VIDEO-CAFONALINO - MOSTRE ULTRAPRECARIE: A ROMA UNA GALLERISTA ORGANIZZA MOSTRE IN APPARTAMENTI IN VENDITA O IN AFFITTO – E MAGARI IL VISITATORE POI COMPRA CASA

Betta Giovagnoni va a caccia di immobili grandi e vuoti, con il passaparola o tramite agenzie immobiliari. Di solito occupa gli appartamenti non più di quindici giorni. Adesso c’è l’esposizione di due artisti newyorchesi in un appartamento di due piani con terrazzo in via del Governo Vecchio. In precedenza, due mostre in case ai Parioli…

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Foto di Luciano di Bacco per Dagospia

 

Video di Veronica del Soldà per Dagospia

 

Affittasi/Vendesi nel cuore di Roma,due artisti newyorkesi in mostra: John e India Evans

 

 

E. Sa. per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

 

vino per gli ospiti vino per gli ospiti

A Roma nessuno lo aveva ancora fatto. E siccome le difficoltà, come da proverbio, aguzzano l’ingegno, ecco che Elisabetta Giovagnoni — dinamica gallerista romana del tipo che cento ne pensano e tremila ne fanno — ha aguzzato il suo, di ingegno; con un marchio («Arteealtro») e un’idea diventata un format che produce cultura là dove meno te l’aspetteresti.

La ricetta in sostanza prevede: immobili vuoti + arte contemporanea, uguale mostra. Tramite passaparola (amici che vendevano casa) o tramite gruppi immobiliari, Giovagnoni è riuscita a farsi mettere a disposizione case per un periodo più o meno lungo durante il quale quegli stessi appartamenti (vuoti, dunque ideali per un allestimento da improvvisare con pochi mezzi) erano realmente in vendita, visitabili cioè da potenziali-compratori.

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È nato così «Affittasi/Vendesi», progetto giunto alla sua terza esibizione che proprio oggi chiude i battenti con un finissage dalle ore 18 in via del Governo Vecchio 86. Qui, all’ultimo piano di un’antica casa del vecchio centro di Roma, per due settimane è rimasta allestita la doppia personale degli artisti newyorkesi John e India Evans, padre e figlia, una mostra interessante e amplificata dai fascinosi e signorili ambienti che la ospitano (casa su due piani, con terrazzo).

 

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Si tratta in sostanza di un dialogo a distanza tra John, scomparso nel 2012 a 80 anni, e India, classe 1978. Lui per quasi quarant’anni, dal 1963 al 2000, costruì un diario quotidiano fatto di un lavoro al giorno, tutti su carta a/4, metodicamente costruiti con scarti cartacei recuperati in giro per la città. Anche lei, mettendo in gioco molto il proprio subconscio, per anni ha riciclato e sovrapposto oggetti vari temporaneamente dimenticati e senza valore apparente. Questa sua mostra è anche una sorta di percorso di elaborazione del lutto, che infatti e non a caso approda alle due grandi tele realizzate a quattro mani, iniziate da John prima di morire, e finite da lei.

 

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La rassegna, dal titolo Somewhere over the rainbow , segue due operazioni simili che Elisabetta ha promosso nel 2014, prima in una casa in vendita in via Stoppani, ai Parioli, poi in un grande appartamento di via Bruxelles: «Il format — spiega la gallerista — è giocoforza elastico, anche perché non conosco prima le caratteristiche del luogo che ospiterà la prossima mostra, uno spazio pubblico o privati, in vendita o in affitto, comunque sul mercato immobiliare». Fruttuosa la collaborazione con i proprietari: «Mettendomi a disposizione la proprietà per la durata della mostra, due settimane massimo, hanno in cambio l’opportunità di dare alla casa una diversa visibilità e di acquisire un maggior numero di possibili acquirenti».

 

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