UCCI UCCI SENTO ODOR DI MONICA BELLUCCI: "IL CASO WEINSTEIN? A 16 ANNI QUANDO FACEVO LA MODELLA MI HANNO MOLESTATO IN TANTI MA QUANDO SONO ARRIVATA AL CINEMA CERTI COMPORTAMENTI NON MI HANNO TOCCATA. I REGISTI MI DICEVANO: SI HA PAURA AD AVVICINARSI A TE” - LA BELLUCCI FECE UN FILM PRODOTTO DA WEINSTEIN, "MALENA", E SILVANA GIACOBINI A "PORTA A PORTA" DISSE CHE RICEVETTE UNA TELEFONATA DEL PRODUTTORE PER CALDEGGIARE UNA COPERTINA SU "CHI"

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http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/lsquo-quando-weinstein-cerco-impormi-monica-bellucci-158672.htm

 

 

Gloria Satta per il Messaggero

 

Non ha perso il gusto della sfida: «A metà novembre mi trasferirò a Sydney, in Australia, per girare l'horror Nekromancer dei giovani registi Kiah e Tristan Roache-Turner. Mi divertirò a fare la cattiva in un film di genere, sarà un ritorno alle origini della mia carriera. Giuro, non vedo l'ora». A quattro anni dal divorzio da Vincent Cassel, confessa di avere un nuovo amore, per ora segreto: «Non rinuncio certo alla mia vita di donna».

 

A 53 anni, Monica Bellucci guarda avanti, forte non solo della propria bellezza, ma anche dell'intelligenza e di quell'autoironia che l'hanno resa una star globale, un bene italiano da esportazione. Il 7 novembre a Roma, nella Sala Petrassi dell'Auditorium, riceverà dalle mani dal regista premio Oscar Giuseppe Tornatore (che nel 2000 la diresse in Malèna, un successo internazionale) il Premio Virna Lisi alla presenza di Corrado Pesci, il figlio dell'attrice scomparsa tre anni fa.

 

Cosa rappresenta, per lei, la grande Virna?

«Un'attrice di riferimento, un'icona italiana. E una donna eccezionale».

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L'ha mai incontrata?

«Sì, all'anteprima di Malèna, a Roma. Mi fece tanti complimenti in quel momento magico della mia carriera. Aveva avuto mille soddisfazioni in Italia e all'estero, aveva vinto un mare di premi, perfino al Festival di Cannes per il ruolo di Caterina de' Medici nel film La Regina Margot di Patrice Chéreau. Ma a un certo punto ebbe un'intuizione».

Quale?

«Capì che la sua bellezza poteva diventare una prigione e prese a imbruttirsi per interpretare dei ruoli drammatici e dimostrare il suo talento».

 

Anche per lei la bellezza ha rischiato di diventare un handicap?

«Non bisogna sputare sui doni della vita: la bellezza, con la salute, è uno di questi. La mia fisicità non mi ha mai procurato complessi, anzi l'ho messa spesso al servizio di ruoli drammatici, duri in film come Irréversible, Malèna, La Passione di Cristo».

A che punto si è resa conto che la bellezza è un potere?

«Molto presto. Se la usi con parsimonia genera curiosità e luce intorno a te. Altrimenti diventa pericolosa, difficile da gestire. Una donna bella rischia di essere vittima di comportamenti inopportuni».

A lei è capitato?

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«Sì, molte volte all'inizio della mia carriera, quando lavoravo nella moda. Avevo 16 anni, sfilavo e andavo ancora a scuola. Ho imparato a difendermi prestissimo».

 

E nel cinema è mai stata oggetto di molestie?

«No. Ci sono arrivata ben vaccinata dall'esperienza nella moda. Ho girato il mio primo film (Vita con i figli di Dino Risi, ndr) a 25 anni dopo aver sviluppato una diffidenza naturale. Tanto che certi registi mi dicevano: si ha paura ad avvicinarsi a te».

 

Il caso delle ultime clamorose denunce contro gli abusi sessuali riporta l'attenzione sul dramma della violenza di genere. Perché, secondo lei, le vittime decidono di uscire allo scoperto solo molto tempo dopo?

«La paura può paralizzare una donna. È un sentimento atavico che fa parte del nostro dna. Abbiamo imparato dalle nostre mamme, dalle nostre nonne, che non siamo credute quando urliamo, o quando denunciamo un sopruso. La violenza carnale, un atto brutale comune purtroppo a ogni guerra, genera vergogna. Oggi servono leggi, numeri verdi, ogni genere di supporto per incoraggiare le vittime ad uscire allo scoperto».

 

Con lei il produttore Harvey Weinstein si è comportato correttamente o l'ha costretta a difendersi dalle sue avances?

«Ho avuto la fortuna di approdare al cinema da adulta e certi comportamenti non mi hanno toccata».

Cosa consiglierebbe a una giovane attrice alle prime armi?

«Non ho mai dimenticato le parole di un famoso psichiatra. Mi spiegò che alcuni uomini, parallelamente ai successi ottenuti nel lavoro, nascondono una parte oscura. Bisogna dialogare con la loro parte sana: è l'unica via per difendersi».

 

Chi le ha insegnato ad affrontare la vita?

«I miei genitori, con i quali ho sempre parlato di tutto, anche delle mie mattane giovanili. E devo molto alla mia esperienza precoce nella moda, è stata la mia palestra».

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Cosa prova quando pensa al suo percorso, ai suoi successi?

«Mi rendo conto che nella vita si parte con le certezze, ma sono le incertezze e gli errori a farti crescere. Con il tempo impari a distruggere i falsi miti e le menzogne che ti sono state dette».

 

Le più grandi, secondo lei?

«Riguardano le convenzioni sociali, i pregidizi morali».

Da chi ha imparato di più?

«Dalle mie figlie (Deva, 13 anni, e Léonie, 7, ndr). La maternità non è obbligatoria per ogni donna, per me era una necessità vitale e mi ha insegnato una verità fondamentale: i figli non hanno solo doveri nei confronti dei genitori, non devono limitarsi a chinare il capo. Hanno anche dei diritti. E io, quando sbaglio, chiedo scusa alle bambine».

 

Sapeva fin da piccola che avrebbe avuto successo?

«Non ho mai inseguito il sogno di diventare una star. Ho fatto l'attrice per potermi esprimere. Qualunque successo è sterile se non nasce da questa molla intima, profonda».

E oggi qual è la molla che la spinge a girare film, a scegliere anche progetti rischiosi saltando da una parte all'altra del mondo?

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«L'amore per il mio mestiere. Ma ho deciso di girare solo un film all'anno per poter fare la madre e dedicarmi ai miei interessi al di fuori dal lavoro».

 

Come reagisce di fronte a un torto?

«Applico la regola dei monaci tibetani che ringraziano la pietra in cui sono inciampati».

Che saggezza: l'ha sempre avuta?

«L'ho acquisita (ride, ndr). È l'unico modo per sopravvivere. Chi ti fa del male si nutre del tuo odio e della tua rabbia: non devi permetterglielo».

Ha ricevuto molte cattiverie?

«Ho avuto dalla vita più cose belle che torti. Ringrazio la mia famiglia e la fortuna».

La sua più grande qualità?

«La pazienza».

Ci tolga una curiosità: come fa un personaggio famoso come lei a mantenere segreto un amore?

«Tenessi nascosto solo quello!». (ride ancora, ndr).

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