1. RICORDATE IL TORMENTONE “MARACAIBO”? ERA IL CAVALLO DI BATTAGLIA DI LU COLOMBO
2. LA CANTANTE RACCONTA LA SUA STORIA DOPO QUELLA CANZONE: "LA SENTIVO DAPPERTUTTO MA NON MI ARRIVAVA UNA LIRA. NEL 1987 MI SONO MESSA A FARE LA RESTAURATRICE A FIRENZE”
3. “LA RAI PASSÒ LA CANZONE UNA SOLA VOLTA E VENNE TAGLIATA A METÀ PER VIA DELLA PAROLA COCAINA. POI VENNE DATA A RAFFAELLA CARRÀ PER UN BALLETTO E IL GRANDE PUBBLICO PENSÒ FOSSE SUA. L'ALTRA METÀ ERA CONVINTO FOSSE DI JERRY CALÀ...” (VIDEO)
4. “LA CANZONE NASCE DA UNA VICENDA REALE: MI RACCONTARONO LA STORIA DI ZAZÀ, BALLERINA CUBANA CHE DANZAVA IN UN LOCALE: IL BARRACUDA. IN VERITÀ COPRIVA UN TRAFFICO D'ARMI CON CUBA. ERA INNAMORATA DI FIDÈL CASTRO, CHE DIVENTA MIGUEL. E POI...”

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Simona Voglino Levy per “Libero quotidiano”

 

Lo diciamo subito: Lu Colombo (che è il diminutivo di Luisa) è molto più di Maracaibo. E Maracaibo è molto più della canzoncina sulla quale siete soliti zompettare e dimenare le terga, improvvisando trenini barcollanti a coronamento di serate etiliche.

 

LU COLOMBO LU COLOMBO

Lu Colombo è una signora sobria, coi capelli biondi scomposti in un caschetto allegro e gli occhi vispi, struccati. Per chi lo ricordasse, il viso è lo stesso di quando si esibiva negli anni '80, un po' impacciata, sulle note dei pochi successi per i quali non è conosciuta.

 

Noi fan di Maracaibo ce lo siamo domandati spesso: che fine ha fatto Lu Colombo?

«Sentivo Maracaibo dappertutto, ma non mi arrivava una lira. Non sono stata aiutata e sono andata in crisi. La discografica mi aveva presa senza un progetto: avevano preso Maracaibo, non me. Nell' 87 mi sono messa a fare la restauratrice a Firenze».

 

LU COLOMBO - MARACAIBO LU COLOMBO - MARACAIBO

Davvero?

«Sì, così ho trovato nuovi amici e un po' di pace».

 

Come nacque Maracaibo?

«Mi raccontarono la storia di Zazà, ballerina cubana che danzava in un locale: il Barracuda. In verità copriva un traffico d' armi con Cuba. Era innamorata di Fidèl (Castro, che poi infatti diventa Miguel) e amante di Pedro. Quando Fidèl scopre il tradimento, s' infuria. Lei scappa, e finisce per fare la maitresse ingrassata di un "gran salotto", tra mulatte in una casa di piacere per stranieri. Fra rum e cocaina».

 

Mica allegra come storia

«Mi ispiro al samba: i brasiliani raccontano la tristezza con allegria».

 

Ma lei lo sa dov' è Maracaibo?

«In Venezuela: è una laguna piena di petrolio».

 

E di rum e cocaina che ne sapeva?

«Proprio perché non ne sapevo niente ho potuto scrivere una cosa del genere. La droga non è stata mai la mia cosa».

LU COLOMBO LU COLOMBO

 

E il rum?

«Già di più».

 

È vero che molte case discografiche le sbatterono la porta in faccia per via del suo testo «scomodo»?

«Quasi tutte, tranne la Carosello con Salvini. Però lui andò via dopo poco che uscì il disco e mandarono via anche me. Ma si tennero le edizioni che poi vennero spartite successivamente con Emi».

 

Il testo fu forte per i tempi: è stata coraggiosa?

«Coraggiosa e sola. La Rai passò la canzone una sola volta e venne tagliata a metà per via della parola cocaina. Poi venne data a Raffaella Carrà per un balletto e il grande pubblico pensò fosse sua. L' altra metà era convinto fosse di Jerry Calà, invece. Quindi Maracaibo non è stata mai abbinata alla mia faccia e non ho mai visto soldi».

 

LU COLOMBO - MARACAIBO LU COLOMBO - MARACAIBO

Ma i diritti, scusi?

«È un lungo discorso». Perché siccome si vendevano molti dischi all' epoca la Siae controllava poco cosa veniva trasmesso in giro?

 

«Può essere». Poi scrisse anche altri successi come Dance all nite, che fu colonna sonora di Vacanze di Natale '83, insieme a Maracaibo?

«Non sapevo nemmeno che l' editore le avessse date ai Vanzina».

 

Quindi, uscì pian piano di scena

«Tutti mi chiedono di Maracaibo, ma per me non è una storia felice. Io ero una ragazza tormentata, la canzone ha rappresentato più seccature che soddisfazioni».

 

Eppure lei è conosciuta praticamente solo per Maracaibo: le spiace?

«No. La canzone, che nonostante i trenini è un brano importante che di trash non ha nulla, mi piace e la canto volentieri. Nel 2001 ne ho ri-incise 8 versioni e da lì mi hanno piratato il verso "rum e cocaina". Poi anche il campionamento delle trombe e hanno fatto un successo in Spagna che si chiama Calinda: un plagio totale».

LU COLOMBO LU COLOMBO

 

Qualche anno fa ha registrato un disco ispirato al grande Joaquin Sabina che un po' il Cohen spagnolo. Come mai qui non ne abbiamo più sentito parlare?

«L' ho tradotto e ho fatto il disco che ho anche presentato al Tenco nel 2013. Qui vogliono solo Maracaibo».

 

Insomma: in realtà non ha mai smesso di fare musica?

«Praticamente, a parte gli anni del restauro. Però mi pubblico tutto da sola».

 

Ora torna con un progetto musicale dedicato alla violenza contro le donne: Basta. Ce ne parla?

«Mi sono ispirata all' omicidio di una ragazza pakistana, uccisa dal padre perché frequentava un italiano. Allora mi è venuta in mente una novella del Boccaccio che raccontava la storia di una ragazza che s' innamora del garzone. La famiglia è contraria ma ad essere ammazzato è il garzone.

Questo mi ha fatto riflettere sulla differenza fra le due culture».

LU COLOMBO LU COLOMBO

 

Questo tema ormai non è un po' abusato, però?

«Non l' ho fatto per fare la furba, i pezzi sono venuti spontaneamente sulla base di episodi di cronaca purtroppo. Nel disco ho messo anche I will survive tradotta in italiano: tutti la ballano ma è una canzone che parla di violenza».

 

Porterà in giro il suo nuovo lavoro anche con dei live?

«Mi piacerebbe suonare per strada con il mio gruppo: sono tutti trentenni belli e simpatici».

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Sarà a Sanremo nei prossimi giorni, ma non sul palco dell' Ariston: ha mai pensato di partecipare?

«No, a me non mi ha mai filata nessuno. Magari con questo nuovo disco si accorgono che scrivo delle cose».

 

Per chi tifa quest' anno?

«Non so nemmeno chi c' è in gara».

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