federico pizzarotti

SOLO IN ITALIA - IL COMUNE DI PARMA DÀ UNA CASA POPOLARE ALL'EX DIPENDENTE CHE GLI HA RUBATO I SOLDI - PIZZAROTTI: ‘LA VICENDA MORALMENTE TOCCA TUTTI MA PIACCIA O NO NON C’È NULLA DI IRREGOLARE’ - LA SIGNORA HA SOTTRATTO 432MILA EURO AL TEATRO REGIO, È STATA CONDANNATA MA NON HA MAI RESTITUITO UN EURO

 

 

IL COMUNE DÀ UNA CASA POPOLARE ALL' EX DIPENDENTE CHE GLI HA RUBATO I SOLDI

Alberto Mattioli per la Stampa

 

maddalena paolillo

È uno dei soliti paradossi burocratici italiani, uno di quei tipici cortocircuiti dove tutto è in regola, i timbri prescritti ci sono e insomma alla pratica non manca nulla, tranne forse il buonsenso. La storia è quella dell' ex dipendente del Regio di Parma, condannata perché si intascava i soldi del teatro, che ottiene dal Comune di Parma una casa popolare: per inciso, dopo aver espiato la pena ma senza aver risarcito il danno. A seguire, anche una ghiotta polemica fra la Gazzetta di Parma che ha dato la notizia, e il sindaco, Federico Pizzarotti, che non ha gradito come è stata data.

 

La protagonista si chiama Maddalena Paolillo, 61 anni, di professione addetta alla corrispondenza del Regio, dunque anche ai bollettini postali utilizzati per i versamenti. Dal 2007 al 2012, con il semplice sistema di correggere a penna la cifra sui moduli (un classico intramontabile, come Verdi), la signora si è portata a casa la rispettabile cifra di 432.429 euro, davvero niente male in un' epoca post-postale come la nostra, dove tutto sembra funzionare per mail e Iban. La truffa invece marciava benissimo, finché la donna non ha esagerato e l' improvviso boom delle spese postali non l' ha fatta scoprire.

 

Il seguito è cronaca giudiziaria. Arresto, sette mesi di domiciliari, condanna in primo grado con rito abbreviato a due anni e sei mesi più la restituzione del bottino, appello con riduzione della pena a un anno e sei mesi con la condizionale.

casa popolare alla dipendente che ha fregato i soldi al comune

Niente Cassazione. Lei si giustificò dicendo che l' aveva fatto per assistere l' anziana madre, anche se il medico che la curava precisò poi agli inquirenti che l' unica malattia di cui soffrisse mamma era la vecchiaia.

Insomma, inguaribile ma non dispendiosa.

 

Fin qui, la vicenda giudiziaria. Nel frattempo, la donna ha scontato la pena, la madre è defunta, la Fondazione Teatro Regio non ha rivisto neanche un euro dei 432 mila e rotti. Ma, ecco la notizia, Paolillo ha ottenuto un alloggio popolare, un piccolo appartamento (con terrazzino, chiosa però la Gazzetta) al terzo piano di un dignitoso stabile nella zona Sud della città. Insomma, da un lato il Comune aspetta i soldi del suo teatro; dall' altro, dà un tetto a chi li ha rubati.

 

Tutto in regola, per carità. Il Comune fa notare che fra i requisiti per l' assegnazione dell' alloggio non c' è la fedina penale pulita. In compenso, la donna aveva tutti gli altri: «Era senza lavoro, sotto sfratto per morosità, oltre ad avere problemi di salute. Ci rendiamo conto che il caso - dicono dal Municipio - possa suscitare molte perplessità e polemiche, ma un conto è la vicenda penale, altra cosa le condizioni della donna accertate dai servizi sociali». Cosa ne pensi la diretta interessata non è dato sapere. Non risponde a chi la cerca. Ma in compenso ha chiamato lei il centralino del giornale per far sapere che «non ha niente da dire».

 

federico pizzarotti

In città, invece, di gente che ha qualcosa da dire ce n' è molta. Il caso è assai commentato, e da penal-amministrativo-umano è diventato anche politico dopo che la Lega, e chi se no, ne ha approfittato per attaccare il sindaco, grillino eretico appena rieletto: «Questa vicenda è il chiaro indice che in Comune c' è una mancanza di regia politica nei controlli». Pure dal centrosinistra chiedono chiarimenti.

 

Pizzarotti replica su Facebook che «si può anche dire che la vicenda moralmente tocchi tutti», sì, decisamente si può dire, signor sindaco, e «che leggendola l' impatto è forte, ma piaccia oppure no non c' è nulla di irregolare». E accusa la Gazzetta di «fare del populismo da strada». Insomma, per una volta non sarebbero i politici «a soffiare sul fuoco della rabbia generalizzata» per questa e altre vicende, ma chi le racconta. E poi dicono che in provincia ci si annoia...

 

PIZZAROTTI

 

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