natale con renzi - giletti fazio campo dall orto maggioni

TAGLIE-RAI - NEL PRIMO CDA DOPO L’ADDIO DI RENZI, CAMPO-SANTO DALL’ORTO SCOPRE LA SPENDING REVIEW: GLI STIPENDI DEI CONDUTTORI RAI POTREBBERO FINIRE SOTTO LA SOGLIA DEI 240 MILA EURO – A RISCHIO LE RICCHE BUSTE PAGA DI CARLO CONTI, FAZIO, ANTONELLA CLERICI E GILETTI

CAMPO DALL ORTO E MONICA MAGGIONICAMPO DALL ORTO E MONICA MAGGIONI

Da www.ilmessaggero.it

 

Gli stipendi dei più noti conduttori Rai potrebbero finire sotto la soglia dei 240 mila euro prevista nella legge sull'editoria. L'argomento sarà tra quelli più caldi del cda in programma oggi a Viale Mazzini, che potrebbe estendere la norma, già in vigore per manager e giornalisti dipendenti, anche ai titolari di contratti di natura artistica. A rischio ci sono, tra le altre, le buste paga di Carlo Conti, Fabio Fazio, Antonella Clerici, Massimo Giletti. Ma oggi potrebbe anche essere decisa la chiusura di Politics, il talk di Raitre condotto da Gianluca Semprini che tanto ha deluso per gli ascolti.

 

fabio fazio elisa isoardifabio fazio elisa isoardi

Il consiglio lo scorso novembre aveva chiesto al Tesoro una indicazione sul comportamento da tenere sull'argomento, che non è ancora arrivata. A questo punto, per evitare azioni di responsabilità da parte della Corte dei Conti, i consiglieri potrebbero decidere di assimilare i contratti di lunga durata degli artisti a quelli di collaborazione continuata e continuativa, applicando dunque il tetto. Non è escluso, però, che, sulla base dei pareri legali attesi, si decida di sollecitare il ministero a dare una risposta in tempi rapidi.

 

È un cda Rai ricco di argomenti quello che riunisce con la nascita del governo Gentiloni. Tutti i nodi legati al futuro della tv pubblica, rimasti in stand by con la caduta di Matteo Renzi, approdano al settimo piano di Viale Mazzini, dove si attendono ricadute dal nuovo quadro politico. «Penso che la gestione monocratica della tv pubblica a questo punto debba essere rivista e debba esserci un maggior coinvolgimento del cda, dato che non mi pare l'anno e mezzo di gestione dell'uomo solo al comando sia stato segnato da clamorosi successi», afferma il consigliere di opposizione Arturo Diaconale.

gabriel garko carlo contigabriel garko carlo conti

 

«Non ho una posizione preconcetta contro un maggior coinvolgimento del consiglio», replica il collega di maggioranza Guelfo Guelfi, precisando però che «non serve un tagliando»: «in un anno e mezzo sono stati compiuti passi in avanti considerevoli». L'aspetto che più lascia i vertici in apprensione è il mancato inserimento nella legge di stabilità della deroga all'inclusione della Rai nella lista delle aziende della pubblica amministrazione stilata dall'Istat.

 

massimo giletti canta (4)massimo giletti canta (4)

La speranza dei vertici è che il governo Gentiloni prenda presto in mano la questione, restituendo loro piena capacità di manovra su appalti, acquisti, assunzioni e contrattazione collettiva. In agenda anche il capitolo risorse dopo la riduzione per il prossimo anno del canone da 100 a 90 euro annuali: nelle tabelle allegate alla manovra il tetto minimo di entrate per la tv pubblica per il 2017 è fissato in 1 miliardo 681 milioni lordi (1 miliardo 617 milioni netti), a cui andrà aggiunto il 50% delle maggiori entrate legate al canone in bolletta (stimate in 320 milioni complessivi).

 

CLERICICLERICI

A preoccupare la tv pubblica è la riduzione dei trasferimenti totali rispetto all'anno in corso (che si stimano superiori al miliardo e 800 milioni). Altro capitolo in stand by è quello del rinnovo della convenzione decennale, che andrebbe approvato entro la fine di gennaio 2017. Una nuovo slittamento delle scadenze potrebbe costringere i vertici Rai a rivedere il piano industriale.

 

All'odg anche la discussione sul piano dell'informazione di Carlo Verdelli che il consiglio attende ormai da mesi e che, nonostante le anticipazioni dell'Espresso che hanno dato il via a audit per violazione di segreto industriale, non dovrebbe essere per il momento svelato.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO