gabanelli

STAMPA BASTARDA - MILENA GABANELLI: “L’INFORMAZIONE È INTIMORITA, SIAMO UN PAESE DI GOMMA. QUEL CHE MANCA NON SONO I GIORNALI, MA GLI EDITORI PURI E ANCHE UN PO' ILLUMINATI - I GUFI ESISTONO MA SPESSO RENZI LI CONFONDE CON I CANI DA GUARDIA”

Silvia Truzzi per il “Fatto quotidiano”

 

report gabanelli e la reazione dell eni  3report gabanelli e la reazione dell eni 3

L'abbiamo intercettata al volo, mentre è alle prese con la nuova serie di Report, da domenica sera su Rai3. Milena Gabanelli è impegnata a preparare la prima puntata che si occuperà di Confindustria: quanto è moderna, flessibile, indipendente e trasparente l'associazione di imprenditori che dovrebbe essere il motore economico del Paese? Lo scopriremo tra qualche giorno. Intanto ci occupiamo di informazione e conformismo.

 

Cosa pensa dell' operazione Stampa - Repubblica ? Di questa fusione tra due dei più importanti quotidiani italiani non si è praticamente parlato. Eppure pone problemi, anche di concorrenza.

report gabanelli e la reazione dell eni  2report gabanelli e la reazione dell eni 2

Immagino che ci siano delle ragioni economiche, e come avviene in ogni fusione, salteranno un po' di teste; mentre se è vero che le testate manterranno l' autonomia editoriale, per i lettori nulla cambia. Per quel che riguarda la concorrenza direi che quel che manca non sono i giornali, ma gli editori puri e anche un po' illuminati.

 

Giulio Anselmi ha detto: raramente i giornalisti sanno di cosa parlano (e dunque non fanno domande). Da cosa dipende questo, secondo lei?

Per sapere di cosa parli serve tempo, che mal si concilia con la necessità di riempire pagine alla velocità della luce, su qualunque argomento.

milena gabanellimilena gabanelli

 

Il tipo di giornalismo che fa lei è difficile, presuppone ricerche, approfondimenti, studio. C'è anche una pigrizia diffusa, di cui ha parlato Ferruccio de Bortoli, o è più l'accontentarsi delle favolette che raccontano?

Credo sia più complicato di così. Certo ci sono i pigri e quelli a cui semplicemente piace compiacere, ma quello che spesso frena è la "fatica" di sostenere il meccanismo che si innesca quando non ti accontenti della "favoletta", fatto di odiose telefonate al tuo direttore e diffide preventive.

MILENA GABANELLIMILENA GABANELLI

 

Se devi passare metà del tuo tempo a giustificarti o a rispondere ai legali o ai portavoce, capisco che possa anche passare la voglia. In altre parole, non mi piace buttare la croce addosso ai colleghi, la linea la dà il direttore: se sprona e difende i suoi giornalisti, faranno bene il loro mestiere, altrimenti si limiteranno al "compitino". Nelle scuole di giornalismo io vedo ragazzi molto motivati, che scelgono questo mestiere perché pensano che possa aiutare a migliorare il mondo, e hanno voglia di mettersi in gioco… Poi la realtà li spompa.

 

MILENA GABANELLIMILENA GABANELLI

Nel suo libro ha scritto: "In questo Paese ministri e imprenditori parlano solo con i giornalisti amici. Eppure usano spesso la parola 'libertà'. Ma se ti prendi la libertà di critica, ti trascinano in tribunale". Quanto pesano psicologicamente - e quindi di riflesso sul lavoro - le minacce di cause come quelle di Ferrovie o Eni?

Pesano. Non saprei dire quanto perché l'uomo è un animale che si abitua alle avversità, anche a dormire sempre di meno. Nel nostro caso gioca un ruolo importante "l' effetto squadra": se non siamo mai arretrati di un millimetro vuol dire che oltre all' inclinazione naturale, soffriamo anche di patologie compatibili.

 

Per onestà devo anche dire che nel corso degli anni, nonostante ci siano state vicende dentro la Rai molto travagliate e antipatie manifeste, c'è sempre stato il sostegno del direttore di rete di turno. Non c'è dubbio che l'abitudine di portarti in tribunale a prescindere, ha un effetto intimidatorio sul nostro lavoro e quindi sulla libertà d' informazione. Per limitare le liti temerarie basterebbe applicare con maggiore vigore le sanzioni, peraltro già previste dal nostro Codice di procedura civile.

MILENA GABANELLI NEL 1991MILENA GABANELLI NEL 1991

 

In questa serie ci stiamo occupando del conformismo dell'informazione. Esempio: all’epoca di Monti era di gran moda l’austerità e tutti erano pro austerità, al grido di 'ce lo chiede l’Europa'. Oggi va di moda la flessibilità, perché Renzi la sostiene. Due posizioni inconciliabili, eppure giornali e giornalisti che furono montiani ora sono renziani.

La ragione è sempre la stessa: conformarsi è più facile, e non ti fai dei nemici. Però austerità o flessibilità non sono due concetti liquidabili come "mode" di passaggio, dipendono dalla stima delle variazioni del reddito, e i suoi effetti cambiano a seconda delle condizioni in cui si trova il paese. Quando si insedia un nuovo governo penso sia giusto fidarsi della sua politica economica, e credere che ci porterà fuori dalla palude. Dopodiché, strada facendo, il giornalista deve monitorare i fatti in modo pragmatico.

 

milena gabanelli blumilena gabanelli blu

Troppo spesso invece lo fa in modo ideologico o si limita a riportare gli slogan, e anche questo contribuisce a confondere e farci sprofondare sempre di più. Occorre però dire che nel nostro Paese chi si danna per un'informazione indipendente, accurata e approfondita, non è premiato, nemmeno dai cittadini. Troppe persone mi dicono: "Fate un lavoro straordinario, ma tanto non cambierà niente!" Quando rispondo "E lei per cambiare cosa fa?", di solito mi dicono: "Ha ragione, non facciamo niente".

 

A volte è scoraggiante…

Sembra di essere dentro a un Paese di gomma.

 

A proposito di Renzi: ha fatto la classifica dei titoli peggiori e se la prende spesso con i giornalisti gufi. Cosa ne pensa?

Che i gufi esistono, ma spesso li confonde con i cani da guardia.

 

MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE

Lei è sempre stata considerata "scomoda". Cosa vuol dire? Una buona informazione fa bene al sistema, eppure i primi a non rendersene conto sembrano essere i giornalisti. Abbiamo sempre bisogno di etichettare…

Altrimenti non si riesce a fare il titolo. Non sono posseduta dal sacro fuoco, non credo di fare nulla di eroico, e non ho mai pensato di salvare il mondo. Cerco solo di fare al meglio il mestiere per cui sono pagata. È un principio semplice che vale per tutte le categorie, se applicato (e fatto applicare) basterebbe a risanare il sistema.

milena gabanelli e il marito luigi bottazzi da vanity fairmilena gabanelli e il marito luigi bottazzi da vanity fair

 

Il mancato rinnovo della collaborazione con il Corriere della Sera è stato letto come ritorsione per il suo lavoro puntuale. Se così fosse sarebbe un pessimo segnale.

Non ho mai smesso di scrivere per il Corriere! Per quel che riguarda l' accordo di collaborazione con una nostra pagina web, era arrivato a scadenza. Anche le migliori relazioni hanno momenti di pausa; in futuro vedremo.

 

È l' informazione che si è appiattita sul modo di procedere e ragionare della politica (sempre più semplificato e superficiale) o il contrario?

Politici e giornalisti dedicano troppo tempo a occuparsi gli uni degli altri: questo è il problema!

 

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...