IL TALENTO DI MISTER COWELL - SI È INVENTATO “X FACTOR” E “GOT TALENT”, È STATO IL GIUDICE CATTIVO CHE TUTTI AMAVANO ODIARE, HA CREATO IL TORMENTONE ‘ONE DIRECTION’, ORA SI È BUTTATO NEL CINEMA

“X Factor” è trasmesso in 168 paesi: in 53 c’è anche la versione locale. Quello italiano è veramente riuscito. I giudici sono importanti, ma la chiave è trovare i talenti. Noi creiamo superstar” - “Oggi la competizione è globale, su YouTube si gioca tutti alla pari. L’industria della musica non sta morendo, ma rinascendo”...

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Piero Negri per “La Stampa

 

SIMON COWELL SIMON COWELL

Se lo show-business globalizzato del XXI secolo ha un centro, questo non è un luogo, ma una persona. Si chiama Simon Cowell, ha 55 anni, è sposato (dal 2013) con un figlio e un patrimonio personale (stimato) di quasi 400 milioni di euro.

 

Ex dirigente di casa discografica, con X Factor, inventato dieci anni fa in Gran Bretagna e poi esportato ovunque, ha innovato il modo in cui la musica va in tv, cambiando in un solo momento l’industria della musica e quella della televisione. Cowell, che ha anche creato la serie Got Talent e si è inventato gli artisti milionari (in dischi venduti) One Direction, Il Divo, Susan Boyle, Leona Lewis, nei Paesi di lingua inglese è una celebrità, avendo partecipato come giudice a diversi talent show. In Italia è meno noto perché va raramente in tv e concede pochissime interviste. Per La Stampa ha fatto un’eccezione.

SIMON COWELL SIMON COWELL

 

Che cosa si attendeva da X Factor dieci anni fa, quando lo lanciò?

«Quando lanci un format, non sai mai davvero che cosa accadrà, è il rischio ma anche la bellezza di questo mestiere: nessuno può dire di sapere veramente che cosa la gente vorrà vedere. Dieci anni fa, X Factor in Gran Bretagna sostituiva Pop Idol, il programma che avevo appena lasciato, e il passaggio non fu indolore. C’era molta attesa, quella sera, ma malgrado le gufate di chi avrebbe gradito un nostro fallimento, andò bene fin da subito. Può immaginare quanto fossi felice. Da allora, X Factor non ha fatto che crescere e oggi siamo ancora lo show musicale numero uno in Gran Bretagna».

SIMON COWELL SIMON COWELL

 

Quali sono i confini del successo di X Factor oggi?

«In questo momento i Paesi in cui va in onda sono 168: 147 trasmettono la versione britannica, 53 hanno una versione locale e alcuni Paesi le hanno entrambe. Alcune versioni internazionali mi piacciono molto: è fantastico che arrivino idee nuove da vari luoghi del mondo, alcune migliori di quelle originali.

 

Il nostro partner è Fremantle, una società di produzione eccellente in ogni angolo del Pianeta e l’Italia (dove lo show su Sky Uno finisce giovedì 11 dicembre) è un bell’esempio di versione locale veramente riuscita. Ho visto immagini dello studio di Milano, incredibile… E poi l’X Factor italiano sta creando superstar come Marco Mengoni: questo è il format ha lanciato più star globali di qualunque altro programma, dai One Direction a Little Mix, Leona Lewis, Ella Henderson».

 

Qual è l’X Factor di X Factor? I giudici?

I giudici di Italians Got Talent I giudici di Italians Got Talent

«È una bella domanda. Credo che sia il punto su cui molti talent show hanno fallito: hanno preso giudici popolari e hanno puntato su quell’aspetto, dimenticandosi di scoprire nuovi artisti. Il segreto è uno solo: il talento che sei in grado di trovare. È ovvio che i rapporti che nascono tra i giudici sono molto importanti per lo spettacolo ma ciò che conta è se i giudici sono capaci di vedere e valorizzare il talento. È quello il loro compito. Dunque, per rispondere alla sua domanda, l’X Factor di X Factor è che noi vogliamo trovare e creare superstar, e ci riusciamo. Aggiungo poi che mi piace molto il gruppo dei giudici italiani, è stato bello vederlo evolvere negli anni e rimanere sempre molto forte».

 

Quanto è italiano l’X Factor italiano?

morgan lascia lo studio di xfactor morgan lascia lo studio di xfactor

«Questo dovete dirlo voi! A me sembra molto italiano, pieno di energia e divertente da guardare, pieno di passione».

 

C’è un storia-simbolo del successo di X Factor nel mondo?

«Forse i One Direction rimangono l’esempio migliore, quello che dimostra quanto conti X Factor. Sono stati messi insieme per lo show britannico tre anni fa e ora sono il gruppo che vende più al mondo. Un successo incredibile».

 

Come si descrive? Imprenditore, talent scout, manager, discografico?

«Direi “talent producer”, uno che il talento lo trova e sa come svilupparlo».

morgan lascia lo studio di xfactor morgan lascia lo studio di xfactor

 

In che cosa le superstar di oggi sono diverse da quelle di prima?

«Credo che le star vere debbano avere, come dico io, occhi d’acciaio. Oggi più che mai: la competizione è globale, su YouTube si gioca tutti alla pari e se non sei fortissimo non ce la fai. Poi devi avere talento, naturalmente, devi svettare nella folla».

 

XFACTOR 2014 XFACTOR 2014

Sul Wall Street Journal, Taylor Swift ha scritto: «Sono tra i pochi nel mondo della musica che pensano che l’industria musicale non stia morendo, ma rinascendo». Che ne dice?

«Tutti parlano di fine, o declino, ma io sto con Taylor. Si inventano in continuazione nuove piattaforme tecnologiche e nascono nuove possibilità. L’industria della musica deve recuperare terreno, ma credo che le opportunità ci siano per tutti e stiano aumentando».

 

Che cosa ci possiamo attendere da lei ora? Ha annunciato «novità rivoluzionarie»…

ONE DIRECTION ONE DIRECTION

«Abbiamo un certo numero di progetti in arrivo e sì, qualche novità forte, ma ho imparato a non parlare mai in anticipo di ciò che farò. Posso dire però che stiamo lavorando a diversi film, e tra questi tre che realizzeremo con la società di animazione Animal Logic, quelli che hanno fatto Happy Feet e Lego Movie. Più altri tre o quattro. Sono molto contento di come sta andando l’avventura nel cinema».

 

GQ AWARDS: LEONA LEWIS GQ AWARDS: LEONA LEWIS

In futuro sarà ancora in tv? Si diverte?

«Certo, se non mi divertissi non lo farei. Quello che provi quando vedi una futura star per la prima volta non lo dimentichi più. Mi sento fortunato, perché con X Factor quel momento si ripete spesso. E il bello è che non è una questione di fortuna: ci vuole ben altro».

 

 

 

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