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1. L’UOMO-UCCELLO VOLA SOPRA IL CIELO DI HOLLYWOOD: “BIRDMAN’’ È IL MIGLIOR FILM 2. PESSIMA NOTTE PER CLINT EASTWOOD (ZERO STATUETTE PER “AMERICAN SNIPER”) E PER “BOYHOOD” 3. BOOM! QUARTA STATUETTA PER L’ITALIANA MILENA CANONERO PER I MIGLIORI COSTUMI

oscar nightoscar night

1. L’OSCAR DEI GIUSTI

Marco Giusti per Dagospia

 

Come avevamo previsto un po’ tutti. Birdman di Alejandro G. Inarritu trionfa con quattro Oscar pesanti, miglior film, miglior regia, miglior fotografia a Emanuel Lubezki, il bis dopo quello di un anno fa con Gravity, e miglior sceneggiatura originale. Hollywood si inchina ai registi messicani e al mondo latino. Questo non è male.

 

neil patrick harris,neil patrick harris,

JULIENNE MOOREJULIENNE MOORE

Mentre però i Césars francesi premiano un film difficile e politico come Timbuktu, che a Hollywood non vince nemmeno per il miglior film straniero, gli americani si rifugiano nel cinema che guarda se stesso e le dinamiche di autodistruzione degli attori. Un viaggio attorno al proprio ombelico. Fatto benissimo, comunque, perché tecnicamente il film di Inarritu è una bomba, ma certo non è un film politico.

The Koda Theatre in LA The Koda Theatre in LA

 

E per non sbagliare neanche un premiuccio a American Sniper e al vecchio Clint Eastwood malgrado i 300 milioni di incassi. E’ un film complesso e l’Academy non ama i film complessi. Quattro Oscar anche a The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Ma non sono quelli davvero importanti, la musica a Alexandre Desplat, la scenografia, i costumi a Milena Canonero, che arriva così a ben quattro Oscar vinti, unica italiana, e miglior trucco e parrucco.

milena canoneromilena canonero

 

La Canonero, vestita con una specie di grembiule da maestra nero dedica il premio al suo regista, “Grazie Wes, questo è per te”. Magra consolazione. Però, visto che  Wes Anderson non era mai stato neanche nominato, ci si può stare, anche se poteva andar meglio.

 

Poteva andar meglio anche a Boyhood di Richard Linklater, gran favorito come miglior film e miglior regia, che si deve accontentare di un Oscar per la migliore attrice non protagonista, la meravigliosa Patricia Arquette, che nel suo speech ha ricordato che è tempo per le donne di avere gli stessi diritti dei maschi. Brava.

 

marion cotillardmarion cotillard

E’ andata decisamente meglio a La teoria del tutto, premiato per il miglior attore protagonista, un Eddie Redmayne che si è messo a ballare nervosamente, e per la miglior sceneggiatura adattata, Graham Moore che, a detta di tutti i commentatori, ha fatto un gran discorso che è iniziato con un “Quando avevo sedici anni ho cercato di uccidermi…”.

michael keaton, candidato come miglior attore protagonista per michael keaton, candidato come miglior attore protagonista per "birdman" i f88 8bbb f48cc97d90fc

 

Quanto all’Oscar a Redmayne, è stata la sconfitta del grande favorito Michael Keaton e del rivale inglese Benedict Cumberbatch, il solo maschio vestito di bianco. Gli Oscar hanno premiato l’attore più evidente, quello che fa il malato con le smorfie e la deformazione fisica. Veramente avrei preferito Michael Keaton.

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Giusto e sacrosanto il premio come migliore attrice protagonista a Julianne Moore per Still Alice. Non aveva mai vinto un Oscar e questa era una cosa piuttosto vergognosa. Sempre battuta dalla dilagante Meryl Streep. Vestita con un bellissimo Chanel bianco, il bianco è andato fortissimo ieri notte, ha ricordato ovviamente i malati di Altzheimer, la malattia è il tema del suo film. Non c’era storia per nessuna altra attrice.

 

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Previsto da tutti anche il premio come miglior attore non protagonista a J. K. Simmons per Whiplash, che vince anche l’Oscar per il montaggio e il sound mixer. Simmons, delizioso, ha ricordato a tutti i presenti che, “se uno ha la fortuna di avere un genitore o due, la cosa da fare se si vince l’Oscar, è chiamarli al telefono. Niente lettere o mail”. Speriamo che l’abbia fatto. Ida di Pavel Pawlikoski vince, assolutamente non a sorpresa, l’Oscar per il miglior film straniero. Big Hero 6 quello per il miglior cartone animato per la gioia della Disney.

laura dern candidata per laura dern candidata per "wild" 2d

 

John Legend e Common vincono l’unica Oscar per Selma con la canzone “Glory” e Legend fa l’unico discorso politico della serata ricordandoci che “fino a questo momento, la lotta per la libertà e la giustizia in questo paese è reale”. Per il resto bel numero di Lady Gaga con i guanti di gomma per lavare i piatti alle mani e un grande abito bianco alle prese con “Tutti insieme appassionatamente” di Julie Andrews. La svalvolata Miley Cyrus già pronta per la festa pazzarella di Elton John insieme a Dita Von Teese e Lil Kim.

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Tra le donne Marion Cotillard era vestita con un gran Christian Dior bianco, Dakota Johnson aveva un meraviglioso Saint-Laurent rosso e Margo Robbie un Saint-Laurent nero. Patricia Arquette aveva un vestito improponibile mezzo bianco e mezzo nero ma il suo discorso ha fatto impazzire da casa Lena Dunham che ha twittato “Patricia 4 Prez”, Jessica Chastain aveva un Givenchy rosa, Emma Stone un Elie Saab verdino e Scarlett Johnson ha fatto impazzire tutti con un taglio di capelli rasatissimi con la ciuffa da ragazzino e un vestito verde che le faceva schizzare fin troppo le tette.

inarritu vinceinarritu vince

 

La più interessante era però Lupita Nyong’o con un abito composto da 6000 perle bianche. Melanie Griffith scattava non poco dietro alla figlia Dakota, la diva del momento. “Non ho ancora visto il film” cinguettava. “Non lo vedere, mammà”, le diceva timida Dakota come fosse stata una Rosanna Schiaffino dei nostri tempi.

 

2. MILENA SEI TUTTI NOI!

Michela Tamburrino per La Stampa

 

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Milena Canonero ha fatto centro un’altra volta ed è stata una vittoria, la quarta della sua carriera che lei ha fortemente rincorso. La costumista italiana, che da Torino dove è nata nel 1952 ha conquistato Los Angeles, era candidata per i costumi realizzati in “The Grand Budapest Hotel”. Che le cose si fossero messe in modo da ben sperare lo si è capito appena conquistato il Costume Designers Guild Award 2015, riconoscimento che ogni anno premia i migliori costumisti delle produzioni cinematografiche e televisive.

 

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E beneaugurante deve essere stata anche la festa e gli onori che le sono stati tributati per il film di di Wes Anderson dalla comunità italiana a Los Angeles, con una cerimonia a lei interamente dedicata con tanto di premio dell’Istituto Italiano di Cultura. Come ogni divina che si rispetti l’altra sera Milena Canonero è arrivata in ritardo, come al solito scortata dalle body guard, sempre schiva e fedele al motto di non rilasciare interviste. 

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“Sono timida” dice la vincitrice. Alla vigilia della cerimonia era già data per favorita nella corsa alla statuetta, tanto da preoccupare i soliti scaramantici che temono le predizioni. Mai così giuste come del resto anche le altre tre volte precedenti l’Oscar è arrivato perché sarebbe stato impossibile altrimenti.

 

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La prima volta fu merito di Stanley Kubrick che le affidò le cure di “Barry Lyndon” con il quale si aggiudicò la sua prima statuetta assieme a Ulla-Britt Soderlund. Hugh Hudson poi le commissionò i costumi di “Momenti di gloria”, storia di due atleti ambientata negli Anni ‘20. Il suo lavoro aiutò il film a trascendere dall’ordinario. E le regalò il suo secondo Oscar. Venne nominata all’Oscar per altre cinque volte con film del calibro di “La mia Africa” o “Dick Tracy” ma la terza statuetta le arriverà quando, nel 2007 l’Academy Award la premierà per il film di Sofia Coppola “Marie Antoniette”. 

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Adesso la costumista che sta lavorando per Prada a un progetto del quale per ora non vuole parlare, tra l’Italia e Parigi, si gode la vittoria a Los Angeles con suo marito, l’attore Marshall Bell.  

 

Appena ricevuto l’Oscar, emozionatissima ha detto dal palco del Dolby Theatre: “Grazie all’Academy e grazie Wes (Anderson n.d.r.) questo è per te, lo voglio condividere con te. Sei stato di grande ispirazione, sei come un direttore d’orchestra, sei un grande compositore, sei il nostro regista e sei stato il nostro ispiratore. Senza di te non avrei mai potuto farlo. Grazie di quello che hai fatto e per il risultato che hai permesso di ottenere a noi tutti”. 

 

3. ACADEMY AWARDS, I VINCITORI DEI PREMI OSCAR 2015

 

- Miglior film: «Birdman» di Alejandro González Iñárritu  

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- Miglior attrice protagonista: Julianne Moore per «Still Alice» 

- Miglior attore protagonista: Eddie Redmayne per «The Theory of Everything» 

- Miglior regia: Alejandro Gonzalez Inarritu per «Birdman» 

 

- Miglior sceneggiatura non originale: Graham Moore per «The Imitation Game» 

- Miglior sceneggiatura originale: Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr. e Armando Bo per « Birdman» 

 

- Miglior colonna sonora: Alexandre Desplat per il film «Grand Budapest Hotel» 

- Miglior canzone: «Glory» di John Stephens e Lonnie Lynn nel film Selma 

- Miglior documentario: «CitizenFour» di Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy e Dirk Wilutzky 

american sniper 4american sniper 4

- Miglior montaggio: Tom Cross per il film « Whiplash» 

 

- Miglior fotografia: Emmanuel Lubezki per il film Birdman 

- Miglior scenografia: Adam Stockhausen e Anna Pinnock per il film «Grand Budapest Hotel» 

- Miglior film d’animazione: Don Hall e Chris Williams per il film «Big Hero 6» 

 

- Miglior cortometraggio d’animazione: «Feast» di Patrick Osborne 

- Migliori effetti speciali: Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher per il film «Interstellar» 

- Miglior attrice non protagonista: Patricia Arquette per «Boyhood»  

- Miglior sonoro: Alan Robert Murray e Bub Asman per «American Sniper» 

 

- Miglior montaggio: Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley per «Whiplash» 

The Birdman castThe Birdman cast

-Miglior corto documentario: «Crisis Hotline: Veterans Press 1» di Ellen Goosenberg Kent e Dana Perry 

- Miglior corto: «The Phone Call» di Mat Kirkby e James Lucas 

 

- Miglior film straniero: è il film polacco «Ida» diretta da Pawel Pawlikowski 

- Miglior trucco: Frances Hannon e Mark Coulier per il «Gran Budapest Hotel» 

- Migliori costumi: l’italiana Milena Canonero per il film «Grand Budapest Hotel» 

- Miglior attore non protagonista: J.K. Simmons per «Whiplash» 

 

 

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