dylan like a rolling stone

IL ROCK? E' UNA PIETRA CHE ROTOLA - DYLAN E LA CANZONE-MITO CHE 50 ANNI FA CAMBIO’ LA STORIA DELLA MUSICA - SPRINGSTEEN: "ELVIS LIBERÒ IL CORPO DELL’AMERICA, LUI LIBERÒ LA MENTE” - GUCCINI: “L’ASCOLTAI E DISSI: CAZZO, COSÌ SI SCRIVONO LE CANZONI”

Emiliano Liuzzi per il “Fatto Quotidiano”

 

DYLAN 1DYLAN 1

Accadde molto nel 1965 di Bob Dylan e dell’America. È l’anno di Bringing it all Back Home, album che include Mr Tambourine Man, M a g g i e’s Farm, Love Minus Zero. Il suo Paese, sotto la presidenza di Lyndon Johnson spedisce 567.000 soldati in Vietnam, mandati a morire.

 

Lo stesso anno scrive una delle canzone più bella della storia del rock, Like a Rolling Stone. I Beatles scrivono Help!, Dylan si sposa e poi si presenta al Newport folk festival accompagnato da un gruppo e dalla Fender Stratocaster, lascia il folk alle spalle e inizia uno dei tanti periodi della sua carriera.

 

Non è più menestrello, non è un folksinger, né una rockstar: nel 1965 Bob Dylan è semplicemente Bob Dylan, un signore che non arriva al metro e sessantacinque, ma che segnerà qualche generazione per oltre mezzo secolo. Farà discutere, perché Dylan è rimasto imprevedibile, vive di crisi mistiche e contraddizioni, fugge da Dylan si rifugia in tenute milionarie, cade dalla motocicletta, sparisce per mesi.

 

DYLAN DYLAN

Dal vivo poi riesce a nascondere i suoi pezzi dentro ai brani stessi, non parla, non saluta. Può essere svogliato o unico, ma continua a recitare la parte di se stesso, perché non può avere imitatori. Gracchia o canta con una voce impensabile, come quella uscita dall’ultimo album, dove a 74 anni suonati si mette a rifare Frank Sinatra, tutto quello che Dylan non ha mai voluto essere. Ha tirato fuori delle corde vocali che non sembrano le sue, alti, bassi, ha messo insieme grappoli di note come, e in alcuni casi, meglio di The Voice.

 

Ha stupito, ma senza nessuna voglia di sensazionalismo: la sua arte non è mai stata decorativa, nel senso ampio del termine, l’ha fatta come in quel momento credeva. Per raccontare chi sia e sia stato Dylan non c’è un inizio preciso, se non quando lascia il Minnesota e parte da Duluth in direzione New York. Ha scritto qualche pezzo e vuole farlo ascoltare a Woody Guthrie, ricoverato in un ospedale per vecchi artisti. Ci riesce, ma tra le strade del Greenwich Village annusa che il futuro è lì, e non può spostarsi.

bob dylan by david baileybob dylan by david bailey

 

Si chiama ancora Robert Allen Zimmerman, è un ebreo che arriva dal nord freddo, la zona dove anni dopo i fratelli Cohen ambientarono uno dei loro capolavori, Fargo che dalle atmosfere dylaniane ha attinto molto. Non ha uno spicciolo in tasca, e vive di compensi raccolti nei locali del quartiere dove abitò quella che volgarmente venne ribattezzata la beat generation: Allen Ginsberg, grande amico di Dylan, Jack Kerouac, Gregory Corso.

 

Nasce una nuova generazione che diventerà il movimento femminista, la marcia su Washington, il pacifismo, e comunque un vento che laggiù si respirava già, tra New York e San Francisco, e in Europa arrivò nel 1968. Era un nuovo modo di scrivere le canzoni, ma anche di rapportarsi al mondo e alla libertà, alla scoperta di quell’oscuro oggetto che è la democrazia.

 

Una volta, a Conegliano, Francesco Guccini, raccontò che la prima volta che ascoltò Dylan disse: “Cazzo, ma allora è così che si scrivono le canzoni”. Lo stesso, con la voce sporcata dagli chansonnier francese, fece Fabrizio De Andrè (ha tradotto Ro m a n ce in Durango), e Francesco De Gregori deve molto al Dylan del 1965.

Francesco Guccini Francesco Guccini

 

Paradossalmente, perché comunque molto diversi, anche lo stesso Morandi e, dopo Lucio Dalla, comunque molto diversi. In fuga da se stesso Della vita di Dylan non sappiamo molto. In Italia ha un solo amico, si chiama David Zard. E' lui che lo ospita quando viene a Roma.

 

E lo stesso Zard, organizzatore di concerti, ma anche raffinato musicologo, confessa a volte di non capirlo: “Trasforma le sue canzoni dal vivo. Faccio difficoltà a riconoscerle. Una sera gli chiesi di farmi Forever Young, e alla fine del concerto mi disse, sentito David che ti ho accontentato? Effettivamente no, gli dissi. Perché non l'avevo riconosciuta”. Ma Zard sa che a Dylan si può perdonare tutto. “E' un mio amico. Timido, lucido, sincero”.

 

BAEZ DYLANBAEZ DYLAN

Ernesto Assante e Gino Castaldo, grandi parolieri della musica per Repubblica, dicono che Like a Rolling Stone può essere considerata l’inizio del rock. Quando Dylan la scrisse, in un albergo sulla Pennsylavania Aveneau, a Washington, si piazzò in classifica negli Stati Uniti e ci rimase per tre mesi. Ma soprattutto, fece il giro del mondo come un pugno nello stomaco, a destra e a manca.

 

Dylan scrisse un capolavoro, molto consapevole di quello che stava lì a fare: “E' il destabilizzante colpo di rullante di Like a Rolling Stone, il brano della discordia, il racconto del crollo sociale, della perdita delle certezze”, dicono Assante e Castaldo. “La teatralizzazione della nascita del rock si compie con la prima esibizione, in formazione elettrica, di Bob Dylan a Newport.

bob dylan con jimmy carter e bob portnow a musicaresbob dylan con jimmy carter e bob portnow a musicares

 

La mecca del folk viene violata proprio da uno dei suoi miti di riferimento: è l’apocalisse. Il pubblico fischia, Dylan piange: è nato il rock, non un genere, bensì “un modo di fare le cose”. I tempi che cambiano Non possiamo citare tutto quello che è stato scritto su Dylan, detto dai suoi colleghi. Valga una cosa, datata 28 gennaio 1988, quando Dylan entra nella Rock and Roll Hall Fame e a Bruce Springsteen viene affidato il discorso d'introduzione:

 

“Quando per la prima volta ascoltai Like a Rolling Stone sapevo che stavo ascoltando la voce più legnosa che avessi mai sentito: era scarna, sembrava allo stesso tempo giovane e vecchia, ma sapevo altrettanto bene che come Elvis libera il corpo di quell’America, lui in quel momento aveva liberato la mente. Era il mondo che cambiava.

 

Bob Dylan - Sinatra - SpringsteenBob Dylan - Sinatra - Springsteen

A Dallas la storia dell’America, un anno e mezzo prima, con l'uccisione di John Fitzgerald Kennedy aveva preso un’altra strada, aveva cambiato la storia. Dylan, però, fino a quel momento considerato un cantautore politico, un folksinger, un profeta della protesta, mise immediatamente una barriera tra lui e la politica: “Quell’uomo che ha ucciso Kennedy non so cosa e voleva fare, e dove esattamente. Ma devo ammettere, in maniera molto onesta, che ho visto qualche cosa di me stesso in lui”.

 

Era visibilmente ubriaco, Dylan, quando pronunciò queste frasi scombinate, ma c'era tutto quello che accadeva in quegli anni: sì, l’emozione, la paura di un’altra guerra mondiale, la first lady che si butta sul marito e una corsa a Dallas, verso l’ospedale, ma c’era stata la Baia dei Porci, il rischio del conflitto, e l’inizio della guerra in Vietnam, che raggiungerà un culmine nel 1965, sotto la presidenza Johnson.

 

BOB DYLAN CON CHITARRA BOB DYLAN CON CHITARRA

Dylan non dice nulla che abbia del razionale, ma fotografa il volto di un Paese che non sa più quale strada prendere. Che non è con il killer di Kennedy, non lo sarà mai, ma riesce non imputare a Kennedy le ragioni degli errori che si era messo a commettere. Anni dopo, in un’intervista, spiego che “l’America è un Paese fondato sulla schiena degli schiavi. La radice da comprendere è tutta lì”. Ne ha scritte tante di parole, pronunciate poche.

Bob DylanBob Dylan

 

Qualche intervista, mai niente di definitivo. Perché Dylan è gentile, consapevole, ma anche piuttosto stronzo, un genio che può permettersi quello che vuole, non quello che può. E' stato folk, pacifista, elettrico, ha toccato sempre le corde del blues, ha tirato a fare soldi.

 

L’omaggio di Letterman

 

In qualche modo ha cercato di difendersi da se stesso, perché ne sarebbe rimasto travolto. E da tutto questo nasce appunto Like a Rolling Stone, che è una evoluzione continua di invettive e sensazioni, una provocazione contro la miss solitudine che cade in disgrazia, smette gli abiti della ricchezza per indossare quelli della miseria.

Bob DylanBob Dylan

 

Una bella ragazza, nata ricca e corteggiata, che adesso si ritrova nella strada, a fare l'elemosina, la prostituta, a mangiare nella mensa pubblica e senza una casa dove riposare. Uno dei milioni di senza tetto, senza nome e senza una storia, che popolano le strade degli Stati Uniti.

 

Nasce il rock. Così, quasi come il parto di un figlio non desiderato. Possa bastare l’ultima celebrazione, al Late Show. Nell’ultima puntata, o la penultima, non ha importanza, David Letterman introduce Bob Dylan attraverso poche parole, semplici, dirette, come una pietra che rotola, appunto: “Ho insegnato due cose a mio figlio: sii sempre gentile e rispettoso delle altre persone e ricorda che il più grande cantautore di tutti i tempi è Bob Dylan”.

BOB DYLANBOB DYLANBOB DYLAN DURANTE UN CONCERTOBOB DYLAN DURANTE UN CONCERTOBOB DYLANBOB DYLANdylan da lettermandylan da letterman

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)