1. TORTURE TV! ISOLAMENTO, UMILIAZIONI, DANNI FISICI E PSICOLOGICI: VUOTANO IL SACCO DEGLI ORRORI GLI EX CONCORRENTI DEI REALITY AMERICANI, DA “TOP CHEF” A “HELL’S KITCHEN'' 2. DUE EX CONCORRENTI DI “THE BIGGEST LOSER”, IL REALITY DOVE I CONCORRENTI OBESI FANNO A GARA PER PERDERE PESO, UNO DEI PIÙ POPOLARI IN AMERICA, CON 7 MILIONI DI SPETTATORI, SVELANO: ‘’ENTRI NELLO STUDIO E APPARTIENI ALLA PRODUZIONE. I CONTRATTI CHE FIRMI, LA ASSOLVONO DA OGNI RESPONSABILITÀ. QUELLO CHE NON TI DICONO È CHE TI FARANNO MALE, FISICAMENTE ED EMOTIVAMENTE. E’ TUTTO FINTO E MANIPOLATO. GORDON RAMSAY RICEVEVA LE BATTUTE DALL’AURICOLARE E C’È UNA SECONDA CUCINA NASCOSTA’’

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Maureen Callahan per “New York Post”

 

the apprentice the apprentice

Domenica scorsa due ex concorrenti del programma televisivo “The Biggest Loser” hanno raccontato la tortura, la fame, l’angoscia del dietro le quinte. Il reality dove i concorrenti obesi fanno a gara per perdere peso, è uno dei più popolari in America, con 7 milioni di spettatori. Quasi ovvio in una paese dove tre quarti della popolazione ha problemi di obesità.

jen yemola jen yemola

 

E’ grottesco, offre punizione e redenzione. Non è raro vedere i concorrenti che collassano o vomitano. Tra loro si chiamano “perdenti”. Firmano tutti un accordo in cui si impegnano a non parlare male del programma. Ricorda Kai Hibbard: «Quando non fai le riprese, ti chiudono in stanza. Se esci, l’albergo lo riporta alla produzione. Non puoi parlare con gli altri in gara. Ero così stressata che perdevo i capelli, il ciclo mestruale mi si è bloccato. Ora le ginocchia mi fanno così male che non riesco a salire le scale. E’ emerso un problema alla tiroide che prima non avevo. Dovevamo farci lo shampoo a vicenda, perché non riuscivamo ad alzare le braccia fino alla testa, per il dolore. Ti fanno il lavaggio del cervello, ti dicono che sei fortunato a stare lì dentro. Era umiliante, ma dovevi mostrarti grata».

seth caro a top chef seth caro a top chef

 

Dei 50 finalisti, 14 vengono portati in un ranch, dove vivono e lavorano dalle cinque alle otto ore al giorno, senza mai poter chiamare casa. La prima telefonata si fa dopo sei settimane, e monitorati dalla produzione: «Il Grande Fratello ti osserva sempre. I miei piedi sanguinavamo, a un certo punto pensavo di morire, ma il trainer mi diceva di alzarmi e di continuare. Gli allenatori sembravano godere ad umiliarci. Ci dicevano che saremmo morti prima di veder crescere i nostri figli, che ci avevano comprato una bara per ciccioni».

 

Il regime alimentare era duro. Anche quando il dottore suggeriva bibite di sostegno, gli allenatori le sconsigliavano. Ryan Benson, molto dimagrito, dopo lo show ha cominciato a urinare sangue. Aveva sviluppato un problema ai reni. Nel 2009 due concorrenti furono portati in ospedale. Si perde peso in troppo poco tempo, infatti l’ultima vincitrice Rachel Frederickson, dopo un mese dalla finale, ha recuperato gran parte del peso. Una concorrente ha avuto seri problemi alle ginocchia. Il dottore le ha detto che aveva bisogno di riposo, ma la produzione non glielo ha permesso. Anzi, l’ha costretta a correre. Le ginocchia sono peggiorate.

rachel frederickson rachel frederickson

 

Molti ex concorrenti di altri reality hanno scritto per raccontare le loro storie di devastazione fisica, psichica e finanziaria. Alcuni hanno dovuto cambiare nome, altri lavoro. Dice un anonimo: «Le star dei reality vengono trattate peggio di una comparsa presa dalla strada. Entri nello studio e appartieni alla produzione. I contratti che firmi, la assolvono da ogni responsabilità. Quello che non ti dicono è che ti faranno male, fisicamente ed emotivamente».

 

concorrenti top chef concorrenti top chef

A “Top Chef”, Seth Caro era stato avvisato che sarebbe incorso in vari tipi di manipolazione: «In aggiunta mi dissero che se cavalcavo l’onda in modo giusto, ne avrei beneficiato». Come in molti reality show, qui i semifinalisti sono chiusi in stanze d’albergo, cellulari, computer, portafogli e patenti di guida vengono confiscati. Caro racconta di aver parlato con tre psicoterapeuti durante le audizioni: «Non pensi sia una prigione, ma un’opportunità».

 

Una volta selezionato, Caro e gli altri del cast sono stati portati a Los Angeles con un pullman. Gli operatori li riprendevano, una telecamera ha colpito al volto una concorrente e le ha spaccato la fronte. In ospedale le hanno messo 26 punti: «Lei era scioccata, temeva di restare sfigurata, ma la produzione non le permise di chiamare la famiglia. Le diedero un ultimatum: doveva subito decidere se continuare lo show o mollare, ma doveva firmare un accordo di non divulgazione e si impegnava a non ricorrere a vie legali». Alla fine, la concorrente rimase.

 

gordon ramsay gordon ramsay

Prosegue Caro: «Nei primi giorni pensavo: ma è un divertimento o un esperimento crudele? Dormivamo due ore a notte, mangiavamo quando lo decideva la produzione, non potevamo parlarci durante le pause dalle riprese. E le pause potevano durare anche sei ore». Diverse volte provò a mollare, ma fu convinto a restare dagli psicoterapeuti e dai produttori: «I miei colleghi si sono innamorati dei loro tormentatori. E’ come la Sindrome di Stoccolma. Tutti si ripetono che non bisogna abbandonare la nave perché è una grande opportunità».

 

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Alla fine Caro è crollato. Ha chiesto che gli venissero restituiti il telefono e il portafogli, ma gli fu impedito e lui scoppiò a piangere. Lo misero in una stanza, dove ebbe un attacco di panico. Anche questo veniva filmato. Si rifiutò di fare un’ultima sfida e di salutare. Lo misero su un furgone, sempre registrandolo, lo portarono in hotel e poi in un ospedale psichiatrico, dove fu tenuto contro la sua volontà per tre giorni:

 

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«Avevo indosso il mio grembiule da chef e i calzini. Non avevo il mio telefono, nessuno dello staff o del canale venne a trovarmi». Caro chiamò da una cabina telefonica suo padre, il quale prese il primo volo da New York per andare a riprendersi suo figlio. L’ex chef sostiene che la sua carriera sia rovinata. Non riesce a trovare lavoro nel settore culinario e ha cambiato nome così non lo possono trovare su “Google”. La sua stagione vive per sempre su internet: «Sono distrutto dall’esperienza. Queste persone giocano con la vita altrui».

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A confessarsi è anche una ex concorrente di “The Apprentice”, che sogna di fare una class action contro la “Mark Burnett Productions”. Resta anonima perché teme eventuali azioni legali contro di lei e racconta di stress portato all’estremo: niente telefono, poche ore di sonno, poco cibo, poco tempo per andare in bagno. Prima che iniziassero le riprese, la suite dell’hotel fu trasformata in una specie di ambulatorio.

 

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I concorrenti furono sottoposti a tante analisi, compreso il test per le malattie trasmesse sessualmente, cinque ore di prove psicologiche, poi l’incontro con lo psichiatra Richard Levak, che ha un mazzo di carte con le facce dei concorrenti. Durante le riprese del secondo episodio, la donna chiese di andarsene. Era esausta.

 

I concorrenti condividevano lo stesso bagno e la stessa stanza, dove non c’era riscaldamento e le luci dovevano rimanere accese anche di notte. Non c’era mai il tempo di mangiare, mai un giorno libero. Ed ecco che torna la Sindrome di Stoccolma: «Ti ossessiona l’idea di non voler essere percepito come l’anello debole. Se gli altri non chiedono da mangiare, non lo fai nemmeno tu. Se gli altri non chiedono di andare in bagno, non lo chiedi nemmeno tu. Sei disidratato, malnutrito, esausto, ma la parola d’ordine è “non dirlo”. La moglie di un concorrente aveva appena dato alla luce suo figlio, e lui non andò a seguire il parto perché temeva che la cosa sarebbe stato presa male».

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A un certo punto, la squadra collassò nell’atrio di un hotel a “Times Square”: «C’erano corpi dappertutto e i clienti ci passavano sopra». Era normale passare tre giorni senza cambiarsi gli indumenti, così la produzione poteva montare e tagliare le immagini come se tutto fosse avvenuto in un solo giorno. Alla fine la donna fu eliminata: «Quando ti eliminano, poi ti portano a mangiare in un hotel a cinque stelle e ti fanno incontrare lo strizzacervelli, così ti puoi sfogare. Rimasi in isolamento con gli altri eliminati, senza telefono, computer e portafogli, fino alla fine delle riprese. Ho cambiato lavoro. Il 90% dei partecipanti è traumatizzato. La gente viene umiliata e soffre di disordine post traumatico da stress».

gordon ramsay gordon ramsay

 

Jen Yemola ha partecipato a “Hell’s Kitchen” di Gordon Ramsay. Racconta: «Vengo da una piccola cittadina e sognavo di andare in tv. Quando ci misero in isolamento e ci sottoposero ai test psicologici, continuavo a credere che lo show fosse davvero una gara di talento».

 

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Presto realizzò che era tutto finto: la seconda cucina nascosta, l’auricolare da cui Gordon Ramsay riceveva le battute dai produttori, il conduttore che non si vedeva mai in giro. Niente dormire, poco mangiare, nessun supporto emotivo. Il suo collega disse nel confessionale che lo stavano manipolando e fu subito fatto fuori. Yemola si piazzò terza, ma tornò a casa distrutta: «Non ho avuto le mestruazioni per sei settimane. Il mio dottore disse che dipendeva dallo stress. Dopo lo show, diventai borderline, ero sull’orlo del suicidio».

 

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Tek Moore partecipò alla sesta stagione. Anche lei sostiene che tutto sia manipolato: «La produzione veniva a fare un casino con gli ingredienti, scambiava sale e zucchero, così la gente pensava che fossimo idioti. L’ambiente non era salutare. C’erano due bagni per 16 persone. In tutto tre docce con l’acqua mai abbastanza calda. Avevamo i vestiti sempre sporchi».

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