1. TRAVAGLIO: ''LUTTAZZI VIVE FRA L'ITALIA E LA SPAGNA SCRIVENDO LIBRI CHE NON PUBBLICA, SHOW E PROGRAMMI CHE NON INTERPRETA, IN ATTESA DI TORNARE CON UN SUO PROGRAMMA DAVVERO LIBERO. MA OGGI, ANCHE SE AVESSE CARTA BIANCA, AVREBBE UN PUBBLICO?''
2. ''ECCO COME ANDO' DOPO QUEL 'SATYRICON' (VIDEO) IN CUI MI CHIESE DELLE INDAGINI SULL'IPOTESI CHE B. E DELL'UTRI FOSSERO FRA I MANDANTI ESTERNI DELLE STRAGI MAFIOSE''
3. ''IL GIORNALE'': ''TANTE INSINUAZIONI, MA BERLUSCONI ERA IL CAPO DELL'OPPOSIZIONE E AVEVA DIRITTO A UN CONTRADDITTORIO. GIORNALISTI SCHIERATI A SINISTRA FINANZIATI DAL CANONE; CONDUTTORI NARCISI E CAPI-POPOLO; PIAZZE ANTI-CASTA IN COLLEGAMENTO''
4. MA FRECCERO PROMETTE UNA RAI2 SOVRANISTA MODELLO FOA, ''NOTIZIE TENUTE NASCOSTE''

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1. 17 ANNI DOPO

Estratti dall'articolo di Marco Travaglio per ''il Fatto Quotidiano''

 

(…) Non so se Luttazzi accoglierà il contro-editto (…) Conosco quel genio di Daniele dal 13 marzo 2001. Aveva letto L' odore dei soldi, mio e di Elio Veltri, sulle origini delle fortune di B. e i suoi rapporti con la mafia: tabù assoluto anche per la stampa e la tv dell' epoca, molto più libere delle attuali. E decise di invitarmi a parlarne nel suo talk lettermaniano Satyricon. Mi fece chiamare dal casting e accettai. Il programma, sempre nell' occhio del ciclone ma difeso strenuamente da Freccero e dal presidente Rai Zaccaria, veniva registrato il martedì e trasmesso in differita il mercoledì.

SATYRICON RAI LUTTAZZI TRAVAGLIO SATYRICON RAI LUTTAZZI TRAVAGLIO

 

Registrammo quella mezz' ora senza rete, improvvisando tutto: Luttazzi lo vidi per la prima volta in studio, davanti al pubblico e alle telecamere accese, senza sapere cosa mi avrebbe domandato e fino a dove si sarebbe spinto. Si spinse fino al limite massimo, parlando addirittura delle indagini sull' ipotesi che B. e Dell' Utri fossero fra i mandanti esterni delle stragi mafiose del 1992-'93. Freccero, che aveva dato carta bianca a Luttazzi nel contratto, era nel backstage. Alla fine mi disse: "Sei stato bravissimo. Dopo le elezioni ti offrirei un programma, se avessi ancora una rete".

 

Al voto mancavano 40 giorni, ma già si sapeva che avrebbe stravinto B. Il quale, l' indomani, poco prima della messa in onda, chiamò Carlo: qualcuno l' aveva informato del contenuto dell' intervista e gli chiese di non mandarla in onda, promettendo eterna gratitudine per il dopo.

 

MARCO TRAVAGLIO DANIELE LUTTAZZI MARCO TRAVAGLIO DANIELE LUTTAZZI

Freccero declinò e mise giù. La puntata andò in onda e fu una bomba. B. scese da Arcore a Roma e riunì il consiglio di guerra: Bossi, Casini, Letta, Bonaiuti, Buttiglione, Pisanu, Scajola e Tremonti. Passò la proposta Casini: la Casa delle Libertà (si chiamava così) avrebbe disertato tutti i programmi Rai (due giorni, non di più). Intanto chiese le dimissioni di tutto il Cda.

 

Cossiga parlò di "crimine politico". Il Foglio di Ferrara e il Giornale di Belpietro si associarono alla richiesta di cacciare Luttazzi e i vertici Rai.

Il presidente dell' Ordine dei giornalisti, Mario Petrina, ospite di Emilio Fede al Tg4, si scagliò contro Luttazzi e il sottoscritto, denunciando il primo per "esercizio abusivo della professione giornalistica" e avviando per il secondo un procedimento disciplinare per lesa "deontologia".

 

Anche da sinistra si sparò a zero. Rutelli, candidato premier, parlò di "uso di una trasmissione per fare propaganda politica". D' Alema (e Fede, all' unisono) disse che "Satyricon è un boomerang per la sinistra". Sul Corriere, Paolo Franchi sostenne che quella di Luttazzi "non è satira". B., Tremonti, Fininvest, Mediaset e FI avviano otto cause civili contro il sottoscritto e quattro a testa contro Veltri, Freccero e Luttazzi per 70 miliardi di lire (tutte poi perse).

 

daniele luttazzi versione panfilo maria lippi daniele luttazzi versione panfilo maria lippi

Luttazzi, minacciato anche privatamente, girò per mesi sotto scorta, con la polizia fuori dai teatri durante i suoi spettacoli. Almeno i pochi teatri che non gli negavano il palco. Satyricon intanto venne chiuso, prim' ancora dell' editto bulgaro di B. (18 aprile 2002) contro Biagi, Santoro e Luttazzi. Per non riaprire mai più.

 

Nel 2007 Daniele riparte con Decameron da La7, che raddoppia gli ascolti. Ma l' Ad Campo Dall' Orto chiude il programma per una battuta su Ferrara alla quarta puntata, così evita la quinta su Ratzinger e la pedofilia nel clero. In tv Luttazzi non si rivedrà mai più (a parte la serata-evento di Santoro Raiperunanotte, su un network di emittenti private). Vive fra l' Italia e la Spagna scrivendo libri che non pubblica, show e programmi che non interpreta. Si tiene in allenamento, in attesa di tornare con un suo programma davvero libero.

 

(…)

 

Ma intanto la tv è cambiata, in peggio. (…) Se Luttazzi tornasse in Rai, (…) che pubblico troverebbe? O meglio: troverebbe un pubblico? Due mesi fa, a Malcom Pagani di Vanity Fair, Corrado Guzzanti ha detto: "Oggi puoi essere liberissimo, ma al tempo stesso ci sono molte meno trasmissioni satiriche e non perché qualche grigio burocrate le impedisca, ma perché tranne rare eccezioni alla Crozza che ha un suo programma, gli altri vanno errabondi in talk show seri in cui c' è il momento zoologico. Parla il matto, tutti ridono istericamente e poi il conduttore dice 'grazie, adesso torniamo alle cose serie'". Ecco: dobbiamo riabituarci a pensare che la satira è la cosa più seria che esista.

daniele luttazzi daniele luttazzi

 

 

2. LA «NUOVA» RAI DI FRECCERO RICICLA IL SOLITO LUTTAZZI

Alessandro Gnocchi per ''il Giornale''

 

Il «governo del cambiamento» offre un bel salto nel passato più infelice della tv di Stato. Le primizie sarebbero le seguenti: Carlo Freccero va al timone di Raidue dove era già stato in passato; il piatto forte del palinsesto è il ritorno del comico Daniele Luttazzi. La nuova Rai si presenta con volti vecchi, da reduci. Un minestrone risalente a oltre quindici anni fa non sarà saporito.

 

Ma i 5 stelle hanno deciso di tornare al passato nella speranza che Carlo Freccero sia capace di dare un' anima culturale al populismo del Movimento. E infatti il direttore ha detto di voler fare una tv che esalti l' identità nazionale. Tu chiamalo, se vuoi, «sovranismo». Che fa rima con «populismo» e «santorismo».

 

Daniele luttazzi Daniele luttazzi

Ieri Carlo Freccero  ha presentato i nuovi programmi. L' ideona sarebbe appunto arruolare Daniele Luttazzi. Prendiamo la macchina del tempo per un attimo e fermiamoci al 2001. Il direttore di Raidue è Carlo Freccero. Il talk show Satyricon è condotto dal comico Daniele Luttazzi. Nella puntata del 14 marzo, l' ospite Marco Travaglio presenta il libro L' odore dei soldi, un atto di accusa contro Silvio Berlusconi e l' origine della sua ricchezza.

 

Tra le mille insinuazioni, Berlusconi viene indicato come mandante occulto delle stragi mafiose. Piccolo problema: non c' è alcun contraddittorio. Mancanza grave. Berlusconi è il capo dell' opposizione e le elezioni politiche sono vicine. La trasmissione scatena un putiferio e Berlusconi dice un' ovvietà per la quale è criticatissimo: il servizio pubblico non può offrire spettacoli a senso unico, deve ascoltare tutte le campane.

 

La polemica si trascina a lungo, coinvolge Enzo Biagi e Michele Santoro, passa per il famoso «editto bulgaro» e si conclude con il mancato rinnovo dei rispettivi programmi. Luttazzi fu arruolato da La7 ma anche nel canale privato le cose andarono male a causa di un volgarissimo sketch su Giuliano Ferrara, all' epoca tra i volti più noti proprio di La7.

carlo freccero con michele santoro, marco travaglio riccardo iacona gad lerner carlo freccero con michele santoro, marco travaglio riccardo iacona gad lerner

Erano gli anni terminali del «santorismo» (Santoro è legatissimo a Freccero) che assomiglia al «populismo».

 

La ricetta prevedeva: giornalismo schierato a sinistra finanziato dal canone degli italiani; protagonismo di conduttori narcisi convinti di essere veri capi-popolo; piazze anti-casta in collegamento. Si dirà che è sempre stato così. Ma proprio per questo motivo è lecito attendersi una sterzata verso un nuovo modello di intrattenimento e di informazione. Forse non è il caso di affidarsi proprio a Luttazzi, un comico rovinato dalla militanza a senso unico e dalla intransigenza morale (priva di solide basi, ma soprattutto priva di umorismo).

 

freccero freccero

C' è stato un periodo in cui Luttazzi faceva ridere, ad esempio quando teneva grottesche lezioni di educazione sessuale su Raitre. Poi è cominciata l' epoca dell' anti-berlusconismo obbligatorio e Luttazzi si è adeguato. Conduttori, comici, artisti, scrittori, da solerti impiegati di concetto, hanno timbrato in massa il cartellino che certificava la loro purezza anti-berlusconiana. Che anni strani. Le librerie erano piene di pamphlet contro Berlusconi pubblicati dalle case editrici di Berlusconi. La televisione era intasata da conduttori che si ritenevano più importanti delle loro stesse trasmissioni. I giornali erano zeppi di pensosi commenti sui barbari del centrodestra.

 

Un martellamento quotidiano. Una noia mortale. E anche una bella dose di rabbia quando nella cassetta della posta arrivava la cedola di pagamento del canone tv.

 

 

 

3. NOVITÀ FRECCERO: «METTO LE NEWS AL CENTRO DI RAI 2»

Maurizio Caverzan per ''la Verità''

 

marcello foa pippo baudo (2) marcello foa pippo baudo (2)

La nuova rete di Carlo Freccero sarà molto diversa da quella attuale: nazionale, «sovranista», centrata sull' informazione.

Poi intrattenimento e satira, con il possibile ritorno di Daniele Luttazzi. Infine, la fiction, qualche programma chiuso e qualcuno che comincia ad aver paura. Battagliero e spiazzante, alla prima uscita da (bis)direttore di Rai 2, nel giorno dell' anniversario della nascita della televisione (3 gennaio 1954), Freccero mette un' anteprima davanti alla conferenza: la presentazione di Eva Crosetta, conduttrice di Sulle vie di Damasco, la rubrica religiosa rinnovata con don Ivan Maffeis d' intesa con la Cei.

 

Il programma vero, invece, è una raffica di fuochi d' artificio, annunci e conti da saldare. Mentre tutti attendono l' incipit su Simona Ventura alla conduzione di The Voice of Italy, la vera notizia è la creazione di una striscia di approfondimento quotidiana subito dopo il tg della sera: «Ce l' hanno sia La7 che Mediaset su Rete 4 e non ce l' ha la Rai. È una lacuna enorme, da colmare prima possibile, tanto più con l' avvicinarsi delle elezioni europee».

 

Seduto in prima fila c' è il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano: «Fra noi c' è grande sintonia, lavoriamo entrambi sul politicamente scorretto. Le risorse della striscia vanno cercate nel tg. Sarà l' ad Fabrizio Salini a benedire questa iniziativa perché un programma così è di tutta la Rai. È nel Dna del servizio pubblico. Un tempo c' era Enzo Biagi, ultimamente ha prevalso il conformismo, speriamo sia finito». A chi ha scritto che controprogrammerà Rai 1, il direttore di Rai 2 replica che certi articoli lo hanno «divertito. Se Salini è don Chisciotte io sono il suo Sancho Panza».

 

marcello foa (5) marcello foa (5)

E per fugare i dubbi cita le prime righe del piano editoriale: «Il mio obiettivo è conferire identità a una rete complementare dell' ammiraglia Rai nell' epoca delle over the top (le piattaforme multinazionali dello streaming, ndr)». Quindi non una rete sovranista a 5 stelle opposta alla Rai 1 filoleghista «Io faccio televisione, punto e basta», si spazientisce: «Rai 2 è generalista quindi una rete necessariamente nazionale, che esalta l' identità, in opposizione alle piattaforme multinazionali».

 

Perciò bisogna recuperare la memoria storica, cominciando già da domani sera con C' è Celentano, uno speciale per ricordare che il Molleggiato è nato in Rai, e la centralità dell' informazione in chiave pluralista. Dal 7 gennaio, per preparare il terreno all' approfondimento, il tg verrà allungato di 20 minuti al posto di Quelli che dopo il tg di Luca Bizzarri, Paolo Kessissoglu e Mia Ceran, confermati la domenica e ripagati forse in seconda serata (basterà a Beppe Caschetto?).

 

enzo biagi enzo biagi

Al posto di Night Tabloid, «titolo demenziale», Annalisa Bruchi e Alessandro Giuli condurranno Povera Patria, approfondimento di economia e politica nel tentativo di capire perché i governi nazionali devono sottostare alle regole europee e che conseguenze hanno i trattati e il vincolo del 3%. Nemo si sdoppierà in due programmi. Uno, ancora senza titolo e affidato ad Alessandro Sortino, vedrà due politici confrontarsi con l' aiuto di reportage, mentre Realiti sciò racconterà con lo stile affettuoso e crudele di Enrico Lucci l' Italia che cerca di costruirsi un' identità con i selfie e i social.

 

Sul terreno dell' intrattenimento spuntano invece i problemi: budget e scadenza del mandato. Tra 11 mesi Freccero lascerà e deve sparare le cartucce senza poter firmare contratti di esclusiva, ma solo a programma. Vale per la Ventura («la number one dei talent, anche se è diventata una zia generosa con tutti») prenotata per The Voice, per il quale però non c' è uno studio disponibile fino a metà marzo e ricorrere a uno studio esterno vuol dire raddoppiare i costi.

 

E vale per Costantino della Gherardesca. Quindi si rendono necessarie delle scelte, concentrando le risorse dalle 19 alle 24. Detto fatto e I fatti vostri, «programmi da Rai 1», hanno sorte segnata. Come pure Ncis, «poliziesco fortemente identitario di una certa America». Nel daytime tanto sport e repliche di serie d' autore come Rocco Schiavone e L' ispettore Coliandro. Restando nella serialità, da marzo ecco The Good Doctor, «prodotto perfetto per Rai 2, la cui prima stagione è stata inspiegabilmente trasmessa da Rai 1».

travaglio, santoro travaglio, santoro

 

Altri progetti: un grande e sentito omaggio a Gianni Boncompagni realizzato da Renzo Arbore, Il Collegio ambientato durante il fascismo e il sogno del ritorno di Daniele Luttazzi: «La satira è essenziale, Berlusconi e Renzi non ci sono più». Infine, il sogno minore è un programma per la terza serata intitolato L' ottavo blog, incentrato sull' informazione proveniente da siti come L' intellettuale dissidente e L' Antidiplomatico, e dai blog di Enzo Pennetta e Federico Dezzani.

 

«Saranno loro i saggisti del futuro», giura Freccero. E chiude: «Io canto il cigno nero, per far risaltare il conformismo di quelli bianchi».

 

 

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