renzi e il documentario firenze

RENZI & LUCIO PRESTA, CHE FLOP! - IL PROGRAMMA “FIRENZE” SU “NOVE” FA L’1,8% DI SHARE CON 360 MILA SPETTATORI: PERSINO I FIORENTINI HANNO CAMBIATO CANALE... - L’EX SEGRETARIO DEL PD BATTUTO ANCHE DA “LA FABBRICA DI BISCOTTI” SU TV8 (2,2% E 463 MILA SPETTATORI) - LE URTICANTI RECENSIONI DE “LA VERITÀ” E “IL GIORNALE”

Da www.davidemaggio.it

 

RENZI E IL DOCUMENTARIO FIRENZE

Su Rai1 Telethon – Festa di Natale con Antonella Clerici ha conquistato 3.159.000 spettatori pari al 16.2% di share. Su Canale 5 Il peggior Natale della mia vita ha raccolto davanti al video 2.873.000 spettatori pari al 13.9% di share. Su Rai2 NCIS Los Angeles ha interessato 1.328.000 spettatori pari al 6.1% di share mentre Bull ha raccolto 1.240.000 spettatori pari al 6.4% di share. Su Italia 1 Warrior’s Gate ha intrattenuto 998.000 spettatori (5.1%).

 

Su Rai3 Città Segrete ha raccolto davanti al video 1.508.000 spettatori pari ad uno share dell’8.3%. Su Rete4 Il Padrino – Parte III totalizza un a.m. di 568.000 spettatori con il 3.5% di share. Su La7 Il Delitto Matteotti ha registrato 395.000 spettatori con uno share del 2.3% (Atlantide Speciale pre e post film: 469.000 – 2.6%). Su Tv8 La Fabbrica dei Biscotti ha raccolto 463.000 spettatori con il 2.2%.

 

RENZI E IL DOCUMENTARIO FIRENZE

Sul Nove la prima puntata di Firenze Secondo Me con Matteo Renzi ha ottenuto 367.000 spettatori con l’1.8%. Il canale digitale più seguito è Rai Movie con il film Rocky IV che segna 523.000 spettatori e il 2.5%. Su Rai4 American Crime Story Versace raccoglie 259.000 spettatori e l’1.4%. Su Rai Premium L’Amica Geniale ha appassionato 403.000 spettatori pari al 2%. Su Iris The Interpreter ha raggiunto 426.000 spettatori con il 2.1%.

 

2 - IL BULLO PRESENTATORE: MA CHI GLIEL' HA FATTO FARE?

Maurizio Caverzan per “la Verità”

 

Lo sapevate che Firenze è una delle città d' arte più belle d' Italia, d' Europa e forse del mondo? Che in 750 metri sono racchiusi Palazzo Pitti, Palazzo Vecchio uniti dal corridoio del Vasari, il giardino di Boboli, il museo degli Uffizi e piazza della Signoria? E che tutti questi siti traboccano di opere d' arte, testimonianze del Rinascimento, una delle stagioni più feconde della storia dell' umanità? Un po' lo sapevamo, diciamo la verità. Stavolta però ce lo dice Matteo Renzi nel primo dei quattro episodi di Firenze secondo me, il documentario prodotto dalla Arcobaleno tre di Lucio Presta e andato in onda ieri sera sul Nove del gruppo Discovery.

RENZI E IL DOCUMENTARIO FIRENZE

 

Con tanta ricchezza d' immagini e forme, il programma si fa da solo. È, dunque, apprezzabile il coraggio del senatore semplice di Scandicci alle prese con le trame precongressuali ben più nefaste di quelle della corte dei Medici, è apprezzabile, si diceva, il coraggio del conduttore nel tentare di restituire con aggettivi e iperboli la grazia della Venere del Botticelli o il mistero della Battaglia di Anghiari di Leonardo Da Vinci.

 

Renzi ce la mette tutta; soprattutto mette le mani avanti, ci si augura perché consapevole della sproporzione: «Io non sono un esperto, io non sono un critico letterario, io non sono uno storico dell' arte». Però, siccome la bellezza è l' antidoto «all' ignoranza e alla volgarità, seguitemi», invita l' ex premier. Che subito dopo si trova davanti a un bivio chissà quanto metaforico delle sue scelte personali: la politica o la carriera televisiva, il solito Pd o il nuovo partito personale.

 

RENZI E IL DOCUMENTARIO FIRENZE

Qui il bivio è fra il giardino di Boboli come esempio dell' espansione dei Medici o come meta dello studente Matteo quando bigiava. Lo straniamento dello telespettatore è inevitabile perché in quel «secondo me», oltre alle fughe scolastiche nel giardino più bello del pianeta, esorbita il politico sul divulgatore.

 

È un dato di fatto, una questione di credibilità, prima ancora di parole o modi.

Mentre conciona del salone dei Cinquecento «culla della democrazia», il pensiero dello spettatore schizza sulla rinuncia di Marco Minniti alla corsa da segretario causa mancato appoggio del buon Matteo.

 

RENZI E IL DOCUMENTARIO FIRENZE

Certo, potrebbe essere tutta una Calunnia come racconterebbe il Botticelli nell' opera che raffigura il sovrano indotto in errore dal sospetto e dall' ignoranza, mentre la verità viene «messa da parte». E potrebbe essere pure «il quadro delle fake news», perché La Calunnia riguarda «anche il mondo politico di oggi», garantisce l' ex premier neo conduttore tv. Ma qualche domanda sorge spontanea: perché l' avrà fatto? E quale sarà la verità messa da parte? Inventarsi un nuovo futuro o pagare il mutuo della nuova casa?

 

3 - IMPACCIATO E GESTICOLANTE RENZI SI FA DEL MALE IN TV

Angelo Crespi per “il Giornale”

 

Per i primi cinque minuti Matteo Renzi sembra un avatar, una figurina scontornata mentre sullo sfondo c' è Firenze. È un' immagine fake, crediamo per esigenze di copione, come quando in passato gli inviati della Rai in studio si collegavano avendo alle spalle la fotografia della città da cui trasmettevano, tanto per fingere di essere sul posto.

Il resto, benché più realistico, non va meglio.

 

matteo renzi lucio presta

La spiegazione del Tondo Doni, dentro gli Uffizi, è esilarante per gesti e mimica. Renzi alle prese con il Rinascimento sembra Mastrota che propone pentole, solo che Mastrota è stato un fuoriclasse delle televendite. La recitazione è legnosa, forse perché l' ex premier è costretto a leggere il gobbo non possedendo la materia, mentre l' eloquio è lontano dalla scioltezza quasi tracotante a cui ci aveva abituato fin dalla prima Leopolda.

 

E anche lo story telling non convince, Renzi evita ogni approfondimento, privilegia l' aneddoto e cade spesso in rievocazioni personali o in considerazioni politiche tra il nostalgico e l' egocentrismo, quasi facendo il paragone tra sé e i protagonisti della storia fiorentina, considerandosi ultimo di quella schiatta.

MATTEO RENZI E LUCIO PRESTA DURANTE LE RIPRESE DELLA DOCUFICTION SU FIRENZE

 

«Firenze secondo me», la docu-serie prodotta da Lucio Presta, in 4 puntate sulla bellezza della città di cui Renzi è stato sindaco, fin dall' inizio non ha avuto vita facile; avrebbe dovuto essere mandata in onda da Mediaset, invece è entrata solo nella programmazione della Nove. La pubblicità sui giornali in questi giorni pare studiata per accrescerne il lato involontariamente comico: sotto il disegno dell' uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, compare il ritratto di tre quarti di Matteo, la fronte corrugata per il troppo ponzare, lo sguardo perso verso l' orizzonte, un' ulteriore smorfia che accresce il catalogo a cui si è ispirato Crozza per la celebre imitazione.

 

MATTEO RENZI E LUCIO PRESTA DURANTE LE RIPRESE DELLA DOCUFICTION SU FIRENZE

La domanda è perché un ex presidente del Consiglio, ex segretario del più storico dei partiti italiani, decide di mettersi a fare il conduttore televisivo. Perché, incurante del ridicolo, decide di misurarsi nel genere più complesso, quello della divulgazione culturale. Perché, infine, decide di erodere fino al limite il consenso politico che pure ha avuto.

 

Non ci sono risposte, ovviamente. La questione attiene più alla psicoanalisi che alla politica. La catabasi di Matteo Renzi così rapida e definitiva resterà negli annali della Repubblica italiana. Dai tempi del maestro Manzi occuparsi in televisione di cultura, letteratura, arte è cosa ardua: ci sono riusciti in passato, tra i pochi, Sgarbi per talento innato, Daverio grazie a una stupenda regia, e per una breve stagione Baricco.

RENZI E LUCIO PRESTA

 

Renzi a parte la politica politicante, poteva vantare prima d' ora una sola comparsata alla «Ruota della fortuna» di Mike Bongiorno, troppo poco per improvvisarsi buon presentatore. Troppo poco anche per affrontare una carriera da conferenziere come spesso accade agli ex della politica, si veda Barack Obama e Tony Blair, o l' odiato Enrico Letta che, più modestamente di lui, è finito a insegnare in un' università a Parigi.

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…