1. RENZI HA DECISO DI GIOCARSI SULLA LEGGE ELETTORALE LA SUA SOPRAVVIVENZA E LA VITTORIA FINALE NON SEMBRA IN DUBBIO ANCHE GRAZIE AL RICORSO DEL VOTO DI FIDUCIA
2. LO SCENARIO PUÒ DIVENTARE UN PO’ PIÙ COMBATTUTO SE CI SARANNO VOTI SEGRETI
3. C’È PERÒ UN ELEMENTO CHE POCHI CONSIDERANO. DI FRONTE ALLO SPAURACCHIO DI UNA FINE ANTICIPATA DELLA LEGISLATURA (E DEL PROPRIO STIPENDIO), QUANTI DEPUTATI DI FORZA ITALIA, NEL SEGRETO DELL’URNA, FINIRANNO PER VOTARE L’ITALICUM? GIÀ SOLO I VERDINIANI SONO UNA QUINDICINA, MA QUELLI TENTATI DAL “SOCCORSO AZZURRO” SONO MOLTI DI PIÙ
 
 

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ILLUSTRAZIONE DI DOMENICO DE ROSA RENZI ITALICUM ILLUSTRAZIONE DI DOMENICO DE ROSA RENZI ITALICUM

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

Oggi l’Italicum, legge che appassiona gli italiani in interminabili discussioni a casa e al bar, arriva finalmente nell’aula di Montecitorio per la discussione finale. Matteo Renzi ha deciso di giocarsi sulla legge elettorale la sopravvivenza del suo governo e ha buone probabilità di vincere la partita, anche se ha fatto di tutto per drammatizzarla. I numeri dicono che il premier spaccone parte da un vantaggio invidiabile, con 80 voti di margine. Ne può perdere una ventina, visto che alcuni dissidenti piddini hanno già detto che non voteranno questa legge senza modifiche, ma la vittoria finale non sembra in dubbio anche grazie al ricorso del voto di fiducia.

 

renzi verdini renzi verdini

Lo scenario può diventare un po’ più combattuto se ci saranno voti segreti, come pare assai probabile. In questo caso tutti gli osservatori giurano che i dissidenti piddini possono aumentare e arrivare addirittura a quota 70, cioè pericolosamente vicini al quorum di maggioranza. C’è però un elemento che pochi considerano in queste ore. Di fronte allo spauracchio di una fine anticipata della legislatura, abilmente agitato da Renzi, quanti deputati di Forza Italia, nel segreto dell’urna, finiranno per votare l’Italicum? Già solo i verdiniani sono una quindicina, ma quelli potenzialmente tentati dal “soccorso azzurro” sono molti di più.

 

renzi e berlusconi italicum renzi e berlusconi italicum

Insomma, anche in caso di voti segreti, i numeri sono tutti dalla parte del premier, il quale sta tenendo alti i toni perché sa che una “grande vittoria” si costruisce su grandi ostacoli. A costo di fabbricarli.

 

 

2. UN UOMO SOLO AL COMANDO

Dunque inizia una settimana-chiave e siamo nel pieno delle schermaglie. Repubblica: “Italicum, Renzi ai ribelli pd: ‘Non sono legato alla fiducia, se lo bocciate mi dimetto’. Speranza: devi rispettarci. La legge oggi a Montecitorio. Minoranza dem divisa. Forza Italia verso l’Aventino sulla scia di grillini e Lega” (p. 8). E sul giornale romano compare l’appello del ministro Franceschini che chiede “unità del partito”.

 

Ovviamente nel votare l’Italicum così com’è (p. 9). Il Giornale mette tutto insieme e titola in prima: “Renzi impantanato. Sono quattro gli scogli che fanno tremare il premier: la tensione sull’Italicum, la figuraccia internazionale sul caso Lo Porto, il totale fallimento nella lotta agli sbarchi e la rivolta contro la riforma della scuola”.  

alessandro di battista alessandro di battista

 

Il Corriere analizza le divisioni nella minoranza piddina: “Lealisti, indecisi e (pochi) irriducibili. Vanno in scena le tre minoranze. Una decina i no certi, ma sono ancora molti i ‘non dichiarati’” (p. 12). Mentre il Messaggero comincia a fare i conti: “La maggioranza ha 80 deputati di margine. L’area dei dissidenti dem raccoglie una ventina di parlamentari, una decina i favorevoli di FI” (p. 7).

 

SIGNORINI BERLUSCONI MARINA SIGNORINI BERLUSCONI MARINA

Fuori dal Pd, “L’idea di una protesta scenografica. E M5S tenta l’asse con la sinistra dem. Di Battista: ‘Pronti a mosse e azioni extraparlamentari’. Probabile l’Aventino. Grillo tornerà in campo prima del voto delle Regionali: prima tappa la marcia per il reddito di cittadinanza” (Corriere, p. 15).

 

 

3. ULTIME DA FARSA ITALIA

Caos poco calmo nel partito del Cavaliere, che sembra già dare per scontato un mezzo flop alle Regionali. “Berlusconi non sarà nel simbolo. L’ex premier pensa già al dopo voto. Nessun comizio ma visite ai luoghi simbolo, come il santuario di Padre Pio” (Corriere, p. 17). In effetti non resta che votarsi al Santo. E il Pupino Toti si fa intervistare dal Corriere per dire la sua su Marina B.: “Ho condiviso le sue ultime affermazioni su Renzi, ma da quello che so Marina ama il suo lavoro e vorrebbe continuare a farlo. Lei come anche altri della famiglia avrebbe tutte le qualità per entrare in politica, ma non dobbiamo sottoporli a questo tira e molla, sarà una loro scelta”.

gelmini toti gelmini toti

 

Da notare che Toti parla al plurale, segno che non esclude una “discesa in campo” neppure di Barbara e, forse, addirittura di Luigi.

 

La Stampa guarda oltre e scrive: “Berlusconi sogna una rivincita con il ‘listone’ di centrodestra. Il leader di FI lavora per capire come sfruttare la nuova legge elettorale” (p. 8). Ma il Messaggero riporta sondaggi “da incubo”, con Forza Italia data tra l’11 e il 13% (p. 9).

 

 

4. COME SPENDONO I SOLDI A BRUXELLES

Bella scoperta del Messaggero sull’agenzia europea che dovrebbe darci una mano sull’immigrazione: “Così Frontex per i suoi euro burocrati spende 37 milioni: come Triton in un anno. All’agenzia Ue incaricata di gestire l’emergenza migranti stanziati 20 milioni solo per il personale” (p. 5). Se ci dessero quei soldi per “Mare Nostrum” faremmo prima e meglio.

strage migranti soccorsi strage migranti soccorsi

 

 

5. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Dopo l’inchiesta di ieri sera di “Report” sui derivati del Tesoro, il Corriere torna sul tema: “Derivati, le scommesse sbagliate sul calo dei tassi. Un conto miliardario per i contribuenti”. Si calcola che negli ultimi quattro anni siano stati persi 15,3 miliardi pubblici. “Lungi dall’essere una polizza assicurativa contro un rischio finanziario, l’operazione sui derivati è diventata essa stessa un rischio finanziario incalcolabile”. E il Tesoro tiene segreti i contratti, anche al Parlamento, perché Padoan dice che la loro pubblicità potrebbe danneggiare il peso contrattuale dell’Italia con le banche d’affari. Insomma, che Dio ce la mandi buona.  

 

yoram gutgeld yoram gutgeld

Repubblica si dedica invece alla Spending Review, ormai un vero tormentone, e scrive: “Sanità, detrazioni, trasporti. Mancano 4 miliardi. A caccia di nuovi tagli per evitare l’aumento Iva. Pronta la lista delle misure possibili messa a punto da Gutgeld e Perotti, il tandem tecnico incaricato dal governo. Parte degli effetti si avrà dopo il 2016 e altri interventi sono molto impopolari. Tocca alla politica sciogliere i nodi” (p. 14).

 

Sul Messaggero, belle notiziole per gli statali: “Statali, l’opzione del part-time per chi è vicino alla pensione. Ritorna l’ipotesi della staffetta generazionale nel pubblico impiego. Ma i lavoratori dovranno versare da soli i contributi”. Un affarone! (p. 2).

angela merkel yanis varoufakis angela merkel yanis varoufakis

 

6. TRAGEDIA GRECA

In Grecia stanno pagando le tasse quasi regolarmente e questa è già una buona notizia, ma la partita per evitare il default di Atene è purtroppo apertissima. Corriere: “Primi segnali da Atene. Le entrate fiscali rispettano gli impegni. Credit Suisse: Grecia in equilibrio finanziario a fine marzo. Varoufakis cita Roosevelt: ‘Mi odiano e ne sono lieto” (p. 11).

 

Su Repubblica, “La Merkel apre a Tsipras: ‘Sì al dialogo’. Il premier ellenico chiama la Cancelliera e strappa l’impegno a tenere aperto un filo diretto durante le trattative. Vertice tecnico prima del summit di mercoledì. Varoufakis risponde alle accuse: ‘Benvenuto a chi mi odia” (p. 15).

 

 

CHECCO ZALONE VAROUFAKIS CHECCO ZALONE VAROUFAKIS

7. MA QUANT’È SICURA L’EXPO

Dopo il Giornale e il Fatto, anche il Corriere prende in castagna la sicurezza dell’Expo di Milano. “Quei lavoratori dal varco abusivo. L’ingresso senza controlli di sicurezza è a duecento metri da uno di quelli riservati ai dipendenti. La testimonianza di un operaio: ‘Quando chiamano io ci sono. Pagano subito, a fine giornata’. Il cancello viene tenuto legato a una rete da un filo di ferro: da qui può entrare anche un’auto” (p. 9). Al di là dei lavoratori in nero, è chiaro che da quell’ingresso possono entrare anche aspiranti terroristi (p. 9).

lavori expo a 2 settimane dall inizio 7 lavori expo a 2 settimane dall inizio 7

 

 

8. FREE MARCHETT AL POMODORO

La Stampa dedica una mezza pagina a questa “notizia”: “La sfida finale dell’Expo del 2015 sarà garantire a tutti il diritto al cibo. Il Milan Center for Food presenta oggi alla Farnesina le linee guida del progetto” (p. 14). E chi presiede questo “Milan Center for Food”? L’espertissima magistrata Livia Pomodoro. Forse per via del cognome.

 

 

9. BUTTANISSIMA SICILIA (COME DIREBBE BUTTAFUOCO)

“Il capo dei costruttori ha favorito la mafia’, l’ultimo scandalo di Confindustria Sicilia. Chiesto il rinvio a giudizio per il presidente regionale dell’Ance. Il commissario di Siracusa a processo per truffa. Dopo il caso Montante l’associazione degli imprenditori è sempre più nel caos” (Repubblica p. 19).  Almeno, diminuiranno i convegni sulla lotta alla mafia da parte degli imprenditori?

ANTONELLO MONTANTE 3 ANTONELLO MONTANTE 3

 

 

10. IL PROFITTO AI TEMPI DI INTERNET

Il Corriere Economia analizza le performance a Wall Street dei colossi dell’economia digitale: “Internet, a fare profitti sono sempre i soliti noti. Google, Facebook e Amazon festeggiano anche in Borsa. Penalizzate eBay, Yahoo! e Ibm, che continua a perdere. I risultati del big dell’hi tech mostrano la supremazia di chi ha puntato sulle nuove architetture. In Borsa Big Blue è in rosso, mentre FB guadagna il 35% in un anno” (p. 4).

 

 

11. NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN

lancio di coriandoli e confetti controo draghi lancio di coriandoli e confetti controo draghi

Affari&Finanza di Repubblica racconta la battaglia italiana per dare vita a una bad bank pubblica: “Bad bank ultimo atto, trattativa a Bruxelles sugli aiuti di Stato. Le sofferenze, cresciute a dismisura con la crisi, pesano sui bilanci degli istituti e ostacolano il credito mettendo una seria ipoteca sulla ripresa. Il piano del governo prevede interventi fiscali sulle cartolarizzazioni, e l’escussione più rapida delle garanzie sui prestiti” (p. 2). Difficile che le banche possano approfittare del quantitative easing di Draghi se sono zavorrate di sofferenze.

 

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