instagram dubai

LA SOCIETÀ TRASPARENTE - PERCHÉ SIAMO PASSATI DA METTERE LE TENDE ALLE FINESTRE DI CASA PER NON FARCI VEDERE IN MUTANDE AL FILMARCI MENTRE SIAMO A LETTO, IN BAGNO O ADDIRITTURA MENTRE LITIGHIAMO COL MARITO? PERCHÉ, GRAZIE AI SOCIAL, POSSIAMO VIVERE UNA ‘’ESTETIZZAZIONE DELL'ESISTENZA” CHE REINVENTA LA NOSTRA DISGRAZIATA VITA…

Leonardo Caffo per il Corriere della Sera – La Lettura

 

baricco cover

Alessandro Baricco, recentemente, lo ha chiamato The game (Einaudi). È il grande planisfero della vita digitale che descrive come molte delle caratteristiche distintive della nostra specie, attraverso le sue geografie complesse, siano cambiate a tal punto da creare cortocircuiti che lungi dal dover essere stigmatizzati andrebbero invece compresi per quello che sono: l' inizio di una mutazione antropologica. Alziamo la posta, una mutazione di specie. Che ne è, per esempio, non tanto della privacy quanto, piuttosto, dell' intimità e del pudore che tanto ci hanno distinto dalle altre forme di vita?

 

baricco

Alcuni fatti recenti, come Elisa Isoardi che annuncia la fine della relazione col ministro Matteo Salvini con un post su Instagram di loro due tra le lenzuola, o gli ormai onnipresenti Ferragnez che hanno fatto del figlio un' icona di stile a sua insaputa, sembrano la cifra stilistica di ciò che fa il paio paradossale con una ossessione alla riservatezza per cui ormai è difficile persino conoscere la propria diagnosi medica a causa della tutela di certi dati definiti, appunto, «dati sensibili».

elisa isoardi luigi di maio

 

Il maestro di Baricco, cioè quello con cui si è laureato in filosofia a Torino, chiamava già nel 1989 «società trasparente» (in un omonimo libro edito da Garzanti) proprio questa idea folle dell' esposizione totale; l' idea di Gianni Vattimo era che saremmo sempre più andati verso quella che definiva una «estetizzazione dell'esistenza» che avrebbe ridefinito concetti come quelli di realtà e verità (pensiamo alle fake news o alla postverità), offerto nuove false speranze di emancipazione (l' idea di guadagnare con i post senza mai alzarsi dal divano), ma soprattutto aumentato lo spaesamento e l' impossibilità di distinguere la sfera ludica da quella reale (si pensi in tal senso alla tanto criticata festa dei Ferragnez al supermercato in cui il gioco era lanciarsi, sprecandolo, del cibo).

fedez ferragni

 

elisa isoardi stira

Era il 1989, appunto, eppure Vattimo ci aveva preso su tutta la linea: «il gioco», come lo chiama Baricco, si basa soprattutto sull' estetica della vita, ovvero sul consegnare la propria immagine e le proprie preferenze completamente «alla macchina», al pubblico, al giudizio immediato del mondo esterno e dei suoi indici di gradimento.

 

fedez ferragni festa supermercato 5

La tentazione di correre rapidamente al giudizio morale - «tutto ciò è folle o immorale» - è facile ma sbagliata; ogni società esprime un mezzo e una tecnica, e ogni tempo crea le sue forme di vita che da questa tecnologia vengono ridefinite. Il paradosso estetica/privacy è in realtà il parallelo reale primario/secondario: l' esempio è quello della medicina perché la dimensione del corpo e del biologico, proprio quella che non possiamo nascondere, diventa oggetto di velo mentre la trasparenza, quella di Vattimo, agisce su ciò di cui appunto possiamo avere un' immagine: la nostra vita sensazionale e inimitabile (Fedez e Ferragni) o la mia capacità di superare il dolore o la perdita (la Isoardi).

ferragni

 

A proposito di immagini non è certo un caso che Instagram abbia superato Facebook economicamente e quantitativamente, perché l' estetica di una vita è essenzialmente il punto di vista che imponiamo su di essa senza linguaggio: è vero che le nostre «storie» sul social spesso filmano tutto, ma lo filmano dalla prospettiva di chi sa di essere guardato (e sa anche da chi).

 

gianni vattimo 3

Non è un caso che quando Vattimo introduce la locuzione società trasparente lo faccia attraverso «un punto interrogativo»: che trasparenza è quella che fa uso di filtri, punti di vista, modifiche artificiali dell' immagine per migliorarla?

 

Ecco allora il tema davvero interessante: pensiamo di sapere tutto di tutti, di osservare ogni cosa della vita di Chiara Ferragni e delle sue migliaia di copie influencer che ne scimmiottano i gesti, ma in realtà non sappiamo niente di più che ciò che ci è dato sapere (e su tutto il resto, verrebbe da dire con Wittgenstein, dobbiamo tacere).

ferragnez 6

 

Il paradosso, dunque, è ancora più sottile perché la trasparenza diventa non informativa e smette di generare la conoscenza (eccola, improvvisa, la tanto discussa ignoranza della generazione millennial); le storie di Instagram, proprio come la Storia lo era per Gianni Vattimo, diventano non il resoconto di tutto ciò che accade ma solo di ciò che è «rilevante» - peggio, diciamolo senza girarci attorno, di ciò che viene ritenuto rilevante (e con quale autorità? A scapito di cosa?).

 

baudo instagram

Ecco che la trasparenza diventa piuttosto caos, torna utile il pensiero postmoderno che forse non è mai morto (quello della fine di ogni narrazione oggettiva), e tutte le nostre vite spiattellate sulla finestra del mondo che è Instagram diventano la molteplicità dei punti di vita sulla realtà: è l' esplosione dei punti di vita (senza la «s»), e nel gioco-mondo di Baricco non c' è nessun Dio perché c' è spazio solo per angeli e apostoli (e siamo noi).

 

DI MAIO INSTAGRAM STORY SULLA CINA

Potremmo dire che in fondo i social sono una specie di conversazione infinita tra estranei o quasi-amici ma questo, che pure è banalmente vero, non ci dice nulla sul perché siamo passati da mettere le tende alle finestre di casa per non farci vedere in mutande al filmarci mentre siamo a letto, in bagno, all' ospedale, a scuola, al mercato o addirittura mentre litighiamo col marito.

 

rita rusic hot su instagram 3

È la risposta, forse, a secoli di scrittura di una storia unica - quella che Walter Benjamin nelle sue famose tesi definiva la storia dalla prospettiva dei vincitori contro i vinti - e che oggi può invece essere una pluralità di storie, prima irrilevanti, che appunto si chiamano «storie» anche su Instagram (e poi per osmosi pure su Facebook e WhatsApp): la cultura non è più solo il bottino dei vincitori di cui parla va Karl Marx, ma anche quella dei mediomen che mangiano davanti agli schermi goffamente e poi caricano i video su YouTube raggiungendo milioni di visualizzazioni, degli amori finiti, nostri come quelli della Isoardi («e dunque anche loro sono come noi?», ci chiediamo ingenuamente), o anche dei matti che con le storie di Instagram hanno firmato i loro reati o le loro violenze.

 

Il continuum storico del punto di vista assoluto, quello che arriva fino all' epoca della televisione come unico modello espressivo e informativo, si è rotto: l' intimità cade in vantaggio del racconto - oggi tutti, letteralmente, possono fare la storia (una storia, certo, ma la fanno e dipende da loro) - e lo spazio del pudore diventa sempre più raro e radicale; privato è solo ciò che non si può raccontare davvero.

VATTIMO

 

La differenza è che oggi non siamo protagonisti del Grande fratello, come avremmo potuto immaginare leggendo 1984 o La fattoria degli animali , ma ne siamo registi e autori: esiste solo ciò che viene percepito, dunque esiste di più ciò che ha più visualizzazioni - essere è il valore di una variabile vincolata allo sguardo esterno.

 

alba parietti sexy instagram

C' è una via di uscita, una exit strategy? Forse. Ma ha senso cercarla davvero? Talvolta temo che oggi, anche le vie di uscita dalla sfera dell' apparire continuo e perenne possano esistere, qui sì davvero paradossalmente, soltanto se documentate: ve lo immaginate il protagonista di Into the Wild fare le storie su Instagram? Io, purtroppo, si.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…