della valle

1. UN’ORA SEGNATA DAL DESTINO BATTE NEL CIELO DELLA NOSTRA PATRIA: L’ORA DI DIEGO! 2. LO SCARPARO VUOLE DARE UNA MANO ALLA NAZIONE E FONDA UN’ASSOCIAZIONE NELLA QUALE SPERA DI COINVOLGERE TANTI “COLLEGHI IMPRENDITORI” GENEROSI COME LUI 3. L’ITALIA ASPETTAVA PROPRIO LUI, IL RE DEL MOCASSINO CON I PALLINI

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

DELLA VALLE VIAREGGIODELLA VALLE VIAREGGIO

 

1. SCARPARO NON PROFIT

Vietato dire che “scende in campo”, perché alla fine “Noi italiani” di Diego Della Valle non sarà un partito politico, ma un’associazione o una fondazione non profit, con “aree di intervento come salute, sicurezza, lavoro e istruzione”. Un’associazione che deve stimolare “quanti hanno voglia di fare il bene del Paese”. Insomma, pura filantropia al servizio della politica e del bene comune (Corriere, p. 6 e Repubblica, p. 9). Non sarà un partito, ma Della Valle chiede elezioni anticipate, dimostrando di avere le idee un po’ confuse sulle priorità.

 

della valle - logodella valle - logo

Comunque, lo Scarparo marchigiano vuole dare una mano alla nazione e fonda un’associazione nella quale spera di coinvolgere tanti “colleghi imprenditori” generosi come lui. L’Italia aspettava proprio lui, il re del mocassino con i pallini e il patron di Italo, l’importante azionista del Corriere della Sera e il proprietario della Fiorentina. Uno non esattamente fuori dal “sistema”, ma che ama un sacco fare la predica agli altri come se venisse da Marte. Uno convinto di rappresentare gli imprenditori italiani ma che alla fine, tra una sparata e un consiglio di amministrazione, rischia di rappresentare giusto se stesso: una suola con i pallini.

lapo elkann contro le hogan di della valle 2lapo elkann contro le hogan di della valle 2

 

2. UN UOMO SOLO AL COMANDO

Matteo Renzi va avanti come uno schiacciasassi e mette la fiducia sulla legge elettorale, anche se forse non ce n’era bisogno, a giudicare dalle prime votazioni sulle pregiudiziali di costituzionalità. Su Repubblica, Ezio Mauro lo critica per questa scelta e parla di “plateale prova di debolezza” da parte del premier (p. 1). La minoranza non sa che pesci prendere e non osa fare l’unica cosa sensata: la scissione.

 

renzi  - vincino renzi - vincino

Repubblica: “Italicum, battaglia nel Pd e il governo mette la fiducia. Renzi: ‘Se cado vado a casa’. Minoranza dem in rivolta. Bersani, Letta e Speranza non votano. Le opposizioni protestano. Oggi il primo degli scrutini decisivi”. “La svolta del premier: ‘Rischiavamo di andare sotto, ma non accetto la palude” (pp. 2-3). Dal Corriere, le reazioni delle minoranze piddine: “Da Bersani a Speranza e Letta. Lo strappo di chi non voterà. Diserteranno al momento della fiducia. Almeno una trentina i ribelli dem. L’ex premier: se l’avesse fatto Berlusconi saremmo scesi in piazza” (p. 3).

 

renzi come lubitz di germanwings by grillo renzi come lubitz di germanwings by grillo

Il premier si fa vivo sulla Stampa con una lettera nella quale si dice pronto a discutere sul Senato. E spiega: “Mettere la fiducia è un gesto di serietà verso i cittadini. Se non passa, il governo va a casa. Se c’è bisogno di un premier che faccia melina, non sono la persona adatta. Se vogliono un temporeggiatore ne scelgano un altro, io non sono della partita”. Renzi nella lettera spiega anche di sognare elezioni con due grandi partiti che si affrontano come negli Stati Uniti e ricorda che è dal 2006 che si tenta di cambiare senza fortuna la legge elettorale (p. 3).

 

 

3. ULTIME DA FARSA ITALIA

francesca pascale e silvio berlusconi francesca pascale e silvio berlusconi

Il Cavaliere assiste alla partita della legge elettorale senza scaldarsi troppo. “Berlusconi: ‘Pronti a fare l’Aventino’. ‘Agli italiani non interessa nulla dell’Italicum, hanno altri problemi e il presidente del Consiglio non sta dando nessuna risposta’. Ma l’ex Cavaliere deve fronteggiare la crisi di Forza Italia. Stasera vertice per le candidature regionali, ma il leader diserterà. Delega al triumvirato” (Repubblica, p. 9). Corriere: “Lo sguardo distratto di Berlusconi: tanto sarà il premier a dare le carte. E Fitto lancia l’ultimo appello: incontriamoci, ancora in tempo per evitare regali al Pd. Il leader di FI non crede però all’eventualità di un voto immediato: Renzi ha perso smalto” (p. 6). Su Libero il punto dolente del Quirinale: “Azzurri irritati per il silenzio del Colle. Ma il partito è diviso sulla strategia” (p. 7).

 

 

4. TRAGEDIA GRECA

renzi tsiprasrenzi tsipras

Vanno avanti, estenuanti, le trattative sul debito greco. “Tsipras: ‘Referendum se passa la linea-Troika’. Di fronte alla crisi di liquidità il premier vuole comunque una decisione entro il 9 maggio: ‘Ma l’accordo è a portata di mano’. Il governo annuncia una legge per offrire sconti fiscali a chi rimpatria capitali dall’estero, a cominciare dalla Svizzera” (Repubblica, p. 16). Stampa: “I conti di Atene fuori controllo. Tsipras: intesa per il 9 maggio. L’ira di Berlino: vogliamo vedere il piano completo delle riforme. Il premier greco minaccia: un referendum sull’accordo con l’Europa” (p. 20).

 

 

5. LA VERITÀ SU LO PORTO

GIOVANNI LO PORTO   GIOVANNI LO PORTO

La morte di Giovanni Lo Porto è materia di grande imbarazzo per il governo e i grandi giornali hanno smesso quasi subito di occuparsene. Lodevole eccezione per il Corriere della Sera, che oggi pubblica un pezzo di Fiorenza Sarzanini: “Lo Porto non è stato identificato dall’esame del Dna. La relazione dei servizi: la certezza della morte da un incrocio di dati. In Pakistan in azione agenti di 4 Paesi” (p. 15). Sulla Stampa il resoconto dell’audizione al Copasir di Minniti e il suo impegno a riportare a casa il corpo del cooperante italiano (p. 15). Il Giornale attacca: “Lo Porto, Renzi sapeva. Il parafulmine è Minniti. Il sottosegretario con delega ai servizi: ‘Gli Usa ci avvertirono della morte dell’italiano, ma l’informazione si fermò al mio livello” (p. 8).

 

ALMA SHALABAYEVA TORNA A ROMA ALMA SHALABAYEVA TORNA A ROMA

 

6. VOLANO SEMPRE GLI STRACCI

Il Corriere ci aggiorna su un’altra storia caduta totalmente nel dimenticatoio: il rapimento della Shalabayeva. A distanza di due anni indagini concluse con cinque poliziotti che rischiano il processo: l’ex dirigente dell’ufficio immigrazione della questura di Roma, il suo vice, un ispettore e due assistenti. Il caso sfiorò il ministro Alfano, con il suo capo di gabinetto costretto a dimettersi (p. 23).

 

 

7. GIUSTIZIA SENZA PIETÀ

A Genova la giustizia ci vuole vedere chiaro e apre un’inchiesta sul suicidio del pediatra che ha definito “miope” la giustizia. Repubblica: “Il suicidio del pediatra non è lineare’. Aperta un’inchiesta sul gesto di Francesco Menetto. Il procuratore: ‘Atto dovuto’. Saranno sentiti il figlio, la nuora e la moglie che era con lui prima che si uccidesse”. Intanto il procuratore di  Monza che aveva commentato “Dicono tutti così”, parlando della protesta di Menetto per l’inchiesta che coinvolge il figlio, oggi si fa intervistare da Repubblica e dice: “Chiedo scusa alla famiglia, ma non rinnego quella frase: noi magistrati siamo nel mirino” (p. 21). Ha perso un’altra occasione per tacere.

FRANCESCO MENETTO FRANCESCO MENETTO

 

Su Libero, interviene Filippo Facci e si rivolge ai magistrati: “No, non dovete smettere di indagare, forse dovete solo star zitti. Forse dovete piantarla, cioè, di rinfocolare polemiche inutili e di metterla ogni volta in termini semplicistici: come a dire che al mondo esista un solo modo di indagare e di procedere, il vostro” (p. 1)

 

 

EXPO GIUSEPPE SALAEXPO GIUSEPPE SALA

8. QUEI BRAVI RAGAZZI

A Milano cresce la preoccupazione per le manifestazioni dei No-Expo e si consuma un piccolo scontro tra polizia e magistratura. Corriere: “Milano, stranieri fermati con le molotov. Per il giudice non vanno allontanati. Blitz preventivo della polizia in vista di Expo. Tra le persone perquisite 16 francesi e 4 tedeschi. Trovate mazze e petardi. Il tribunale: ma gli indizi sono generici. Primo maggio, timori per il corteo” (p. 26). Notevole il titolo di Libero: “Gli sfaticati vogliono sabotare Expo” (p. 2).

 

 

9. OCCHIO AL FRANCESE

Il Corriere tiene alta l’attenzione sulle mosse di Vincent Bollorè e della sua Vivendi: “Bollorè, il francese in manovra al crocevia Telecom-Mediaset. Vivendi all’8% del gruppo di telecomunicazioni, punterebbe a rafforzarsi” (p. 35).

 

 

10. IL RISIKO DEI DIRETTORI

maria elena boschi mario orfeo maria elena boschi mario orfeo

Il Giornale riporta le ultime indiscrezioni su Corriere e dintorni: “Per la direzione del Corriere è partita l’operazione Orfeo. Il direttore del Tg1 in vantaggio sul candidato interno Fontana perché così si libererebbe per i renziani la casella del telegiornale. Sul tavolo la scelta dei comitati interni. La carta Mentana per viale Mazzini” (p. 23).

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...