TACI, CATTOLICO! DALLA GRUBER, LA FILOSOFA GLORIA ORIGGI SI INALBERA CON SABELLI FIORETTI E LO “OFFENDE” DANDOGLI DEL “CATTOLICO” - PER SGARBI, L'OFFESA E' INVECE "CIELLINO" -

Bechis: “Se la ricercatrice emigrata in Francia avesse detto “lei è rom!”, o “lei è frocio”, la Gruber sarebbe insorta togliendo la parola in nome del politically correct. Invece quando la sua ospite oscillava fra insulto e derisione nei confronti di chi ha una fede, al massimo è scoppiata una risatina”...

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1 - DALLA GRUBER «CATTOLICO» DIVENTA UN INSULTO

Maurizio Caverzan per “il Giornale”

 

Accadono cose strane nella televisione italiana. Fatti sgradevoli, espressione d'intolleranze e settarismi che tutti, inguaribili ottimisti, credevamo relegati ad epoche e luoghi lontani. L'altra sera nel salotto di Otto e mezzo , amministrato dalla democratica Dietlinde Gruber detta Lilli, si conversava della tragedia dell'Airbus A320 e dell'ardito paragone grilliano tra Matteo Renzi e il pilota Andrea Lubitz, due uomini soli al comando.

GRUBER - SGARBI - ORIGGI - SABELLI FIORETTI GRUBER - SGARBI - ORIGGI - SABELLI FIORETTI

 

La qualificata compagnia degli ospiti era formata da Claudio Sabelli Fioretti, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico, Gloria Origgi, filosofa con cattedra all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi nonché blogger del Fatto quotidiano, e Vittorio Sgarbi. «Stasera, però, parliamo anche dell'uso delle parole e del fatto che spesso, in politica, si perde il senso del limite proprio delle parole», aveva ammonito la conduttrice nella sua rassicurante premessa. Insomma, un minuetto.

 

Appena rannuvolato dal fatto che - aiuto! - il politicamente corretto è stato rottamato. E adesso come si fa? Niente di grave per Sabelli Fioretti, anzi, una buona cosa, fine dell'ipocrisia e del perbenismo. È meglio dare del «negro a qualcuno e trattarlo bene che chiamarlo nero e trattarlo male...». Fin qui tutto ok, anche se la Gruber appariva contrariata.

 

Origgi sul cammello Origgi sul cammello

Accadono, però, cose sorprendenti nella televisione italiana. A sentire Sabelli Fioretti, la filosofa con cattedra nella Città dei Lumi, arricciava il nasino e scuoteva la chioma fresca di parrucchiere: su questo l'Italia è proprio rimasta indietro....

 

«Negro non si può più dire, punto e basta...». È una questione di linguaggio e di ethos e di un «modo di comportamento». Il suo ragionamento è proprio «da cattolico...», sferzava la signora, il peggio possibile, come dire, da nazista... Anzi, rincarava la signora, «se mi avesse detto che è di Comunione e Liberazione ci avrei creduto».

 

Non solo nazista, pure delle SS... Sabelli opponeva un timido «a me cattolico non lo dice...», tipo: no, non sono lebbroso... A quel punto, la Gruber che tiene molto «all'uso delle parole e al senso del limite», lasciava correre e sembrava rasserenata.

 

Per ripristinare un filo di tolleranza, si sperava in Sgarbi. Ma, sfoderando il suo primato di più querelato d'Italia, il critico d'arte difendeva Dolce e Gabbana, precisando solo che «non tollererei di essere di Comunione e Liberazione». Sorrisi reciproci e saluti finali. È accaduto venerdì sera a Otto e mezzo, il talk show più «politicamente corretto» della televisione italiana.

 

Origgi Origgi

2 - CHE HANDICAP, SEI CATTOLICO! IL NUOVO RAZZISMO DELLA GRUBER-TV

Franco Bechis per “Libero quotidiano”

 

Non è politicamente corretto inveire dando del “frocio”, del “negro” o della “puttana”. E ha ragione chi dice che non si fa. Ma se lo dite rivolgendovi a me, e magari mi apostrofate pure “muso giallo”, “rom”, “zoccola”, sono disposto a chiudere un occhio e passarci sopra. Ma sì, anche a perdonare. Dal 27 marzo scorso, quando ho visto la puntata di Otto e mezzo di Lilli Gruber non avrò tolleranza invece nei confronti di chi mi insulterà pesantemente dicendomi “sei come Gloria Origgi“. Perchè c’è un limite a tutto, e davanti a questo non sono disposto a mediazioni: querelo…

 

Chi sia la Gruber lo sapete di sicuro. Forse qualcosa della Origgi può essere sfuggito, ma si fa in fretta: è una blogger del Fatto Quotidiano che ogni tanto- ma non tutti i mesi- scrive un post. Ed è pure ricercatrice di filosofia in autorevoli istituti francesi. Le due erano ai lati opposti del tavolo su La7 lo scorso 27 marzo, che aveva come ospiti anche Claudio Sabelli Fioretti e Vittorio Sgarbi. Si parlava della tragedia dell’aereo della Germanwings, e qualcuno ha citato i dubbi delle prime ore sulla nazionalità dei piloti. Dubbi per altro legittimi, perchè nessuno ne aveva rivelato l’identità e purtroppo in questi anni le cronache sono state riempite da terroristi arabi islamici kamikaze.

GLORIA ORIGGI GLORIA ORIGGI

 

La Gruber e la Origgi hanno mostrato disappunto, come se quell’ipotesi invece di essere tristemente realistica fosse frutto di pregiudizio e razzismo. Sabelli Fioretti ha reagito, raccontando la stupidità del politically correct e osservando: “E’ meglio dare del negro a qualcuno e trattarlo bene che chiamarlo nero e trattarlo male…”.

 

Apriti cielo! Si è inalberata subito la riceratrice-blogger, che al culmine del suo scandalo ha apostrofato Sabelli Fioretti con quello che evidentemente le sembrava un insulto: “allora lei è cattolico!”, è infatti esplosa la signora al culmine dello scandalo. E siccome l’insulto non le sembrava abbastanza forte, ha aggiunto: “Se mi avesse detto che è di Comunione e Liberazione ci avrei creduto…”.

 

Ecco se la ricercatrice emigrata in Francia avesse detto “lei è rom!”, o “lei è frocio”, possiamo essere certi che Lilli sarebbe insorta furibonda togliendo la parola in nome del politically correct. Invece quando la sua ospite oscillava fra insulto e derisione nei confronti di chi ha una fede, offendendo milioni di italiani e oltre un miliardo di abitanti della terra, al massimo è scoppiata una risatina.

Claudio Sabelli Fioretti Claudio Sabelli Fioretti

 

Quando all’insulto generico è seguito quello particolare “sei di Comunione e Liberazione”, i sorrisini sono divenuti sorrisoni, quasi una ola da parte della conduttrice, capovolgendo antropologicamente quel che è avvenuto in mille altre occasioni. Quel che è avvenuto in quello studio è lezione di vita: diffidare sempre dei maestrini delle buone maniere e del politically correct. Perchè dicono “politically”, ma in realtà traducono in “ideologicamente corretto”, e naturalmente si riferiscono al loro pensiero, alla loro ideologia, unica accettata nei salotti dell’intellighentia e quindi unica ad essere corretta.

 

Perchè usano (la Origgi) e lasciano usare (la Gruber) i termini “cattolico” o “di Comunione e Liberazione” a mò di insulto? Perchè sono cresciute e poi sono state protagoniste di un mondo che considera la fede un handicap, una malattia della ragione, una indegnità intellettuale, una debolezza dell’uomo. Questo atteggiamento è la forma solo apparentemente più raffinata del razzismo. Ma è razzismo, vero e proprio, forse il più odioso. Ed è curioso che affiori sulle labbra di personaggi che spesso non perdono occasione per mostrare ammirazione nei confronti delle parole e dei gesti di papa Francesco. Tanta ammirazione da perdonargli perfino quel peccato originale: essere cattolico…

 

lilli gruber 8 lilli gruber 8

origgi gloriaLa signora Origgi nutre questi sentimenti razzisti nei confronti dei cattolici? Pace. Che la Gruber abbia lasciato correre, tollerato e inevitabilmente coperto, un po’ mi sorprende. Non la conosco davvero, ma nella mia piccola esperienza è sempre stata collega affabile e gentile, spesso attenta alle sensibilità altrui. Stupisce che non abbia colto la potenza offensiva di quelle parole in studio, e che nelle puntate successive, avendo compreso la latitanza della sua conduzione quella sera, non vi abbia messo riparo chiedendo scusa a tanti uomini e  donne di fede. C’è ancora tempo per farlo, e sinceramente spero che un’occasione così non venga buttata via…

 

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