VIDEO-CAFONALINO - DIN DON, LA STREGA È ASSOLTA! A ROMA VA IN SCENA IL PROCESSO ALLA THATCHER (ANNALISA CHIRICO), CON BERTINOTTI PUBBLICO MINISTERO E CIRINO POMICINO AVVOCATO DIFENSORE - SUL PALCO ANCHE FACCI E SANSONETTI

Al Teatro Parioli il finto processo alla “strega” Margareth, con Berti-nights che dovrebbe rappresentare i poveri minatori senza cachemire - Il giudice è Alfredo Mantovano, mentre a difendere “Maggie” c’era Pomicino (ma la Thatcher non amava i democristi italiani) e il berluscone Francesco Paolo Sisto…

Condividi questo articolo


Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Bertinotti processa la Thatcher, Pomicino la difende

Piero SansonettiPiero Sansonetti

Antonio Signorini per "il Giornale"

«Nel nome del popolo romano, assolvo Margareth Thatcher da tutte le accuse. Però, Signora, non lo faccia più». In patria ne subì di tutti i colori. Attentati, scioperi, manifestazioni durissime. Qualcuno provò anche a portarla alla sbarra con l'accusa di crimini contro l'umanità per la guerra delle Falkland. Come è noto le critiche non la scalfivano.

Nemmeno la morte le ha risparmiato la gogna dei festeggiamenti, ma c'è da scommettere che nemmeno questi spettacoli l'avrebbero scomposta più di tanto. Quello che forse Thatcher non si sarebbe mai aspettata è di finire «a giudizio» in Italia, bonariamente assolta in un processo-show tenuto nel Paese che forse le era più distante culturalmente. Giudicata (e difesa) da una classe politica che lei capiva pochissimo. Forse meno di quella sovietica.

Di Giulio Andreotti disse: «Questo membro apparentemente indispensabile di tutti i governi italiani rappresentava una linea politica che non potevo condividere. Sembrava avesse una reale avversione per i principi, anzi la profonda convinzione che un uomo di principi fosse condannato a essere ridicolo ».

Piero SansonettiPiero Sansonetti

I bizantinismi della Prima Repubblica italiana, che vedeva da lontano, erano agli antipodi rispetto alla sua morale protestante. Abissi culturali che erano anche di linguaggio. Sono leggenda i «problemi all'auricolare » che la Lady di ferro pensava di avere quando i premier italiani parlavano ai vertici internazionali.

Eppure al teatro Parioli di Roma è andato in scena un processo storico al primo premier donna d'Europa. Ultimo spettacolo di una fortunata serie curata da Elisa Greco. Presidente della Corte: Alfredo Mantovano, giudice e politico. Come pubblico ministero: Fausto Bertinotti, ex leader di Rifondazione comunista, che sull'epica dell'anti thatcherismo ha costruito parte della sua identità. La difesa è invece toccata all'esponente di Forza Italia Francesco Paolo Sisto e a Paolo Cirino Pomicino, ex ministro del Bilancio ed esponente di quella Dc che alla Thatcher piaceva pochissimo.

Mario D UrsoMario D Urso

Classiche le accuse: «Ha disarticolato il welfare inglese, represso manifestazioni, tolto il lavoro ai minatori». Non manca l'aver «lasciato morire» Bobby Sands e i militanti dell'Ira in prigione per lo sciopero della fame. Poi, «ha eliminato il bicchiere di latte quotidiano che fino ad allora veniva dato agli alunni delle elementari » del Regno Unito. Una «privazione», simbolica,che ancora fa battere il cuore alla retrovie della sinistra britannica e dà qualche argomento a quella italiana che riesce, con successo da più di trent'anni, a resistere a ogni tentativo di thatcherizzare l'Italia.

Facilissima la difesa, in parte fatta dalla Thatcher stessa, impersonata dalla giornalista Annalisa Chirico e dal marito Denis Thatcher, alias Filippo Facci. Bastano i dati. La disoccupazione nel Regno Unito sotto la sua guida è diminuita; il tessuto produttivo del Paese, è vero, ha perso 10 punti di manifatturiero. Ma grazie alla spinta modernizzatrice della baronessa Thatcher - figlia di un droghiere con il culto del lavoro- si è convertito fin dagli anni Ottanta alla più moderna economia dei servizi, ha spiegato Pomicino.

Mantovano saluta BertinottiMantovano saluta Bertinotti

L'Irlanda? Bertinotti (coadiuvato dal giornalista Piero Sansonetti nelle vesti di un militante dell'Ira) ha spiegato che la Lady di Ferro «non aveva capito niente » e ha ritardato il processo di pace. Un disastro, al contrario di un altro leader di destra, De Gaulle: «Lui aveva capito che non poteva trattare gli algerini, che facevano saltare in aria i caffè francesi, come terroristi». Replica storica di Sisto: furono i governi laburisti a militarizzare l'Ulster e a negare lo status di prigionieri politici ai militanti dell'Ira. Ma la mano ferma con i terroristi fu una scelta politica che non le si può imputare.

Mantovano e SansonettiMantovano e Sansonetti

Manca nella lista delle accuse la guerra delle Falkland. «Forse per evitare l'imbarazzo di dover difendere la giunta militare argentina, quella dei desaparecidos », insinua l'ex ministro del Bilancio dei governi Andreotti rivolto a Bertinotti. Ma manca anche il No all'euro della Thatcher.

Luisa Todini Chicco TestaLuisa Todini Chicco Testa

E quel «Sì» italiano alla moneta unica in accordo con la Germania che- come ha raccontato recentemente Gianni De Michelis - la Lady di ferro considerò un tradimento, ennesimo attrito con Andreotti. La prima vera sconfitta della Thatcher, tutta made in Italy.

Questo sarebbe stato uno spunto di attualità, ma accusa e difesa lo hanno evitato. Così come hanno evitato di andare al nocciolo del cambiamento epocale che la Thatcher impose al suo Paese, facendolo tornare una superpotenza. Rifiuto della politica del compromesso a tutti i costi, decisioni nette, etica della responsabilità.

Lella Bertinotti e Raffaella ChiarielloLella Bertinotti e Raffaella Chiariello Paolo Cirino PomicinoPaolo Cirino Pomicino

Una rivoluzione troppo radicale per l'Italia di allora e forse anche per quella di oggi. Quindi: assoluzione con 120 voti contro 90 della «giuria popolare» (il pubblico del Teatro Parioli). Con la promessa- strappata ironicamente da Mantovano: «Signora, non lo faccia più». Perlomeno non in Italia.

 

Cristiana Del MelleCristiana Del Melle Filippo FacciFilippo Facci

 

Marisa StirpeMarisa Stirpe Mario Lupo e Gabriella FarinonMario Lupo e Gabriella Farinon Filippo Facci Alfredo Mantovano e Annalisa ChiricoFilippo Facci Alfredo Mantovano e Annalisa Chirico

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…