didascalia, di nuovo, «L' Iran è qui?».

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LA CAMPAGNA Qualcuno si è chiesto se fosse una campagna dichiaratamente politica, per prendere una posizione poco prima delle elezioni municipali di oggi; altri, se la Refaeli volesse mettere al corrente di una conversione (sull' abbrivio dell' annuncio di quattro giorni fa della cantante irlandese Sinead O' Connor che, tra depressioni e manie suicide, ha annunciato su Twitter di aver cambiato nome in Shuhada' Davitt: «Sono orgogliosa di essere diventata musulmana. Lo studio di tutti i testi porta all' islam e rende tutti gli altri inutili»). Niente da fare, molto più frivolo e soprattutto meno sinistro: la giovane sta lanciando una nuova campagna pubblicitaria su scala nazionale per Hoodies, casa d' abbigliamento di intimo di cui è sia testimonial sia co-proprietaria.

 

La campagna si chiama "Freedom is basic", la libertà è basic (un gioco di parole con i capi d' abbigliamento basic, quelli che vanno bene con tutto) e dovrebbe includere altri "luminari" israeliani, come la 25enne modella e attrice gender fluid Stav Strashko, il presentatore televisivo hassidico, ultra ortodosso, Melech Zilbershlag (un ventenne che, con brevi video su YouTube, spiega come riuscire a essere ebrei modello nonostante le insidie della tecnologia, per esempio: come fare un selfie con la propria ragazza rimanendo modesti?); e la trentenne modella etiope-israeliana Tahounia Rubel.

 

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La campagna è stata progettata per richiamare l' attenzione contro la discriminazione, il razzismo e il fanatismo. Di straforo, forse, anche per vendere delle felpe (di certo, non dei burqa). E proprio per questo, sulla pagina Instagram di Bar Refaeli, le reazioni al video sono state furiose, da quelli inorriditi per il paragone con l' Iran a quelli indignati per il tempismo: non erano passate neanche ventiquattr' ore dal massacro alla sinagoga di Pittsburgh, era tempo di riflessione e preghiera, non per polemiche di basso livello.

 

«Se fossimo come l' Iran, non saresti in grado di farti fotografare mezza nuda», ha scritto un utente, riferendosi alle polemiche di due anni fa quando l' Autorità televisiva israeliana censurò uno spot, ritenuto troppo sexy, in cui la modella appariva prima in bikini e poi senza niente addosso, e il regista si era soffermato un po' troppo sul "Lato B" della fanciulla. La pubblicità finì relegata nella fascia dopo le 22 e in versione tagliata. «Come fai a paragonare il nostro Paese all' Iran? Probabilmente dovresti fare una passeggiata lì per goderti quello che hai!», ha commentato un altro. E ancora: «Israele è lo stato ebraico, siamo orgogliosi di essere ebrei e del nostro Paese».

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IL RAPPER IRANIANO Bar Refaeli si è sempre detta fiera di essere ebrea, senza però essere religiosa: «Vengo da un Paese che ha attraversato tante guerre di fede. Ma non faccio differenze di culto o di razza, mi considero un essere umano». Nella polemica si è inserito anche il rapper ebreo iraniano Hatzel: «Mentre fai la donna d' affari, sappi che in Iran la donna è di proprietà dell' uomo e non è considerata né mentalmente né legalmente uguale agli uomini», critica il cantante, «Mentre brandisci la bandiera del liberalismo, sappi che in Iran le persone sospettate di avere relazioni omosessuali sono impiccate per strada e il loro corpo viene lasciato appeso finché non imputridisce.

 

Quando una donna viene stuprata in Iran, la polizia ha il potere di costringere chi l' ha stuprata a sposarla, con o senza il suo consenso. Mi chiedi ancora se l' Iran è in Israele?». E conclude: «Signora Refaeli, non condivido il tuo punto di vista di sinistra. Hai il diritto di esprimere tutto quello che vuoi, il diritto di vestire o non vestire come ti pare: è in tuo pieno diritto di libertà di espressione.

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Perché siamo in Israele».

 

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