james franco seth rogen interview

SONY O SON DESTO? – LA MAJOR DI HOLLYWOOD ALLA FINE DECIDE DI PROIETTARE IL FILM “THE INTERVIEW” IN VIDEO-ON-DEMAND E NEI CINEMA DISPOSTI A FARLO. AL MOMENTO SONO CIRCA 300, MENO DI UN DECIMO DELLA DIFFUSIONE ORIGINARIA

1. THE INTERVIEW ESCE AL CINEMA. ENNESIMO COLPO DI SCENA SONY

Federico Boni per http://www.cineblog.it/

 

Queste le parole di Michael Lynton, presidente e CEO Sony Entertainment:

the interviewthe interview

 

"Non abbiamo mai rinunciato a fare uscire 'The Interview' e siamo entusiasti che il nostro film sarà in un certo numero di sale il giorno di Natale. Allo stesso tempo, stiamo continuando i nostri sforzi per assicurare più piattaforme e più cinema in modo che questo film possa raggiungere il più vasto pubblico possibile. Mentre ci auguriamo che questo sia solo il primo passo per il rilascio del film, siamo orgogliosi di renderlo disponibile al pubblico e di non aver ceduto a chi ha tentato di sopprimere la nostra libertà di parola".

 

il finto kim jong un in the interviewil finto kim jong un in the interview

Incredibile ma vero. Dopo aver alzato un autentico polverone con la decisione di cancellare l'uscita al cinema di The Interview, la Sony, nei giorni scorsi criticata persino dal Presidente Barack Obama per la decisione presa, ha fatto un passo indietro. Nelle ultime ore Tim League, fondatore della catena di sale 'Alamo Drafthouse', ha annunciato via Twitter che dopodomani il film di Seth Rogen verrà regolarmente proiettato nei suoi cinema. Poco dopo anche i cinema di Plaza Atlanta, Georgia, hanno ufficializzato la release del film, con The Wrap che ha spifferato l'uscita VOD, sempre il 25 dicembre.

sony hack the interview 8sony hack the interview 8

 

Dalla Sony non è ancora trapelato nessun dettaglio, ma è facile pensare che a questo punto diversi altri cinema si aggiungeranno alla lista. Dopo l'incredibile pubblicità 'gratuita' ottenuta nel corso dell'ultima settimana, la commedia con Rogen e James Franco potrebbe infatti letteralmente sbancare il botteghino di casa. Rumor alla mano, la major sarebbe andata incontro a non poche 'pressioni politiche' in questi ultimi giorni, perché il precedente sorto avrebbe potuto effettivamente creare non pochi problemi futuri, soprattutto in relazione ai già difficoltosi rapporti con la Corea del Nord.

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Il 'caso' The Interview potrebbe quindi aver incrociato la parola fine, dopo settimane ad alta tensione che avevano vista la Sony sotto attacco hacker. La stampa era sguazzata nelle mail private della Presidente Amy Pascal, diffondendo in lungo e in largo imbarazzanti dichiarazioni legati ad attori, registi e progetti in cantiere. Il passo successivo è stato poi quello di minacciare gli esercenti che avrebbero 'osato' proiettare la commedia demenziale, finendo così per portare lo studios alla più incredibile delle decisioni.

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Cancellare l'uscita di un film costato 40 milioni di dollari, con altri 20 sperperati per la campagna di lancio. Fino all'ennesimo colpo di scena di oggi. Perchè tra 48 ore 'almeno' gli spettatori di Atlanta e della Georgia potranno vedere la tanto chiacchierata 'Intervista'. In attesa di eventuali e ulteriori 'salti carpiati' distributivi.

 

 

2. THE SHOW MUST GO ON (FINALMENTE) - DOPO UNA SETTIMANA LA SONY DECIDE DI DISTRIBUIRE “THE INTERVIEW”

Da “il Foglio”

 

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Pareva piuttosto bizzarro che un cyberattacco, per quanto violento e crudele (con i poveri dipendenti della Sony, non tanto per gli attori e i vip che cadono comunque in piedi, ma per tutti gli altri, sputtanati per sempre), riuscisse addirittura a far gettare via un film già girato e prodotto e pronto per andare nelle sale (e costato 44 milioni di dollari): e il primo emendamento? La libertà d’espressione?

 

Per una settimana è parso di vivere in un altro film – forse qualcuno ha già scritto la sceneggiatura – con le minacce da Pyongyang, mandante del crimine cybernetico secondo gli Stati Uniti, l’annullamento della proiezione del film “The Interview” che racconta una storia nordcoreana con uccisione del leader supremo, lo scorno presidenziale (ci facciamo piegare dal cybervandalismo?, dice un redivivo Barack Obama, falchissimo con la Sony come mai l’abbiamo visto prima) e le mille speculazioni più o meno benevole sulla gestione da parte della Sony di tutta la faccenda.

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E’ parso quindi quasi naturale ieri sapere che la Sony infine ha deciso che la gente può vedere “The Interview”, in alcune sale degli Stati Uniti sarà proiettato a partire da domani, giorno di Natale, e anche se il management dell’azienda dice che la distribuzione sarà “limitata” ad alcuni cinema indipendenti, perché la cautela vince sempre, è facile pensare che poi la domanda sarà alta, e si finirà finalmente per poter parlare del film avendolo visto. Il regista del film, Seth Rogen, ha festeggiato su Twitter: “The people have spoken! Freedom has prevailed! Sony didn’t give up!”. C’è voluta una settimana, ma alla fine la libertà ha prevalso.

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Nel frattempo i rapporti tra Stati Uniti e Corea del nord si sono complicati, anche se Pyongyang nega di aver fatto alcunché: quando lunedì i nordcoreani sono rimasti per quasi una giornata senza internet, scollegati dal mondo (non che siano collegati granché, va detto, è un regime), tutti hanno pensato che si trattasse della rappresaglia americana. Washington ha smentito, ma la percezione di una guerra fredda cibernetica è stata colta da tutti. Ora si aspetta di vedere di che cosa sono capaci i nordcoreani – di solito nell’incertezza sparano un missile.

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