LA VERITÀ, VI PREGO, SULLE CORNA -“ALTA INFEDELTÀ”: LA COSA PIU' ORIGINALE (E DIVERTENTE) DEL REALITY DI REAL TIME È STATA LA TROVATA PUBBLICITARIA DELLE LETTERE AL "CORRIERE"

Grasso e Delbecchi: "Preceduto dalle lettere di Enzo e Lucia apparse sul "Corriere" (da tempo negli Usa si stanno sperimentando queste nuove forme di pubblicità), ha preso il via il primo «scripted reality» Alta Infedeltà - Ci viene detto che le storie sono vere ma «pettinate» dagli autori. Però una «pettinatura» un po’ più credibile non sarebbe stata male"...

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1. QUELLE STORIE DI INFEDELTA’ CON SCENEGGIATURE POCO CREDIBILI

Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

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Preceduto da una campagna stampa che molto ha fatto parlare, le lettere di Enzo e Lucia apparse sul «Corriere» (da tempo negli Usa si stanno sperimentando queste nuove e interessanti forme di pubblicità), ha preso il via il primo «scripted reality» che ricostruisce «le infinite sfaccettature dell’amore infedele». 
 

«Alta infedeltà» (20 episodi da 30’ prodotti da Stand by me per Discovery Italia) racconta di tradimenti, passioni fatali, adulteri, ecc. Il format prevede tre punti di vista: quello dell’amante, quello del tradito e quello del traditore (la lingua italiana, si sa, è sessista). Nella prima puntata Alessandro si occupa troppo del suo lavoro (da barista vuol diventare ristoratore) e trascura la mogliettina, Francesca, redattrice di una rivista di moda (dal lunedì al venerdì, ore 20.40). 
 

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Siccome tutte le redattrici di moda, secondo un diffuso luogo comune, sono strafighe, Alessandra sente di avere qualche chilo di troppo. Eccola in palestra per perdere il grasso superfluo! La paglia vicino al fuoco brucia e il personal trainer non si tira indietro. Un allenamento oggi, un allenamento domani e il più è fatto: «Solo sesso, niente più». Intanto Francesca scrive un articolo su di lui e il palestrato non si risparmia la dedica: «Alla mia cliente preferita, l’unica che è riuscita ad allenare anche me». L’allenamento mette in guardia il ristoratore. 
 

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Simona Ercolani, la patrona di Stand by (per esprimersi in boldrinese), non butta mai via niente: «Alta infedeltà» è l’altra faccia di «Sconosciuti». Qui tutti fedifraghi anonimi, là tutti santi sconosciuti, ma il format si assomiglia molto. 
 

Ci viene detto che le storie sono vere, sono state solo «pettinate» dagli autori, tradotte in mini sceneggiature per attori professionisti. Vere o false poco importa, «quando c’è di mezzo un tradimento la verità non è mai una sola». Però una «pettinatura» un po’ più credibile non sarebbe stata male. 

 

2. ALTA INFEDELTÀ, DI REAL C’È SOLO LA TROVATA PUBBLICITARIA

Nanni Delbecchi per il “Fatto Quotidiano”

   

lettera di enzo lettera di enzo

Ora che è andata in onda la prima puntata possiamo dirlo, la cosa più originale del reality Alta infedeltà (da lunedì alle 20.40 su Real Time) è stata la mossa pubblicitaria sfociata in due lettere a tutta pagina sul Corriere della sera. Ferito nell’onore come Mimì Metallurgico, un marito accusa pubblicamente la moglie di averlo tradito (prima lettera) e la moglie prima ammette, poi rilancia l’accusa (seconda lettera): se lei si era messa con il capo di lui, lui da un pezzo se la faceva con la sua segretaria. Di conseguenza, anche la segretaria se la faceva con il suo proprio capo: davvero tre anime gemelle.

   

La verità, vi prego, sulle corna. Certo, lanciare un programma che promette di vuotare il sacco con due lettere apocrife non pare il massimo della coerenza, ma almeno questa striscia rivolta allo zoccolo duro dei guardoni e degli aspiranti fedifraghi (quelli veri hanno altro da fare) si è fatta notare.

 

Ne aveva bisogno, essendo il triangolo la molla drammaturgica più antica del mondo, ma purtroppo, venendo alla prima puntata, pare che i creativi abbiano messo tutto il loro estro nella promozione, secondo una tendenza molto in voga; se poi passiamo alla ciccia, siamo al grado zero delle corna, buone al massimo per gli elmi vikinghi.

   

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Lo stile è quello ben collaudato e low cost delle confessioni di Real Time, ma senza gli eccessi mostruosi e ripugnanti che hanno ne decretato il successo; in compenso, il logo è un enorme, promettente buco della serratura. La storia dei primi due adulteri, Alessandro e Francesca, viene raccontata in prima persona da sue attori e interpretata da altri due, forse un discreto omaggio a Pirandello. Lui è un barista, lei una giornalista di moda che tutte le mattine viene a prendere il cappuccino finché, un bel giorno, si ritrova un anello nel cappuccino.

 

Prima rischia di restare strozzata poi, però, dopo lo scampato pericolo, capisce che il barista ha voluto dichiararsi così. “Mettere un anello nel cappuccino non è stata una grande idea”, ammette, dimostrando da subito di essere un uomo che vede lontano. I due si sposano, gli anni passano, finché Alessandro, troppo preso dal lavoro , comincia a trascurare Francesca. La moglie trascurata: un primo colpo di teatro, mai sentito nei tradimenti, cui ne segue subito un altro.

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Francesca si iscrive in palestra dove lavora un allenatore molto sicuro di sé: “Tutte prima o poi fanno un pensierino sul personal trainer. E io sono il re dei personal trainer”. Voi non ci crederete, ma anche Francesca finisce nella rete del re dei personal trainer. Adesso è lei che trascura il marito; e siccome lui vede lontano decide di iscriversi in palestra per incontrare l’allenatore sciupa-femmine.

 

Nonostante il fiuto dei due volponi, i sospetti diventeranno certezze solo grazie al telefonino del personal trainer, che ama fotografare le sue conquiste anche in atteggiamenti inequivocabili; non si capisce come faccia materialmente a scattarle, certe foto, ma non stiamo a sottilizzare. Insomma, ci si resta quasi male. È un peccato sprecare così la trovata e i soldi delle lettere sui giornali, che costano un botto.

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A questo punto delle due l’una; o le storie di Alta infedeltà sono finte, e allora Real Time farebbe bene a cambiare gli sceneggiatori; oppure sono vere, e allora Real Time farebbe bene a prenderne un paio di quelli bravi.

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