1. I SEGUGI DI DAGOSPIA HANNO RISOLTO IL PICCOLO MISTERO DE “LA SIGNORA GOCÀ” APPENA PUBBLICATO DALL’ADELPHI E, IN BREVE TEMPO, RITIRATO DALLE LIBRERIE SU INVITO DELL'AUTRICE MARELLA AGNELLI PER ESSERE RISTAMPATO IN FRETTA E FURIA DAL SUO EDITORE 2. IL TUTTO S'È CONSUMATO NEL SILENZIO, COMPLICE O MENO, DEI MEDIA DELLE PATRIE LETTERE 
3. NELLA SECONDA EDIZIONE SONO STATI “SBIANCHETTATI” RIFERIMENTI TROPPO DIRETTI ALLE VICENDE AMOROSE (E CLANDESTINE) DI CASA CARACCIOLO, STARRING IL PADRE DI MARELLA

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DAGOREPORT       

Forse Dagospia ha risolto il piccolo enigma de “La Signora Gocà” appena pubblicato dall’Adelphi e, in breve tempo, ritirato dalle librerie per essere ristampato in fretta e furia dal suo editore. Il tutto si è consumato nel silenzio, complice o meno, delle patrie lettere e dei media.

 

Non capita tutti i giorni, infatti, che un’opera sia mandata al macero a “causa di un guasto tipografico”, come si può leggere nella lettera spedita in giugno ai librai dalla direzione commerciale dell’Adelphi.

 

E la scomparsa improvvisa dagli scaffali dell’incantevole volumetto, approdato in cima alle vendite non poteva destare inoltre altra curiosità se il nome dell’autrice è Donna Marella Agnelli. Il che ha spinto Dagospia, sito disgraziato e impertinente, a indagare sul “mistero Gocà”. E l’indagine ha preso l’avvio sfogliando le pagine della prima edizione, ritirata, e della seconda, ristampata de “La signora Gocà”.

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“Gocà” con la “G” e non “Cocà” con la “C” come ha scritto involontariamente su “il Fatto” Furio Colombo. Un lapsus davvero curioso il suo, al momento di recensire - quasi in adorazione -, la storia di Marella e della sua nobile famiglia - i Caracciolo di Castagneto - filtrata attraverso gli occhi innocenti dei suoi giovani e curiosi rampolli: Marella, Carlo e Nicola.  

 

Il titolo prende spunto, appunto, da un gioco “go to the car” tramutato dai ragazzini in Gocà - fatto di travestimenti e sceneggiate infantili a beneficio della mamma americana Margaret: “Il più bel gioco del mondo” -, che la moglie dell’Avvocato e il fratellino, il futuro editore Carlo Caracciolo, allestivano nella villa “I Cancelli”.

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Ma come annota nel risvolto di copertina l’editore Roberto Calasso, le memorie dell’autrice, candidamente messe “pen on paper” dopo un lento creare, non subiscono mai “arrotondamenti, “piallate” o “aggiustamenti”. Del resto, osservava lo scrittore Emile Cioran “un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle”.   

 

E nelle vicende umane, a volte tristi e spesso illuminate, narrate nel volume “La Signora Gocà” anche le “ferite” di casa Caracciolo sono messe a nudo e ricucite ad arte con il filo aristocratico e un po’ snob di Donna Marella Agnelli.

 

Tant’è che a pagina 97 scopriamo che il papà dell’autrice, l’ambasciatore Filippo Caracciolo terzo duca di Milito (1903-1965), tradisce l’inconsapevole Mammi con la giovane e bellissima Lili conosciuta a Bressanone.

Marella Caracciolo Agnelli Marella Caracciolo Agnelli

 

Ecco il racconto di quell’episodio cui furono inconsapevoli testimoni, Marella e Carlo: “…poi, quando la doccia fu chiusa, udimmo un parlottio, un mormorio intercalato da lunghi silenzi. Facemmo appena in tempo a nasconderci (…) la porta (della stanza di Lilli, nda) aprendosi piano ci lasciò intravedere l’alta figura di papà che si dileguava dalla parte opposta…”.

1961 Carlo e Marella Caracciolo Giovanni Agnelli Oddone Camerana 1961 Carlo e Marella Caracciolo Giovanni Agnelli Oddone Camerana

 

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Ma chi è Lili? “L’irrequieta figlia da tenere d’occhio” della contessa “angosciata” Jaworsky Von Wolkstein che è affidata per i fine settimana alla famiglia Caracciolo trasferitasi nuovamente in Toscana.

 

“Lili doveva già essere segretamente innamorata di nostro padre. Come spesso succede con i primi innamoramenti, di lui adorava tutto, compresi ogni cosa e ogni essere che lo circondasse”, annota Marella Agnelli. E tra l’ambasciatore Filippo e la ragazzina nascerà una lunga relazione mantenuta più o meno sotterranea nel clan dei Caracciolo con la nascita nel 1945 di un bambino, Ettore Rosboch, il futuro fratellastro di Marella, Carlo e Nicola e produttore cinematografico.

NOVEMBRE GIANNI AGNELLI SPOSA MARELLA CARACCIOLO NOVEMBRE GIANNI AGNELLI SPOSA MARELLA CARACCIOLO

 

E il piccolo mistero dell’enigma della Signora Gocà, con la prima stampa ritirata dalle librerie, e svelato nelle pagine finali dell’incantevole volumetto di Donna Marella. Nella prima edizione (pag.234-235-236) c’è il racconto dell’incontro casuale nelle vie romane dell’autrice con la mitica Lili “con il labro arcuato da bambina o coniglietto”. E’ la primavera 1944-45. Tanti anni dopo i week end a “I Cancelli”.

 

marina cicogna Marella Agnelli e il fratello Carlo Caracciolo marina cicogna Marella Agnelli e il fratello Carlo Caracciolo

“…Così venni a sapere che Lili era rimasta da poco vedova (non sapevo neanche che si fosse sposata) di un noto produttore cinematografico, Rosboch. La sua carriera di attrice non era dunque durata a lungo. Aveva avuto due figli: Patrizia, che vedevo adesso, doveva avere tre o quattro anni, ed Ettore. Era nato poche settimane dopo la morte del padre…”.

marella caracciolo agnelli - foto di Arturo Ghergo - Copyright Archivio Ghergo marella caracciolo agnelli - foto di Arturo Ghergo - Copyright Archivio Ghergo

 

Nella ristampa corretta si precisa che lo sposo di Lili, Ettore Bernardo Rosboch, in realtà non era un disgraziato produttore cinematografico, bensì un economista e sottosegretario alla Finanze nel primo governo Mussolini (1928-32). E nelle pagine finali è tolto sia il ragguaglio sulla mancata “carriera di attrice” di Lili sia ogni riferimento ai suoi figli: la bionda “dagli occhi di smalto azzurro”, la piccola Patrizia di 3-4 anni, ed Ettore “da pochi mesi messo a balia”.    

Marella Caracciolo Agnelli Marella Caracciolo Agnelli

 

Come a dire? Meglio non “gocare” con gli affetti più intimi e nascosti di casa Agnelli&Caracciolo.   

 

  

 

 

 

 

  

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