SINISTRATI STONATI - VECCHIONI PRO MELONI, CELENTANO GUARDA A SALVINI, FOSSATI AL M5S - TRA I CANTANTI ITALIANI, L’UNICO RIMASTO A VOTARE RENZI PARE ESSERE JOVANOTTI (E QUESTO, FORSE, QUALCOSA VORRÀ DIRE)

Scanzi: “Renzi è il primo leader di sinistra (va be’) che i cantanti di sinistra detestano. Ma spesso i cantautori amati dalla sinistra non votavano a sinistra. Battiato è sempre stato un cane sciolto. Battisti venne accusato di fascismo. De André fu un anarchico autentico, Gaber si consegnò all’astensionismo, De Gregori, altra icona rossa, ha votato addirittura per Monti...”

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Vecchioni canta Vecchioni canta

Andrea Scanzi per il “Fatto Quotidiano”

 

Qualcuno, soprattutto a sinistra, c’è rimasto male: a Roberto Vecchioni piace (politicamente) Giorgia Meloni. Lo ha detto due giorni fa a Un giorno da pecora su RadioDue: “È una delle tre o quattro donne della politica italiana che mi piace di più, dice sempre quello che deve dire e lo dice in maniera attenta, non si bea, non si interessa di questioni di sinistra o di destra".

giorgia meloni giorgia meloni

 

Libero e Il Giornale, oltremodo eccitati, hanno riassunto che “Vecchioni svolta a destra”. Il loro entusiasmo va compreso: da decenni l’unico intellettuale di destra spendibile è Martufello, e - in una penuria simile - un Vecchioni destrorso sarebbe manna dal cielo. La realtà è comunque un po’ diversa. Vecchioni andrebbe criticato per altri aspetti, ad esempio il riproporre da decenni la stessa canzonetta (bei testi, musiche pallose).

 

In merito alla Meloni, però, ha solo riassunto quella che è la realtà dei fatti: Giorgia Meloni è una donna di destra, con idee – per chi è di sinistra – spesso irricevibili, ma quanto a preparazione e capacità mediatica è una delle migliori. Certo, migliorare rispetto a quando ridacchiava per le barzellette di Berlusconi ad Atreju era facile.

Vecchioni canta Vecchioni canta

 

Come è facile risultare più preparata di una qualsiasi droide renzina. E’ però un fatto che, nella politica attuale, la Meloni arrivi a svettare, ora per capacità personali e ora per mancanza di avversari. Sa anche furbamente adattare il proprio eloquio ruspante: misurata dalla Gruber, ponderata da Vespa, guerreggiante da Del Debbio.

 

Una sorta di Salvini al femminile, con meno efficacia ma più contenuti. Forse Vecchioni è davvero diventato di destra (“Seguo Giorgia Meloni sempre, ogni volta che c'è un dibattito, perché mi rappresento nelle cose che dice”). E magari, nel segreto dell’urna, vota con godimento La Russa e Alemanno. Ognuno ha le sue perversioni. E’ però difficilmente attaccabile quando afferma: “La Meloni è più a sinistra di Renzi”.

 

ADRIANO CELENTANO ADRIANO CELENTANO

E qui c’è il primo aspetto che colpisce della vicenda: ormai, tra i cantanti italiani, l’unico rimasto a votare Renzi pare essere Jovanotti (e questo, forse, qualcosa vorrà dire). Fino a Renzi molti cantanti, pur critici, si turavano il naso e votavano i Prodi e i Bersani. Adesso, a fronte di un cinema (Moretti) e di una letteratura (Piccolo, Baricco) insolitamente silenti quando non apertamente filogovernativi, è un fuggi fuggi generale.

 

In questo la rottamazione renziana è stata davvero efficace, avendo letteralmente disintegrato il legame tra “sinistra” e canzone d’autore. Gli esempi sono molteplici. Adriano Celentano, aduso alla provocazione, non era antipatizzante nei confronti di Renzi. Dopo una fase grillina sembrava pronto anche lui, come Benigni e tanti altri, a salire sul carro del vincitore. Ora, pur di allontanarsi dai renziani, parla bene financo di Salvini.

 

SALVINI alle 11.41.22 SALVINI alle 11.41.22

C’è poi una galassia di cantanti e cantautori che si sono avvicinati al Movimento 5 Stelle. Per il Woodstock 5 Stelle di Cesena, sei anni fa, espressero la loro vicinanza Samuele Bersani e Francesco Baccini (che ha poi scritto anche l’inno). Al terzo V Day, quello di Genova, c’era Cristiano De André. La vicinanza di Fedez ai 5 Stelle è nota. Evidente anche la simpatia che altri due (ex?) punti di riferimento della sinistra hanno nei confronti del M5S.

 

Per esempio Fiorella Mannoia, molto critica con alcune uscite di Grillo e Casaleggio ma spesso vicina all’operato dei parlamentari 5 Stelle. E così Ivano Fossati, che (quasi vent’anni dopo aver donato a malincuore La canzone popolare all’Ulivo di Prodi) ha raccontato al Fatto Quotidiano: “Oggi, quando vedo Renzi, ho la sensazione di uno che smanetta sulle manopole della radio e non si sintonizza mai.

GRILLO E CELENTANO GRILLO E CELENTANO

 

Non mi arriva niente di lui. E' sbiadito, mi pare uno che promette persino più di Berlusconi (..) Sul Movimento 5 Stelle una cosa voglio dirla: è l'unica grande e autentica novità della politica italiana che ho visto in cinquant'anni (..) Questo è positivo e fa sì che io sia solidale con loro: che abbia un atteggiamento benevolo. Non vuol dire che la pensi sempre come loro. Non so dove porterà la loro intransigenza e fermezza, ma so che é positiva e che mi piacciono”.

 

Parole e pensieri non lontani – a quel che è lecito intuire – da altri artisti. Caparezza. Frankie Hi Nrg. Eugenio Finardi. Edoardo Bennato. Negrita. Eccetera. Renzi è il primo leader di sinistra (va be’) che i cantanti di sinistra detestano. Lo stesso Ligabue non pare esattamente un fan di Orfini. C’è poi un altro aspetto: spesso i cantautori erano amati dalla sinistra, ma poi non votavano a sinistra. Battiato è sempre stato un cane sciolto. Battisti era accusato addirittura di fascismo. L’intellighenzia reputava colpevolmente disimpegnati due geni come Ivan Graziani e Rino Gaetano.

RENZI E JOVANOTTI RENZI E JOVANOTTI

 

E poi i grandi maestri. Fabrizio De André, anarchico autentico, al Pci preferì il Partito Sardo d’Azione pur di rivendicare l’indipendenza della “sua” Sardegna. Giorgio Gaber è stato una delle più grandi coscienze critiche della sinistra, ma smise di votare nel 1974 e si consegnò per sempre all’astensionismo (a parte una volta, quando votò la moglie folgorata nel frattempo da Berlusconi).

 

Bruno Lauzi era un uomo di destra, Lucio Dalla fu anche socialista craxiano. Francesco De Gregori è un’altra icona rossa, ma è sempre stato assai riformista, al punto da votare convintamente Monti. E poi Guccini: quello della locomotiva, quello dell’anarchia. In realtà, di rivoluzionario, ha pochissimo. Edmondo Berselli lo sfotteva spesso, definendolo “socialdemocratico”.

RENZI E JOVANOTTI , APICELLA E BERLUSCONI RENZI E JOVANOTTI , APICELLA E BERLUSCONI

 

E lui, sornione, annuiva. Proprio per questo, inizialmente, era tutto sommato renziano: il suo essere sbiadito gli piaceva. Poi però, alle ultime regionali emiliane, ha votato Sel. Il cantautorato italiano è sempre stato molto meno irreggimentato di quanto si creda. Ha spesso creduto in una sinistra immaginaria. E adesso, di fronte a Renzi, fatalmente guarda altrove. Persino nell’orticello che, fino al giorno prima, gli faceva schifo.

RENZI E JOVANOTTI RENZI E JOVANOTTI FABRIZIO E CRISTIANO DE ANDRE FABRIZIO E CRISTIANO DE ANDRE FABRIZIO E CRISTIANO DE ANDRE FABRIZIO E CRISTIANO DE ANDRE BEPPE GRILLO SI SPOSA CON PARVIN TADJK E FABRIZIO DE ANDRE TESTIMONE BEPPE GRILLO SI SPOSA CON PARVIN TADJK E FABRIZIO DE ANDRE TESTIMONE RENZI E JOVANOTTI RENZI E JOVANOTTI

 

 

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