UNDICESIMO COMANDAMENTO: MAI TOGLIERE LE FREQUENZE AL VATICANO - CONTRATTI ALLA MANO, LA SANTA SEDE RECLAMA UN CANALE TV E UNO RADIO A COPERTURA NAZIONALE: “CI SPETTANO PER CONTRATTO. CE LI DOVETE DARE”

Aldo Fontanarosa per "la Repubblica"

LO STATO Vaticano, questa volta, non porge l'altra guancia, anzi. Si fa sentire, con severità e vistosa impazienza. E come dargli torto. Anni di attese, di preghiere inascoltate, di indifferenza farebbero perdere la pazienza anche a un santo.

D'ALTRA parte la predicazione elettronica, via radio e via televisione, è una priorità per la Chiesa che ora reclama dall'Italia - inadempiente - quello che le spetta, contratti alla mano. Un canale tv nazionale e un canale radiofonico, anch'esso nazionale e nella tecnologia ultramoderna del Dab. Beni che la nostra Repubblica si è impegnata a dare
e che non ha dato.

Questa storia nasce nel novembre del 2009 quando il Lazio, anche il Lazio, abbandona la vecchia tecnica di trasmissione dei canali tv (l'analogico) per abbracciare il digitale terrestre, con la sua promessa di migliorare la qualità del segnale (disattesa) e di moltiplicare le emittenti. Paolo Romani, ministro dello Sviluppo Economico con Berlusconi, si accorge che il digitale terrestre funziona a singhiozzo nella regione, dopo anni di anarchia e Far West dell'etere.

E subito va a caccia di frequenze di pregio, soprattutto a Roma e nella sua provincia. Molto presto, Romani bussa alla porta del Vaticano che ha diritto - in base al "piano regolatore" dei ripetitori e agli accordi internazionali di Ginevra - ad alcune frequenze, ad alcuni "binari" di trasmissione di una qualità eccellente. Romani chiede ufficialmente di appropriarsene.

Sono i canali 6 e 11 in Vhf, si legge nella documentazione ufficiale. E ancora: il 21 in Uhf (banda 4) e il 57 in Uhf (banda 5). Merce preziosa, anche se la Santa Sede può irradiare il segnale, in concreto, solo entro il perimetro dello Stato Vaticano, a Castel Gandolfo e nell'area di Santa Maria di Galeria (dove sono i suoi tralicci).

Lo Stato Vaticano acconsente a cedere tutti questi canali. E ottiene un impegno, a compensazione del favore che fa all'Italia. Entro il Natale del 2012, dovrà ricevere «capacità trasmissiva » su scala nazionale per una sua televisione («ad una velocità di 4 megabyte al secondo »).

Significa che un operatore di rete (supponiamo la Rai) deve farsi carico di ospitare sui suoi tralicci («e senza oneri») questa emittente della Santa Sede. E non solo. Il Vaticano - entro il Natale del 2012 - avrà diritto a un canale radio «a copertura
nazionale» che si ascolterà sempre sulla stessa frequenza. Questo canale proporrà - si immagina - la versione extra lusso della Radio Vaticana, nella nuova tecnologia
digitale (il Dab).

La Santa Sede rispetta i patti. Rende i suoi 4 canali romani, ma non riceve mai il canale radiofonico e neanche l'ospitalità per la sua tv. A fine del 2012, il Vaticano fa una prima discreta sollecitazione (il governo, ora, è presieduto da Mario Monti). Quindi si fa sentire nuovamente quando premier diventa Enrico Letta. E ottiene un successo parziale: l'Italia giura che fornirà i canali non più tardi di Natale 2013 (dunque con un anno di ritardo rispetto agli impegni originari). Neanche a Natale 2013, però, avviene il miracolo delle frequenze...

L'8 aprile 2014, pochi giorni fa dunque, arriva al ministero dello Sviluppo Economico una nuova lettera - severa e documentata - a firma di Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, che torna a reclamare il canale radio e l'ospitalità tv (supportato da monsignor Dario Viganò, il raffinato massmediologo brasiliano che guida il Centro Televisivo Vaticano). Il dossier, intanto, è già salito di livello visto che il dicastero chiave della Santa Sede (la Segreteria di Stato) lo sta esaminando. Se non è un ultimatum all'Italia, poco ci manca...

La grana vaticana è solo una delle questioni incandescenti finite nelle mani del nuovo sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che dovrà anche gestire l'asta delle frequenze (per fare un altro esempio). Risulta che Giacomelli abbia letto con scrupolo la lettera vaticana e studiato a fondo il tema, deciso a dare una risposta adeguata.

Piccolo dettaglio, però: il sottosegretario non ha ancora ricevuto da Palazzo Chigi la delega operativa che preciserà il perimetro delle sue competenze. Fino a quando non avrà la delega, il margine d'azione di Giacomelli sarà limitato. Con buona pace di chi reclama il giusto...

 

DECADENZA BERLUSCONI IL BACIO DI PAOLO ROMANI ALLA BERNINI AAVAZ PER LE FREQUENZE TV FIRME A PASSERA ANTENNE tv localiantenne di Radio Vaticana a Cesano antenne radio vaticana

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…