1. TITANIC NELL’ADRIATICO. 11 MORTI E 179 PERSONE DI CUI NON SI HANNO NOTIZIA. E LA PROCURA DI BARI METTE IL DITO NELLA PIAGA: ‘TROPPI PASSEGGERI E CLANDESTINI, QUELLA NAVE NON DOVEVA NEMMENO PARTIRE. LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE NON SONO AVVENUTE NEL RISPETTO DEI PROTOCOLLI PREVISTI. LE SCIALUPPE ERANO LASSÙ APPESE, NON SCENDEVANO. PER RIUSCIRE A SALIRE SI DOVEVA SALTARE NEL VUOTO” 2. IL PREMIER ALBANESE EDI RAMA, ACCANTO AL NOSTRO RENZI, HA INVITATO LE IMPRESE ITALIANE A INVESTIRE IN ALBANIA “PERCHÉ DA NOI NON CI SONO I SINDACATI E PERCHÉ LE TASSE SONO AL 15%”. RENZAPOPPIN' HA PROVATO A PARARE IL COLPO DICENDO: “SCHERZA” 3. IL FATTO È CHE ORMAI SE RENZI POTESSE ANDARE IN GERMANIA A DIRE “VENITE IN ITALIA CHE LE TASSE SONO PIÙ BASSE E NON CI SONO I SINDACATI” LO FAREBBE VOLENTIERI

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. CONCORRENZA AL RIBASSO

matteo renzi ed il premier albanese edi rama 4matteo renzi ed il premier albanese edi rama 4

Ogni tanto capita che anche ai leader politici scappi la verità. Ieri è successo a Edi Rama, accanto al nostro Renzie. Il premier albanese ha invitato le imprese italiane a investire in Albania “perché da noi non ci sono i sindacati e perché le tasse sono al 15%”. Renzie ha provato a parare il colpo dicendo: “Scherza”. Ma Rama non scherzava e ha mandato esattamente il messaggio che voleva mandare. Sa che molti imprenditori italiani sono sensibili a questi argomenti. La Serbia e la Romania insegnano.

 

matteo renzi ed il premier albanese edi rama 1matteo renzi ed il premier albanese edi rama 1

L’Italia è il principale sponsor dell’ingresso dell’Albania in Europa, come ha ripetuto ieri a Tirana il nostro premier. Sarà un capolavoro. Avremo un altro paese nell’Unione che fa dumping fiscale e sociale a spese di un paese come il nostro, che si sforza di mantenere un buon sistema di welfare e relazioni industriali corrette. Vantarsi dell’assenza di sindacati tradisce un’idea autoritaria dei rapporti di lavoro, appesi all’arbitrio e agli umori del datore di lavoro. Ma è certo che per molti imprenditori è meglio non averli tra i piedi, i sindacati. Meglio che ogni lavoratore se la veda da solo.

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 7 traghetto in fiamme norman atlantic 7

Di fronte a un invito così sfacciato alla delocalizzazione, che porta sempre a fabbriche chiuse e posti di lavoro persi in Italia, Renzie avrebbe potuto dire tante cose. Se l’è cavata invece buttandola sullo scherzo. Il fatto è che ormai molti premier sono piazzisti del proprio Paese e se Renzi potesse andare in Germania a dire “Venite in Italia che le tasse sono più basse e non ci sono i sindacati” lo farebbe volentieri. Ma con le tasse, a parte gli sprechi che ci sono sempre, si pagano l’istruzione e la sanità pubblica, i trasporti e l’assistenza. E i diritti sindacali fanno parte della democrazia. Viverli come un freno allo sviluppo economico fa capire che idea malata dell’impresa si stia facendo largo.

 

Un tempo la politica provava a fare argine, di fronte alle richieste più ardite del capitale. Oggi se ne fa megafono, come insegna il caso del premier albanese.

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 6 traghetto in fiamme norman atlantic 6

 

2. TITANIC NELL’ADRIATICO

Con 11 morti e 179 persone di cui non si hanno notizia, come riporta il Corriere (p. 2), è il tempo degli esami di coscienza: “L’evacuazione non è riuscita’. Gli errori dell’equipaggio nell’atto di accusa della Procura. Una famiglia denuncia il Rina affidandosi ai legali dei naufraghi della Costa Concordia. Un avvocato: “Bisogna mettere fine a questo mercato delle certificazioni a scapito dei passeggeri” (Corriere, p. 6). Repubblica: “La Procura: ‘Troppi passeggeri e clandestini, quella nave non doveva nemmeno partire. ‘E’ certo: le operazioni di evacuazione non sono avvenute nel rispetto dei protocolli previsti. Le scialuppe erano lassù appese, non scendevano. Per riuscire a salire si doveva saltare nel vuoto” (p. 2).

argilio giacomazzi  comandante della norman atlanticargilio giacomazzi comandante della norman atlantic

 

Critiche anche sul Messaggero: “L’allarme lanciato in ritardo, accuse al sistema anti incendio. Gli investigatori: le ustioni sui cadaveri provano che il rogo non è stato contenuto. Duro attacco alla società armatrice che ha tentato di agganciare il relitto” (p. 5).

Agenzia Mastikazzi sulla Stampa: “Il capitano in procura. ‘Ha fatto il suo dovere ma ha sofferto molto” (p. 3).

 

 

3. TOTO-NAPO

Oggi esercizio fondamentale dei giornaloni: prevedere il discorso di Re Giorgio di stasera, sul quale c’è una grande attesa della nazione tutta. Da giorni, infatti, in ogni casa ci si chiede “Ma il presidente che cosa dirà?”. E allora vai con i pronostici.

Corriere: “Napolitano, il saluto e l’appello al coraggio. Stasera il discorso di fine anno in cui farà anche riferimento al prossimo addio ma senza indicare una data” (p. 10). Repubblica: “Corruzione e riforme nell’ultimo messaggio. L’addio di Napolitano con un discorso diverso” (p. 10).

giorgio napolitanogiorgio napolitano

 

Stampa: “Napolitano, saluto agli italiani con un discorso di ottimismo. Parlerà dei mali nazionali e dei rimedi, oltre che delle sue imminenti dimissioni” (p. 8). Messaggero: “Il congedo di Napolitano: ‘Il futuro dipende da noi’. Oggi l’ultimo messaggio di fine anno: un forte appello alla coesione sociale. Il discorso avrà una formula innovativa. Nuova sponda alle riforme del governo” (p. 7).

 

Il Giornale invece lo saluta così, Re Giorgio, con un grande “Finalmente se ne va” sparato in prima pagina. Poi, dentro, non si sottrae al rito delle previsioni: “L’ultimo discorso di Re Giorgio. La solita spintarella al premier” (p. 3).

 

DARIO FRANCESCHINIDARIO FRANCESCHINI

 

4. ROMANZO QUIRINALE

La prima mossa spetterà al Pd e allora Repubblica si concentra sul partito del premier: “Pd, poker di papabili al Colle. Prodi in ascesa tra i renziani”. Gli altri nomi sono Dario Franceschini, Walter Veltroni e Piero Fassino. “Il primo test per il futuro capo dello Stato sarà l’assemblea dei grandi elettori dem. E’ lì che bisogna trovare un nome che regga al voto segreto” (p. 11). La Stampa scruta i disegni di Pittibimbo: “Renzi teme imboscate. Due schemi per il Colle. Patto del Nazareno blindato congelando l’Italicum, ‘piano b’ con l’M5S” (p. 9). Stessa strategia anche per il Messaggero: “Colle, si rafforza l’asse con Berlusconi ma il premier lavora alla ‘carta Grillo’” (p. 9).

 

romano prodi (2)romano prodi (2)

Intanto Angelino Alfano esiste e si fa intervistare dal Corriere per dire che Ncd non metterà veti sul Colle, ma la scelta del nuovo presidente “non è un affare interno al Pd” (p. 11).

Poi passa il consigliere giuridico del Quirinale, Salvatore Sechi, e ritiene di farci sapere, a mezzo Corriere, che è bene che i partiti scelgano un politico e che Forza Italia “non sia esclusa per dispetto, perché sarebbe una scelta sbagliatissima”. Dunque avanti con il patto del Nazareno (p. 10). Si immagina che Re Giorgio abbia autorizzato simili esternazioni.

 

Piero Fassino Piero Fassino

Sul Foglio finalmente si rompe l’unanimismo sulla presidenza Pertini, citata da molti come un esempio virtuoso. Il giornale diretto da Giuliano Ferrara scrive che Pertini “fu un presidente polveroso, bolso, artificioso e retorico al massimo grado” e che il suo settennato fu “un capolavoro di narcisismo e di ipocrisia” (p. 3).

 

 

5. TUTTO BENE A CASA BERLUSCONI

Ieri la Stampa ipotizzava che la storia tra Silvio Berlusconi e Francesca Pascale fosse finita ma sono arrivate le smentite. Repubblica: “Macchè liti, sto qui con Silvio. Mancano solo gli struffoli’. Francesca Pascale smentisce la separazione di fine anno. E sul tema Berlusconi invia una nota. La fidanzata dell’ex premier nega dissapori: ‘Sono ad Arcore con lui, è arrivata anche la Rossi” (p. 13).  La Pascale si fa viva anche sul Cetriolo Quotidiano con un’intervista in cui dice: “Sono ad Arcore e con Silvio Berlusconi trascorrerò naturalmente il Capodanno” (p. 8).

walter veltroni e amal alamuddin al matrimonio clooneywalter veltroni e amal alamuddin al matrimonio clooney

 

Da notare che il Corriere dispiega una pagina intera per smentire un pezzo del giornale cugino “La Stampa” (“Pascale: io non mi scollo da Silvio. Siamo una coppia quasi normale”, p. 9).

 

 

6. FA SOSTA LA SUPPOSTA?

Spiraglio minimo di ottimismo dall’Istat. “Recessione alla fine, ma più disoccupati’. L’Istat vede segnali di ripresa con il risveglio dei consumi. Dal calo del petrolio pochi vantaggi. Cresce la fiducia delle imprese manifatturiere e del commercio, frena ancora l’edilizia” (Corriere, p. 12). Repubblica mette tutto insieme: “Btp ai minimi, contagio lontano. Istat: la recessione sta finendo. Bruxelles non cede sul deficit. L’Italia in pressing: la Commissione dia flessibilità, ma accordo lontano sugli investimenti fuori dal patto” (p. 14).

angelino alfanoangelino alfano

 

 

7. MARÒ, UNA QUESTIONE DI MODI

L’Italia cambia tattica nel cercare di riportare a casa i due Marò. Corriere: “Marò, strategia italiana ribaltata. La scelta di puntare tutto su Modi. Niente arbitrato, accordo politico con l’India: i rischi del piano di Palazzo Chigi. Matteo Renzi: ‘Delhi nelle ultime ore ha aperto un canale di confronto diretto’. Non è stata risolta la confusione tra aspetto diplomatico e giudiziario del caso” (p. 15). Poi uno legge l’intervista del ministro Gentiloni alla Stampa e resta ancora più perplesso: “I contatti con la nuova amministrazione indiana vanno avanti. Finora sono stati deludenti. Servono risultati in tempi stretti” (p. 7).

Salvatore Sechi Salvatore Sechi

 

 

8. IL RISVEGLIO DELL’ANEMONE

Il Cetriolo Quotidiano insiste sul caso G8 e racconta: “Ora Anemone batte cassa. Vuole i soldi dagli scrocconi. L’imprenditore finito nell’inchiesta sulla ‘Cricca’ ha scritto a ex ministri, funzionari e giornalisti: ‘Vi ho ristrutturato casa, ora pagatemi’. Le repliche. C’è chi ha mostrato le fatture, chi ricorda di aver saldato e chi invece non sa di quali lavori edili si sta parlando” (p. 4). La sensazione è che questa storia riserverà ancora parecchi sorprese. 

SANDRO PERTINI SANDRO PERTINI

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO