TRUMP BUMP - LA MEZZOSOPRANO 16ENNE JACKIE EVANCHO ANNUNCIA CHE CANTERA’ PER IL NEOPRESIDENTE USA E BALZA PRIMA IN CLASSIFICA- LE STAR DELLA MUSICA (DA BOCELLI A ELTON JOHN) CHE HANNO BOICOTTATO LA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO DI "THE DONALD" SI STARANNO MANGIANDO LE MANI - VIDEO -

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Marco Gorra per Libero Quotidiano

 

JACKIE EVANCHO JACKIE EVANCHO

Di consolante c' è che almeno adesso si staranno mangiando le mani. Andrea Bocelli, Elton John, Adam Lambert, John Legend, Celine Dion e tutti i cantanti impegnati e de sinistra che no, a cantare all' inaugurazione di quello zoticone di Donald Trump non ci vanno neanche pagati perché hanno - loro - uno straccio di integrità morale e artistica da difendere, forse si staranno rendendo conto della portata della zappa che si sono dati sui piedi.

 

A propiziare il momento di chiarezza è una ragazzina bionda classe 2000 a nome Jacqueline Marie Evancho detta Jackie, che nella vita ha appena iniziato a fare il mezzosoprano e che ha accettato di buon grado l' invito a salire sul palco durante la cerimonia del giuramento e cantare l' inno nazionale. E che, nelle poche ore seguite all' annuncio della partecipazione all' evento di Capitol Hill, ha visto le vendite dei propri dischi (in forma sia digitale sia fisica, e quest' ultimo dato ha del paranormale visto lo stato di salute del mercato) quadruplicare fino ad arrivare al numero uno della prestigiosa classifica di Billboard.

 

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A rendere il tutto ancora più sorprendente, il fatto che la giovane non sia esattamente una celebrità di serie A. Vero che qualche hanno fa è arrivata seconda ad America' s got talent, ma stiamo pur sempre parlando di una ragazza a malapena sedicenne con all' attivo appena una manciata di album, e nemmeno tutti di inediti. Nonostante ciò, l' effetto Trump le ha dato un' impennata di popolarità sconosciuta a tanti colleghi più blasonati. I quali, a pensare all' impatto che analoga scelta avrebbe avuto sui propri ben più cospicui volumi di vendita, avrebbero di che riconsiderare il proprio ostracismo.

 

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Avrebbero e basta, però. Perché nonostante il reality check operato dalla vicenda della giovane Evancho, la moda di sputare sul vincitore delle ultime elezioni non cessa di essere l' articolo più in voga della collezione autunno-inverno dei vip. Al punto che a dare buca al nostro iniziano ad essere non più solo gli artisti progressisti e clintoniani, ma anche insospettabili colleghi non schierati costretti a fare i conti con schiere di fan che, fattisi prendere la mano dall' ordalia, minacciano sfracelli e boicottaggi in caso di intelligenza - ancorché limitata alla musica - con il nemico.

 

Così, sono in forse le esibizioni di gente come Kid Rock, Ted Nugent e le Rockettes (e sì che queste ultime si erano esibite alla cerimonia di Bush senza che nessuno avesse alcunché da ridire). Non solo: esistono 15mila fan del Mormon Tabernacle Choir - non esattamente la gente da cui uno si aspetterebbe determinati impazzimenti politici - che hanno firmato una petizione on line per diffidare solennemente i propri beniamini dal performare al giuramento di Trump.

 

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Pertanto, tolta la coraggiosa eccezione della Evancho, il bill per l' evento del prossimo 20 gennaio ancora langue. Restano in piedi le candidature di Kayne West (rapper di primissima fascia e personaggio tra i più lontani dall' idea stessa di sinistra che lo show-biz a stelle e strisce abbia da offrire) e di Vince Neil, già cantante dei Mötley Crüe e leggenda vivente dell' hard rock tamarro anni '80.

 

Un po' pochino per una cerimonia inaugurale di un presidente degli Stati Uniti d' America. Sempre che nel frattempo qualche altra star - e pazienza se più per ritorno commerciale che per amore della democrazia - non si sarà fatta due conti e non avrà alzato il telefono per sapere se, laggiù a Washington, non hanno per caso bisogno di uno che venga a fargli una cantata.

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